I libri del mese

Le nostre segnalazioni


Nel parco c'è
Nel maggio 2002 è stato finito di stampare questo volume di circa cinquecento pagine, che risulta curato dalle tre direzioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio rispettivamente votate allo sviluppo sostenibile, alla conservazione della natura e alla difesa del mare.
Un opportuno sottotitolo precisa che il volume contiene informazioni sulla "offerta educativa e ricreativa dei parchi nazionali e regionali e delle aree marine protette, il che è assolutamente confermato dal contenuto.
Il significato dell'opera viene enfatizzato e commentato da ben quattro testi introduttivi (i tre direttori generali, e una delle due responsabili del progetto editoriale). Pur mancando i contributi del ministro e dei sottosegretari, il progetto dell'opera si definisce così con sufficiente chiarezza come un importante aiuto a quanti nella scuola o nel mondo dei parchi e delle riserve naturali rendono concreta l'offerta educativa e ricreativa. Assieme alla guida che a suo tempo il Touring realizzò d'intesa con Federparchi (e che ho incontrato di recente in libreria in una nuova edizione, più economica della prima) nel volume sono elencate e illustrate tutte le aree protette e tutte le riserve marine che potrebbero rappresentare il sistema nazionale delle aree protette, e che già oggi rappresentano la differenza positiva tra l'Italia e molte altre nazioni europee.
Usando con un minimo di competenze i due volumi che ho ricordato è possibile progettare molto: da un percorso individuale e familiare nell'Italia dei parchi a iniziative di più vasto respiro collettivo e sociale. Perciò è bene che tutti i frequentatori del sito di Federparchi entrino in possesso del prodotto del lavoro encomiabile di Monica Giansanti, Daniela Patriarca e di molti altri puntualmente elencati accanto all'indice generale dell'opera.
Se mi è consentito inserire un fatto personale e privato (ma non solo) in una pubblica recensione, debbo dire che provo sentimenti contrastanti nei riguardi del titolo dell'opera e del complementare sito telematico. Da parecchio tempo (anni) dirigo il periodico del parco naturale del Conero, che si chiama proprio "nel parco c'è". I sentimenti contrastanti sono da una parte la fierezza per aver imbroccato a suo tempo un titolo che, anni dopo, è piaciuto anche al "fascio" di direzioni generali del ministero di riferimento, alla quale fierezza si associa un certo disappunto per quello che potrebbe anche apparire una sorta di copiatura, o di furto d'uso.
Ma siamo tutti dalla stessa parte di una barricata molto pericolante, che difendiamo - tra tutti - con fatiche dure e misconosciute. Ci mancherebbe solo che mi sfilassi (sia pure per un attimo, sia pure per uno scatto di orgoglio) da quanti sono dalla parte della soluzione del problema, finendo per diventare problema io stesso! Sicché di tutti quei contrastanti sentimenti ne lascio in vita uno solo, la fierezza iniziale, e regalo tutto il resto al rottamatore di sensazioni inutili che, per mia fortuna, posteggia sotto casa lavorando a pieno ritmo.
Chi volesse avere notizie fresche sui modi più rapidi ed efficaci per procurarsi le utilissime cinquecento pagine che sto terminando di recensire deve mettersi in contatto con il ministero dell'ambiente. Fatelo, e non ve ne pentirete.
(Mariano Guzzini)


Itaca
Konstantinos Kavafis nei suoi fecondi settanta anni di vita scrisse molte poesie, quasi sempre votate all'essenzialità, al moralismo, all'analisi che si fa poesia ma conserva la prospettiva storica e la concretezza del reale. Molte sono state ormai dimenticate dai lettori, ma alcune restano, e sono spesso citate. Tra queste ultime spiccano come stelle fisse "Itaca" e "aspettando i barbari". "Itaca" invita al viaggio per il viaggio, e all'obbiettivo come scusa per battersi. Mentre "aspettando i barbari" riporta ciascuno di noi alla responsabilità individuale, invitandoci a non scaricare sugli altri i nostri doveri. Non a caso "Itaca" piace molto ai giovani, mentre gli altri preferiscono "aspettando i barbari".
Perché questo sfoggio di cultura classica?
Perché Kavafis figura nell'ultima di copertina del volume "Nel Parco c'è" prodotto dal ministero dell'ambiente per dare conto dell'offerta educativa e ricreativa dei parchi nazionali e regionali e delle aree marine protette. E' l'unico poeta citato in cinquecento pagine. E l'unica poesia è, manco a dirlo, "Itaca". Che non è l'omonimo progetto di area vasta che finanzia lavori pubblici ed aree protette nelle isole minori, ma è proprio quella deliziosa poesia che invita a "non affrettare il viaggio" facendo in modo che duri a lungo, per anni.
E' una metafora? E' una indicazione subliminale? Vallo a sapere. Certo, di fronte a molti timori che circolano in Parlamento e fuori, non avrei visto male al posto di "Itaca" l'altro capolavoro di Konstantinos Kavafis, "aspettando i barbari". Se non altro per ragioni scaramantiche. Vale a dire per rileggere il famosissimo finale ("Come faremo adesso senza i barbari? Dopotutto, quella gente era una soluzione!") tirando un respiro di sollievo per lo scampato pericolo, se e quando l'avremo scampato, e prima di tornare a domandarci come faremo a sconfiggere i ritardi culturali e le resistenze vere, che abitano tra noi e - a volte - addirittura dentro di noi.
(Mariano Guzzini)



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