Nuovi Parchi nazionali

A che punto siamo

Con questa rubrica cercheremo di tenere i nostri lettori aggiornati sulla strada, in verità assai accidentata, che si sta percorrendo per la creazione dei Parchi nazionali che ancora mancano all'appello. Esiste la possibilità che la rubrica si trasformi un tormentone, ma per un giornale "primo: informare".

Parco nazionale della Sila
L'istituzione del Parco nazionale della Sila, che pone fine all'esperienza del Parco nazionale della Calabria nato nel 1968 e gestito dalla ex ASFD, è quasi giunta alla sua naturale e positiva conclusione. Si attende il parere della Conferenza Unificata sulla proposta di 75.000 ettari concordata tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, la Regione Calabria e gli Enti locali, e si potrà dire che una lunga e complicata vicenda si chiude. Lunga perché la Sila attende un suo Parco dal 1925, anno in cui il Senatore Anile propose l'istituzione di un'area protetta sostanzialmente simile a quella che vedrà la luce presto.

Parco nazionale della Val d'Agri e del Lagonegrese
L'iter amministrativo per la perimetrazione del parco si è bloccato da tempo, e offre periodi di concitate discussioni tra le istituzioni coinvolte alternate a periodi in cui l'argomento sembra non interessare più nessuno. Regione Basilicata e Comuni continuano a rimpallarsi le responsabilità, proponendo sempre nuove modifiche all'ipotesi di perimetrazione proposta dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Le istituzioni locali giustificano il ritardo con la motivazione che la presenza del parco possa limitare le attività economiche dell'area, ma la ragione vera del ritardo dell'avvio del Parco, è il petrolio: la costruzione di nuovi pozzi, le attività estrattive e la messa in opera dell'oleodotto sono le uniche iniziative che sembrano non trovare alcun ostacolo.

Parco nazionale dell'Alta Murgia
Il Parco, previsto dalla legge 426/98 è ancora lontano dall'esser istituito. Le interminabili discussioni tra Ministero, Regione ed Enti locali hanno finora prodotto una proposta di parco - groviera, un'ipotesi di perimetrazione senza nessuna omogeneità, priva di criteri logici e ambientali. L'opposizione al Parco, cavalcata da agricoltori e cavatori di pietra, ha finora impedito alle comunità locali di svolgere una serena discussione sull'area protetta. La discussione si è avvitata sul futuro delle attività estrattive che si voglio garantite ad ogni costo, ed all'area industriale di Altamura che viene allargata sempre di più, senza considerare che l'Alta Murgia è interessata da un Sito di Importanza Comunitaria e da una Zona di Protezione Speciale a tutela di un importante colonia di falco grillaio. Anche il mondo agricolo, in questa occasione, si è attestato su posizioni di retroguardia difendendo pratiche agricole, come lo spietramento, che devastano il territorio oppure, in una zona a rischio desertificazione, consumano enormi risorse idriche e si giustificano solo grazie alle politiche assistenziali messe in atto dall'Unione Europea.

Parco nazionale del Gennargentu
Formalmente istituito da anni con un Decreto del Ministro Ronchi, il Parco non ha mai visto la luce per la strenua opposizione di una parte delle autonomie locali e per l'assenza di iniziativa della Regione Sardegna che, tra elezioni, cambi di Giunta e periodi di studio ha lasciato trascorrere tempo senza esporre in concreto le proprie intenzioni. Non ha nemmeno avuto formalmente seguito la proposta, a suo tempo avanzata da Legambiente, di ritirare il decreto e partire "da zero" con le trattative Stato-autonomie, proposta che, seppur criticata da alcuni sostenitori del parco, sembrava aver incontrato il favore dei più. Si rinviò tutto a dopo le elezioni politiche, dalle quali, però, è già trascorso un anno. Le visite nell'isola di esponenti del Governo avevano fatto pensare ad una ripresa del cammino, ma non si conoscono atti significativi, e il decreto Ronchi è sempre in vigore...

    a.n.




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