Il Progetto

Progetto Pelobates nel Parco Naturale della Valle Ticino


Il pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus) rischia di scomparire a causa della drastica riduzione del suo habitat. Edificazioni, bonifiche, pesticidi e traffico stradale, questi i peggiori nemici che hanno portato il piccolo rospo al limite dell'estinzione. Il "rospo delle vanga", così chiamato per la sua abilità a scavare le buche nelle quali si rintana durante il giorno, è infatti l'anfibio endemico italiano a maggior rischio di estinzione - e anche uno degli anfibi più rari d'Europa - tanto da essere inserito nel "Lista Rossa" delle specie minacciate di estinzione redatta dalla IUCN. E‘ altresì difficile incontrare un Pelobate fosco: trascorre infatti gran parte della vita interrato, migrando poi verso le zone riproduttive in coincidenza con le prime piogge primaverili o l'allagamento delle risaie.

La popolazione di Pelobate, sensibilmente diminuita, è oggi confinata a poche località della Pianura Padana-Veneta. A tale proposito, il Parco Naturale della Valle del Ticino - dove si riproduce una delle popolazioni più numerose di Pelobate fosco italiano - ha avviato grazie al coofinanziamento della Comunità Europea e della Regione Piemonte, il LIFE "Progetto PELOBATES nel Parco Naturale della Valle del Ticino", in collaborazione con il WWF Italia (al Centro Pelobate dell'Oasi di Bellinzago Novarese)
Il progetto prevede interventi triennali mirati innanzi tutto a tutelare i siti riproduttivi di questi anfibi. La drastica riduzione delle risaie (con punte dell'80% nell'area del progetto) provoca infatti l'impossibilità alla riproduzione ma anche una eccessiva concentrazione di predatori (tra cui aironi e corvi) che, decimando le popolazioni di larve ed adulti, pongono una seria ipoteca sul successo riproduttivo degli Anfibi.

Grazie agli accordi preventivi stipulati con gli agricoltori della zona di Cameri, il Parco ha acquisito nel 2001 un'importante parcella d'habitat del Pelobate dove si svolgeranno interventi di miglioramento e potenziamento dei siti produttivi. Altri accordi prevedono contratti di affitto annuale o mancato raccolto, o mirano a sperimentare metodi colturali ecocompatibili (evitando l'utilizzo di fertilizzanti chimici, erbicidi e trattamenti alghicidi, sostanze molto dannose per le larve degli anfibi). È stato inoltre attivato un monitoraggio all'interno del Parco per censire la presenza e le attività riproduttive delle popolazioni esistenti di Pelobate fosco insubrico.

Per garantire la migrazione degli anfibi verso i siti riproduttivi sono state posizionate barriere di protezione ai bordi delle strade, cartelli e dossi artificiali per rallentare il traffico: questo per evitare l'annuale strage di Pelobati ‘riproduttori' dovuta agli investimenti stradali.
Il trasferimento della sede del Parco a Villa Picchetta permetterà infine una presenza vigile e continuativa sui siti attualmente più importanti per la sopravvivenza del Pelobate fosco.

Wwf Piemonte




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del Giornale dei Parchi