Rassegna del 03 Giugno 2003

Ambiente. DS: governo ritiri circolare che paralizza ministero

(Dire) - Roma - "Mai visto, un governo che chiede ai suoi dipendenti di smettere di lavorare". Fabrizio Vigni, capogruppo ds in commissione ambiente alla camera, commenta cosi' la circolare firmata dal capo di gabinetto del ministero dell'ambiente togni e rivolta a tutti gli uffici, all'apat ed all'icram, "che invita ad 'astenersi dall'elaborare, discutere o anche solo impostare attivita' sugli argomenti oggetto della legge delega ambientale'". Una circolare, accusa l'esponente della Quercia, "sconcertante, grave, illegittima. significa paralizzare tutte le attivita' del ministero, perche' tutti gli ambiti delle politiche ambientali sono oggetto della legge delega". significa, insiste, "mortificare le competenze e la dignita' di dirigenti e lavoratori qualificati". non solo. secondo vigni si tratta anche di "una scorrettezza grave nei confronti del parlamento, che ancora non ha concluso l'esame del disegno di legge. ed in ogni caso fino a quando non saranno emanati i decreti delegati (cioe' non prima di un paio anni), il ministero e' obbligato a fare rispettare la legislazione vigente". Per questo, spiega il deputato dei ds, "l'ulivo ha chiesto al governo, con una interrogazione urgente, di ritirare la circolare". tanto piu' che oggi, in commissione ambiente, "il sottosegretario tortoli, visibilmente imbarazzato, ha ammesso di non esserne mai stato messo a conoscenza. l'ennesima prova- conclude vigni- di come il ministero dell'ambiente sia sempre piu' allo sbando".

Legge-delega sull'ambiente, parlano i presidenti.

Strano destino quello della legge delega sull'Ambiente recentemente licenziata dal Senato. A parte le virulente polemiche sui giornali, a Palazzo Madama si era addirittura sfiorato l'accordo sul testo tra maggioranza e opposizione, sfumato all'ultimo momento su questioni estranee ai contenuti della delega. Del resto anche le associazioni ambientaliste scalpitano ma non troppo, in vista del passaggio alla Camera del testo. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Velino, le trattative per nominare i 24 superesperti della commissione scientifica preposta a mettere a punto la politica ambientale taliana dei prossimi anni sono in fase avanzatissima. E tre seggi sarebbero stati già assegnati di diritto alle tre associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf e Ambiente e/è Vita. Alla vigilia del passaggio in terza lettura del testo alla Camera abbiamo interpellato i presidenti delle commissioni parlamentari sull'Ambiente.
UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DEL MINISTRO MATTEOLI. "Da oggi cominceremo l'analisi delle modifiche apportate dal Senato, specie quelle che riguardano la liberalizzazione dei servizi pubblici locali: ull'argomento", anticipa al Velinoil presidente della commissione Ambiente della Camera, Pietro Armani; "faremo delle audizioni compresa quella del ministro Altero Matteoli". L'impianto della delega dunque non ovrebbe subire alcuna modifica sostanziale. "Il testo contiene delle novità importanti: intanto cerca di mettere ordine nella farraginosa legislazione in materia ambientale. Poi è stata prevista l'istituzione di un Istituto di studio che costituisce uno strumento interessante per la formazione di nuove professionalità". E, quanto alla ormai famigerata commissione di superesperti: "È nel diritto del ministro Matteoli eliminare all'interno del ministero le incrostazioni di ambientalisti ideologici per far posto a quanti tengano nella debita considerazione le istanze ambientali, ma anche altre esigenze come quelle delle comunità territoriali". Nell'organismo saranno rappresentate tutte le forze politiche e anche tre associazioni ambientaliste.
MA GUAI A PARLARE DI ORGANISMO NEOCORPORATIVO... "Si tratta di una commissione tecnica che ipercorre l'iter anticipato dalla legge Bassanini sulla pubblica amministrazione: lo dimostra il fatto che un apposito emendamento impedisce ai 24 esperti di fare audizioni o altri interventi che potrebbero avere significato politico", dice al Velino il presidente della commissione Ambiente del Senato, Emiddio Novi. "Ulteriore garanzia è il fatto che i provvedimenti della commissione devono uniformarsi alla normativa comunitaria, un pilastro normativo innegabile che fa da pendant con il controllo del Parlamento". E ancora: "Per quanto riguarda la parte dispositiva della delega va ricordato per esempio che le tanto criticate compensazioni in materia urbanistica furono volute dal centrosinistra con dettagliati emendamenti nel corso dell'approvazione alla Camera".
MEGLIO QUESTO CHE NULLA... Lapidario sull'argomento, il presidente della commissione sulle Ecomafie, Paolo Russo. "La delega è indispensabile per mettere ordine nel marasma di 900 norme sull'ambiente che non consentono di avere un quadro organico. È un'opportunità operativa che non deve essere scambiata per una delega in bianco", aggiunge Russo. "Ricordiamoci comunque che il clima infuocato che c'è in Parlamento non consente valutazioni di merito delle questioni in tempi brevi: e questo ci allontanerebbe inesorabilmente da una legislazione moderna e efficace per la lotta agli ecocrimini". (Il Velino)

Togni bacchetta la Repubblica in dieci punti e chiede un indennizzo.

"Ho incaricato i miei legali di studiare la formula più corretta per essere risarcito dal giornalista del quotidiano la Repubblica, che attraverso ricostruzioni errate ha distorto la realtà nell'articolo apparso oggi in edicola", dice al Velino il capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente Paolo Togni. In dieci punti la replica del vice di Altero Matteoli alle critiche ("legittime, ma ingiustificate") che forse troverà spazio domani sulle pagine del quotidiano. E quanto al merito delle accuse, "si tratta di un regolamento di conti, un attacco virulento che viene dall'interno, nel omento in cui si cerca di far rinascere a nuova vita il ministero, per anni in stato di degrado e disarticolazione. La riorganizzazione", continua Togni, "costituisce la puntuale e precisa attuazione del programma di riforma, che il ministro Matteoli, presentò alle commissioni parlamentari competenti all'inizio della legislatura. Peraltro quanto al presunto accentramento di poteri, messo in atto dall'ufficio del ministro e dei suoi più stretti collaboratori, non si tratta di una novità: è una direttiva emanata durante i governi Prodi-D'Alema".
IL TESTO DELLA RETTIFICA. "Che la legislazione ambientale fosse ormai da rivedere in profondità c'era da tempo un assenso diffuso: sembra quasi che le pur belle intelligenze giuridiche che hanno operato alla produzione delle norme, si siano sforzate - riuscendovi - di creare un sistema nel quale non si potesse mai essere in regola con la norma; un sistema nel quale la discrezionalità dell'Amministrazione avesse modo e spazio per essere esercitata senza troppi vincoli, trovando comunque giustificazione al suo operato". E ancora: "Che leggi di particolare complessità vengano definite attraverso una delega al governo è prassi consolidata da sempre. Basterà ricordare che, nella scorsa legislatura, fu data delega al governo per riformare l'intera struttura amministrativa dello Stato (Bassanini) e il sistema delle entrate fiscali anche dal punto di vista organizzativo (Visco)". "Questo governo", scrive ancora Togni, "ha ricevuto in eredità un ministero che vedeva presenti ben 15 posizioni di vertice amministrativo. La riorganizzazione intende riportare a razionalità uno stato di cose del quale, non è difficile pensare, che si fosse voluto esclusivamente per contentare un alto numero di persone funzionali alla gestione politica o ad altre istanze".
LA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE. Per quanto riguarda il presunto accentramento presso gli uffici di diretta collaborazione di Matteoli di una rilevante quota degli stanziamenti a disposizione del ministero, Togni precisa: "È bene specificare che su un totale di risorse iscritte a bilancio per investimenti sull'unità revisionale del gabinetto pari a circa un miliardo di euro, una rilevante quota pari al 92,6 per cento dell'intero ammontare, stata iscritta su un apposito capitolo secondo quanto previsto dalla legge per tutti i ministeri e che tale importo deve essere (sempre per legge) totalmente ripartito, su proposta del ministro e riattribuito agli uffici competenti per materia, in base alla programmazione annuale delle risorse per investimenti. Lo schema relativo viene in questi giorni inviato alle competenti commissioni parlamentari, ai fini del relativo parere. La restante quota delle risorse iscritte a bilancio è destinata alla copertura dei mutui contratti dagli enti locali (la cui programmazione di spesa risale al 1998), all'acquisto di apparecchiature informatiche e alla copertura degli oneri derivanti dalla stipula di accordi di programma". Alla fine dei conti dunque poco meno del cinque per ento potrebbe essere utilizzato ai fini gestionali "se tale competenza fosse riconosciuta agli uffici di gabinetto. Invece questa percentuale è destinata alla diretta gestione da parte dei dirigenti competenti per ateria..."
IL RICONOSCIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE. Quanto alla notizia riportata dalla Repubblica circa il discutibile riconoscimento di sette nuove associazioni ambientaliste di fresca costituzione o comunque di orientamento filogovernativo, si precisa: "Vero che il ministro ha riconosciuto nuove associazioni ambientali, falso per quanto riguarda Movimento azzurro, riconosciuta fin dal marzo del '94 all'allora ministro Valdo Spini e chiaramente non ascrivibile a Forza Italia, che all'epoca non esisteva, ma alla Democrazia cristiana (ne è stato presidente fino alla morte l'on. Giancarlo Merli). E la stessa cosa vale per Umana dimora, riconosciuta nello stesso periodo ad opera dello stesso ministro. Oltretutto è ancora inesatto che le associazioni riconosciute siano ammesse al riparto di fondi: ma questo riferimento è forse un'inavvertita confessione di qualche suggeritore".
LA RETTIFICA SI CONCLUDE sottolineando che "il livello dell'aggressione contro il ministro e il ministero, vista l'origine, servono solo a confortare l'intero governo sulla bontà delle attività in essere". "Sono rgoglioso", conclude il capo di gabinetto, "di essere figlio di Giuseppe Togni che ha prestato per decenni la sua attività alla ricostruzione dell'Italia, servendo il paese nella vita civile oltre che ai massimi livelli politico-amministrativi (non è stato solo varie volte ai Lavori pubblici: per ben dodici volte ha ricoperto l'incarico di ministro!). Non mi pare serio coinvolgere la sua persona nelle miserie e nelle piccolezze di una polemica di suo poco seria". (Il Velino)

Il Parco d'Aspromonte più vicino all'uomo

La visita della commissione Ambiente del Senato nei Comuni dell'area protetta

LOCRI – Il Parco nazionale d'Aspromonte ha costituito una delle tappe calabresi della delegazione della commissione Ambiente del Senato presieduta da Emiddio Novi e composta dai senatori Bruno Dèttori, Pino Specchia e Nuccio Jovene. Dopo una visita a Gambarie, sede amministrativa del Parco, la commissione, accompagnata dai presidenti dell'ente e dell'assemblea, Antonino Perna e Michele Galimi, s'è trasferita a Cànolo dov'è stata ricevuta dal sindaco Silvio Larosa, e da tantissimi primi cittadini dei Comuni dell'area del Parco e dal parlamentare Luigi Meduri. L'incontro è stato nell'ex campo del Nucleo antisequestri della polizia, struttura oggi acquisita dall'ente Parco e dal Comune che hanno curato un progetto per farla diventare un centro di turismo sociale. "Si tratta di un simbolo di riscatto e d'emancipazione", ha evidenziato il sindaco di Cànolo, centro noto pure per la sua salutare acqua e per una catena montuosa conosciuta come le “Dolomiti del Sud”; un simbolo di riscatto grazie a quanti hanno investito le proprie energie in un progetto considerato vera occasione di sviluppo". Larosa ha anche sottolineato che si sta procedendo drasticamente all'eliminazione dell'amianto dai tetti delle case, e che già sono stati bonificati le scuole ed i forni pubblici. Ed ha aggiunto che è in fase di progettazione l'installazione di un impianto per la produzione d'energia eolica a basso impatto ambientale mentre è in corso il recupero del patrimonio edilizio d'epoca. Un immobile sarà destinato a sede dello “sportello ambiente” per monitorare non solo Cànolo ma l'intero territorio montano. Per l'occasione è stato proiettato un breve video sulle peculiarità paesaggistico-ambientali della zona. Delle positive esperienze fin qui maturate grazie alla realtà del Parco d'Aspromonte ha parlato il presidente dell'assemblea, Galimi, per il quale c'è stata "una vera riscoperta dei valori dei nostri padri; Parco come veicolo di saggezza, di solidarietà e di tradizioni". Galimi ha ricordato l'esperienza della “Carovana Sud-Nord” durante la quale sono state portate in giro per l'Italia, passando per i vari parchi nazionali, le testimonianze della cultura calabrese. Il presidente ha evidenziato che grazie al Parco va esaurendosi la deleteria politica campanilistica, sono stati riscoperti gli antichi borghi, si è risvegliata nei calabresi la voglia di fare da soli. Ha infine annunciato che è in cantiere la proposta per ottenere il “marchio del Parco”. La commissione parlamentare si è poi trasferita nella vicina Gerace, sede dell'assemblea, per una visita alla nota città d'arte. Qui è stata ricevuta dal sindaco, Salvatore Galluzzo, e dalla giunta municipale. Commentando l'esperienza della visita al Parco d'Aspromonte, il presidente della commissione Ambiente ha detto che "qui non c'è la conflittualità che generalmente si riscontra da altre parti. Non si riscontra l'eccesso di vincolismo che pietrifica il Parco impedendo che esso sia reso vivibile da parte di chi vi risiede". Secondo Emiddio Novi, esponente di Forza Italia, anche la gente sta acquisendo la cultura del Parco. "Prima - ha detto - c'era una grande diffidenza ed il Parco veniva presentato come un giardino di pietra, immodificabile, quasi come se l'uomo fosse subalterno alla natura. Oggi, ha proseguito Novi, ci si è finalmente convinti che è l'uomo il custode della natura e questa nuova cultura ha avvicinato le popolazioni al Parco". Secondo il presidente della commissione Ambiente del Senato "fino a dieci anni fa tutto ciò non sembrava fosse possibile. Per completare il positivo processo di approccio della gente col Parco - ha detto - bisogna passare dalla cultura della sanzione a quella dell'indennizzo, dell'incentivo. È necessario, insomma, far capire alla collettività che è conveniente rispettare l'ambiente perché la cura e la salvaguardia di quest'ultimo è causa di sviluppo socio-economico". Su altro versante, e relativamente all'infinita polemica sull'opportunità di costruire il Ponte sullo Stretto, il senatore Novi, sollecitato dai giornalisti, ha detto che "qualcuno si scandalizzerà sentendomi dire questo, ma io sono favorevole al Ponte". Secondo Novi c'è da chiedersi perché nessuno si è mai scandalizzato quando sono stati i costruiti i ponti in Danimarca o in Svezia. "Qui invece", ha detto, "è diventato un caso nazionale". Il presidente della commissione ritiene che "realizzando il Ponte si otterranno due risultati: verrà costruita un'opera che resterà nella storia della nazione, come un bene dell'umanità, e si offre l'opportunità di creare una nuova regione, quella calabro-sicula con ben 8 milioni d'abitanti che darà un forte impulso allo sviluppo socioeconomico del Paese". (Gazzetta del Sud)

L'ex presidente Tripepi rincara le accuse all'attuale gestione dell'area protetta

Parco del Pollino - Dannosa la miopia politico-amministrativa

CASTROVILLARI – Torna a parlare del Parco nazionale del Pollino l'ex presidente Mauro Tripepi con un comunicato sempre più mirato a dissentire e puntualizzare su alcuni "andamenti" riguardanti l'area protetta più grande d'Italia. Un Parco metaforicamente paragonato ad un cuculo, un uccello che vive anche nell'area del Pollino, "noto per il suo comportamento parassita – scrive Tripepi – in quanto depone le uova nei nidi altrui e delega ad altri la crescita e lo sviluppo del pulcino, il quale, appena nato, getta fuori dal nido gli altri piccoli e riesce a far sì che il nutrimento sia solo per lui. Questa è la storia di quanto è successo nel Parco del Pollino". Riferimenti non a caso indirizzati all'ex commissario, oggi presidente del Parco in carica, che "ha sostituito il consiglio direttivo e, insediatosi coi pieni poteri conferiti dal ministero, non ha fatto altro che "parassitare" iniziative e programmi già strutturati, pensati e organizzati da chi lo ha preceduto, non riuscendo peraltro a raggiungere quel minimo di obiettivi, motivo stesso del commissariamento, il quale imponeva di velocizzare le azioni e raggiungere risultati. Anzi, usurpando un ruolo, ha deposto nel nido altrui, proprio come fa il cuculo, le proprie appendici familistiche al punto da provocare diverse e allarmate reazioni di protesta. Non ultime quelle dei revisori dei conti che hanno dichiarato illegittime molte delle delibere adottate". Questo il commento proveniente dall'ex presidente dell'ente Parco che parla, nella sua ultima uscita pubblica, di "un parco allo sbando". E in tutto questo "marasma" "le forze politiche calabresi, tradizionalmente avvezze a non andare oltre il proprio orto, stanno a guardare. Del resto, da sempre, in quanti hanno davvero creduto alla filosofia delle aree protette, al loro enorme potenziale di crescita per un territorio, alle innumerevoli possibilità di sviluppo ecosostenibile, alla irrinunciabile tutela del patrimonio ambientale, al fatto che un parco sia il miglior lasciapassare per allinearsi con i modelli più moderni di stato europeo?", si domanda l'ex presidente del Parco. La risposta è da trovare, secondo Tripepi, nella "miopia" politico-amministrativa che "è giunta fino al punto da non cogliere i segni – che erano semi-gettati sul terreno fertile - delle tante iniziative che la gestione precedente al commissariamento aveva avviato. Si sarebbe voluto l'effetto bacchetta magica: tutto e subito. Dimenticando le pastoie della burocratizzazione degli enti parco, la diffidenza degli enti locali e la loro difficoltà a gestire azioni innovative, i tentativi continui di politicizzare con interessi di parte ogni decisione di interventi, i campanilismi, le conflittualità tra comuni, gli interessi personali di chi voleva continuare a gestire piccoli poteri, la volontà di alcuni impegnati a rallentare, a insabbiare, a impedire il realizzarsi di iniziative". Contro tutto questo – continua Tripepi – nell'ente parco si era fatto barriera con una gestione al di sopra delle parti e dei partiti in nome del bene comune del territorio e della gente del parco e non degli interessi particolari. Una lotta difficile, pesante e, alla fine, perdente di fronte a un imperio commissariale che ha fatto tirare respiri di sollievo ai molti nemici del parco". (Gazzetta del Sud)

"Parco, i Comuni non pensano ai giovani"

Appennino Tosco-Emiliano - Ramiseto: dura critica dell'assessore 24enne Pedrini sui progetti di sviluppo da proporre al commissario

RAMISETO. I progetti dei Comuni sulla valorizzazione dei propri territori in vista del Parco nazionale dell'Appennino? Saranno presentati ufficialmente al commissario il 19 giugno prossimo. Ma nell'attesa fanno già discutere. "Ognuno pensa a farsi costruire marciapiedi e sentieri. Il Parco rischia di essere yun'occasione perduta. Pochi pensano a far diventare l'ente un'occasione di formazione per i giovani, per fermare l'emorragia di forze. Ecco: i Comuni non hanno sentito i consigli dei giovani". La critica esplicita è di Emiliano Pedrini, 24enne assessore a Ramiseto e consigliere dell'Unione dei Comuni del crinale. Critica di un esponente del centrosinistra a amministratori di centrosinistra, mentre il Parco attende ancora un presidente.
Devono ancora essere presentati al commissario Aldo Cosentino (lo saranno il prossimo 19 giugno), ma i progetti di valorizzazione del territorio che gli enti locali hanno approntato, suscitano già critiche. E non si tratta di critiche politiche, ma di contenuto, visto che il primo a prendere posizione in merito è un esponente del centrosinistra.
CRITICHE. "Non si sta tenendo conto delle aspettative della popolazione, soprattutto dei giovani". Ad affermarlo è Emiliano Pedrini, assessore 24enne del Comune di Ramiseto e consigliere dell'Unione dei Comuni del crinale. "Nei prossimi giorni i Comuni del Parco - dice Pedrini - saranno chiamati a presentare i propri progetti per i primi investimenti del Parco nazionale. Come assessore di Ramiseto e consigliere dell'Unione voglio esprimere il mio più totale dissenso a questi progetti. Ancora una volta infatti non si è capito il vero spirito che li doveva animare: si sono fatte scelte che di fatto non hanno preso in considerazione la volontà e le necessità dei giovani, per il loro futuro. Tra l'altro ogni Comune sembra pensare solo alle sue piccole esigenze".
VUOTO DI IDEE. Considerazioni piuttosto dure, che denunciano la mancanza di idee innovative: "Continuare a costruire sentieri e marciapiedi non aiuterà il crinale a uscire dalla fase di spopolamento, o a invogliare i giovani a rimanere in montagna. Compito degli amministratori era quello di individuare uno ad uno i giovani che vivono ancora in montagna e costruirre con loro progetti per il loro futuro. Investire sulla formazione, insegnare loro le attività legate allo sviluppo del Parco. Queste erano le aspettative che avevamo riposto nel nuovo ente, ma tra l'atteggiamento infantile e irresponsabile del ministro e del centrodestra che non vogliono sciogliere il nodo del presidente, e l'atteggamento distratto delle comunità locali nel capire le vere esigenze di questo territorio, stanno di fatto per essere disattese".
PROPOSTE. Una posizione destinata a far discutere. Pedrini non si ferma solo alle critiche. Conclude con proposte da attuare prima dell'incontro con il commissario: "Non c'è bisogno di piazze, marciapiedi, sentieri, ma di un tessuto economico imprenditoriale fatto dai giovani, legato allo sviluppo del Parco e alle sue potenzialità e peculiarità. L'invito che faccio ai sindaci è di rivedere questi progetti, facendo una consultazione, la più ampia possibile tra i giovani. Che siano questi ultimi a indicare la strada da percorrere". (Gazzetta di Reggio)

"Gli enti locali lavorano All'ente manca il vertice"

Appennino Tosco-Emiliano - La risposta del sindaco Correggi
"Cerchiamo rilancio per il bene della montagna Il governo ci aiuti"

BUSANA. Alle parole del giovane assessore ramisetano, Emiliano Pedrini, risponde indirettamente il presidente dell'Unione dei Comuni e sindaco di Busana, Luciano Correggi.
Progetti pensati "senza visione strategica" e ignorando il punto di vista dei giovani? Correggi dissente dalle critiche: "Da quanto emerso finora, anche sulla Gazzetta, può sembrare che ogni Comune abbia pensato a progetti autonomi, separati da un contesto più ampio. Invece è proprio il contrario, abbiamo lavorato tutti insieme per creare progetti che siano di valenza sovracomunale, che possano valorizzare le più importanti emergenze naturalistiche del territorio e rilanciarne il valore culturale. C'è dunque una forte unità di intenti, non solo tra i Comuni reggiani, ma anche in collaborazione con tutta la comunità del Parco. Insomma: questo crinale appenninico con l'istituzione dell'ente è diventato fattore di unione, e stiamo lavorando in questo senso".
Ma il lavoro su questi progetti, anche secondo Correggi, presenta comunque qualche anomalia: "A portare avanti questa fase così importante va sottolineato che sono esclusivamente gli enti locali. Non dovrebbe essere così, ma per ora al Parco nazionale manca proprio l'interlocutore a livello dello Stato. C'è, sì, il Commissario, ma non può certo essere lui a dettare una politica di sviluppo per l'ente. Abbiamo bisogno degli organismi ufficiali di governo del Parco, non possiamo che ribadirlo al ministro". (Gazzetta di Reggio)

Il Cilento spera nel Prusst 1300 privati in lista d'attesa

VALLO DELLA LUCANIA. Dopo la firma dell'accordo quadro per ''l'Ospitalità da favola'' tra il Governo e le istituzioni, sono ora in 1300 a sperare. In tanti, tre mesi fa, hanno risposto dai 95 comuni dell'area protetta al bando di Provincia, Parco, banche e Camera di Commercio. Ben 1300 privati allettati dalla possibilità di avviare un'attività di bed end breakfast o di ampliare i servizi nell'ospitalità diffusa. L'istruttoria delle istanze ammissibili non è stata ancora resa nota - le previsioni stimavano in circa 6.000-7.000 i posti letto da creare _ ma quello che è certo è che la risposta del territorio è stata ampia. Lo sottolinea il Parco stesso in una nota nella quale si saluta l'accordo come suggello "dell'impegno di Governo, Regione, Provincia, Parco". "Le azioni messe in campo e le aspettative territoriali dimostrano che il sistema amministrativo e produttivo ha ben assorbito i principi della concertazione - così il testo - In tal senso il Prusst può ben costituire la base su cui costruire una più mirata e attenta politica d'aiuto allo sviluppo locale". Il programma, finalizzato all'incremento dell'ospitalità, prevede agevolazioni del 50 per cento, rispettivamente per la ristrutturazione di abitazioni del centro storico o di nuclei rurali o di strutture ricettive (rifugi, ostelli, alberghi, afffittacamere). L'importo dell'investimento, a bando, era fissato per ogni progetto tra i 100mila e i tre milioni di euro. La somma totale a disposizione 48 milioni di euro. Non tutte le istanze presentate, però, saranno ammesse ai finanziamenti: nel contratto di programma rientreranno le iniziative a basso impatto ambientale, che hanno privilegiato tecniche e materiali e tipici, con preferenza di quelle intraprese da giovani o donne oppure ubicate nelle aree interne del Parco. Dopo la definizione della graduatoria, si passerà alla costituzione del Consorzio che coordinerà il progetto, il cui secondo obiettivo è di recuperare l'identità culturale del territorio e creare ricchezza sul posto. Il Prusst si prefigura dunque come "un articolato quadro di interventi integrati a supporto della politica dell'ecoturismo - spiegano dal Parco - a partire dalle infrastrutture fondamentali come l'aeroporto di Pontecagnano", "un profondo intervento strutturale" sviluppato in collaborazione con altri enti locali dove accanto alla ristrutturazione degli edifici trovano spazio "lo sviluppo dell'artigianato tradizionale, la riqualificazione ambientale per la creazione di "itinerari tematici", una rete Intranet tra tutti i Comuni del Parco per agevolare e diffondere in tempo reale opportunità e servizi informativi". Resta una pecca: "I diversi strumenti di programmazione negoziata attivati nell'area, a cominciare dal Patto territoriale, hanno dimostrato che esiste una forte capacità di partecipazione ai processi di sviluppo, ma c'è lentezza di attuazione e una modesta capacità di intervenire con mezzi propri sul sistema infrastrutturale e territoriale in genere". Insomma diversi ostacoli sono ancora da rimuovere per far sì che possano decollare le nuove attività. (La Città di Salerno)

"Il Parco una grande opportunità per tutti"

Sembra finita l’epoca dei contrasti e delle vivaci polemiche che ha visto contrapporsi l’Ente Dolomitico e gli abitanti di Sospirolo
Moro: "Il recupero della valle può rendere il paese uno dei comuni della provincia più attenti all’ambiente"

L'epoca dei contrasti e delle contrapposizioni, delle polemiche e delle raccolte di firme (a migliaia) sembra davvero finita: tra Parco delle Dolomiti Bellunesi e Sospirolo (che spesso, in questi anni, si era trovato in fortissima contrapposizione con l'ente di piazzale Zancanaro, soprattutto con i suoi volontari) torna l'armonia. Ne fa fede anche l'importanza che al Parco delle Dolomiti riserva il programma del rieletto sindaco Massimo Tegner. "L'attuale amministrazione - conferma Renato Moro, che, oltre ad essere un grande esperto di questioni legate al turismo, in questi anni si è occupato di queste problematiche per conto dell'amministrazione comunale -ha ripristinato un rapporto di correttezza e di dialogo sia con i responsabili del Parco che con le raltà direttamente coinvolte nell'area protetta, privati ed associazioni, sollecitando entrambi a scelte coraggiose ed innovative di cui si intravedono i primi passi". Il Parco, secondo Moro, può diventare davvero una grande opportunità. "Con azioni imprenditoriali e coraggio - spiega infatti l'amministratore sospirolese - il parco può diventare una risorsa per Sospirolo. Ora che l'area di Pian de la Falcina è divenuta proprietà del Parco, le soluzioni di sviluppo non mancano. I progetti ci sono, anche se sono certamente da definire ed attualizzare per gradi: importante è la concretezza dei piani, alla luce delle prospettive economiche attuali e future. Non cementificazioni e mortificazioni una tantum come è stato fatto in passato, ma soluzioni che siano compatibili con la fragilità e la particolarità dell'area. Occorrono soluzioni reali che possono solo trovar spazio dopo aver definito alcuni aspetti di base soprattutto per l'area attrezzata di Pian de la Falcine, come le questioni dell'acqua e dell'energìa elettrica". A Pian de la Falcina, da oltre vent'anni, la Pro loco Monti del Sole ha avviato un importante centro turistico ricreativo che è stato spesso il fulcro delle contrapposte posizioni di Parco e sospirolesi (la stessa Pro loco, in primo luogo). Ma i programnmi di collaborazione con il parco guardano anche più in là dell'area di Pian de la Falcina. "Il recupero - conclude Moro - della valle e dell'area abitativa di Gena, la valorizzazione di alcune aree di indubbia bellezza paesaggistica e naturale come il lago di Vedana, le Masiere, il monte Sperone, possono rendere Sospirolo uno dei comuni dlela provincia di Belluno più attenti all'ambiente ed alla sua valorizzazione". (Il Gazzettino)

Università al Parco: cominciate le lezioni

Ieri la prima giornata del seminario dedicato alle aree protette e alle ricadute socio economiche

SAN LORENZO IN BANALE - L´istituzione e la gestione delle aree protette e le loro ricadute socio economiche sul territorio. A questo tema è dedicata "L´Università dei Parchi", un seminario internazionale sui parchi e le riserve naturali rivolto ad amministratori, operatori, guide, guardie ed educatori che ha preso il via ieri presso il Parco Naturale Adamello Brenta. L´iniziativa, che si concluderà il 7 giugno, è stata promossa dalla Provincia di Trento unitamente al Parco Adamello Brenta, all´Associazione Pro Ecomuseo "dalle Dolomiti al Garda", al Comune di San Lorenzo in Banale, all´Appa, settore informazione qualità - Rete trentina di educazione allo sviluppo sostenibile ed in collaborazione con il Comitato Parchi.
Il programma prevede un ciclo di lezioni teoriche e pratiche con interventi di specialisti, esercitazioni sul campo, sessioni speciali con esperti, visite guidate che permettono di illustrare la realtà e le problematiche legate ad una gestione moderna dell´area protetta. Ieri pomeriggio si è aperto il seminario con un´introduzione dedicata alla conservazione della natura; mentre in serata si è svolto un incontro aperto alla popolazione con la proiezione del filmato "Sogno", letture "sull´acqua" e il finale musicale della Banda di San Lorenzo.
Le "lezioni" proseguiranno oggi con una prima introduzione all´educazione e all´interpretazione della natura, la visita all´Oasi di Nembia, tappa al centro visitatori di Spormaggiore dedicato all´orso bruno e al lago di Tovel.
La giornata di domani sarà invece dedicata alla zonazione di un Parco e prevede la visita all´Adamello Brenta, sosta all´orto botanico di Stenico e visita alla Val di Genova. Giovedì appuntamento con un´escursione guidata a piedi e spazio alle osservazioni naturalistiche; mentre venerdì si terrà una sessione dedicata alle energie della terra con attività pratiche, una sessione speciale dedicata alla "Natura per tutti" e riflessioni su "Sorella acqua". In serata chiusura in musica con il Coro Cima D´Ambiez. Sabato, infine, escursione facoltativa al Parco. (L’Adige)

Colli Euganei

Il Parco dei Colli Euganei si avvia a divenire realmente uno strumento istituzionale al servizio dei cittadini. Grazie ad un progetto di legge proposto dalla consigliere regionale Barbara Degani e sottoscritto da tutti gli altri rappresentanti padovani nel "parlamentino" di Palazzo Ferro-Fini, sembra finalmente trovare spazio la strada verso una concreta valorizzazione del Parco, la sua autonomia, la eliminazione di tutti quegli impedimenti burocratici che, troppo spesso, hanno angustiato i cittadini e le Amministrazioni comunali.
In particolare, il provvedimento mira a riordinare l'incrociarsi delle competenze, la sovrapposizione dei compiti tra Regione e Parco. Se tale proposta andrà in porto, non solo il Parco sarà l'unico ente a gestire il patrimonio naturalistico, forestale e ambientale ma, grazie all'apertura di uno "sportello unico", darà modo ai cittadini di avere risposte certe, chiare e univoche per le loro necessità.
L'ipotesi di legge realizza un vero e proprio riaccorpamento delle funzioni, nella convizione che il Parco rappresenti un ente strumentale e non un vincolo.
"La legge che istituiva il Parco Colli Euganei non era ancora stata attuata del tutto - osserva la Degani - e la sua rivisitazione e la definizione chiara e netta delle competenze era una esigenza sentita non solo dagli abitanti e dagli amministratori dei 15 comuni compresi nell'area, ma anche da chi, come me, li rappresenta".
La parola fine sulla lunga sequela di interpretazioni della normativa, sulle incertezze applicative da sempre lamentate, l'ha posta in maniera autorevole il presidente della Regione Giancarlo Galan. Che con una lettera indirizzata nei giorni scorsi al presidente del Parco Simone Campagnolo ha sottolineato come "la Giunta Regionale ha inteso affidare all'Ente Parco la competenza piena nelle materie attribuitegli dalla legge istitutiva e completare effettivamente sul piano amministrativo quanto avviato con l'istituzione dell'Ente". E questo con il riconoscimento "in via esclusiva del ruolo che il legislatore ha voluto per l'Ente, al fine di conseguire l'unitarieta' dell'azione nell'ambito territoriale di competenza".
(Il Gazzettino)

L'ex Zeni a disposizione del Parco Adamello

Lo stabile sarà ad uso degli operai, dei guardaparco e degli studenti

SPORMAGGIORE. Da tempo il parco Adamello Brenta nutriva l'esigenza di disporre di uno stabile di servizio per il territorio orientale dell'area naturalistica: quell'area che si estende da San Lorenzo in Banale a Molveno, Andalo e poi verso la Val di Non, fino al territorio catastale di Cles. Un edificio che potesse fungere da magazzino e nello stesso tempo da luogo di accoglienza per gli operai stagionali, i guardaparco, gli studenti universitari tesisti, o coloro che godono di borse di studio.
Ebbene, la necessità ha trovato risposta. Non più tardi di ieri, Provincia autonoma di Trento e Parco hanno sottoscritto un accordo per l'utilizzo del "Compendio ex Zeni", uno stabile alla periferia di Spormaggiore, attualmente di proprietà del demanio provinciale.
L'ingegner Angeli, dirigente del servizio demanio, il geom. Refatti del servizio parchi e il geom. Cereghini, responsabile tecnico dell'area sud-est del Parco, hanno firmato il verbale di consegna, che attribuisce la struttura in questione, in comodato, per vent'anni all'Ente naturalistico.
Lo stabile, una volta sede fra l'altro di una falegnameria, servirà al duplice scopo di utilizzo inderogabile per il Parco. L'Ente potrà utilizzare il piano terra come laboratorio per le manutenzioni e gli interventi sul territorio, e quale deposito; mentre l'appartamento ammobiliato accoglierà da subito il personale in servizio sul territorio. (Corriere delle Alpi)

Parco dei Monti Lattari. Si va verso l'accordo

La maggioranza amministrativa di centro-sinistra va verso l'accordo per l'istituzione del parco regionale dei Monti Lattari. La nuova ipotesi di perimetrazione presentata dall'assessore comunale all'ambiente, Alfonso Schiavo, sembra raccogliere i consensi dei segretari politici di tutti i partiti. La proposta iniziale di far rientrare nella zona B (recupero ambientale) la fascia compresa tra la cresta dei monti e il Santuario della Madonna dei Miracoli di Montalbino e nella zona C (riqualificazione dei centri urbani) quella compresa tra la chiesa e il tracciato dell'autostrada A3, non era stata accolta all'unanimità, a tal punto da indurre l'assessore Schiavo ad aggiornare la riunione per dare il tempo ai vari esponenti politici di studiare tutta la documentazione. La nuova convocazione ha, poi, gettato le basi per un accordo di tutta la maggioranza, grazie alla proposta mediatrice elaborata da Schiavo. Per la zona B è stata confermata l'estensione dalla cresta dei monti al santuario, mentre la zona C è stata ridimensionata, comprendendo la fascia tra il santuario e la condotta idrica dell'Ausino. Dalla condotta idrica in giù, fino all'autostrada, invece, si estende la cosiddetta ''area contigua''. "Nella sostanza _ ha spiegato Vincenzo Calabrese dell'Udeur- la differenza tra la prima e la seconda proposta è mirata, sul piano politico, a raccogliere il consenso di tutti. Sul piano operativo, va rilevato che la ''zona contigua'' non rientrerebbe nella giurisdizione del parco, bensì nelle competenze del Comune, per cui, se a medio o a lungo termine si renderà necessaria la realizzazione di una grande opera pubblica, sarà sufficiente esclusivamente l'approvazione della commissione edilizia, senza dover chiedere l'autorizzazione dell'Ente Parco, pur rispettando i vincoli paesaggistici". (La Città di Salerno)

"Salviamo Cardina inserendola in Spina Verde"

Il futuro della collina di Cardina da qualche giorno è un po’ più verde. Il Consiglio della circoscrizione 8, all’unanimità, ha approvato la proposta di inserire l’area (oggi vincolata a “parco urbano” nel Piano regolatore) nel parco della Spina Verde. Per la tutela di Cardina si tratterebbe di un vero e proprio salto di qualità (un concreto stop alla cementificazione del territorio): il vincolo diventerebbe assai più difficilmente modificabile rispetto a ora ma soprattutto la zona avrebbe la possibilità di ottenere finanziamenti e la sorveglianza delle guardie ecologiche. Il voto del parlamentino, ovviamente, non produce alcuna conseguenza diretta. Si tratta però di una premessa importante in vista del dibattito e del voto, decisivo, in Consiglio comunale. "È un bene ambientale da valorizzare" dice Marco Butti , presidente della Circoscrizione 8. Così, accanto all’integrazione nella Spina verde, il documento approvato dal parlamentino chiede una vigilanza più attiva contro gli abusi presenti (discariche, recinzioni, costruzioni posticce); il ripristino dei sentieri e dei collegamenti attraverso la collina, con particolare attenzione agli accessi (molti dei quali sono attualmente impediti); una radicale pulizia del sottobosco e il posizionamento di indicazioni segnaletiche. Non solo, la Circoscrizione 8 sollecita al Comune interventi urgenti di ripristino ambientale sulla zona del laghetto di Cardina, affinchè la vena d'acqua sia costante e le sponde vengano ripulite; la verifica della possibilità di posizionare sulla collina un percorso ginnico-atletico (Parco Vita); il posizionamento di alcune aree di sosta ("pic nic") attrezzate, onde consentire la fruizione della collina da parte degli anziani e delle famiglie. Il libro dei sogni? Forse, anche se la battaglia può godere sull’appoggio dell’assessore all’ambiente Diego Peverelli e nasce sull’onda di un impegno a livello di volontariato che ha consentito di riaprire, recentemente, il sentiero da Tavernola. (La Provincia di Como)

Parco, aperto il bando 'Ape'

Alpi Apuane

SERAVEZZA — Il Parco delle Apuane informa che sono state pubblicate le graduatorie riferite alle domande di partecipazione ai bandi inseriti all'interno del programma Ape- Appennino Parco d'Europa "Una città di villaggi tra Padana e Tirreno" sulla riqualificazione dei castagneti da frutto e l'assetto e la difesa idrogeologica del territorio.Si tratta di assegnazioni provvisorie di punteggio che sono tra l'altro affisse nei centri visita del Parco oltre che consultabili sul sito Internet www.parcapuane.toscana.it (La Nazione)

Sessa: il Parco dei Picentini deve decollare

Il primo cittadino e i progetti di sviluppo di tutto il comprensorio

FISCIANO. "L'istituzione del Parco Regionale dei Monti Picentini è molto di più che un semplice protocollo d'intesa tra diversi Enti. Rappresenta un punto di partenza sul quale confrontarsi e un volano economico non indifferente". La pensa così il sindaco di Fisciano, Gaetano Sessa, che ha avuto un incontro a Palazzo De Falco. Sullo stesso tavolo si sono seduti i sindaci dei comuni di Acerno, Galvanico, Campagna, Montecorvino Rovella, Castiglione dei Genovesi, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Olevano sul Tusciano, San Cipriano Picentino, San Mango a Piemonte ed i presidenti della Comunità montane di Alto e Medio Sele, Zona Monti Picentini e zona Irno. All'incontro hanno preso parte anche i presidenti della Commissioni Agricoltura e Ambiente del Consiglio regionale della Campania, nelle persone degli onorevoli Andrea De Simone e Raffaele Petrone. "E' opportuno unire le forze - ha aggiunto Sessa - per lanciare un messaggio chiaro e preciso e fare in modo che si stringano i tempi per la realizzazione del progetto. E' un'occasione troppo importante che l'intero comprensorio deve sfruttare appieno". Dando attuazione al criterio della progettualità integrata, la Regione Campania ha già individuato le aree del territorio con maggiori necessità ed opportunità d'intervento nel settore turistico. Una suddivisione meticolosa che vede divisi Parchi Nazionali e Regionali, città capoluogo, itinerari culturali, filiere e sistemi turistici. Per queste aree d'intervento sono stati previsti finanziamenti del Programma operativo regionale (Por), contratti di programma e sono in fase di attuazione altre leggi regionali d'intervento a sostegno dell'industria e del tempo libero. "Non possiamo permetterci - ha concluso il sindaco Sessa - di perdere un'occasione del genere che ci mette a disposizione una nuova leva per favorire lo sviluppo del terzo settore dell'intero territorio, coniugato ambiente, turismo, salute e natura". A quanto le pare le idee sono ben chiare e non resta che attuarle nel più breve tempo possibile. Un appuntamento importante. (La Città di Salerno)

Appello contro il decreto taglia-parchi

L'assessore provinciale Sali scrive ai sindaci: il piano del ministro apre a edilizia e caccia

MANTOVA. Un appello ai sindaci e alle altre istituzioni mantovane perché contrastino la bozza di decreto presidenziale che il ministero dell'Ambiente Altero Matteoli sta elaborando in questi giorni. Una legge che, nelle sue linee generali, prevederebbe la possibilità di edificare e cacciare all'interno dei parchi naturali. E' l'iniziativa lanciata dall'assessore provinciale Maurizio Sali che ha chiesto ai primi cittadini di fare fronte comune "per difendere un patrimonio ambientale faticosamente costruito negli anni nella nostra provincia".
Nel mantovano vi sono due parchi regionali (Mincio e Oglio Sud) e 10 riserve. Per Sali è importante fare sentire la voce delle istituzioni in un delicato momento nel quale "si sente spirare un vento antiambientalista. Ma non bisogna confondere questo con un appello politico. Qui destra e sinistra non c'entrano. Purtroppo temo che la faticosa costruzione delle aree protette rischi di sgretolarsi sotto i colpi di questa politica". Matteoli, dal canto suo, ha confermato l'impostazione 'liberalista' del futuro decreto: "La tutela deve essere compatibile con lo sviluppo" ha affermato "i parchi sono fatti per l'uomo e le attività devono trovare spazio e legittimità. Non voglio dei parchi museo, ma delle aree vive".
"Nella nostra provincia" replica Sali "si è superata con fatica l'iniziale diffidenza di chi vedeva i parchi solo come vincolo e non come risorsa. Questa tendenza si è invertita anche grazie all'accresciuta sensibilità dei cittadini rispetto alla salvaguardia del territorio. Oggi il rispetto dell'ambiente è diventata un'esigenza che va di pari passo con lo sviluppo compatibile".
Da qua la volontà di coinvolgere i sindaci per segnalare la contrarietà ad ipotesi di riduzione delle aree tutelate e d'introduzione della possibilità di cacciare e di edificare all'interno dei parchi. L'assessore provinciale all'Ambiente Sali invierà nei prossimi giorni una lettera ai primi cittadini delle aree attualmente tutelate e delle zone in predicato di esserlo. La missiva dovrebbe chiedere di sottoscrivere un documento comune a favore della tutela da inoltrare al più presto al dicastero dell'Ambiente a Roma. "Questo non per fare una battaglia politica" ribadisce Sali "ma per tutelare l'ambiente delicato della nostra provincia". (La Gazzetta di Mantova)

Oggi il primo vertice a Milano fra dirigenti di zone protette

MANTOVA. Il Mantovano è tutelato con due parchi regionali che si estendono su 22 comuni. Il più vasto è quello del Mincio che si sviluppa su quasi 16mila ettari dei quali 2.200 a riserva (Valli del Mincio, Vallazza, Castellaro Lagusello e Bosco Fontana). L'altro è l'Oglio Sud, 12.800 ettari equamente divisi fra Mantova e Cremona e che contiene le riserve delle Bine e delle Torbiere di Marcaria. Riserve naturali regionali sono inoltre la garzaia di Pomponesco, l'Isola Boscone a Carbonara, l'isola Boschina e la palude del Busatello ad Ostiglia. I due parchi regionali si estendono in zone densamente popolate. Entro l'anno quello del Mincio verrà suddiviso in due fasce di protezione: l'asta fluviale resterà a maggiore tutela (parco naturale) mentre nella rimanente le restrizioni si attenueranno. Oggi il recente coordinamento dei 27 parchi lombardi e del quale fa parte il presidente del parco del Mincio Dario Franchini discuterà della bozza Matteoli, mentre la Federparchi nazionale ha già dichiarato di voler collaborare a nuove norme, a condizione che queste non vadano nel senso della "demolizione dei parchi". (La Gazzetta di Mantova)


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