C'è parco e parco

I Plis di Lombardia

Con la Legge Regionale 86 del 1983 la Lombardia ha attribuito ai Comuni la facoltà di promuovere l'istituzione di Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS), in pratica aree protette per le quali sono i comuni stessi, nell'ambito della loro pianificazione urbanistica, a stabilire la disciplina di salvaguardia, le modalità di funzionamento e i piani di gestione.
Col riconoscimento della rilevanza sovracomunale da parte della Regione, il PLIS entra a far parte del sistema regionale delle aree protette, insieme ai parchi regionali, alle riserve e ai monumenti naturali. In un territorio complesso e frammentato dall'urbanizzazione come quello lombardo, il significato dei PLIS è legato al loro ruolo di spazi entro cui, su base volontaria, avviare processi che vanno dalla tutela speciale di biotopi minori alla riorganizzazione territoriale. Le aree tutelate dai Parchi Locali hanno in genere (ma non sempre) valore ambientale e paesistico inferiore a quello delle altre aree protette, ma il loro ruolo, almeno sulla carta, è talvolta strategico: è il caso del parco del Grugnotorto - Villoresi, circa 700 ettari tra residui di campagna, arterie stradali e periferie urbane di grossi centri dell'hinterland milanese come Cinisello Balsamo e Paderno Dugnano, o di quelli del Lura e del Molgora, corridoi ecologici che accompagnano corsi d'acqua minori connettendo il cuore dell'area metropolitana con i sistemi forestali pedemontani. Attualmente sono 35 i Parchi Locali istituiti: le tipologie sono eterogenee, dal giardino urbano all'oasi forestale alle aree umide, così come le estensioni, dai 3 ettari agli oltre 1500 del Parco del Roccolo: complessivamente il territorio protetto è di 12500 ettari e 78 sono i comuni coinvolti; un numero pari se non superiore di comuni ha avviato le procedure per l'istituzione di nuovi PLIS ovvero per l'annessione di propri territori a PLIS esistenti. Il dato di tendenza, che mostra un continuo aumento specialmente negli ultimi anni, indica che il fenomeno è senza dubbio molto dinamico: negli ultimi 3 anni ne sono stati riconosciuti 13.
Dal 1 gennaio 2002 la Regione ha trasferito alle Province tutte le competenze in materia di riconoscimento e coordinamento dei PLIS.

PARCHI VOLONTARI
L'elemento sicuramente più interessante del PLIS è il suo carattere di volontarietà: esso è promosso dalle amministrazioni comunali e la sua creazione si colloca, idealmente, entro un percorso di riappropriazione identitaria e/o di ricerca o perseguimento di performances ambientali: diversi parchi di più recente istituzione (o in procinto di esserlo) fanno parte di Piani d'azione previsti da Agende 21 dei singoli comuni coinvolti. Un fattore di successo è il coinvolgimento di associazioni locali e organizzazioni non profit nella gestione e conduzione delle attività.

UN INSIEME TROPPO ETEROGENEO
Il primo problema che emerge dalla lettura del complesso dei PLIS è che all'interno dell'insieme esiste una forte eterogeneità di tipologie, che impedisce di poter pensare ad un ‘sistema': esistono in particolare alcune entità che non possiedono affatto requisiti di sovracomunalità, e che dovrebbero essere propriamente considerati parchi urbani (o addirittura giardini pubblici). Si tratta peraltro di un numero molto limitato, di estensione complessiva decisamente trascurabile. D'altro canto, una tendenza assai preoccupante è al contrario quella, molto incentivata dalla Regione stessa, di voler tramutare alcuni parchi regionali previsti dal Piano Regionale delle Aree Protette in PLIS.

VINCOLI TROPPO BLANDI?
I PLIS non sono ovviamente aree protette ai sensi della legge 394/91: ne deriva che il regime vincolistico, adottato su base volontaria, non è confrontabile con quello di altri istituti di tutela. E' peraltro vero che - specie per quanto riguarda i PLIS di maggiori dimensioni e in aree più urbanizzate - la perimetrazione del parco viene spesso costruita come sommatoria delle aree ‘di risulta' della pianificazione comunale: i PLIS quindi non costituiscono in generale un vincolo supplementare, ma semplicemente una cornice entro cui attuare interventi di riqualificazione o valorizzazione territoriale.

CHI GOVERNA IL SISTEMA?
il recente trasferimento alle Province di tutte le competenze relative ai PLIS è un passaggio da seguire con attenzione: fino ad oggi è mancato un ‘governo' del sistema, la Regione di fatto si è sempre ben guardata dal mettere a punto politiche e programmi, ed anche nel doveroso trasferimento alle Province si è astenuta dall'esprimere qualsiasi indirizzo. E' chiaro che le potenzialità dei PLIS potranno essere adeguatamente espresse se il sistema saprà crescere in raccordo con la pianificazione provinciale: essi potranno in questo modo diventare componenti della rete ecologica provinciale e interprovinciale, includendo o assecondando corridoi ecologici e nodi secondari del tessuto connettivo territoriale, dettagliando a scala minuta la trama del sistema paesistico e ambientale di cui il sistema regionale dei parchi e delle riserve naturali costituisce l'ossatura. Le strutture tecniche provinciali potranno poi sopperire alla mancanza di personale con adeguate competenze. Ma ancora una volta tutto è affidato alla buona volontà e all'intraprendenza di un ente territoriale, continua a mancare una ‘cabina di regia' che sappia dare coerenza e organicità ad un sistema cresciuto per un intero ventennio in modo spontaneistico e, spesso, sporadico.

    Damiano Di Simine e Michela Zambianchi - ufficio Retenatura, Legambiente Lombardia




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