Nuove Riserve marine

BLUMARE: La rivista delle aree marine protette


BLUMARE: La rivista delle aree marine protette Una nuova rivista è sempre un evento che merita di essere segnalato. Se poi riguarda i parchi, anzi le aree protette marine, esso va accolto e salutato con particolare soddisfazione e curiosità. ‘Parchi’, la rivista della Federazione delle aree protette, da un decennio assolve infatti al compito di rappresentare e discutere le molteplici e complesse tematiche dei parchi. E lo ha fatto e lo fa bene, ma da sola. Che ad essa si affianchi ora una nuova rivista, per di più dedicata al comparto rimasto più indietro rispetto al sistema complessivo, non può che far piacere a tutti coloro che da tempo rilevano la scarso e spesso distratto interesse dei mezzi di informazione per questi temi delicati e importanti.
La rivista, allegata a ‘La nuova ecologia’, il mensile di Legambiente che la veicolerà, nasce come progetto della Riserva marina di Punta Campanella che -come ricorda il direttore Venneri-; ‘ha trovato l’appoggio di altre sei aree marine protette e il patrocinio di Federparchi’.
Un saluto di benvenuto quindi a Blumare che inizia la sua ‘navigazione’ in acque niente fatto tranquille.
La lettura del primo numero da questo punto di vista è rassicurante: la rivista sembra ben consapevole dei tempi che corrono e quindi dei problemi che travagliano le aree protette e specialmente quelle marine. Il saluto di Cosentino e quello di Venneri, che ritornano sui problemi aperti in un incontro redazionale con Anzillotti e Niccoletti coordinati da Rita Micoli, mostrano lucida consapevolezza delle molte e irrisolte questioni sul tappeto sulle quali avremo modo di tornare. L’apprezzamento è sincero perché su Parchi e con CIP (Coste Italiane Protette) è da tempo ormai che siamo andati ponendo, anche criticamente l’esigenza di far uscire le riserve marine dallo stato di marginalità in cui da anni si trovano. L’avere ricondotto le riserve marine alla gestione unitaria, ossia nel comparto generale delle aree protette - sia pure ad interim come ricorda Cosentino - è senza ombra di dubbio un primo importantissimo passo compiuto nella giusta direzione di integrare terra e mare. Ma i passi da compiere sono ora molti altri, come emerge anche dall’incontro redazionale. Qui vorrei limitarmi a citarne uno sul quale si finisce ancora troppe volte per sorvolare: quello della gestione. Perché se da un lato essa riguarda la integrazione terra mare (per evitare che l'Asinara, tanto per fare un esempio, sia gestita da due enti diversi, uno per la terra e l’altro per il mare, quando è evidente anche ad un cieco che si tratta di un ecosistema assolutamente unitario), dall’altro vi è il problema di ‘chi’ deve gestire. Anche qui non può non vedere una fin troppo palese contraddizione e cioè che le aree protette marine – tranne eccezioni- sono gestite non in ‘leale collaborazione’ da tutti i livelli istituzionali, a cominciare dalle province. Ma non vogliamo ora insistere su questi problemi sui quali non mancheranno le occasioni anche sulla nuova rivista per tornare. Per ora auguri e buon lavoro.

Renzo Moschini



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