Tempo d'Estate, tempo di Parchi


Ma chi va nei parchi e perché? Negli ultimi anni alcune ricerche hanno cercato di rispondere alla domanda. Il turista medio è una persona di status sociale leggermente più elevato della media, occupato in professioni del terziario, più nel pubblico che nel privato, e di età media. Non emergono particolari differenze in base alla provenienza, ad esempio tra quella urbana e quella rurale. Complessivamente va nel parco una persona "ecologicamente più sensibile" e la conferma verrebbe proprio dalla visita al parco.

Ormai anche in Italia la ricerca sta scandagliando il fruitore di aree protette. Molte ricerche fanno emergere un bisogno d'ordine, di controllo dei comportamenti, invadenti e maleducati. Il turista si attende una repressione di comportamenti identificati come "urbani", caos, sopraffazioni, rumore, sporcizia. Il parco viene pensato, immaginato, concepito, appunto come modello opposto: dove vi sono regole, in ultima analisi di buona educazione, rispetto, reciprocità e soprattutto le regole vengono fatte rispettare. Una sorta di adeguamento all'ordine della natura cui hanno guardato ripetutamente diverse filosofie. Dal parco ci si aspetto un senso di tranquillità e di riposo.

Il parco luogo del totalmente altro, una bolla dove natura intatta (o immaginata tale) per l'immersione in un'altra dimensione della vita e del mondo. La rottura con il quotidiano (come afferma anche una recente ricerca francese sul turismo nella natura),in un luogo non affollato, solitario (eccetto parenti e amici che non sono in contrasto con la solitudine) e la libertà.

Il parco poi, è un luogo ricreativo nel senso di rigeneratore di energie interiori, psicologiche. Dal parco ci si aspetta quindi una funzione conservativa ma anche, o forse soprattutto, simbolica.
Da qui i bisogni: informazioni e itinerari, in secondo piano le strutture.

Il parco per i visitatori è prima un luogo di raccoglimento, poi alla pari, giardino ordinato, luogo del bello, infine, ma molto indietro un progetto organico e un paradiso terrestre. (vedi ricerca "parco immaginato, parco reale" del 1995 con circa 300 interviste ai parchi del Ticino lombardo, Gigante e Valle Pesio).
Al primo posto dei desiderata? La sorveglianza dei comportamenti, seguono segnalazioni e sentieri (specie per disabili), un po' staccati, sentieri didattici, guide naturalistiche e visite in bici, cavallo o altro. ("Turista popolare e turista colto" ricerca del 1997 alle Foreste casentinesi con oltre 5500 interviste).

Ma come si orienta, come sceglie, in base a cosa decide dove andare il nostro fruitore? Prevalentemente attraverso il "passa parola", ossia grazie alle informazioni di conoscenti e amici. Oltre il 50% (da "Il parco poliziotto", 1200 interviste all'Adamello Brenta nel 1992 ), anche in questa ricerca, vorrebbe soprattutto il controllo dei comportamenti, mentre la segnalazione dei sentieri e il controllo dei flussi sono tra le richieste prevalenti.

Sono soltanto spunti, forse utili però, per ragionare e pensare al modo di far fruire le nostre aree protette.

    g.b.




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