Storie italiane

Un ambulanza per gli animali del Gran Paradiso


Il 118 Valle d’Aosta ha, di recente, donato al Parco nazionale del Gran Paradiso un’ambulanza, dismessa dal servizio di soccorso.
Il mezzo è stato trasformato, adibito e autorizzato al trasporto di animali selvatici.
Con questo mezzo il Parco non si prefigge per certo di dare il via ad un sistema di pronto intervento a difesa dello stato di salute di ogni singolo camoscio o stambecco e di procedere alla terapia dei selvatici in difficoltà. Lo scopo è ben diverso e, per certi versi, opposto.
Il Parco nazionale Gran Paradiso tutela e protegge la più importante popolazione europea di stambecco, la più grande a livello nazionale. Accanto agli stambecchi (oggi circa 4000), vive una popolazione di circa 10.000 camosci, oltre a caprioli, cervi e cinghiali.
Questo insieme di ungulati selvatici, ripartito in un’area di circa 70.000 ettari, è testimonianza di uno dei più importanti esempi europei di conservazione senza alcuna gestione da parte dell’uomo.
Tutti gli ungulati non sono, infatti, sottoposti ad alcuna attività di controllo demografico, di prelievo o di foraggiamento artificiale. Lo sviluppo delle diverse popolazioni avviene dunque in risposta degli effetti dei soli fattori di regolazione naturali. Gli stambecchi e i camosci del Parco aumentano e diminuiscono dunque in funzione delle disponibilità dell’ambiente e in conseguenza del rigore degli inverni.
L’uomo resta al di fuori da queste dinamiche, in larga misura.
Ma l’uomo non rimane indifferente a tutto questo e compito degli uomini che lavorano nel Parco è proprio quello di monitorare e registrare queste trasformazioni, allo scopo di conoscere e di raccogliere informazioni utili alla conservazione delle diverse specie protette.
Talvolta, tuttavia, accade che, a causa della grande densità di ungulati, le interazioni tra uomo ed animale si facciano più pesanti. Durante l’inverno molti camosci e stambecchi scendono nei fondovalle e interagiscono con l’uomo, talvolta entrando negli orti, nei cortili e nelle case. Molti di questi animali si trovano in condizioni di sopravvivenza estreme a causa dello scarso apporto di alimenti e tendono a reagire poco alla presenza dell’uomo, dei cani dei villaggi e delle auto.
Per “soccorrere” questi animali e per ridurre gli impatti dell’interazione è particolarmente utile un mezzo come quello donato dal 118 Valle d’Aosta. L’ambulanza viene dunque usata come mezzo di trasporto degli animali destinati a recinti di “sopravvivenza”. Solo i soggetti che creano problemi di interazione sono allontanati e, dopo alcuni giorni di foraggiamento, sono destinati ad altre aree protette, a scopo di reintroduzione o di ripopolamento.

Bruno Bassano, ispettore scientifico sanitario del Parco nazionale del Gran Paradiso




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