Gli stambecchi della Val Troncea


Tutto cominciò con un Re cacciatore e un suo luogotenente, Thaon di Revel. Fu questo secondo che su segnalazione di Giuseppe Zumstein- De Lapierre, ispettore forestale di Gressoney, si accorse che la Capra ibex, lo stambecco, stava rischiando di scomparire, ridotto ad un centinaio di unità nel massiccio del Gran Paradiso. Un tempo affollava numerosissimo l'intero arco alpino. Poi la caccia per scopi alimentari e per superstizione (la polvere di corna e zoccoli combatteva la diarrea, si diceva, e fungeva da afrodisiaco) lo portò alla soglia dell'estinzione. Soltanto da noi non scomparve mai del tutto, seppur ridotto ad una popolazione ai minimi termini. Nel 1821 le Regie Patenti vietano la caccia dell'ungulato, nel 1936 nel Gran Paradiso con l'istituzione di una Riserva reale di caccia i Savoia si riservano il privilegio di cacciarlo, nel 1922 nasce il nostro primo parco nazionale appunto a protezione dello stambecco e del suo habitat. Oggi nel parco i capi sono circa 4 mila. Ma dall'istituzione del parco cominciarono i tentativi, con la reintroduzione, di riportare la diffusione della specie sull'intero arco alpino che era l'areale originario del mammifero dalle grandi corna. Oggi sono circa 35 mila distribuiti in tutti i Paesi alpini; la maggior parte vive in Svizzera (15 mila animali) e in Italia (13 mila). In Francia sono 4300 e circa 3500 in Austria.
Questa storia è raccontata da Marco Giovo e Domenico Rosselli, tecnico faunistico il primo, guardaparco il secondo, che in un agile libretto del Parco piemontese della Val Troncea raccontano con competenza e passione il contributo dato da questo piccolo parco regionale al ritorno dello stambecco sulle Alpi. E' una storia di studi, tentativi, reintroduzioni, lunghe marce per contarne il numero complessivo e per seguire gli individui radiocollarati, per studiarne i percorsi. E con questi gli insuccessi, gli arretramenti della situazione. Ma dopo quindici anni dall'avvio del progetto in Val Troncea (circa 3 mila ettari) e la contigua Val Germanasca, vivono ormai 200 individui di questa specie affascinante dall'aria mite e dalle grandi corna che crescono anno dopo anno.
Una cinquantina di pagine (con belle illustrazioni) per raccontare la storia di una specie e del tentativo degli uomini di riparare alla loro scarsa lungimiranza. Ma tra le righe emerge uno dei ruoli fondamentali, anche dei piccoli parchi regionali: contribuire alla difesa della biodiversità.

Il testo, al costo di 7 Euro, può essere richiesto a
Parco regionale della Val Troncea
Frazione Rua, Via della pineta, 10060 Pragelato (TO)
Tel. 0122/78849-78383 - Fax 0122/78849 - Email: valtroncea@libero.it

g.b.




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