Riserve marineIl documento di Torino: passi avanti per le AMP |
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Pubblichiamo qui di seguito il documento finale dei Coordinatori della sessione Aree Marine Protette alla Conferenza Nazionale delle aree protette di Torino. Tra i non moltissimi risultati della Conferenza cè da notare con soddisfazione lacquisizione, che sembra ormai unanime, di alcuni elementi fondamentali dellelaborazione (e, perché no, della battaglia) culturale di questi anni: primo fra tutti quello dellintegrazione della tutela marina con quella terrestre. In questo senso il documento rappresenta dunque un approdo utile per lo sviluppo delle future politiche, a partire da quelle riguardanti le risorse a disposizione, di cui si parla in altra parte del giornale. Il documento Larea marina protetta (AMP), che corrisponde nellambito della Convenzione di Barcellona alle aree specialmente protette (ASP), ha per scopo la conservazione attiva della biodiversità marina a tutti i livelli di organizzazione della materia vivente (dal corredo genetico agli ecosistemi) ciò per rispondere anche agli impegni presi dallItalia in campo internazionale. Tale protezione/conservazione nel quadro di uno sviluppo sostenibile e duraturo sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà il coinvolgimento delle comunità locali tenendo conto delle loro esigenze economiche e culturali. La zonazione e la relativa normativa per la gestione delle AMP devono essere stabilite sulla base di rigorose procedure tecniche e scientifiche e facendo riferimento alle normative quadro nazionali ed internazionali; a queste ultime ed in particolare alla classificazione degli habitat bentonici della Convenzione di Barcellona si deve far riferimento nella scelta dei siti da proteggere e sul tipo di protezione. La Direttiva Habitat è assolutamente carente per il mare e si segnala lurgenza di una sua implementazione ed una riconsiderazione dei SIC marini che potrebbero ricadere nelle AMP. La normativa di gestione delle AMP deve essere dinamica nel senso che deve essere costantemente adeguata in relazione alle conoscenze acquisite sul piano scientifico, tecnico e socio economico da parte di riconosciuti esperti, interpellati dallEnte Gestore. È necessario inoltre considerare il valore economico della gestione delle AMP sia come capitalizzazione di beni ambientali e risorse genetiche, sia come mantenimento di aree di irraggiamento di risorse biologiche ed in particolare alieutiche, sia come attrattori culturali capaci di generare indotto economico di qualità anche nelle aree adiacenti. Le Aree Marine Protette rappresentano uno straordinaria risorsa naturalistica, culturale, scientifica, didattica e socio-economica non solo italiana ma dellintero Mediterraneo. Il luogo comune che le riserve non funzionino e siano operative soltanto sulla carta non rappresenta più la realtà. Pur non nascondendo evidenti difficoltà la buona parte delle riserve è operativa raggiungendo gli obbiettivi prefissati al momento della loro istituzione. In sintesi:
Dalla prima conferenza nazionale del 1997 seppure con grandi sforzi, sono stati raggiunti alcuni importanti risultati: listituzione di 10 nuove aree protette, il coinvolgimento degli enti locali, degli istituti di ricerca e delle associazioni ambientaliste nella gestione delle AMP, laumentato consenso delle popolazioni e degli operatori del mare.
Queste tematiche richiedono una programmazione pluriennale. Nellimmediato, tuttavia, è necessario risolvere con il Ministero problematiche finanziare e gestionali. |
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