Riserve marine

E le coste no?


E' noto che con CIP (coste italiane protette) Federparchi ha inteso rilanciare, dopo anni di immobilismo, un tema che sta molto a cuore anche all'Unione Europea: la gestione integrata delle coste. Lo ha fatto collocandovi al centro il ruolo delle aree protette, non solo marine ma appunto marino-costiere. In questo sta la novità di CIP rispetto anche agli altri progetti di grande area, come Alpi e APE.
Naturalmente nessuno coltiva l'idea che le aree protette, da sole, possano farsi carico di un problema di tale dimensione e complessità. Per questo è stato ricercato e trovato sostegno e impegno in alcune Regioni - prima fra tutte le Marche - con la quale stanno avanzando talune importanti e interessanti iniziative, anche di studio e sperimentazione.
La speranza è di ottenere presto lo stesso risultato anche con altre Regioni che hanno già aderito a CIP: Sicilia e Toscana. In questa prospettiva Federparchi, il Coordinamento delle aree protette marchigiane e la Regione Marche hanno recentemente deciso di portare a livello nazionale questo progetto, per impegnare direttamente il Ministero dell'Ambiente, anche sotto il profilo finanziario. Del resto, dopo tanti anni di dannosa separazione nella gestione tra le aree protette terrestri e quelle marine, l'avvenuta unificazione in sede ministeriale delle competenze politiche e di quelle operative va nel senso auspicato e sollecitato da tempo da CIP. Così come va nella stessa direzione l'importante decisione, presa dalle riserve marine ad Ustica nei primi giorni di luglio, di aderire a Federparchi.
C'era da sperare quindi che anche lo studio per il piano delle coste, affidato un paio d'anni fa all'ENEA, potesse presto fornire su questi delicati problemi validi ed efficaci punti di riferimento ad una iniziativa nazionale e regionale che sembra ormai avviata a realizzarsi sulla base della tanto auspicata convergenza tra tutte le aree protette, terrestri e marine..
Ma le notizie che circolano non sono affatto rassicuranti. Sembra, infatti, che dopo una serie di tergiversazioni sulle prima parte degli studi presentati dall'ENEA. il Ministero intenda effettuare una "rimodulazione", che in pratica consisterebbe nell'espungere, dagli studi in corso, proprio gli aspetti relativi alla gestione integrata delle coste, che evidentemente è considerata una ‘rogna' da lasciar perdere.
Se ciò rispondesse al vero sarebbe ancora una volta del tutto disattesa la legge sul mare del 1982. Ma ciò che più conta: sarebbe ancora una volta rinviata una scelta politica di cui c'è sempre maggiore urgenza, come dovrebbe ormai risultare chiaro a tutti, specie alla vigilia della Seconda Conferenza nazionale sulle aree protette che certo non potrà eludere un argomento così scottante.

Renzo Moschini
Mariano Guzzini




Commenta l'articolo
Il Giornale dei ParchiTorna alla prima pagina
del Giornale dei Parchi