La Campania fa poker

Il 12 aprile 2002 la Giunta regionale della Campania ha istituito quattro parchi regionali: Matese, Taburno Camposauro, Partenio, Roccamonfina Foce Garigliano, per un totale di circa 66.000 ettari.
Probabilmente sarebbe più giusto dire che la Regione Campania ha nuovamente creato dei Parchi regionali, in quanto già nel '95 aveva istituito 10 aree naturali protette che però ne avevano in seguito subite di tutti i colori, fino ad essere cancellati da una discutibile sentenza della Corte Costituzionale.
La Giunta Bassolino ha allora ripreso il cammino daccapo e con caparbietà ha riportato le Amministrazioni comunali, provinciali e le Comunità Montane intorno a un tavolo per discutere delle perimetrazioni, delle misure di salvaguardia e delle norme di indirizzo. Su quel tavolo ha messo le opportunità offerte dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) in quanto Regione Obiettivo 1. In altre parole risorse finanziarie. Ingenti risorse - complessivamente circa 450 milioni di Euro - destinate a promuovere, mediante lo strumento dei Piani Integrati Territoriali, un diverso modello di sviluppo per le aree e le popolazioni interessate da un'area protetta, sia essa un Parco nazionale, un Parco regionale, una Riserva naturale, un SIC, una ZPS, o un'area protetta gestita da Associazioni ambientaliste.
Le delibere istitutive dei nuovi quattro Parchi servono ad avviare un processo complesso. La Giunta ha messo in rada una nave appena uscita dai cantieri navali, ora sono necessari il comandante, l' equipaggio e il carburante per partire. Restano poi ancora da istituire i Parchi dei Monti Picentitni, dei Campi Flegrei e dei Monti Lattari, nonché le Riserve Naturali del Lago di Falciano, dei Monti Eremita Marzano, del Sele Tanagro e di Licola Castelvolturno, tutte aree di elevata valenza naturalistica.
Le difficoltà per l'istituzione di queste aree sta nel confronto con gli Enti locali, anche se per le Riserve Naturali del Lago di Falciano e di Monte Eremita Marzano si è concluso l'iter di discussione. Il caso emblematico è costituito dal Parco dei Monti Picentini. Dal punto di vista naturalistico l'area è di grandissimo interesse. Ospita la più estesa foresta di latifoglie dell'Italia meridionale, rappresenta il serbatoio di acqua potabile per gran parte delle popolazioni campane, pugliesi e lucane, è frequentata da Lupi, Aquile reali, Picchi neri. Oltre 30 Comuni e una Provincia hanno già deliberato a favore del Parco, in alcuni casi anche chiedendone l'ampliamento. Ebbene, una minoranza di 4 - 5 comuni, ma in posizione centrale e strategica per la conservazione della catena montuosa, si mostra ostile e sta di fatto impedendo alle altre amministrazioni comunali, così come alla collettività nazionale e internazionale, di far decollare un'area protetta di fondamentale importanza. La situazione richiede che si intervenga con gli strumenti giusti per far prevalere gli interessi regionali, nazionali e internazionali su quelli meramente localistici e spesso anche legati a situazioni contingenti: elezioni, dimissioni di un Sindaco, ecc.. C'è da riflettere quindi anche sull'eccesso di federalismo e decentramento di cui troppo spesso si parla nel campo della conservazione della natura.

    Maurizio Fraissinet




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