Appuntamento a Mediterre - Il Mediterraneo secondo Braudel


Per Braudel, difficile dargli torto, geografia e storia hanno creato nel Mediterraneo cerniere e frontiere. Fratture, anche geologiche, ma soprattutto storiche: un tempo la frattura andava da nord a sud. Corfù , il canale d’Otranto dividevano l’Oriente dall’Occidente, e qui, ad Azio, Prevesa, Lepanto, Zama ci sono stati gli scontri tra civiltà diverse. Mondo romano contro quello cartaginese, cristiano contro musulmani, ancora romani contro egiziani. Per Braudel lo scontro tra civiltà c’è stato: dalle guerre puniche alle Crociate. Oggi una linea corre da est a ovest, dalle colonne d’Ercole al golfo di Iskurdun: a nord, l’Europa, a sud l’Africa. Ma lo scontro ha prodotto anche sintesi e rimescolamenti. Ad esempio le cerimonie religiose che ancora oggi sovente si tengono per i turisti nei luoghi di mare o di villeggiatura hanno radici lontane nel tempo. Come comuni del Mediterraneo sono gli ex voto alla Vergine Maria, alle Maris Stella a cui per secoli sono stati raccomandati beni e corpi.
Tra il Trecento e il Cinquecento la nervatura delle strade sembra portare a Venezia, emporio, snodo, fulcro, regina per qualche secolo di questo mare. Mare che non originò le prime civiltà. Anzi per millenni è rimasto vuoto e deserto. È stato piuttosto una via di transito per l’ossidiana dell’Anatolia, per le pietre siciliane portate a Malta, per la seta dell’oriente che andava a Venezia.Tutti l’hanno navigato e per il suo controllo si sono combattuti: da Cnosso a Micene, dai fenici ai cartaginesi dall’islam alla cristianità.
Mare di migrazioni; e non soltanto di popoli. Il suo quarto cantore, il naturalista David Attenboroug, lo definisce “Il primo paradiso” (titolo di un suo libro e di una serie di trasmissioni televisive). Nasce sei milioni di anni fa quando le cateratte dell’oceano entrano nel bacino forzando la strettoia di Gibilterra. Un’inondazione durata millenni. Singolare storia naturale quella del Mediterraneo. Animali relegati nelle isole, come il Myotragus, il ghiro gigante di Maiorca, l’elefante pigmeo, l’ippopotamo pigmeo, il cervo nano isolati a Malta e in Sicilia, le cui ossa risalgono a soli 8/10 mila anni. E animali dei, come il toro, venerato a Creta e Cnosso, o come scarabei, buoi, sciacalli, egizi. Oppure animali come il cavallo, veicolo dello spreco della guerra. Cavalli e bisonti dipinti a Lascaux e Altamira, dove visse la nostra progenie artistica. E con il canale di Suez, vagheggiato dal faraone Necao II, da Dario, re dei persiani e da Napoleone, scavato, e interratosi più volte, realizzato da Ferdinand-Marie Lessep, console di Francia nel 1869, si apre un varco anche per invasioni di animali marini dalle acque torride del Mar Rosso. Già, il Mediteraneo è storia di stratificazioni e migrazioni.




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