Rassegna del 27 Aprile 2003

Valbonesi: "Per me nessuna incompatibilità"

Foreste Casentinesi

Non c'è nessuna incompatibilità, solo la fretta del centro destra di occupare la carica di Presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il consigliere regionale, nonché consigliere provinciale di Forlì-Cesena, Antonio Nervegna continua ad insistere per dimostrare una mia presunta incompatibilità tra la presidenza del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi e quella di responsabile del servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia Romagna. Nella sua qualità di Presidente della Commissione Consiliare 'Bilancio, programmazione ed affari generali' il consigliere Nervegna dovrebbe sapere bene che la Regione esercita nessun controllo circa l'attività gestionale del nostro Parco nazionale per la semplice ragione che allo stesso non eroga alcun finanziamento. I Parchi nazionali infatti sono Enti statali, disciplinati da leggi e normative nazionali, e come tali sottoposti unicamente al controllo contabile ed alla vigilanza amministrativa da parte del Ministero dell'Ambiente e del Ministero del Tesoro che, finanziandone l'attività, ne approvano anche i bilanci, la pianta organica, i programmi d'investimento ecc. La Regione svolge questo tipo di controlli, avvalendosi del servizio che dirigo, esclusivamente per i Parchi e le Riserve naturali regionali; quelle aree protette che la stessa Regione ha istituito attraverso a proprie leggi e che finanzia attraverso il proprio bilancio. Quindi, nel mio caso, non esiste nessuna doppia funzione di controllato e di controllore. L'incompatibilità ci sarebbe stata se io fossi Presidente di un Parco o di una Riserva regionale. Siccome sono presidente di un Parco Nazionale questa incompatibilità non c'è e Nervegna lo sa bene. Perché allora tanto accanimento? L'unica spiegazione a questo interrogativo sta nella fretta, da parte degli esponenti locali del Polo, che si liberi al più presto la carica di Presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, cosa che avverrà per scadenza naturale del mio mandato a fine anno, sperando che il Ministro Matteoli possa così nominare un Presidente politicamente vicino al centro destra.
Enzo Valbonesi (Presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi)
(Il Resto del Carlino)

Parco, perché bisogna farlo

Colline Moreniche - Turismo e agricoltura di qualità, artigianato e cultura

"Il problema maggiore è che manca una visione comune del territorio e delle trasformazioni cui viene sottoposto perché Comuni, Province e Regioni vanno ognuna per conto proprio: è da questo presupposto, troppo evidente per chiunque abiti in queste zone, che siamo partiti pensando che fosse tempo di muoversi per tutelare, in modo coordinato tra i vari enti pubblici, ciò che resta di questa straordinaria zona". Emilio Crosato è il presidente del Comitato per il Parco delle colline moreniche (di cui si discute questa mattina alla festa dei fiori di Castellaro Lagusello), che in pochi mesi ha raccolto adesioni di numerosissime associazioni e di illustri personalità del panorama culturale nazionale; inoltre ha già allacciato contatti e rapporti di collaborazione con alcuni Comuni del Bresciano.
"Il progetto è certamente ambizioso e ne siamo consapevoli", spiega Crosato, "così come siamo consci della sua urgenza: non si può più attendere, i cittadini e le istituzioni devono agire e prendere posizione perché è adesso che decideremo quale futuro dare al nostro territorio e alla sua gente".
Il presidente considera importante "essere riusciti a smuovere le acque di una situazione che sembrava destinata solo ad una deriva incontrollata; abbiamo affermato la nostra presenza e la visibilità a gruppi di persone che sono convinte che si possa fare qualcosa per attuare uno sviluppo del territorio compatibile con i suoi valori e le sue ricchezze ambientali e storiche".
L'obiettivo del Comitato è cercare di dar vita ad una uniforme tutela dei valori dell'anfiteatro delle colline moreniche, creando un momento di raccordo tra progettazioni e pianificazioni territoriali provenienti dalle varie istituzioni.
"Pensiamo che gli amministratori non possano più accontentarsi di dare risposte quotidiane alle varie istanze senza chiedersi qual è l'interesse vero del territorio di loro competenza; occorre una visione lungimirante e lo conferma il progetto di questo Parco che, da un certo punto di vista, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di normale gestione dei Comuni per come sono state attuate in questi ultimi anni".
"Per questo", continua Crosato, "abbiamo dato vita ad una serie di incontri mirati: prima le associazioni operanti sul territorio, poi i politici e infine le realtà produttive e il mondo della scuola; nei prossimi mesi è in programma prima l'organizzazione di un Convegno di rilevanza nazionale e quindi un secondo incontro con gli amministratori perché solo la diretta partecipazione dei Comuni interessati potrà tradurre in realtà il progetto del Parco".
Ma accanto a tecnici e politici non meno importante è il rapporto con i singoli cittadini. "La gente, indipendentemente dalla propria attività, deve riappropriarsi del suo territorio e delle trasformazioni e non assistervi passivamente perché saranno queste a pesare, poi, sulla loro qualità di vita; occorre tornare ad essere custodi dei valori del territorio che rappresenta il tesoro su cui giocare il futuro e non un patrimonio da disperdere colpevolmente. Va invertita la tendenza che ha visto il cittadino disabituarsi a partecipare alla vita della comunità, perchè questa latitanza può diventare inconsapevole complicità di azioni che incideranno sulla qualità della vita di tutti".
Turismo e agricoltura di qualità, ma anche artigianato e proposte culturali: queste sono le carte su cui può puntare l'ambito territoriale che il Parco si propone di tutelare per uno sviluppo coerente e compatibile con la tanto declamata qualità della vita "che ci viene puntualmente presentata in immagine pubblicitarie fasulle, che tutti rincorriamo senza pensare che possiamo realmente fare qualcosa per ritrovare non nella finzione ma nella realtà quell'ambiente e quel mondo naturale così invitante".
Il Comitato mette a disposizione uno staff tecnico di consulenti oltre alla disponibilità a supportare iniziative mirate e già diverse segnalazioni sono state raccolte e sono attualmente vagliate. "Possono contattarci sia i singoli che le istituzioni, a cominciare dalle amministrazioni comunali: molte si avvicinano al rinnovo e credo che per queste il Parco delle colline moreniche rappresenti una grande opportunità. Dopo tutto l'uomo, e lo ricordano anche i sacri testi, è stato messo nel Paradiso per custodirlo e non per distruggerlo. Forse è giunto il momento", conclude Crosato, "che tutti ci fermiamo un attimo per pensare a quello che stiamo facendo e a quello che vogliamo per il nostro futuro".
Giuditta Bolognesi
Sono 41 i Comuni coinvolti dal progetto del Parco delle colline moreniche del Garda, per una superficie totale pari a 120 mila ettari e una popolazione residente complessiva di circa 300 mila persone. Quattordici paesi sono in provincia di Verona: Affi, Bardolino, Bussolengo, Castelnuovo, Cavaion, Costermano, Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera, Sommacampagna, Sona, Valeggio e Villafranca; 19 in provincia di Brescia: Bedizzole, Calcinato, Calvagese della Riviera, Carpendolo, Desenzano, Lonato, Manerba, Moniga, Montichiari, Muscoline, Padenghe, Polpenazze, Pozzolengo, Puegnago, Roè Volciano, Salò, San Felice del Benaco, Sirmione e Soiano del Lago; otto in provincia di Mantova: Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Guidizzolo, Cedole, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino e Volta Mantovana. Denominatore comune di queste aree del Veneto e Lombardia sono l'alta densità abitativa, rafforzata in alcune zone da intensi fenomeni turistici stagionali, la presenza sia di poli produttivi artigianali e industriali tra i più intensivi delle due regioni che di vie di comunicazione che incidono profondamente nel paesaggio e sull'ambiente.
Buona parte dell'Italia settentrionale, da Torino a Udine, si presenta, vista dall'alto, come una sorta di megalopoli, una città diffusa; proprio per questa situazione il territorio delle colline moreniche, ancora in parte preservato, costituisce un bene prezioso, una sorta di polmone verde da sottoporre a tutela. Il Comitato per il Parco delle colline moreniche del Garda ha iniziato la sua attività lo scorso novembre e in questi mesi ha raccolto l'adesione di prestigiose istituzioni e di numerose personalità del mondo della cultura tra cui gli scrittori Mario Rigoni Stern, Luigi Malerba e Vittorio Messori; i poeti Andrea Zanzotto e Vivian Lamarque; Eugenio Turri, geografo e storico del paesaggio; l'astrofisica Margherita Hack e il cantautore Roberto Vecchioni; il geografo Francesco Vallerani e lo storico dell'economia Ignazio Musu di Ca' Foscari, Eliana Ferioli, direttrice dei mensili Airone e Gardenia; l'architetto Franco Possocco della Fondazione Benetton, il filosofo Massimo Cacciari; i registi Augusto Tretti e Cesare Lievi; l’alpinista Reinhold Messner e l'etologo Giorgio Celli. "È estremamente urgente fermare la devastazione cui viene ormai sottoposto quotidianamente l'entroterra morenico del Lago di Garda", ha dichiarato Roberto Vecchioni che da tempo ha in queste zone la sua casa di vacanza ed ha sottoscritto, con gli altri, il manifesto del Comitato.
"Dobbiamo tutti comprendere come la sua ricchezza di bellezze paesaggistiche e naturalistiche straordinarie costituiscono la vera risorsa turistica per l'immediato futuro". (L’Arena)

Ambientalisti contro Licheri: "La Provincia faccia il suo ruolo"

Gennargentu - No alla richiesta all’Unesco

Ennesima puntata della polemica intorno all’istituzione del parco del Gennargentu. Ad intervenire è stavolta il presidente del gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi che se la prende con la proposta del presidente della Provincia Francesco Licheri di richiedere formalmente all’Unesco la dichiarazione di ”Patrimonio dell’Umanità” dell’intera zona, così da ”superare” il parco nazionale del Gennargentu-Golfo di Orosei. "Il presidente della Provincia Ñ scrive Deliperi Ñ sarà certamente animato dalle migliori intenzioni, ma tutto questo sembra assurdo quanto noioso. A parte il fatto che il Gennargentu non pare proprio avere quelle caratteristiche di unicità che, ad esempio, hanno portato il patrimonio di archeologia industriale ad essere inserito nel primo parco geo-minerario mondiale. L’area del Gennargentu ha invece caratteristiche naturalistiche, ambientali, paesaggistiche, storico-culturali di primaria importanza tanto da dover essere conservate e valorizzate con cura ed attenzione ed essere promosse internazionalmente proprio mediante un’area protetta, che non può che essere nel nostro ordinamento giuridico un parco nazionale. Ma come si può immaginare un Gennargentu “Patrimonio dell’Umanità” quando i cento campanilismi non ”tollerano” che negli organi gestionali del già istituito parco nazionale siano presenti rappresentanti statali (magari sardi al 100 per cento) o, peggio, di altri Comuni della Sardegna? Ci sono state ben tre intese Stato-Regione (1992, 1995 e 1998) e proprio la Provincia è l’ente gestionale provvisorio fino alla nomina degli organi definitivi. Su 24 Comuni interessati ben 18 hanno formalmente aderito al parco nazionale, 3 hanno aderito con condizioni, uno non si è espresso per le dimissioni del proprio sindaco (Orgosolo) e solo due (Desulo e Talana) hanno opposto un rifiuto formale: perchè in Barbagia ed Ogliastra esiste la “democrazia al contrario” e l’area protetta non può partire con i Comuni favorevoli"?
"Ricorda inoltre certamente il presidente Licheri Ñ prosegue la nota Ñ che il programma comunitario Feoga 1994-1999 proprio per il decollo del parco ha distribuito circa 35 miliardi di vecchie lire in favore di 161 interventi anche fra tanti oppositori della riserva. Possono essere citati tanti altri ”fiumi di denaro pubblico” già giunti in nome della tanto vituperata area protetta nel campo delle progettazioni, degli interventi di infrastrutturazione e così via. Ora l’unica cosa decente da fare è mostrare responsabilità e coerenza: il parco nazionale esiste, le norme di gestione provvisoria esistono, esistono varie linee di finanziamento comunitarie, nazionali e regionali per avviare concretamente il parco. La Provincia ha il compito di gestire questa fase iniziale e lo faccia. Se, al contrario, altri enti territoriali vogliono compiere nuovi voltafaccia istituzionali e rimangiarsi intese sottoscritte come già fatto da chi ha inoltrato ricorsi che giacciono da anni davanti ai giudici amministrativi, lo facciano". Si annulli anche l’idea di qualsiasi parco".
(L’Unione Sarda)

Parco, ora spunta il nome di Bilò

Conero

PARCO DEL CONERO - "Tra i due litiganti il terzo gode". Il Comitato in difesa del Cònero ha lanciato la sfida alzando il coperchio di una pentola che bolle da tempo, ponendo la questione della presidenza e della prossima composizione del direttivo del Parco. La querelle è nota, ed è relativa al Prg di Sirolo e alle nuove costruzioni che il Piano del Parco consentirebbe al di sopra della Provinciale del Cònero.
Il presidente Mariano Guzzini non si è dato per vinto e l'altro ieri sul Carlino si è detto "fiducioso in una sua riconferma il prossimo anno da parte del presidente della Provincia Giancarli", nonostante si sia fatto chiaramente il nome anche dell'ex assessore provinciale all'urbanistica Ennio Coltrinari, quale suo probabile successore, che non ha smentito, ma anzi avrebbe dato la sua disponibilità alla Margherita per un incarico al Parco del Conero o in altro ente istituzionale. "Al signor Guzzini — ha risposto Coltrinari — voglio amichevolmente ricordare che dieci anni di presidenza di un ente non sono pochi se rapportati alle leggi che questo paese si è dato: vedi il limite dei sue mandati per la elezione dei presidente di Provincia e dei sindaci. D'altronde trovo pure giusto un avvicendamento negli incarichi che eviti il formarsi di incrostazioni burocratiche e permetta a nuovi soggetti ed altre intelligenze di potersi impegnare come è nella tradizione delle più grandi democrazie". Ma dalla Riviera giungono altre voci (ufficiose) di tutt'altro tenore, che vorrebbero come presidente del Parco un numanese o un sirolese, dopo tanti anconetani, nella logica di un'alternanza, che non vuole essere solo politica. Qualora a Numana rivincesse alle comunali il centrodestra, si vocifera che tra i “papabili” ci sia il vicesindaco e assessore al Turismo di Numana Mirko Bilò. "Che devo dire? Se è vero non può che far piacere — si è limitato a dire Bilò — se sono rose fioriranno". Da parte di Diego Schiavoni, consigliere di sinistra nel Parco, la reazione è un laconico "no comment". Non è escluso, che nei prossimi giorni altri nomi possano spuntare fuori... (Il Resto del Carlino)

"C’è chi resta in un posto solo perché è capace"

Conero - GUZZINI REPLICA A COLTRINARI

SIROLO - Dal presidente del Parco del Conero, Mariano Guzzini, riceviamo e pubblichiamo.
"Ho visto con piacere che Coltrinari si occupava del parco sul Messaggero, e l'ho letto con molto interesse. Mi aspettavo di leggere la sua ricetta contro le colate di cemento, essendo egli stato in un punto decisivo per fermarle a suo tempo. Invece Coltrinari parla d'altro. Quando chi mi ha già a suo tempo nominato (a proposito: non è stata una cicogna di passaggio, ma non è stato né il mio partito, né il Messaggero. La proposta di candidatura anche allora fu avanzata dalla Federparchi. Poi il direttivo del parco mi votò con più di tre quarti degli aventi diritto che espressero voto favorevole) mi rinominasse, senza subire nessuna pressione e seguendo il suo giudizio di merito, e qualora nominasse anche Coltrinari, potremmo confrontarci anche sull'argomento dell'anzianità di servizio nell'unica sede abilitata ad eleggere i presidenti del parco del Conero.
"Comunque - continua Guzzini - se vogliamo evitare la lunga attesa, ed il rischio che uno dei due non sia presente a quell'appuntamento che non dipende da noi, dico subito che Coltrinari fa male a tradire la sua naturale squadra di appartenenza, che è quella degli stagionati e dei collaudati. Nella squadra opposta, degli sbarbatelli freschi di girotondo e di asilo infantile stona un po' molto. Posso capire che le sue ultime esperienze non siano state brillanti, e che voglia dimenticare un voto popolare che lo ha escluso dal consiglio provinciale e una successiva scelta di Giancarli che lo ha escluso dalla vicepresidenza della Provincia. Capisco anche che non abbia voglia di riflettere sul fatto che se fosse stato un vice presidente della Provincia indimenticabile, due mandati non glieli avrebbe negati nessuno, e che magari l'elettorato non gli avrebbe negato una poltrona in consiglio provinciale. Ma da questi suoi problemi personali non deve derivare un rifiuto totale della sua lunghissima esperienza politica ed amministrativa, dove è possibile che abbia anche fatto qualcosa di buono, e soprattutto mi pare esagerato che egli escluda addirittura la possibilità che nei posti ci si stia perché si è capaci, e che ci si possa rimanere per questa unica ma forte motivazione". (Il Messaggero)

Siglato l’accordo tra Fise del Coni e il Parco dei Castelli per un maggiore utilizzo del centro equestre federale

Ai Pratoni la culla dell’ippoturismo

Non solo pic-nic e attività equestre per atleti, ai Pratoni del Vivaro. Da oggi, ci sarà una ragione più per la gente comune, e comunque amanti del connubio con i cavalli, per frequentare l'altopiano dei Colli Albani. Più precisamente all'interno del Centro equestre federale. Proprio questa mattina, infatti, il presidente della Federazione italiana Sport equestri (Fise), Cesare Croce, ed il commissario straordinario del Parco regionale dei Castelli romani, Marco Pani, firmeranno un protocollo dì intesa che, oltre a sviluppare un maggior rapporto integrativo tra area protetta e turismo equestre, porterà al potenziamento ed alla valorizzazione delle strutture ricettive esistenti.
"Le aree protette - afferma il commissario Pani - sono il territorio ippoturistico per eccellenza e questa attività deve essere svolta, da un lato, con il minor impatto possibile sulle caratteristiche ambientali dei luoghi e, dall'altro, attraverso un forte incentivo all'uso del cavallo, quale mezzo primario di fruizione delle stesse aree protette". La nuova impostazione, che la Fise ed in prima persona il presidente Croce intendono assegnare alla gestione del centro equestre federale dei Pratoni del Vivaro, risulta orientata verso l'inderogabile necessità d'apertura degli impianti ad un'utenza non più ristretta ad atleti in preparazione ad impegni agonistici federali, ma a tutti coloro che, pur nell'intento di prepararsi per attività agonistica, abbiamo la necessità, per loro ed i propri cavalli, di una "palestra" per un lavoro difficilmente realizzabile in altri impianti.
L'intesa prevede: punto di supporto per la vigilanza dei guardia parco a cavallo, concessione di cavalli in comodato, punto d'informazione turistica, visite guidate, nozioni sul cavallo, stazioni di osservazione di percorsi stellari, manifestazioni anche promozionali locali, integrazione tabellare stradale, rete di ipposentieri, potenziamento impianti, campus estivi, sezione per attività equestre riservata ai disabili, corsi di formazione per guardia parco a cavallo.
(Il Messaggero)

Parco Magra: via al piano di recupero

AMEGLIA — E' in pubblicazione, a libera visione del pubblico, il programma di recupero e riqualificazione degli insediamenti in area protetta e contigua approvata dall'ente Parco il 2 aprile. L'elaborato contiene le norme tecniche di attuazione ed è, in sostanza, una guida al recupero degli insediamenti esistenti. Gli obiettivi al centro di questo strumento tecnico sono di particolarità importante perché tendono a perseguire l'idea di un parco vivo, vissuto e produttivo, fatta salva naturalmente la difesa ambientale dell'area in questione. La guida tende a favorire il recupero, la riqualificazione e la conservazione del patrimonio edilizio rurale in uso o in abbandono, comprese le costruzioni allo stato di rudere in area protetta o contigua. Attravero questa azione si vuole promuovere anche la ripresa delle aree agricole incolte ed abbandonate e la manutenzione e il presidio del territorio al fine di salvaguardare il suolo sia sotto il profilo idrogeologico che della prevenzione incendi. Si punta anche al mantenimento e alla riqualificazione di quegli edifici residenziali presenti in area protetta e contigua che che non appartengono al patrimonio edilizio rutrale. Fermo proposito dell'Ente Parco "Montemarcello-Magra", chiaramente espresso nella "guida" è di favorire un recupero dell'immagine del parco sotto l'aspetto paesistico, attraverso il ripristino di eventuali situazioni di degrado e il mantenimento dei caratteri formali, tecnologici pertinenti al linguaggio architettonico locale. Da questo piano di settore restano escluse quelle aree soggette a piani specifici in cui gli edifici esistenti saranno presi in esame all'interno dei procedimenti attuativi dei singoli distretti. Si tratta delle aree di sviluppo di attrezzature ricettive di protezione delle zone umide, di impianti ed attrezzatrure per la nautica di strutture ricettive e dei servizi sportivi e ricrativi. (La Nazione)

Cinque Terre

RIOMAGGIORE — "L'amministrazione provinciale deve attivarsi presso l'Ente Parco nazionale delle Cinque Terre per fare in modo che siano esentati dal pagamento dei pedaggi per l'accesso ai sentieri che collegano i paesi di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso (conosciuti come via dell'Amore e sentiero azzurro) tutti i residenti nella provincia della Spezia".
Lo chiede, con una interpellanza rivolta al presidente della Provincia Giuseppe Ricciardi e all'assessore all'ambiente Marino Fiasella e il consigliere provinciale dei ds Giorgio Casabianca. Attualmente per accedere a ciascun sentiero si pagano 3 euro e gli unici esentati sono i residenti nei Comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso.
"Le Cinque Terre — spiega Casabianca — sono parte integrante del patrimonio turistico, ambientale, paesaggistico della provincia e sarebbe auspicabile che le stesse facessero sistema con il patrimonio naturalistico e biologico della Val di Vara, con il Parco regionale Montemarcello Magra e con il patrimonio storico, culturale e museale dell'intera provincia.
Oltretutto l'esenzione per i residenti in provincia , individuabili con la presentazione di un documento di identità, comporterebbe una diminuzione degli introiti dell'Ente Parco modestissima".
In alternativa il "ticket" per i residenti in provincia dovrebbe almeno essere ridotto a un solo euro. (La Nazione)

"Tempa Rossa" approda in parlamento

Dolomiti Lucane - Due interrogazioni sui nuovi pozzi. Laurenzana chiede un incontro chiarificatore - Un altro "no" al progetto di coltivazione di greggio nel cuore delle Dolomiti lucane

Potenza Trivelle e oleodotto nel cuore delle Dolomiti lucane. I sindaci di Castelmezzano, Pietrapertosa e Trivigno chiedono di bloccare il progetto "Tempa Rossa" e il loro appello arriverà presto anche in parlamento. Sono già pronte due distinte interrogazioni al ministro dell'Ambiente dei deputati Mario Lettieri, Giuseppe Molinari ed Ermete Realacci. "Il progetto delle compagnie petrolifere - sottolinea l'on. Lettieri - rivela ancora una volta l'arroganza delle società petrolifere che ignorano le esigenze del territorio e la scelta netta delle popolazioni lucane di avere uno sviluppo eco-compatibile. Pertanto occorre negare il parere ad eseguire i lavori di "Tempa Rossa" così come giustamente chiedono i sindaci dei comuni interessati e il presidente del Parco di Gallipoli Cognato. Mi auguro - aggiunge il parlamentare lucano - che il governo non utilizzi le norme della cosiddetta legge Obiettivo per scavalcare i poteri regionali. Il che sarebbe molto grave".
Intanto sull'intera vicenda petrolio il sindaco di Laurenzana, Rocco Martoccia, annuncia che nei prossimi giorni si farà promotore di un incontro per chiarire ed esaminare i temi legati alle estrazioni petrolifere: "C'è troppa confusione sull'argomento. Se la Regione ritiene che il Monte Caperrino debba costituire il naturale punto di collegamento tra il Parco di Gallipoli Cognato e quello della Val d'Agri, rimandi al mittente il progetto e chiuda questa penosa vicenda prima che diventi un'ulteriore guerra tra poveri. E' assurdo - conclude - che paesi dove il petrolio si estrae da tempo siano addirittura certificati come produttori di alimenti biologici di carni di qualità". (La Gazzetta del Mezzogiorno)


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