Salvaguardare l'esperienza dei parchi laziali e di RomaNatura.


Anche la Federparchi ha espresso la propria preoccupazione per la prospettiva, avanzata dalla Regione Lazio, di una modifica della legislazione in materia di parchi tendente a modificare gli attuali equilibri nella rappresentanza istituzionale e nella nomina dei presidenti. Per questo ha accolto con piacere la decisione della Giunta regionale di soprassedere alla decisione, aprendo un confronto con le amministrazioni locali.
L'idea di trasformare gli Enti parco laziali, in pratica, in enti strumentali della Regione, aveva suscitato forti reazioni negative da parte di molti parchi, di numerose amministrazioni e in particolare da parte del Comune di Roma, che ha una grande estensione della propria superficie territoriale (circa 22.000 ettari) gestita da un Ente - RomaNatura - che si è segnalato per una grande capacità di iniziativa. Un Ente il cui la rappresentanza comunale - e il legame che ne consegue - ha contribuito, oltre che a garantire una integrazione delle politiche di tutela con la gestione ordinaria dell'attività dei municipi e degli assessorati, ad incidere assai proficuamente sullo stesso complesso delle scelte ambientali e di gestione territoriale del Campidoglio.
In effetti le questioni messe in gioco dall'iniziativa regionale sono molte e riguardano punti scottanti della vita dei parchi. Investono innanzitutto l'autonomia dell'Ente di gestione, fattore che da sempre Federparchi ha individuato come uno dei capisaldi della politica di salvaguardia: un regime speciale di gestione di un territorio speciale può infatti essere garantito solo se non c'è diretta subordinazione dell'Ente ai poteri che su quel territorio possono per altre strade e pesantemente intervenire.
C'è poi l'altro determinante fattore dell'espressione delle comunità locali, cioè in altre parole dei Comuni nei quali si trovano le aree tutelate: per rimanere al caso del Comune di Roma, sul cui territorio si trovano tutte le riserve naturali gestite da RomaNatura, esso vedrebbe drasticamente ridotto il proprio peso nel consiglio dell'Ente.
E c'è infine il tema della collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, secondo Federparchi indispensabile per garantire qualsiasi coerente politica di difesa dell'ambiente, tanto sul piano nazionale che su quello regionale: una modificazione della situazione esistente che si producesse con uno scontro tra la Regione e i Comuni - e in particolare il Comune di Roma - non potrebbe che determinare una grave frattura nella conduzione della positiva esperienza laziale e, per quel che riguarda RomaNatura, di una azione ritenuta straordinaria anche a livello internazionale.

l.b.




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