Storie italiane

Il Molentargius parte, o forse no


Il Molentargius, straordinario ambiente acquatico alle porte di Cagliari, habitat prezioso per gli uccelli acquatici e, da un decennio, anche sito d'elezione per la nidificazione di fenicotteri (dopo la recente crisi le coppie presenti quest'anno sono tornate a superare le 3.000) dovrebbe essere un Parco ormai da molti anni. Nel 1977 assoggettato alla Convenzione Internazionale di Ramsar sulle zone umide, nel 1979 compreso nel piano paesistico della Sardegna, nel 1985 protetto ai sensi della legge 431, nel 1989 inserito tra le aree protette da una legge regionali. Ma una sorta di condanna di Sisifo lo tiene continuamente al palo. Esiste la decisione, ne è previsto l'organismo di gestione, sono concordi le amministrazioni interessate sulle finalità da perseguire. Di più: lo stagno degradato è stato negli scorsi anni recuperato, così come è stato riqualificato uno dei corsi d'acqua ad esso collegato, il canale di Terramaini. Totale della spesa: centottanta miliardi di lire, per ricostituire l'equilibrio di un sistema che ora però deve assolutamente essere gestito, pena un nuovo collasso. Così come devono essere gestite le saline, altra attrattiva - e non solo paesaggistica, ma concretamente economica - della zona, e la stessa sede della direzione del Parco, già prevista nell'edificio dei "Sali scelti" della salina medesima. Cosa manca dunque? Manca lo statuto. Che sarebbe pronto anch'esso, non fosse per l'aspetto riguardante la ripartizione delle quote consortili fra le istituzioni partecipanti: Comune e Provincia di Cagliari, Comuni di Selargius, Quartu e Quartucciu. La proposta messa a punto nei mesi scorsi con grande fatica - che prevede una parità complessiva tra i due Enti maggiori da una parte e i tre Comuni minori dall'altra - sembra in questi giorni non essere più condivisa e potrebbero dunque arrestarsi di nuovo le procedure per dare il via al primo vero Parco regionale sardo, con grande preoccupazione per le forze ambientali e sindacali dell'isola e con disappunto della stessa Regione che profila, attraverso le parole dell'assessore all'ambiente, la possibilità di un commissariamento.




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