L'agenda adriatico - jonica "passata" a Johannesburg


Dal Summit di Johannesburg segnaliamo una notizia fuori dal coro e che merita di essere registrata. L'assessore alla qualità della vita del Comune di Ancona, Emilio D'Alessio, ha presentato al Summit un progetto di iniziative comuni alle diverse sponde dei mari Adriatico e Jonio. Di questa "agenda adriatico jonica" si è già dato notizia in questo giornale, quando venne presentata al forum delle città adriatico-joniche.
Vale la pena di ritornare sulla questione, perché il progetto prende quota. Al summit di Johannesourg non solo l'idea è stata approvata, ma dovrebbe aver trovato fondi finalizzati alla sua realizzazione, affinché le città di mare aderenti al forum che unisce le due sponde dell'Adriatico e dello Jonio operino all'interno di un unico modello di sviluppo sostenibile.
L'assessore D'Alessio, che a Johannesburg rappresentava l'Anci, ha dichiarato che il coordinamento nazionale Agenda 21 ha chiesto ai governi nazionali presenti, e in specie a quello italiano, di approvare un quadro chiaro e coerente di obbiettivi e di strumenti che consenta agli enti locali di svolgere meglio il loro ruolo di governo del territorio, passando dalla fase dei buoni propositi a quella dei fatti. "Gli enti locali sono il luogo dove le cose si fanno. Non possiamo stare fuori dai luoghi dove si decidono politiche ed investimenti".
Esattamente quello che da tempo dicono le aree protette, sugli stessi temi e per identiche motivazioni.
Qui di seguito trovate un contributo che spiega perché Ancona era a Johannesburg e con quali credenziali vi si è presentata.
(m.g.)

Da Ancona a Johannesburg

A Johannesburg il World Summit on Sustainable Development (www.johannesburgsummit.org), ha costituito, tra l'altro, un importante momento di verifica dell'applicazione dell'Agenda 21 adottata dall'ONU a Rio de Janeiro nel 1992. Come si ricorderà, L'Agenda 21 di Rio è un programma di attività orientate allo sviluppo sostenibile, che prevede procedure di audit e reporting urbano e territoriale e processi di partecipazione per la definizione del Piano di Azione Locale, contenente le analisi, le strategie, gli obiettivi e le azioni da attuare nel corso del 21° secolo. Nei dieci anni successivi, l'Agenda 21 di Rio ha dato origine a un vero e proprio strumento di lavoro in ambito amministrativo, una sorta di procedura di governance sostenibile standardizzata a livello internazionale, ed applicata oggi da oltre 7000 enti locali in tutto il mondo. Anche se lo sviluppo sostenibile a livello globale appare tutt'altro che un obiettivo ravvicinato, oggi è sicuramente attribuibile all'Agenda 21 un buon livello di diffusione e di successo nelle pratiche di sviluppo sostenibile a livello locale.

Ancona ha svolto e sta svolgendo un ruolo di rilievo in questo movimento internazionale di città "sostenibili", sia localmente che a livello italiano ed europeo. A parte la presenza qualificata nei vari netowork nazionali (Coordinamento A21Italy, www.a21italy.it) ed internazionali (Campagna Europea Città Sostenibili, www.sustainalble-cities.org), in alcuni casi nati proprio con l'impulso decisivo del Comune di Ancona (Forum delle città Adriatiche, www.adriatic.ionian.net), è importante ricordare almeno due attività già avviate e destinate nei prossimi anni a modificare in modo consistente il rapporto tra l'amministrazione, la città, gli abitanti ed il prorio territorio.
1. Giovedi 20 giugno si è formalmente insediato il forum AnconA21, che ha il compito di definire entro la fine del 2003 il Piano di Azione Locale di Ancona. L'analisi preliminare della città è fornita nel Report ambientale pubblicato lo scorso anno, e il forum, lavorando principalmente per gruppi tematici, ha il compito di definire la città dei prossimi dieci anni, così come la vedono gli abitanti e i fruitori del sistema urbano di Ancona. Indicazioni importanti, dunque, sia sul piano immediatamente operativo e concreto (azioni da realizzare, partnership e collaborazioni da attuare, etc.), sia su quello più generale dei prossimi strumenti di pianificazione (PRG su tutti).

2. E' attiva, sempre dal mese di giugno, una convenzione con l'Università di Ancona per l'avvio della procedura di certificazione ambientale (EMAS II) dell'Amministrazione e della città di Ancona. In questo caso siamo ancora alle fasi preliminari del lavoro, ma Ancona è una delle prime grandi città italiane ad avviare questo percorso, che dovrebbe portarla in due-tre anni a definire nel miglior modo possibile la propria "efficienza" ambientale, e quindi il proprio approccio alle risorse (aria, acqua, suolo, etc.) utilizzate per la propria vita quotidiana.

I due strumenti citati, evidentemente complementari e fortemente collegati, andranno a costituire una volta a regime il Sistema di Gestione per lo Sviluppo Sostenibile Locale di Ancona, una procedura di governance sostenibile utile a (e soprattutto utilizzabile da) tutta la città.
Una rete ecologica unica che partendo dal sistema protetto del Conero sia in grado di connettere (fisicamente e come struttura) tutte le maggiori aree naturali o semi-naturali di Ancona (falesia, Cardeto, Cittadella, solo per citarne alcune), fino a ricongiungersi con le aree riqualificate della frana di Torrette.
L'obiettivo non è solo quello, comunque rilevante, di incrementare qualitativamente e qualitativamente l'offerta turistica e ricreativa della città; si tratta anche di fornire un sistema di riferimento fisico e biologico su cui la città si deve modellare, un sistema ecologico a cui il sistema urbano deve far riferimento per l'utilizzo sostenibile delle proprie risorse di base (acqua, suolo, biomassa, biodiversità, spazio, etc.), ovviamente in misura diversa a seconda del grado di dipendenza locale di ciascuna risorsa.
Un progetto concreto e ambizioso che, nel complicato percorso della sostenibilità locale, ci sembra prioritario soprattutto per la valorizzazione della caratteristica principale di Ancona, che è proprio quel rapporto tra sistema naturale ed artificiale messo in evidenza dal Report Ambientale e che raramente, soprattutto in Italia, presenta forme e potenzialità articolate e complesse come qui. Un progetto su cui Comune e Parco devono essere in grado di attivare nei prossimi mesi finanziamenti sia europei (Life in particolare), che italiani (Bando 2002 del Ministero dell'Ambiente per la promozione di processi di Agenda 21), che regionali (DOCUP ob.2 etc.)

Nei prossimi anni, in altre parole, la strada tra Ancona e Johannesburg sarà sempre più breve, soprattutto se verrà percorsa con il contributo, progettuale ed operativo, di tutti i cittadini.

Roberto Remitti




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