Il Progetto

I Grifoni del Parco dei Nebrodi

Una volta c’erano i Grifoni.
Infatti, le Rocche del Crasto erano meta di studiosi e appassionati che venivano ad osservare l’ultima colonia di avvoltoi che proprio su queste rupi viveva in perfette condizioni di equilibrio con il territorio.
Vivevano 18 individui con due nidi attivi per anno, ma a causa di una operazione poco accorta, finalizzata a mondare la zona dalle numerose volpi che allora frequentavano il territorio, circa trentasette anni fa vennero distrutti. Infatti, restarono vittime del veleno ingerito dalle volpi.
Per gli ornitologi e per gli abitanti della zona fu un duro colpo, “….Giunti ai piedi dei roccioni puntammo in vano i binocoli sulla montagna e poco dopo, dalla viva voce della gente locale, apprendemmo che un ben misero destino era piombato sugli uccelli….” (Priolo, 1967) nulla si muoveva, i Grifoni erano spariti.
Si, effettivamente, ancora oggi i vecchi ad Alcara Li Fusi ricordano i “vuturuni“; con passione ed un pizzico di nostalgia raccontano delle loro suggestive evoluzioni fin sopra il paese.
L’attività economica principale era la pastorizia e pertanto fra pastori ed avvoltoi c’era un forte sodalizio, gli animali conoscevano bene i posti nei quali abitualmente venivano portate le pecore o le mucche che morivano e provvedevano a consumarne i resti.Vivevano sul pizzo Traura, precipite rupe che si sporge sulla vallata del torrente Rosmarino e nei dintorni molti altri erano i loro posatoi abituali.
In Sicilia comunque, numerosi erano nel passato i siti in cui vivevano i Grifoni, basti dare uno sguardo alla toponomastica per rendersi conto di come l’etimologia di molte contrade o paesi derivi proprio dalla parola “vuturo” che in dialetto significa avvoltoio in assonanza con la radice francese “vautour”.
Oggi le Rocche del Crasto ed il Traura fanno parte del Parco dei Nebrodi, una delle più belle aree protette della Sicilia. Questo, con i suoi 85.687 ettari conserva una grande varietà di ambienti naturali molto diversificati nei quali ancora oggi la pastorizia è una delle attività principali. Così dalla sinergia tra la LIPU, l’Ente parco dei Nebrodi e l’Ente parco delle Madonie, nel 1998 parte il Progetto di reintroduzione del Grifone.
Si è scelto di lavorare sul complesso montuoso dei Nebrodi e delle vicine Madonie così da avere una duplice opportunità. In entrambe i Parchi sono state costruite le voliere tecniche che servono ad accogliere gli animali importati dalla LIPU e favorirne l’acclimatazione prima della liberazione. La voliera del Parco dei Nebrodi, tanto grande da permettere la “ginnastica” ma non tanto da consentire un volo ad ali spiegate che rovinerebbe il piumaggio degli ospiti, si trova proprio al di sotto di quelle rupi che accoglievano una volta la colonia Nebrodense e pertanto consente agli animali di osservare da ogni punto il posto nel quale dovrebbero recarsi una volta liberati. L’obbiettivo è quello di creare una colonia stabile, con individui capaci di riprodursi e di alimentarsi autonomamente senza l’appoggio di un carnaio.
Di fatto oggi tutti i grifoni liberati nel Parco dei Nebrodi sembrano perfettamente allocati, il gruppo è compatto e non ci sono stati fenomeni di dispersione. Si tratta di individui molto giovani nei quali la tendenza alla dispersione è spiccata, ma evidentemente le caratteristiche del territorio esercitano un richiamo molto forte che lega la colonia all’ambiente. Non ci sono state ancora riproduzioni perché gli individui non hanno raggiunto la maturità sessuale, ma dato che gli animali sono pienamente integrati con il territorio si pensa che sia soltanto questione di tempo.
I Grifoni, nella realtà dei Nebrodi, oltre ad essere il risultato di un importante operazione faunistica, sono per i singoli lo stimolo al recupero della memoria e alla riappropriazione della cultura dei luoghi.
Io stesso, passeggiando sotto le rupi e trasportato dalla fantasia, molte volte in passato avevo visto i grifoni volteggiare leggeri, sostenuti dalle calde correnti estive. Sembrava che quei luoghi non avessero mai perso la memoria e che da quelle rupi i Grifoni non fossero mai andati via.
Oggi, passeggiando sotto le medesime rocce, i Grifoni concreta realtà, compiono le loro eleganti evoluzioni, stimolando suggestioni antiche a chi sa vivere la natura nel Parco dei Nebrodi.

G.D. Titone Di Bianca




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del Giornale dei Parchi