Nuovi Parchi nazionali

Parco Nazionale della Val d'Agri e del Lagonegrese
Rassegna stampa dei mesi di dicembre 2002 e gennaio 2003

Una conferenza dei servizi contro i rischi del petrolio

Annuncio del sottosegretario all'Ambiente a Blasi (Fi)

Potenza La Regione Basilicata convocherà nel prossimo mese di febbraio una conferenza di servizi per approvare il "rapporto sull' attività di caratterizzazione" dell'Eni in Val d'Agri dopo l'incidente in seguito al quale, il 17 marzo dello scorso anno, una rilevante quantità di petrolio fuoriuscì dagli impianti del centro olio di Viggiano, disperdendosi nell' ambiente. Lo ha annunciato oggi alla Camera il Sottosegretario all' Ambiente, Roberto Tortoli, rispondendo ad un' interrogazione dell' on. Gianfranco Blasi (Forza Italia). Tortoli ha evidenziato che il "piano di caratterizzazione", cioè gli interventi da fare dopo l' incidente, ha alcune prescrizioni, indicate per aumentare la sicurezza e avere la certezza che la fuoriuscita del petrolio non abbia provocato danni alle acque. Il Sottosegretario ha sottolineato che, "qualora dalla conferenza di servizi emerga la necessità di intervenire con misure di bonifica, l' Eni sarà tenuta a presentare un progetto preliminare di bonifica". Nella replica, Blasi - ricordando che l' area dei giacimenti fa in qualche modo parte del Parco nazionale della Val d' Agri-Lagonegrese-Appennino Lucano, ha sottolineato "la puntualità e la completezza" della risposta del Sottosegretario e ha chiesto al Ministero dell' Ambiente di "esercitare, da questo momento in poi, una sorta di tutela sulla regione Basilicata affinchè si ripristini un controllo ambientale serio, che possa garantire noi e la salute dei cittadini della Val d'Agri e della Basilicata". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 30 gennaio)

Un parco troppo "frastagliato"

Movimento Azzurro e Val d'Agri

Potenza Non piace al Movimento Azzurro la perimetrazione del parco nazionale della Val d'Agri-Lagonegrese approvata di recente dal Consiglio regionale. Per il coordinatore regionale dell'associazione ambientalista, Renato Iannibelli, che pure esprime soddisfazione per l'avvenuta conclusione dell'iter per la istituzione dell'area protetta, "il Consiglio Regionale non ha saputo indirizzare la scelta verso un modello unitario di gestione del territorio, limitandosi a recepire le istanze dei Comuni che, non avendo una visione complessiva delle problematiche, hanno fatto prevalere le logiche più localistiche. La risultanza è un perimetro eccessivamente frastagliato, poco controllabile, che non dà corpo ed identificazione ad un territorio e che non potrà produrre un effetto di visibilità dei territori pure inclusi". Non solo. E' venuta a mancare, secondo il Movimento "l'idea strategica di unire il parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con il parco nazionale del Pollino, a causa del sopravvenuto rifiuto da parte di alcune amministrazioni comunali, senza che il Consiglio Regionale abbia avuto l'autorevolezza di attuare tale collegamento".
Insomma, secondo gli ambientalisti, nella risoluzione della questione che, è bene ricordare, si trascinava ormai da moltissimi anni, è venuto a mancare il ruolo di indirizzo politico da parte del Consiglio Regionale, che si sarebbe limitato a registrare le varie posizioni. Stigmatizzata, inoltre, la mancata zonizzazione del parco in aree a differente regime di protezione. Per quanto riguarda, invece, gli aspetti positivi, il Movimento Azzurro non manca di sottolineare il collegamento attuato con il parco regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane e con il parco nazionale del Pollino.
Dello stesso tenore una lettera inviata dal presidente nazionale del Movimento zzurro, Rocco Chiriaco, al ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. Chriaco, nel denunciare le eccessive ingerenze degli interessi petroliferi sulla questione parco, invita il ministro a "voler riconsiderare la proposta nel suo complesso, riconducendo la decisione finale ad una valutazione che tenga conto del respiro nazionale ed internazionale di cui la massima area protetta nazionale deve godere". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 12 gennaio)

Troppe aree protette “Cacciatori penalizzati”

Parco Val d'Agri, protesta dell'Enalcaccia

POTENZA Il Parco della Val d'Agri sta diventando finalmente una realtà, ma i cacciatori lucani si sentono penalizzati.
“Il Governo regionale non può tutelare le royalties e penalizzare solo i cacciatori” dice il presidente della Enalcaccia di Basilicata Pinuccio Pascale. La legge 157/92 regola l'attività venatoria fissando i tetti per la pianificazione del territorio in tre parti: dal 20 al 30 per cento aree protette e sottratte alla caccia per effetto di altre leggi, fino al 15 per cento destinato alla gestione privata della caccia e la restante parte, che non può essere inferiore al 55 per cento, destinato ai cacciatori e suddiviso in ambiti territoriali. “Il problema sorge - prosegue il presidente - quando lo Stato e gli Enti locali, mediante la costituzione di parchi, dilatano a dismisura la percentuale del 30 per cento del territorio sottratto alla caccia a danno della programmazione venatoria, dei cacciatori e degli agricoltori, oggi più che mai interessati a questa attività, anche in terreno libero, che può costituire e costituisce fonte di reddito per le loro aziende. In un contenzioso sul riparto del territorio è intervenuta, con sentenza n. 449 nel 1997, la Corte Costituzionale che ha affermato "la ripartizione risponde all'esigenza di contemperare i vari interessi in campo e, pertanto, non può essere modificata a danno di un'altra componente”.
L'Enalcaccia chiede che l'Università della Basilicata effettui una stima del territorio disponibile per la caccia in Basilicata tenendo presente gli attuali vincoli nella ripartizione delle aree da destinare o da inibire ai cacciatori.
“Se la percentuale riservata alle aree protette dovesse risultare superata - conclude Pascale - lotteremo fino all'ultimo, tutti i cacciatori uniti, affinchè il Governo regionale disponga le riperimetrazione dei parchi della provincia di Potenza”. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 10 gennaio)

Parco, una molla per lo sviluppo

Ancora su Val d'Agri-Lagonegrese

Lagonegro - E' chiaro che la nascita del Parco Val d'Agri - Lagonegrese rappresenta una ghiotta opportunità di sviluppo per l'area Sud lucana.
La conferma viene anche da figure come Giovanni Torcelli, titolare di un'agenzia che offre servizi di educazione ambientale, culturale e animazione sportiva, con sede a Lagonegro. "Perché permetterà lo sviluppo di attività turistiche eco - compatibili - dice, infatti, Torcelli - come agenzia vi intravediamo la grossa opportunità di dare anche un riconoscimento ufficiale a chi ha collaborato con noi fino ad ora, mosso solo dalla passione per la natura. Come Wilderness, infatti, abbiamo operato nel territorio sia del lagonegrese che del Parco del Pollino mobilitando quasi un migliaio di ragazzi coinvolti in varie attività come l'escursionismo naturalistico, sport invernali, orienteering, arrampicata, rafting, educazione ambientale e via dicendo avvalendoci dell'esperienza delle Guide ufficiali del Parco e di altri esperti attivi sul territorio. L'istituendo Parco dell'Appennino lucano - conclude Torcelli - potrá anche far tesoro delle esperienze positive e negative del vicino Parco del Pollino dove da anni operano già delle figure professionali competenti e motivate come appunto le Guide ufficiali che sono anche loro motore di sviluppo e hanno maturato un'esperienza di cui potremmo far tesoro e in collaborazione con loro trasferirla nel nuovo Parco". Ed ecco cosa dice Giuseppe Cosenza, Guida ufficiale del Parco del Pollino: "Ai futuri amministratori del nuovo Parco consiglio di creare da subito le Guide per impegnarle in attivitá di valorizzazione delle risorse perché le guide oltre ad accompagnare i turisti possono indirizzare l'Ente parco negli interventi per facilitare la fruizione turistica, svolgere anche attività di vigilanza, manutenzione del territorio e informazione per evitare, come successo al Pollino, una "fuga di cervelli". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 dicembre 2002)

Dopo la Val d'Agri via al sistema parchi - Uno sviluppo è possibile

Il parere di De Filippo (Margherita)

POTENZA
L'istituzione di un parco non é una medaglia ecologistica da mettere sul bavero della giacca del singolo consigliere o del singolo governo regionale se non é inserita o non é inquadrata in un piú generale obiettivo di programmazione. Sarebbe un risultato molto minimalista e insufficiente rispetto agli obiettivi della creazione di un sistema di parchi che, dopo quello della Val d'Agri-Lagonegrese, dovrá prevedere il complesso di Gallipoli Cognato, delle piccole Dolomiti lucane, del Pollino e del Cilento. Vito De Filippo, capogruppo della Margherita in Consiglio Regionale, invita ad una riflessione pacata sull'allarmismo che si potrebbe ingenerare nel settore agricolo se qualcuno, strumentalmente, andrá a ripetere l'equazione che Parco uguale ad attivitá agricole depresse o limitate: E' assolutamente falso, anzi é vero il contrario.
Se nel Pollino si facesse un referendum tra gli operatori agricoli di quel territorio, avremmo sicuramente momenti di grande condivisione se non di esaltazione, perchè i canali ed i percorsi privilegiati che la programmazione comunitaria e quella regionale hanno impresso alle attivitá agricole.
De Filippo non vuole essere considerato un talebano dell'ambientalismo, ma crede realmente che con l'istituzione del parco sia stata offerta una grande opportunitá alle popolazioni lucane, che proprio nel Parco potranno trovare una grande speranza di avviare attivitá produttive di largo respiro.
Dopotutto, é noto che negli ultimi anni se avessimo dovuto finanziarie l'agricoltura per quanto pesa sul prodotto interno lordo del nostro continente non avremmo ottenuto gran che. Se ció é stato possibile, é perchÿ c'é stato un mutamento straordinario e positivo sul versante della programmazione a livello comunitario che coincide con l'attivitá che noi stiamo facendo oggi, che é proprio quella di affidare all'agricoltura non una mera attivitá di tipo produttivo, ma una missione di tutela, di salvaguardia e di presidio del territorio. Quindi l'agricoltura di finanzia e si finanzia di piú quando assume ancora meglio queste caratteristiche, quando nelle aree protette diventa agricoltura del futuro.
Il capogruppo della Margherita esalta il contributo offerto dalle Amministrazioni Comunali nella definizione dello strumento ed é fermamente contrario ad una modifica del nome. Dice: Tutti i parchi nazionali hanno una forma estetica poco geometrica, perché devono tener conto delle esigenze locali rappresentate dalle comunitá interessate. Ma tutti i parchi prendono il nome dal territorio sul quale vanno ad identificarsi, proprio per esaltarne le qualitá, le tipicitá, le produzioni.
Perció sono fermamente contrario ad un'ipotesi di annacquamento che in qualche modo ne indebolisca l'identitá. Dobbiamo, invece, mettere a frutto questa minuziosa rete di siti, di grandi sapori, di grandi biodiversitá, anche perchÿ c'é un'attivitá estrattiva in questo territorio che in qualche modo potrebbe, nel corso degli anni, creare una difficile dialettica in termini di immagini. Noi dobbiamo rafforzare l'identitá, senza fermarci in faticosi dibattiti, perché non piace la forma, la dimensione é insufficiente... Inattesa di eventuali modifiche, é necessario accontentarci di questo Parco, perché nel frattempo 65mila ettari andranno a conservazione e potranno essere esaltati. Altrimenti, dopo undici anni, avremmo provocato soltanto un aborto. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 dicembre 2002)

Perimetrazione del Parco "Scelte dettate dal petrolio"

Giungono critiche da Legambiente e Italia dei Valori

Lagonegro La Vicenda della perimetrazione del parco della Val d'Agri si è conclusa, ma <non senza strascichi di polemica e malcontento. Due prese di posizione vengono, in particolare, da Legambiente e Italia dei Valori. "L' approvazione, da parte del Consiglio Regionale di Basilicata, del provvedimento di perimetrazione del Parco nazionale della Val d' Agri-Lagonegrese è la degna conclusione di un carosello durato dieci anni": lo ha detto, in una dichiarazione il responsabile nazionale aree protette e territorio di Legambiente Fabio Renzi che ha sottolineato che "questo passaggio conclusivo della Regione, prima dell' assenso definitivo del Ministero dell' Ambiente, non ci lascia completamente soddisfatti". Secondo Renzi, infatti, si tratta "di una perimetrazione che taglia il territorio del Parco di oltre 12 mila ettari rispetto alle ipotesi precedenti; 29 comuni inclusi, in molti casi, con una porzione minima di territorio, evidentemente per non precludersi la possibilità di portare avanti accordi con le compagnie petrolifere". Il responsabile di Legambiente ha sottolineato che "all' interno di un' area protetta non si possono condurre attività di estrazione. E in effetti questo provvedimento - ha aggiunto - lascia fuori dai confini del Parco i pozzi petroliferi esistenti". "Ci sembra che la perimetrazione - ha proseguito Renzi - dovendo guardare agli interessi dell' Eni e delle altre compagnie petrolifere in Val d' Agri, garantisca ancora ampi vantaggi alla loro presenza. E tutto ciò per permettere che l' attività petrolifera prosegua a pochi passi da un' area ad alto valore paesaggistico e dalle preziose risorse naturali, che si sta decidendo di tutelare proprio per queste qualità. Come se i rischi di inquinamento atmosferico, delle falde acquifere e in generale della qualità ambientale, su cui la regione ha costruito la sua immagine, si bloccassero ai confini del Parco". Secondo il presidente di Legambiente Basilicata, Gianfranco De Leo, "nonostante l' apprezzabile sforzo della Regione e dei suoi organismi istituzionali di concludere positivamente questa pluriennale vicenda, la perimetrazione non ci vede completamente soddisfatti. Permangono ancora molte ombre a fronte di qualche nota positiva". Di problemi per il parco legati al petrolio parla anche Felice Belisario dell'Italia dei Valori.
"La sensazione che la scelta della perimetrazione del Parco Val d' Agri-Lagonegrese si è consumata in altre stanze, ma non certamente quelle consiliari è fin troppo evidente per l'esclusione dal Parco di tutto il territorio che in futuro potrebbe essere interessato alle estrazioni petrolifere" ha commentato. Secondo Belisario - che ha sottolineato il voto contrario espresso dall' Italia dei Valori - "nonostante tutte le polemiche e gli episodi ancora non chiariti, l'Eni e le altre compagnie hanno dettato legge. Senza parlare che - ha aggiunto - evidentemente per disegni oscuri, anche il bacino della Camastra è rimasto escluso. Il Parco, così come è stato pensato, non piace però a molti: nè agli ambientalisti veri, nè alle popolazioni interessate che temono le esperienze negative del Parco del Pollino, nè a numerosi amministratori locali". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 28 dicembre 2002)

Mollica: "La naturale conclusione con l'unica perimetrazione possibile"

Potenza - Grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente della III° Commissione Consiliare, Francesco Mollica, per l'approvazione da parte del consiglio regionale della perimetrazione del nascente Parco della Val D'Agri- Lagonegrese.
"E' stato la naturale conclusione - afferma Mollica - di un lungo e duro lavoro durato oltre un anno e che ha visto la commissione da me presieduta, superare una serie di ostacoli e difficoltà non indifferenti. Con questo provvedimento votato dal Consiglio e passato a larga maggioranza possiamo tranquillamente affermare che, dopo circa dieci anni di parole e promesse, il Parco della Val D'Agri è diventato finalmente realtà".
Una storia lunga quella dell'istituendo Parco che ha avuto negli ultimi mesi una grande accelerazione.
"Dal mese di luglio scorso - spiega il presidente Mollica - la commissione si è impegnata per licenziare con celerità il progetto di delimitazione dei confini del parco. Siamo soddisfatti che il Consiglio abbia accolto in pieno il nostro lavoro senza emendamenti che stravolgessero lo spirito ed il lavoro fatto in commissione. Allo stato attuale questa perimetrazione era l'unica possibile perché trovava la maggiore condivisione. Questo è l'inizio per una valorizzazione delle aree interessate e dove è necessario creare condizioni vere per una compensazione ambientale con le estrazioni petrolifere. E' l'inizio di un nuovo periodo. Mi auguro che i comuni che hanno all'interno del Parco una porzione del dolo territorio possano inserirli per intero e che altri comuni chiedano in seguito, l'inserimento nel Parco". Per il presidente della Terza Commissione Mollica l'approvazione del Parco è un piccolo regalo di Natale a tutti gli ambientalisti e per la comunità intera della Basilicata. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 27 dicembre 2002)

Il fattore Parco per lo sviluppo

val d'agri-lagonegrese - In attesa del decollo dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale della perimetrazione
Il Wwf: "Per questi territori è possibile un modello di crescita durevole"

POTENZA Con l'approvazione da parte del Consiglio Regionale della perimetrazione del Parco nazionale della Val d'Agri-lagonegrese, si apre una nuova fase per quelle fasce territoriali. Ed è sicuramente possibile disegnare nuove e più concrete prospettive di sviluppo. Di tutto questo ne è fermamente convinto il WWF che esprime soddisfazione e auspica una nuova fase di decollo socio-economico per il territorio. In sostanza dice l'organismo ambientale adesso si apre una fase in cui è possibile per questi territori un nuovo modello di sviluppo durevole. L'ampia consultazione democratica ha prodotto questa perimetrazione che, pur essendo il prodotto delle contraddizioni che insistono sull'area, contraddizioni che ci si augura verranno affrontate e risolte successivamente, rappresenta un primo passo concreto per la tutela e la valorizzazione dei territori. Il WWF - sottolinea Angela Risucci, presidente regionale dell' organismo - auspica che la Regione continui con decisione la strada intrapresa, anche grazie all'impegno dell'Assessore all'Ambiente Erminio Restaino ed al lavoro della III Commissione Consiliare presieduta da Francesco Mollica , recuperando il tempo perso sino ad oggi nel promuovere un sistema di aree protette che possa assicurare un ruolo di primo piano alla Basilicata in un contesto non solo nazionale ma europeo nel campo della tutela della natura e dell'elaborazione di nuovi modelli di sviluppo. Il WWF - conclude la Risucci - ringrazia inoltre le migliaia di cittadini di tutt' Italia che hanno sottoscritto la petizione elettronica del WWF per richiedere il Parco ed auspica ora che il Ministro dell'Ambiente emani quanto prima l'atto definitivo che sancirà la nascita del nuovo Parco Nazionale. Insomma un passo di una certa importanza è sicuramente fatto ora non c'è che da attendere i successivi per la piena valorizzazione del territorio. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 27 dicembre 2002)

Il parco dell'Appennino c'è

Potenza Nella tarda serata di ieri il Consiglio regionale di Basilicata ha approvato il progetto di perimetrazione dell'area riguardante il nascente Parco Nazionale della Val d'Agri e del Lagonegrese.
Il piano di delimitazione del parco, licenziato qualche giorno fa dalla terza Commissione consiliare, è passato così come era stato presentato dal presidente, Francesco Mollica e dai membri della stessa, con soli due emendamenti riguardanti due comuni inseriti nell'area in questione. Hanno votato favorevolmente 17 consiglieri, mentre i voti contrari sono stati 7.
A questo punto toccherà al governo nazionale l'ultima parola. La bozza dello statuto studiato per il parco e la sua configurazione fisica saranno valutate con attenzione nella capitale presso il Ministero dell'Ambiente che dovrà disporre la definitiva istituzione del tanto atteso Parco nazionale. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 24 dicembre 2002)

Perimetrazione accolta con entusiasmo dal Wwf: "Il parco, finalmente"

Val d'Agri - Ora gli ambientalisti attendono un progetto di rilancio

Potenza - Al via il Parco Nazionale Val d'Agri Lagonegrese: dalla tutela una nuova opportunità di sviluppo. Il Wwf, attraverso Angela Risucci, presidente della sezione regionale dell organismo, esprime soddisfazione per l'approvazione da parte della III Commissione Consiliare della Regione Basilicata dello schema di Dpr di istituzione del Parco Nazionale Val d'Agri Lagonegrese. Per il Wwf, che da dieci anni si sta impegnando per promuovere la nascita del nuovo Parco Nazionale, l'atto costituisce il primo passo per rilanciare lo sviluppo sostenibile dell'area delimitando in modo chiaro le zone dove non è possibile effettuare l'attività di ricerca ed estrazione del petrolio. Il Wwf esprime apprezzamento all'Assessore all'Ambiente e Territorio Erminio Restaino per aver voluto evidenziare l'importanza del contributo regionale alla realizzazione della rete ecologica nazionale che è il presupposto necessario allo sviluppo equilibrato del territorio, e al Presidente della III Commissione, Francesco Mollica, per aver dato un forte impulso alla definizione del secondo Parco Nazionale della Basilicata. I parchi infatti rappresentano uno strumento fondamentale di crescita dei territori interni in una visione Europea dello sviluppo dopo l'uscita della Regione dalle aree dell'Obiettivo Uno prevista nel 2006. La perimetrazione approvata dalla commissione è comunque il risultato della pressione esercitata dalle compagnie petrolifere e dalla volontà dei comuni che in alcuni casi hanno chiesto di ridurre il territorio da includere nel Parco. bIl Wwf auspica pertanto che tali contraddizioni vengano presto superate ed i comuni che hanno voluto escludere parte dei propri territori riconsiderino tali scelte anche alla luce delle opportunità offerte dal parco. (La Gazzetta del Mezzogiorno del 19 dicembre 2002)

Brienza dell'Udc: "Ora bisogna renderlo efficiente"

Potenza Finalmente un grande passo avanti per la nascita del secondo parco Nazionale della Basilicata: il Parco Nazionale della Val D'Agri e del Lagonegrese. Quanto ai tempi, occorre rilevare che il Parco ha risentito e risente di enormi condizionamenti determinati da mille fattori, primo fra tutti l'accordo tra la Regione Basilicata e l'Eni. Non a caso il lavoro della Commissione Consiliare Attività Produttive e Territorio e' stato molto duro e lungo. Alla fine il risultato è stato positivo: con l'approvazione a stragrande maggioranza della perimetrazione dell'area. Il Segretario Regionale dell'Udc - On. Giuseppe Brienza - ringrazia per il lavoro svolto nell'ambito di questa Commissione il consigliere regionale Antonio Melfi. Secondo Brienza -a parte il completamento dell'iter per l' istituzione effettiva del Parco rimane un nodo importante da affrontare: quello dell'efficienza del Parco, del suo rapporto con le popolazioni della zona e la salvaguardia - non solo possibile - delle peculiarità di un territorio altamente produttivo. L'orientamento dell'Udc di Basilicata consiste nel ritenere il Parco un presidio per lo sviluppo, a sostegno di un'agricoltura capace di dare nuova linfa ad un'area le cui risorse sono di natura ambientale, naturalistica e storica. Non bisogna ripetere gli errori del Pollino, un parco che non solo non ha prodotto i risultati sperati in termini turistici, di sviluppo di un agricoltura di qualità e di valorizzazione dell'economia locale ma ha addirittura provocato un progressivo spopolamento dei comuni dell'area pari a oltre il 4% della popolazione residente. I giovani non debbono andare via dal Parco ma occorre che siano messi in condizione di trovare lavoro e inserimento nei meccanismi di una realtà difficile, chiamata a competere con le attività di estrazione del petrolio. L'Udc di Basilicata annuncia una piccola ma significativa battaglia sul nome del costituendo parco nazionale. "Chiederò ai rappresentanti di governo dell'Udc - afferma Brienza -. di perorare presso il Ministro all'Ambiente, Matteoli, la causa della modifica del nome in Parco dell'Appennino lucano, per rendere giustizia a tutte le comunità interessate dalla perimetrazione e valorizzare il significato della presenza di una catena montuosa dalle grandi risorse". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 dicembre 2002)

Val d'Agri: ...parco dono di Natale

Grande soddisfazione negli ambienti politici regionali. L'assessore all'Ambiente Restaino: "E' un risultato straordinario"
Il 23 dicembre la definitiva approvazione della perimetrazione dell'area

Potenza Ventinove comuni per una superficie di circa 66000 ettari. Queste le cifre presentate dal presidente della III Commissione Consiliare della Regione Basilicata, Francesco Mollica, riguardanti la perimetrazione definitiva del Parco Nazionale della Val d'Agri e Lagonegrese. "Si è trattato - ha affermato Mollica - di un lavoro difficile che ha avuto un iter lungo e tormentato. Adesso la parola passa al Consiglio Regionale per la definitiva approvazione del progetto licenziato dalla commissione. Il prossimo 23 dicembre, giorno nel quale si riunirà l'assise regionale, potrebbe essere la data giusta per questo ulteriore passaggio". Storia lunga quella del Parco della Val d'Agri cominciata con la sua istituzione con la legge 394 del 1991. Un progetto partito in ritardo e che ha avuto nella legge 426 del 1998 un momento di grande democrazia ma anche di rallentamento. La necessità di "sentire" tutti i comuni inseriti nell'area del Parco ha creato un fisiologico ritardo nei lavori. Alla fine si è raggiunto un risultato apprezzabile grazie alla collaborazione di tutte le forze politiche presenti in Commissione. Un "parto" difficile dunque, che ha avuto nel divieto anche nella ricerca di giacimenti petroliferi il suo momento più delicato. "Le riflessioni dei comuni - ha concluso il presidente Mollica - hanno tenuto conto anche di questa presa di posizione. Alcune amministrazioni hanno studiato soluzioni ibride dividendo il proprio territorio tra parco e zone dedicate allo sfruttamento dell'oro nero. Un modo per non perdere occasioni importanti di sviluppo legate sia all'ambiente sia all'industria". La maggioranza applaude al lavoro della commissione attraverso le parole del capogruppo dei popolari Vito De Filippo. " Si tratta di un atto di grande importanza. I dubbi e le difficoltà che lo hanno accompagnato durante il suo iter sono naturali e legate alla sua importanza. Abbiamo rispettato in pieno sia le norme che regolamentano il settore sia le esigenze delle popolazioni che insistono sul territorio. Siamo soddisfatti di tutto il lavoro e guardiamo con fiducia al futuro gestionale del parco". Soddisfatto anche il consigliere del Ccd Antonio Melfi, esponente della minoranza. "Abbiamo lavorato con coscienza per il bene della collettività. Ci siamo sforzati nel raccogliere le istanze delle popolazioni che risiedono nell'area affinché la definizione dei confini del parco possa realizzare il presupposto per una politica di salvaguardia dell'ambiente e, allo stesso tempo, di sviluppo industriale. Solo così la nostra regione potrà aumentare la sua competitività a livello nazionale". Un obiettivo ambizioso che ancora stenta a decollare, anche se il nascente parco potrebbe dare un impulso decisivo. "E' sicuramente un risultato straordinario- ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Erminio Restaino - che aumenta il contributo della Basilicata nella rete dei parchi nazionali del meridione. A breve partiranno i lavori riguardanti il Parco Regionale del Vulture per cui la nostra regione è in prima linea nella ricerca della simbiosi tra ambiente e sviluppo". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 dicembre 2002)

Ecco la perimetrazione del "parco delle Dolomiti lucane"

Potenza Uno "schema" di Dpr (Decreto del Presidente della Repubblica) di istituzione del Parco nazionale della Val D' Agri e Lagonegrese, che sarà discusso dal Consiglio regionale della Basilicata il 23 dicembre prossimo, è stato presentato, ieri, a Potenza. Il nuovo ente Parco della Val D'Agri e Lagonegrese, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'Ambiente, prevede una superficie di 65.756 ettari, inclusi 29 Comuni della Basilicata: circa 13 mila ettari in meno rispetto alla precedente proposta di perimetrazione ministeriale, che ne includeva oltre 78 mila.
L'ultimo passo dell'iter burocratico relativo al piano è stato, venerdì scorso, l'approvazione a maggioranza del provvedimento di perimetrazione del Parco, da parte della terza commissione consiliare permanente. Francesco Mollica, presidente della commissione, ha sottolineato "la mancanza dal '97 di un'azione informativa sul territorio che spiegasse agli abitanti dei Comuni i vantaggi offerti dalle aree protette. Spesso il Parco è stato visto come un limite". Con un referendum, infatti, "il comune di Roccanova ha deciso di tenersi fuori dal Parco". Mollica ha inoltre detto che il Consiglio regionale della Basilicata proporrà "un ordine del giorno affinchè il Presidente della Repubblica e il Ministero dell'ambiente, cambino il nome in "Parco nazionale dell'Appennino lucano".
Tra le norme di salvaguardia incluse nello schema di decreto, vi è il "divieto di coltivazione e di ricerca di idrocarburi liquidi". Secondo il consigliere regionale Melfi, "la perimetrazione del Parco deve salvaguardare l'ambiente, senza costituire un impedimento per lo sviluppo industriale in atto in questa regione". Il consigliere regionale De Filippo ha precisato che la "perimetrazione frastagliata del Parco è in linea con la forma di altri Parchi italiani". L'assessore regionale Restaino, infine, ha spiegato che "è stato raggiunto un risultato straordinario, che darà un contributo importante alla rete dei Parchi del Mezzogiorno". (La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 dicembre 2002)

Sì alla perimetrazione del Parco

Parere positivo della Terza commissione consiliare della Regione
Mollica (Verdi): "Finalmente". Belisario (Idv): "Un pateracchio"

Potenza La terza commissione del consiglio regionale della Basilicata ha approvato ieri il provvedimento che definisce il perimetro del Parco nazionale Val d' Agri-Lagonegrese-Appennino Lucano. Lo ha reso noto il presidente Francesco Mollica (Verdi) sottolineando che "è l' atto conclusivo di un lungo lavoro che ha visto la commissione impegnata per circa un anno e per una ventina di sedute, nell' approfondimento di questioni normative, tecniche, procedurali ma anche di merito. Abbiamo dovuto - continua Mollica - battere resistenze dirette ed occulte di quanti hanno posto ostacoli e tentato di ritardare ogni adempimento perchè contrari al Parco, oltre a tenere conto dei 'pareri ufficialì di contrarietà espressi da alcuni Comuni. Vanno sottolineate le grandi difficoltà nelle quali abbiamo operato, partendo dal testo legislativo di istituzione del parco nazionale Val d' Agri-Lagonegrese che ha fatto seguito ai provvedimenti del ministero dell'Ambiente, ai numerosi decreti interministeriali circa la compatibilità ambientale dei progetti relativi alle concessioni di coltivazioni di idrocarburi, sino a tutta la fase di istruttoria svolta dal servizio conservazione natura del Ministero dell' Ambiente. Sul piano progettuale - ha detto Mollica - abbiamo dovuto tener conto del programma comunitario Natura 2000, del relativo progetto italiano Bioitaly, delle iniziative già avviate in precedenza dalla Regione, in modo da dare un' omogeneità all' attività di tutela ambientale. L' opera di delimitazione compiuta che tiene conto della volontà dei 29 Comuni compresi nel Parco, inoltre - aggiunge Mollica - si è svolta con l' obiettivo di collegare i tre Parchi dell' intero territorio interessato: quello nazionale della Val d' Agri-Lagonegrese (che secondo un diffuso orientamento preferiremmo chiamare Appennino Lucano) a quello nazionale del Pollino e a quello regionale Gallipoli-Cognato. Con l' approvazione delle norme di disciplina della tutela del Parco - afferma Mollica - è necessario individuare le azioni di salvaguardia territoriale ed ambientale e soprattutto di 'difesà dall' aggressione delle compagnie petrolifere".
Non è convinto il capogruppo regionale di Italia dei Valori, Felice Belisario, che, in sede di terza commissione consiliare, si è astenuto. Belisario parla di rischio-"pateracchio". "L'idea Parco mi trova d'accordo - osserva Belisario - ma non mi può trovare d'accordo un Parco pieno di contraddizioni che sembra disegnato dall'Eni e dalle altre compagnie petrolifere per meglio continuare a sfruttare il territorio lucano". Belisario si chiede "perché molti comuni hanno escluso gran parte del loro territorio, ma hanno voluto comunque essere inseriti nel Parco, sia pure con superfici minime". Probabilmente, dice l'esponente di Italia dei Valori, "sperano di gestire future provvidenze economiche". Per Belisario, dunque, "il Parco, così come è stato licenziato dalla terza Commissione, non ha alcuna utilità nè una specifica funzione e quindi la delimitazione va modificata in Consiglio regionale".
(La Gazzetta del Mezzogiorno del 14 dicembre 2002)




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