Nuovi Parchi nazionali

A che punto siamo


31/10/02 - Ecco un aggiornamento alla fine di ottobre sullo stato di attuazione dei nuovi Parchi nazionali. Non c’è molto da aggiungere agli aggiornamenti precedenti, se non che:

Parco nazionale della Sila
Si attende ancora la firma del decreto da parte del Presidente della Repubblica (e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) conseguente all’avvenuta approvazione da parte della Conferenza Unificata, nel giugno scorso, della perimetrazione definitiva, frutto di quasi cinque anni di discussioni e trattative. Perimetrazione che comprende un territorio di 75.700 interessanti 21 comuni calabresi.

Parco nazionale della Val d’Agri e del Lagonegrese
L’atto che si attende – e che era stato annunciato per la fine di ottobre – è l’approvazione della perimetrazione da parte della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Basilicata.
Nei giorni scorsi infatti la stessa Commissione ha deliberato, a maggioranza, su alcuni punti controversi come l'esclusione del parco Giada dal territorio protetto e l'incluso di un'area a cavallo tra i comuni di Tito e Satriano, dove è prevista la costruzione di una discarica, fortemente osteggiata dai cittadini di entrambi i paesi. Rimarrebbero da definire alcuni altri punti delicati riguardanti l'inclusione di porzioni di territorio dei comuni di Laurenzana, Brienza, Lauria, Tito e Calvello.
Le vicende legate all’inchiesta per tangenti nelle attività di estrazione del petrolio avrebbero consigliato la Regione, oltre al blocco delle trattative per le concessioni relative al giacimento petrolifero di Tempa Rossa, anche una accelerazione nella definizione del Parco, così come richiesto da più parti.

Parco nazionale dell’Alta Murgia
La Regione Puglia ha annunciato finalmente un termine per le proprie decisioni: il 12 novembre. "La Regione - è scritto in un nota dell'assessorato competente - non si limiterà ad indicare la delimitazione dell'area naturale protetta, ma proporrà anche una bozza di testo definitivo di norme di salvaguardia integrando quello inviato dal Ministero dell'Ambiente". Precisazione che ha già suscitato reazioni negative, ad esempio da parte della Provincia di Bari la quale, ricordando la decisione della Regione stessa di tenere tutto fermo finché non si fossero espressi sulla perimetrazione tutti i tredici Comuni interessati, paventa ora che a quelle decisioni non si voglia dare effetto vincolante.
Da segnalare ancora che alcuni agricoltori hanno impugnato la delibera del consiglio comunale di Altamura (l’ultimo a decidere, quello interessato dalla maggiore porzione di territorio: 20.000 ettari), adducendo presunte incompatibilità e responsabilità di alcuni consiglieri comunali.
In questo contesto la notizia più positiva sembrerebbe dunque essere quella riguardante la presenza di lupi nel territorio del futuro parco. Una ricercatrice dell’Università di Pisa, in seguito al rinvenimento di agnelli sbranati in contrada Santa Lucia di Spinazzola, ha potuto rilevare segni di presenza dei lupi con la tecnica dell'ululato indotto.

Parco nazionale del Gennargentu
"Il Parco del Gennargentu esiste, è stato istituito e dunque tutte le norme di tutela e salvaguardia contenute nel decreto d'istituzione sono attive a valide". Sono le dichiarazioni cheil Ministro Matteoli ha rilasciato il 10 ottobre, in risposta ad una interrogazione del senatore Turroni il quale si riferiva alla sparizione del Parco dall’elenco ufficiale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 settembre. “Una involontaria omissione", secondo una nota del direttore della segreteria della Conferenza permanente Stato-Regioni; il Ministero dell'Ambiente sarebbe “incorso per mero errore in talune involontarie omissioni di aree protette nella predisposizione dell'elenco ufficiale", secondo una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le affermazioni del Ministro - il quale ha aggiunto che “dal momento che ad oggi non è stato emesso alcun provvedimento di differimento proposto dal ministro, la misure di salvaguardia, previste nell'allegato A del decreto del 30 marzo 1998, sono vigenti dal 31 gennaio 2000 ed è perciò possibile, in qualunque istante, l'adozione di azioni, anche penali, contro le attività vietate dalle stesse” – e le altre note citate hanno suscitato scandalo in taluni ambienti sardi. Soprattutto se si considerano le sbrigative parole dell’assessore regionale all’Ambiente Emilio Pani, secondo cui l’esclusione del parco del Gennargentu dall’elenco ufficiale delle aree protette nazionali è stata fatta “a ragion veduta. Un parco, perché sia ritenuto tale, non deve essere solo perimetrato e oggetto di una legge specifica. Deve essere soprattutto voluto, accolto e in attività. Tutti questi requisiti il Gennargentu non li aveva. Perciò il parco non aveva nessuna ragione di esistere”. Parole tombali, che la dicono lunga sulla strada ancora da percorrere.




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