Riserve marine, lo Stato chiude la borsa

Approfondimenti e opinioni sul "Collegato ambientale"

Assieme al programma strategico di comunicazione ambientale, è la più importante novità del cosiddetto collegato ambientale alla finanziaria, cioè la legge 31 luglio 2002 n.179 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 13 agosto.
L'articolo sulle riserve marine (n.8) introduce un cambiamento sostanziale nel loro funzionamento, poiché d'ora in poi saranno i soggetti gestori a doversi accollare gli oneri finanziari relativi agli stipendi del personale, finora pagati (in misure diverse) dallo Stato. Nel dettaglio, la nuova legge prevede un arco di tempo fino a metà febbraio 2003 entro cui gli enti gestori dovranno stabilire una pianta organica e comunicarla, per approvazione, al ministero dell'Ambiente. Se giudicata inadeguata, al ministero potrebbero optare per l'affidamento della gestione a un soggetto diverso: se da Roma arriva invece l'ok, in ogni caso non seguirà più la conseguente erogazione di fondi che gli enti dovranno reperire da sé, e col divieto esplicito di avvalersi dei fondi statali erogati annualmente per il funzionamento delle riserve marine . Solo "in caso di particolari e contingenti necessità", e per non più di due anni, il ministero offrirà comunque il proprio sostegno finanziario "al fine di assicurare il corretto funzionamento delle aree protette marine". Ma per un tetto complessivo di un milione di euro.
Dagli enti gestori, che la legge individua tra enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste (l'elenco è sulla pagina web del Ministero), la nuova norma non registra commenti concordi. "E' un passo avanti rispetto al silenzio che finora ha circondato l'argomento del personale delle riserve marine", dice Simone Scalise, direttore a Capo Rizzuto. "Alla presa d'atto dovrebbe però seguire da parte dello Stato un supporto finanziario costante, e non limitato al prossimo biennio". La riserva calabrese, nei cui uffici lavorano stabilmente 8 persone ("sempre a collaborazione, però", precisa il direttore) più numerosi stagionali in estate, gode di un finanziamento annuale da parte della Provincia di Crotone (l'ente gestore) di circa 130mila euro con cui appunto paga il personale.
A Ustica, invece, finora ha pensato a tutto lo Stato. 200mila euro per 9 persone in organico (su 16 previste), grazie a cui i visitatori della riserva trovano diversi servizi tra cui un acquario, un centro visite, escursioni in mare, etc. Già il provvedimento ministeriale che affidava al Comune la gestione della riserva, del 1986, prevedeva una progressiva copertura delle spese per il personale da parte del Comune. Non è mai avvenuto. "Il fatto è che la comunità locale non può essere due volte penalizzata", spiega il direttore della riserva Alberto Ditta, "e le risorse del Comune sono insufficienti a coprire le spese di funzionamento. A fronte di una richiesta di 1400 milioni di euro, quest'anno abbiamo ricevuto da Roma 566mila euro. Quindi per il 2002 e magari anche per l'anno seguente chiederemo al ministero di poter pagare il personale utilizzando i fondi residui. Nei prossimi giorni ci incontreremo nuovamente con il direttore Cosentino, anche per chiedere al ministero un sostegno finanziario alla conversione al pescaturismo da parte di alcuni operatori. E poi faremo di tutto, assieme ai gestori delle altre riserve, per ottenere il ripristino del finanziamento statale sul personale".
D'altro canto, già in un incontro a Santa Margherita Ligure del maggio scorso gli enti gestori (tutti ora aderenti a Federparchi) avevano espresso la propria contrarietà al provvedimento allora in discussione in Parlamento con nettezza: "il testo in esame non garantisce il funzionamento ordinario delle strutture di gestione, cancella la potestà degli Enti locali in materia di organizzazione, prevede controlli impropri nei confronti degli Enti gestori ai quali però viene fatto carico di finanziare per intero gli oneri per il personale".
A luglio, dopo un primo incontro col Servizio Difesa Mare, gli enti gestori si sono riuniti di nuovo proprio a Ustica. Entro questo mese di settembre ci sarà un terzo incontro, a Villasimius in Sardegna (riserva di Capo Carbonara). "Dovremo dimostrare conti alla mano", continua Ditta, "che allo Stato conviene investire quei soldi sulla salvaguardia ambientale piuttosto che spenderne poi per il disinquinamento del mare e delle coste". "Se non ci riusciremo, al Comune non resterà che costituire una società mista con soggetti privati", conclude il direttore della riserva di Ustica, "cui però interesseranno soprattutto, come ovvio, i profitti: e allora la riserva potrebbe diventare un acquapark".
"Per noi il contraccolpo sarà parziale", sostiene invece Maurizio Spoto, direttore a Miramare. "Infatti già da tempo paghiamo il personale con fondi che ci provengono al 50% dal ministero e al 50% da autofinanziamento per fornitura di servizi. Poi riceviamo finanziamenti su progetti dagli enti locali, che indirettamente ci aiutano nella gestione del personale". La gestione della riserva è affidata al Wwf, che a sua volta si avvale della cooperativa Shoreline. "Il provvedimento è una conseguenza della nuova visione del governo in materia di autofinanziamento di parchi e riserve", conclude Spoto, "ma bisognerà alla fine decidere se la conservazione della natura ha un costo sociale oppure no".
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Ancora sulla tutela del mare, il collegato istituisce presso il ministero dell'Ambiente il Reparto ambientale marino (RAM) del Corpo delle capitanerie di porto, posto alle dipendenze funzionali del ministro. La nuova legge si occupa anche della gestione dei parchi sommersi di Baia e Gaiola, entrambi in Campania. La norma istitutiva (legge finanziaria 2001, n.388/00) ne prevedeva l'affidamento a un consorzio costituito da ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali, Regione Campania e associazioni ambientaliste. Ora invece la gestione sarà affidata con decreto del ministero dell'Ambiente, di concerto coi Beni culturali, a un soggetto tra quelli individuati per le altre riserve marine. Infine, per quegli interventi di ripascimento della fascia costiera che interessano tante aree protette - dal Conero al Litorale romano - la nuova legge ne assegna definitivamente competenze e responsabilità alla Regione.
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Riguardo ai parchi di terra, il collegato si occupa di tre parchi "storici". Del Gran Paradiso, per assegnargli mezzo milione di euro a partire dal 2002 per la realizzazione di un centro lontra con annesse reintroduzioni, risanamento di corsi d'acqua, strutture viarie di accesso. Dello Stelvio, per affidarne la sorveglianza nei tre settori amministrativi - previe relative convenzioni - ai corpi forestali di Stato, Provincia di Bolzano e Provincia di Trento. Del Circeo, per l'istituzione dell'ente definitivo di gestione.
Inoltre alcune aree protette nazionali e regionali sono interessate più o meno da vicino dall'estensione dell'elenco delle aree ad alto rischio ambientale (ex lege 9 dicembre 1998, n.426), che la nuova legge prevede all'art.14. Si tratta della riserva statale di Orbetello (per l'area ex Sitoco della laguna), del parco regionale del Mincio (per i laghi di Mantova e polo chimico), del parco nazionale del Vesuvio (per le aree del litorale vesuviano), del parco nazionale dell'Asinara (per le aree industriali di Porto Torres). A queste aree, ricordiamo, è riconosciuta priorità per la realizzazione di interventi di bonifica di interesse nazionale.
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Secondo tradizione dei provvedimenti di questo tipo, la legge interviene poi sugli ambiti ambientali più disparati: dal potenziamento del Comando Carabinieri per la tutela ambientale alle modifiche della legge sul suolo, al censimento entro un anno dei siti minerari abbandonati. Per i parchi e non solo, però, è di particolare rilievo la previsione dell'art.6 relativo al nuovo Programma strategico di comunicazione ambientale. Si tratta di un piano ambizioso e articolato, "al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e gli imprenditori alle esigenze e ai problemi relativi all'ambiente". Di tutto rispetto i numeri, ben 3.437.000 euro per il 2002 e 2.677.000 a partire dal 2003, stanziati per finanziare il Programma che prevede inoltre l'istituzione di un comitato di esperti (nominati dal ministro dell'Ambiente) dai compiti non meglio definiti. Prevista la collaborazione con numerosi soggetti istituzionali e privati, tra cui gli enti gestori di aree protette. Intanto una bella notizia già c'è. Ha appena ripreso le pubblicazioni - per il momento solo in versione on line - il notiziario mensile del ministero L'Ambiente Informa. L'indirizzo web su cui cliccare è www.minambiente.it/Sito/ambienteinforma .

Giulio Ielardi




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