Rassegna del 26 Luglio 2003

«Ci ha ridotto i finanziamenti»

Valbonesi contro Matteoli:

Non si arresta la polemica a distanza fra il presidente del Parco nazionale di Campigna, Enzo Valbonesi, e il ministro dell'ambiente Altero Matteoli. Una schermaglia che si è acuita qualche mese fa, in occasione della visita a Santa Sofia del titolare del dicastero.
In una nota Valbonesi sostiene che negli ultimi due anni il Ministero ha ridotto il contributo all'ente parco del 21%, pari cioè a 370 mila euro. A commento il presidente rivolge poi pesanti frecciate a Matteoli, accusato di metodi clientelari nella distribuzione dei fondi: «Si danno maggiori risorse a quei Parchi che hanno più alti residui passivi». E aggiunge: «Pur di delegittimare l'attuale dirigenza del Parco e colpire i Comuni dell'area, rei di essere governati nella stragrande maggioranza dei casi dal centrosinistra – conclude Valbonesi – si penalizza l'Ente e il territorio nel suo complesso, confondendo così l'interesse di parte con quello delle istituzioni». In questi anni il numero dei Parchi Nazionali in Italia è cresciuto. Da 19 si è passati a 23 mentre le risorse finianziarie sono diminuite. A tal proposito nei giorni scorsi l'on. Valter Bielli e il senatore Massimo Bonavita hanno presentato interrogazioni al ministro dell'Ambiente Altero Matteoli. Insomma, la riduzione del contributo finanziario dello Stato nei confronti del Parco di casa nostra avrà ripercussioni negative sull'attività complessiva dell'Ente. (Il Resto del Carlino)

«Se non arrivano i nuovi dirigenti non possiamo acquisire la Farnesiana, né allontanare gli abusivi»

Appia Antica, le attività del parco sono ferme

I parchi del Lazio rischiano di rimanere abbandonati: perché dopo la scadenza dei vecchi consigli direttivi, avvenuti nella scorsa primavera con l’approvazione della legge regionale sui parchi, si attendono ancora da parte della Regione le nuove nomine. Nel frattempo la situazione è in stallo, con i vecchi manager che non sono potuti rimanere in carica neanche per gestire l’ordinaria amministrazione. Lo denunciano l’ormai ex presidente del Parco dell’Appia Antica, Gaetano Benedetto, e Ivan Novelli, presidente fino al maggio scorso (data della scadenza naturale del suo mandato) di RomaNatura, l’ente che gestisce le 14 aree verdi protette del Comune di Roma. «La fase critica si trascina almeno dalla fine del 2002 - racconta Benedetto -. Già da allora era difficile trovare interlocutori, perché si era sparsa la voce che la Regione stava preparando la legge sui criteri di nomina. E nessuno vuole trattare con chi sembra essere in partenza. Tanto più che chi aveva progetti non proprio "trasparenti", aspettava magari l’arrivo di personaggi più malleabili per imporre la propria volontà».
Gli enti direttivi sono stati dichiarati decaduti 45 giorni dopo l’entrata in vigore della legge regionale, ovvero dal 5 giugno scorso. Poi il rovesciamento di fronte causato dalla sconfitta del centrodestra alle provinciali dello scorso maggio ha reso il clima politico ancora più instabile. E ora i manager verdi temono si possa arrivare al commissariamento, almeno per alcune aree. «Lo prevede la legge, in caso di ritardi nel complesso iter burocratico per le nuove nomine, i nostri timori non sono infondati», rimarca Benedetto.
«Forse la Regione ha avuto una fretta eccessiva nell’approvare quel provvedimento e nel mandare a casa i consigli - commenta Novelli -. Ora si si rischia di vanificare il lavoro fatto negli ultimi anni. Tanto più che quasi tutti i Parchi laziali sono enti nati da non più di 5 o 6 anni. Non hanno ancora strutture tanto solide da resistere a mesi di paralisi gestionale».
L’Appia Antica aspetta accordi importanti, come quello sullo spostamento delle attività produttive all’interno dell’area: ovvero i tanti carrozzieri, rottamatori di auto, depositi a cielo aperto che non possono beneficiare di alcuna sanatoria e devono trasferirsi fuori dai confini del parco. «Si tratta di un’operazione da parecchi milioni - aggiunge Benedetto -. Fino a che abbiamo potuto ci siamo occupati della necessaria mediazione fra Comune e Regione. Ora quel processo, delicato e importantissimo per il parco, si è arenato». Insieme alle pratiche per la definitiva acquisizione della tenuta della Farnesiana, l’area che si trova fra Tor Marancia e l’Appia Antica, con i suoi casali nel verde: «Non ci sono fondi disponibili, si doveva procedere con sponsor e compensazioni, ma per ora è tutto fermo».
Problemi anche per le 14 aree (complessivamente hanno un territorio da 15 mila ettari, come il Comune di Bologna) gestite da RomaNatura: «Per 9 dei nostri parchi - spiega ancora Novelli - dovevamo varare i Piani d’assetto, ovvero gli atti che definiscono la "vita" del parco: vincoli, presenza di agriturismi e di attività economiche, possibilità di svolgere manifestazioni culturali. L’approvazione giunge alla fine di un procedimento complesso che non può essere concluso da un semplice funzionario, non ne ha i poteri e l’autorità».
Tagliente il giudizio di Dario Esposito, assessore capitolino all’Ambiente: «Questo impasse dimostra una volta di più che la legge regionale era sbagliata. Noi eravamo contrari fin dall’inizio. Spero solo che alla fine si arrivi alla riconferma degli ex presidenti, che hanno dimostrato di saper salvaguardare l’ambiente, ma anche di rendere i parchi una fonte di sviluppo economico e di occupazione per l’intera regione». (Corriere della Sera)

Manager scaduti, parchi abbandonati

L’assessore regionale all’Ambiente Saraceni: la nuova legge è molto complessa, potrei prorogare gli ex dirigenti
Il presidente dell’Appia Antica: nomine bloccate da mesi, nessuno prende decisioni

Rischiano di rimanere abbandonati i parchi del Lazio: la Regione non ha ancora provveduto ad avviare le nuove nomine, dopo la scadenza dei vecchi consigli direttivi, avvenuti nella scorsa primavera con l’approvazione della legge regionale sui parchi. «Siamo alla paralisi gestionale, a noi vecchi manager non hanno neanche lasciato gestire l’ordinaria amministrazione: la denuncia è dell’ex presidente del Parco dell’Appia Antica, Gaetano Benedetto, e di Ivan Novelli, presidente fino al maggio scorso (data della scadenza naturale del suo mandato) di RomaNatura, l’ente che gestisce le 14 aree verdi protette del Comune di Roma. Ma l’assessore regionale all’Ambiente Saraceni getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Stiamo lavorando, se non arriveremo a nuove nomine entro fine mese, potrei prorogare i vecchi consigli direttivi». (Il Corriere della Sera)

Un’ordinanza che non piace nemmeno alla Lega Nord

Il provvedimento ha creato spaccature in seno all’ammministrazione

VALFURVA «Un blitz della giunta, che ci è caduto in testa a sorpresa e che presuppone un assurdo “do ut des” tra amministrazione comunale e Parco, del tipo “voi mi date l’ok per la nuova pista e per la riqualificazione degli impianti di sci, noi chiudiamo al traffico la Valle dei Forni e tutte le valli del comune”». A sparare letteralmente a zero contro l’ordinanza di chiusura al traffico delle strade montane (una questione venuta a galla con il recente stop alle auto imposto lungo il tragitto che porta al rifugio Forni e contro cui si sono scagliati in questi giorni i gestori dei ristori e dei rifugi) è la Lega Nord di Valfurva, attraverso il suo presidente Fausto Compagnoni, che occupa un posto di tutto riguardo nella stessa amministrazione, rea di aver firmato l’ordinanza sotto accusa. Una situazione insolita, per cui sono state chieste ulteriori spiegazioni al diretto interessato. Compagnoni, non le sembra di giocare la parte del cerchiobottista? «Assolutamente no. Questa ordinanza, licenziata con il solo favore della giunta, non ha mai avuto il mio avvallo. Me la seno trovata tra capo e collo. Punto e stop». Cosa non condivide di questo provvedimento adottato dal Comune? «Non accetto che i residenti di Valfurva non si possano più sentire padroni in casa propria e non siano liberi di muoversi sulle strade di montagna. Inoltre credo che l’ordinanza abbia conseguenze pesanti sul turismo della zona». Non condivide la necessità di una regolamentazione del traffico? «Sì, ma con un sistema diverso. Ammettiamo pure la necessità dei pass: ogni cittadino deve possederne uno valevole per tutta l’estate che gli conceda il via libera su tutto il territorio. E’ troppo macchinoso dover fare il permesso ogni volta si vuole fare un giretto in Val Zebrù. Quanto ai turisti, se vogliamo chiudere le strade dobbiamo garantire in cambio un servizio navetta completamente gratuito». Le accuse che lei muove alla giunta sono pesanti. Equivalgono ad una frattura netta con l’amministrazione? «Sì. Ma soltanto su questo fronte». (La Provincia di Sondrio)

Porto Tolle Finotti: «La bozza di piano del parco va rivista»

Alla riunione dei sindaci, svoltasi l'altro ieri nella sede del Parco per discutere la bozza di modulazione del piano del Parco, c'era molta attesa per l'intervento del sindaco Slvano Finotti (nella foto) e dell'assessore all'ambiente Gianluca Fattorini del Comune di Porto Tolle, unico comune ancora fuori dall'Ente. Entrambi hanno manifestato tutte le loro perplessità sulla bontà della bozza stessa. «Riteniamo che la filosofia con cui è stato elaborato — ha detto Finotti — debba essere totalmente rivista, in quanto non si può partire da una serie di 'è vietato' per arrivare alla fine a dire che 'è possibile salvo che...'. La norma deve essere chiara e precisa e deve permettere al lettore ed agli operatori di capire immediatamente cosa è possibile fare. La bozza di modulazione, in certi punti, si ritiene rasenti anche il limite della incostituzionalità nei punti in cui non tutela e difende la proprietà privata e ciò soprattutto nelle aree golenali. I riferimenti alla legge 394 sono eccessivi, troppo vincolanti e pesanti, mentre mancano quelli relativi al piano d'area». Finotti ha osservato che le cartografie messe a disposizione fino ad oggi non sono sufficientemente dettagliate e precise e per questo meritano un ulteriore ed approfondito studio ed elaborazione. Dall'incontro non è uscita alcuna decisione e non poteva essere diversamente, considerato che oggetto della discussione era solo una bozza. L'amministrazione al fine di fornire il proprio giusto e dovuto contributo nella convinzione che non debbano esserci ulteriori e più onerosi vincoli oltre quelli previsti dal piano d'area, elabora una serie di schede modificative della bozza che saranno trasmesse all'ente per essere recepite». «Le perplessità espresse nella riunione odierna — ha concluso Finotti — sono le più emblematiche e macroscopiche e rappresentano solo una piccola parte do quelle che abbiamo rilevato. Vogliamo comunque ribadire ancora una volta che nulla è stato deciso in merito al piano del Parco, il quale anzi come semplice bozza di proposta si trova al vaglio delle amministrazioni che dovranno esprimere tutte le loro osservazioni. Spetta infatti all'amministrazione comunale fare sintesi delle istanze e delle sensibilità di chi opera sul territorio nell'interesse dell'intera» (Il Resto del Carlino)

Enti e ambientalisti pianificano gli interventi

L'Area marina protetta diventa una realtà Pantelleria.

Pantelleria. Conto alla rovescia per l'Area Marina Protetta di Pantelleria: fra 24 mesi sarà un'importante realtà scientifica». L'assessore provinciale per il Territorio e Ambiente, Angelo Mistretta, ha incontrato Comune, associazioni ed enti istituzionali per fissare la scadenze del nuovo parco. «La Provincia - ha commentato - punta sulla conservazione e l'impatto ecosostenibile; in questo modo segniamo un chiaro percorso di sviluppo» e s'impegna a partecipare con il Comune di Pantelleria alle spese degli studi di fattibilità. «E' necessario istituire subito un Consorzio tra Comune e Provincia dobbiamo identificare da adesso l'ente gestore» gli risponde il portavoce dell'amministrazione isolana, Salvatore Belvisi. In linea da Roma, per seguire gli sviluppi dell'incontro, un tecnico del Ministero dell'Ambiente, Stefano Donati.
E' la prima volta dopo le delibere della giunta Di Marzo che istituzioni e ambientalisti si riuniscono direttamente sul territorio per pianificare il ritorno della foca monaca. «L'importanza del Parco non si limita a questo, deve segnare il traguardo raggiunto di una nuova coscienza delle risorse» sottolinea Gaetana Ganci, portavoce di Legambiente ed organizzatrice dell'incontro.
«Maggiore rispetto per un bene, il mare, che deve restare un patrimonio di tutti. La ricerca dell'equilibrio fra natura e uomo è per noi la sfida per il futuro». Un Parco, quindi, capace di diventare risorsa per l'isola, mescolando archeologia e immersioni, pesca e vela. Ora la situazione ambientale è negativa, con il 2003 si è anche perduta una delle 5 vele riconosciute. La costa viene aggredita da flotte di pescherecci non locali, carcasse di navi clandestine inquinano le cale più suggestive e i motoscafi piroettano indisturbati. Ma molte voci si sono levate contro e dopo anni di sensibilizzazione il Comitato Pro Parco forse realizzerà il progetto. Guido Picchetti, fotografo subacqueo e nuovo segretario del Comitato, chiude i dibattiti con un accorato appello ai giovani di Pantelleria.
«Avete fra le mani - dice - la più importante stazione oceanografica al centro del Mediterraneo. Se saprete capirne l'importanza scientifica trasformerete Pantelleria nel più importante strumento di ricerca marina fra Europa ed Africa». Il messaggio finale del noto fotografo non lascia spazio alle perplessità sulle possibilità economiche di sviluppo. (La Sicilia)

«Un Parco unico nel Mediterraneo»

Il convegno. A Favignana si parla di rilancio del turismo anche nelle isole minori

Trasformare l'insularità, che finora ha costituito uno svantaggio, in risorsa per la valorizzazione dei beni ambientali e culturali. E' l'idea proposta nel corso del convegno «Le isole - Un parco unico del Mediterraneo - presentazione dei programmi di sviluppo», che si è svolto ieri a Palazzo Florio a Favignana.
Protagonisti i rappresentanti delle isole minori, che hanno deciso di riunirsi in consorzio con l'obiettivo di creare un parco unico del Mediterraneo. La prima iniziativa è legata alla stesura del documento preliminare di proposta del Progetto Integrato Territoriale. In ballo ci sono poco meno di trentotto milioni di euro, che rappresenterebbero un'opportunità per modificare radicalmente lo scenario attuale, per trasformare le isole da terre con problemi e svantaggi per le difficoltà di collegamenti e la marginalità geografica a zone ideali per il turismo culturale e non solo.
A parlare del parco unico del Mediterraneo sono stati, tra gli altri, Franco Cavallaro, Nadia Sgaramella (Comitato assistenza tecnica del Pit), Giuseppe Giunta (Presidenza Regione Siciliana), Antgonio Triglia (Formez). Andreana Patti di Eures Group ha illustrato lo sportello unico delle isole minori, mentre il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno Antonio D'Alì ha proposto «la costituzione di un tavolo interistituzionale di studio per l'ottimizzazione delle risorse destinate alle isole minori ed in particolare a quelle siciliane».
«Gli attori del tavolo - ha proseguito D'Alì - saranno il governo nazionale, quello regionale e le amministrazioni locali che, con tutti gli strumenti di utilizzo dei fondi comunitari e dei fondi messi a disposizione dai vari livelli istituzionali, porteranno avanti l'idea guida del turismo culturale». Il sindaco di Favignana Gaspare Ernandez si è soffermato «sulla specifica identità che comporta una forte caratterizzazione ed un significativo senso di conservazione del territorio, che deve diventare la base per uno sviluppo alternativo». Il direttore della Riserva marina delle Egadi Liliana D'Angelo ha parlato della «grande risorsa rappresentata dal mare, elemento comune delle otto isole che fanno parte del consorzio». Al convegno hanno partecipato anche il senatore Giuseppe Bongiorno e il sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Roberto Tortoli. I progetti devono essere presentati alla Regione entro il prossimo mese di dicembre. (La Sicilia)

Tutti meno San Marco in Lamis e Vieste.

San Marco in Lamis Tutti meno San Marco in Lamis e Vieste. Alla giornata di mobilitazione di oggi contro l'abbandono selvaggio dei rifiuti, organizzata dall'Ente Parco Nazionale del Gargano, in collaborazione con le amministrazioni comunali e le associazioni di volontariato garganiche, saranno, infatti, impegnati tutti i centri ricadenti nella perimetrazione della riserva naturale protetta, fatta eccezione per le comunità sammarchesi e viestane, rimaste mute all'invito di Matteo Fusilli. E' particolarmente grave l'assenza di San Marco, comune situato nel cuore del Parco e che annovera all'interno del direttivo il sindaco Matteo Tenace. Sarà stata una dimenticanza? O una volontà ben precisa? Chi lo sa, intanto ad oggi al palazzo del parco in Via Sant'Antonio Abate a Monte Sant'Angelo non é giunta alcuna adesione. Si spera in un ripensamento anche dell'ultimo momento, sia di San Marco che di Vieste, dove, come in tutti gli altri comuni, c'é forte presenza di rifiuti abbandonati e pericolosi per l'ambiente. Intanto, i comuni del Gargano puntano l'indice contro l'amministrazione provinciale, rea - a detta dei sindaci - di non provvedere alla pulizia delle stesse arterie. Nel frattempo é partita la campagna di sensibilizzazione del Parco sia sulla carta stampata, che sulle emittenti radiotelevisive.
Questa mattina saranno in molti muniti di ramazze, rastrelli e guanti, forniti dall'Ente Parco, all'opera nelle aree individuate dalle stesse amministrazioni per la prima vera grande opera di pulizia del Promontorio. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Anche il Circolo Legambiente «Gli Amici del Parco» di Monte S.Angelo

Monte S.Angelo Anche il Circolo Legambiente «Gli Amici del Parco» di Monte S.Angelo parteciperà all'operazione «Gargano Pulito» promossa dal Parco del Gargano con la collaborazione del Comune. Si terrà domani e vedrà impegnati decine di volontari. Manifestazioni simili erano state già promosse dal Circolo Legambiente, come le due edizioni di «Puliamo il Bosco». La festa dell'ambiente, e le numerose lezioni di educazione ambientale nelle scuole. Anche questa volta il Circolo sempre più ricco di giovani vuole partecipare ad una iniziativa molto importante, quella di portare il Gargano al suo splendore eliminando ciò che lo deturpa e lo rende meno bello agli occhi dei numerosi turisti che giungono sulla nostra terra da ogni parte del mondo. « E' da anni che gridiamo dicendo che l'emergenza rifiuti sul Gargano è una priorità assoluta da risolvere sul nostro territorio». «Queste manifestazioni si servono, ma alla fine ci vuole progettualità e impegno e poi c'è il problema delle centinaia di mini discariche abusive venga risolto.
Abbiamo più volte sottolineato l'esigenza di bonificare le cavi sul nostro territorio risolvendo così l'annoso problema dell'abbandono di materiale inerte, abbiamo presentato progetti e tante altre iniziative mirate alla risoluzione della problematica. Nulla o poco è stato fatto».
Continua lo stesso Circolo « Saremo ben lieti di partecipare in prima fila con i nostri volontari alle manifestazioni promosse come quella del 26 luglio ma è tempo di fare, è tempo di dare fine a tutte queste mini discariche, è tempo di mettere gli operatori che operano nel settore dell'edilizia di poter rispettare la legge, di poter scaricare il materiale inerte in appositi stoccaggi eliminando così quel brutto biglietto da visita alla periferia della nostra città». Conclude lo stesso Circolo « Invitiamo tutti i giovani, i ragazzi, i genitori, tutti, a essere partecipi alla manifestazione di domani ma soprattutto a rispettare e salvaguardare il nostro territorio.
Abbiamo un patrimonio, rispettiamolo!». Speriamo che questo invito venga accolto da tutti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Ristampato il libro di Piero Rossi sul Parco

Omaggio al fondatore ideale di questa istituzione che in questi giorni sta festeggiando i dieci anni con varie iniziative
«Un testo schietto, impastato con emozioni, affetti, competenze che ci propone un Parco vivo»

Quando scriveva il libro "Il Parco Nazionale delle Dolomiti" era il 1976. Ma già da più di un decennio Piero Rossi, non raramente assieme all'amico Giovanni Angelini, andava sostenendo la necessità di dare al Bellunese «una dimensione culturale nuova, a livello nazionale e internazionale, che valga come lievito onde arrestare la decadenza e sollecitare la rinascita della nostra collettività». Mezzo ideale, secondo il profondo conoscitore della montagna locale nonché per diversi anni componente di varie realtà ambientaliste della provincia di Belluno, la nascita di un parco nazionale. Tant'è che Rossi, infatti, viene individuato come il fondatore ideale del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Ragionamenti, questi, che egli riunì in quel volume che oggi, per festeggiare i suoi dieci anni di istituzione, il Parco ha deciso di ristampare. Una visione quasi profetica quella raccolta in questo volume caratterizzato sì da un'ampia trattazione dedicata all'opportunità di istituzionalizzare un'area protetta ma anche, al contempo, da molti approfondimenti naturalistici (si pensi, ad esempio, agli aspetti geologico, faunistico, floristico) ed escursionistici (con la descrizione degli itinerari più belli per andare alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi). Innumerevoli, poi, le fotografie. «É questo - come sottolinea il presidente dell'Ente Parco Valter Bonan - un testo vero, schietto, impastato con emozioni, affetti, competenze. Piero Rossi ci propone un parco vivo grazie al quale prendere coscienza delle straordinarie diversità e valenze di queste montagne. Nonché di un recuperato orgoglio di appartenenza che favorisca la coesione sociale tra le comunità. Rileggere il libro di Piero Rossi oggi, dopo quasi 30 anni, non significa commemorare il passato ma recuperarne forti motivazioni per quello che resta da fare in futuro: il compito di tutti noi sarà di rendere definitiva la sua preziosa testimonianza». (Il Gazzettino)

Pnalm, nuove regole per gli indennizzi

PESCASSEROLI. Il consiglio direttivo del Parco nazionale d’Abruzzo ha approvato il regolamento di organizzazione, il regolamento del Parco e un nuovo disciplinare per gli indennizzi dei danni causati dalla fauna selvatica. Lo ha reso noto lo stesso ente Parco.
Secondo il direttore, Aldo Di Benedetto, «questi regolamenti, fra l’altro previsti dalla legge quadro, danno certezza e trasparenza nelle decisioni che, di volta in volta, l’ente va ad assumere, evitando quei margini di discrezionalità che per anni hanno alimentato piccole e grosse conflittualità tra la popolazione e l’ente. Infatti il Regolamento del Parco» ha aggiunto «disciplina chiaramente tutte le modalità con cui le attività, ammesse dal Piano del Parco, sono consentite».
Il regolamento adottato dal consiglio direttivo sarà inviato ai Comuni per le osservazioni e per la sua successiva definitiva approvazione.
Nel frattempo l’ente è impegnato nell’elaborazione del Piano del Parco le cui norme di attuazione sono state già inviate ai Comuni per le osservazioni. «Con il nuovo regolamento» conclude De Benedetto «possono essere indennizzati i danni causati da tutta la fauna selvatica del Parco alle colture agricole, al bestiame domestico, alle opere pertinenti le coltivazioni e all’allevamento». (Il Centro)

«Solo illazioni, mai chiesto di costruire a 50 metri dal lago»

Parco, Montanari bacchetta il verde Pavesi

Le varianti al piano territoriale del Parco del Mincio continuano a far discutere. Ad intervenire è l’assessore allo sviluppo competitivo del Comune di Mantova, Stefano Montanari, che contesta le affermazioni del portavoce provinciale dei Verdi, Mario Pavesi. «Nessuno - dice - ha mai pensato, chiesto o detto di edificare a 50 metri dal lago. Questa, dunque, è un’illazione di Pavesi, che fa affermazioni basate sul pregiudizio». Spiega perchè Mantova ha chiesto al Parco la variante: «Lo abbiamo fatto per prevedere un progetto di recupero delle sponde proprio al fine di dare continuità al progetto di parco perirubano». Il Comune sta, infatti, procedendo da tempo con una politica di acquisizione al patrimonio pubblico delle rive per renderle fruibili dai cittadini. «E’ stato così per la Costa Brava - ricorda l’assessore -, si sta facendo così per l’area che va da Sparafucile a Cittadella e si farà lo stesso per la sponda del lago Superiore dalla Canottieri in poi». E ricorda: «Tecnicamente, le aree che i Comuni hanno chiesto di svincolare non prevedono alcun tipo di utilizzo in questa fase. Semplicemente, su quelle aree vigeva la doppia previsione urbanistica: quella del Parco e quella del Comune. Oggi, dopo le varianti, la previsione urbanistica è demandata alla pianificazione comunale. Tuttavia, essendo le aree comunque all’interno del Parco, ogni intervento sarà soggetto alla preventiva autorizzazione del Parco». (La Gazzetta di Mantova)

Prg, si va verso il blocco

Decisivo incontro tra Amagliani e Casagrande. Il Comune ha inviato dati diversi ai due enti. Sarà rivisto il parere di conformità. Le lottizzazioni di Sirolo nel mirino di Regione e Provincia

Passi decisi per fermare le lottizzazioni sul Monte Conero previste dal nuovo piano regolatore di Sirolo. Li muovono Marco Amagliani e Patrizia Casagrande, rispettivamente assessore regionale e provinciale all'ambiente, al termine di un incontro, allargato a dirigenti e funzionari. Incontro dal quale è emerso che i dati tecnici forniti dal Comune di Sirolo ai due enti, in occasione di due distinti procedimenti, non sono uguali.
E se manca ancora l'ufficialità che il parere di conformità del piano regolatore agli strumenti urbanistici della Provincia possa essere revocato, le dichiarazioni di Casagrande e Amagliani lasciano intravvedere questo sbocco alla questione che da mesi si dibatte alle pendici del Cònero. Non si può impedire lo sviluppo urbanistico delle comunità che ricadono nel parco. Sviluppo compatibile con l'ambiente. E fin qui, tutti d'accordo. Lo scarto inizia quando il Comune di Sirolo approva il piano regolatore che prevede numerose lottizzazioni tra cui alcune nella zona a monte della Provinciale. Scempio ambientale, insorge il Comitato di ambientalisti riunito attorno al consiglio regionale Marco Moruzzi e all'ex sindaco di Sirolo Leonardo Orazi. Macchè scempil, ribatte Giuseppe Misiti, sindaco di Sirolo: edificazioni che non deturpano l'ambiente e che, soprattutto, hanno tutti i crismi della regolarità, avendo passato il vaglio di organi sovracomunali.
La querelle prosegue e si allarga chiamando in causa la Provincia e il Comune. E' il comitato a chiedere che proprio da qui vengano le indicazioni necessarie per fare chiarezza. Casagrande e Amagliani organizzano una serie di incontri. Per arrivare a quello di ieri preceduto dalla comunicazione, da parte del Servizio Aree Naturali Protette della Regione Marche, dell'istruttoria condotta in merito alle valutazioni sul Prg di Sirolo.
Da questa documentazione è emerso che i dati tecnici forniti dal Comune di Sirolo, in occasione dell'approvazione del piano del parco da parte del consiglio regionale, sono risultati diversi da quelli poi trasmessi alla Provincia di Ancona per l'esame della conformità del Prg allo stesso piano del parco.
Proprio su questo aspetto si è svolto l'incontro tra i due assessori. Al termine l'assessore Casagrande si è impegnata a fornire immediatamente le ulteriori informazioni richieste dalla Regione ed ha concordato con l'assessore Amagliani di procedere ad una valutazione del parere espresso dalla Provincia sul Prg, "inevitabilmente legato - ha detto Casagrande - all'incremento della potenzialità edificatoria fissato al 7% dalla Regione". L'assessore regionale, a sua volta, si è impegnato a sottoporre a verifica ed eventuale modificazione la norma del piano del parco del Conero che ha previsto l'incremento. (Il Corriere Adriatico)

Scorie nucleari, no al piano

La Conferenza Regioni ha bocciato la proposta del commissario governativo gen. Jean
Puglia e Basilicata mobilitate contro un eventuale «sito»

La conferenza dei presidenti delle Regioni ha respinto, con un documento approvato (l'altro ieri) all'unanimità, il «piano» del commissario del Governo Carlo Jean relativo all'individuazione di un sito unico per lo stoccaggio delle scorie nucleari. Le regioni sottolineano la «necessità di una valutazione approfondita del problema» e chiedono, in base a quanto previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, la messa in sicurezza dei siti nucleari presenti in Italia. Nel documento si sottolinea inoltre la necessità di attivare azioni di cooperazione internazionale per verificare la possibilità di smaltire le scorie in siti unici presenti in altri Paesi. Per domenica 3 agosto, ad esempio, è programmato il terzo trasporto di scorie nucleari dal deposito Avogadro di Saluggia (Vercelli) allo stabilimento inglese di Sellafield per il «ritrattamento»: ne saranno necessari altri nove per allontanare da Saluggia tutti i 259 elementi di combustibile nucleare «irraggiato» da «ritrattare».
L'assessore regionale pugliese all'ambiente Michele Saccomanno, che ha rimarcato la ferma opposizione della Puglia all'eventuale individuazione nella regione del sito di deposito delle scorie radioattive, ha ieri espresso soddisfazione per il deliberato della Conferenza delle Regioni e si è quindi impegnato a «vigilare sugli sviluppi affinchè vi sia una definitiva esclusione della Puglia dal novero delle regioni che possono ospitare "siti nucleari" avendo la Puglia già dato molto alla Nazione in termini sanitari e ambientali». Anche la Basilicata si è «mobilitata» (lunedì a Matera si terrà un'assemblea municipale «aperta» sulla questione): «Ritengo assurda la possibilità di allocare scorie radioattive sul nostro territorio» ha commentato il presidente del parco della Murgia materana, Roberto Cifarelli sottolineando che
«a breve l' azione del parco della Murgia Materana verrà emulata dalla Puglia con la nascita del parco delle Gravine e del parco dell' Alta Murgia» ed auspicando che venga in proposito «accelerato l'iter istitutivo». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Groane, un parco blindato

SOLARO — Pattuglie straordinarie fino al tramonto, servizio di reperibilità 24 ore, nuovo ponte radio per garantire la copertura su tutti i sedici comuni che fanno parte del Consorzio: il Parco delle Groane continua ad investire in sicurezza, per garantire un ambiente che possa offrire opportunità di svago e di avvicinamento alla natura senza rischi.
In luglio e agosto nel Parco delle Groane, l'«emergenza» non è più quella degli incendi (che mai come quest'anno hanno tenuto impegnati agenti di polizia locale e volontari) bensì quella dell'«invasione» di ciclisti e camminatori che riempiono i sentieri da Bollate fino a Lentate sul Seveso. Un situazione assai apprezzata, beninteso, da chi si occupa della manutenzione e della tutela del grande polmone verde, che vede confermato il successo dei percorsi ciclopedonali, delle aree pic-nic, delle piazzole di sosta, che rendono ancora più piacevole l'occasione di una gita nel Parco.
«L'obiettivo sicurezza è sempre in cima alle priorità del nostro impegno», come evidenzia Vittorio Consonni, che nel consiglio d'amministrazione dell'Ente ha proprio la delega per questo settore. In queste settimane in cui l'affluenza sulle piste ciclabili è aumentata dismisura (impossibile avere stime precise, ma si parla di qualche migliaio tra ciclisti e camminatori, ogni giorno) la Polizia consortile organizza pattugliamenti straordinari fino alle 21,30, quando il buio cala sul bosco, in collaborazione con l'«esercito» dei volontari del Parco che sono oggi 64, ma ai quali se ne aggiungeranno a breve una decina, formati con il corso Gev promosso dalla Provincia a Bollate e coinvolti con gli appelli lanciati dal Parco negli ultimi mesi.
Le pattuglie si occupano soprattutto di garantire il rispetto di norme comportamentali all'interno dei sentieri, al fine di evitare incidenti tra ciclisti e pedoni. Ma è evidente che la loro presenza ha anche effetto deterrente nei confronti di malintenzionati che pensano di poter approfittare dell'isolamento del bosco per mettere in atto, furti, rapine o altri reati. In effetti, ad oggi, non sono stati registrati episodi di particolare rilevanza. Da quest'anno inoltre, la polizia consortile ha attivato anche un servizio di reperibilità.
Gli agenti sono rintracciabili, per emergenze specifiche del Parco (incendi, ritrovamento di animali, danneggiamenti) attraverso i carabinieri e i comandi di polizia locale dei sedici comuni. Inoltre, è stato recentemente potenziato il ponte radio, che ora garantisce la copertura di tutto il territorio dei comuni consorziati, per il coordinamento delle operazioni di Protezione civile, di cui il Centro Parco è destinato a diventare il quartier generale. In cantiere c'è anche l'opportunità di concedere in prestito la frequenza del ponte radio a tutti i comuni consorziati, per aumentare il coordinamento e diminuire i costi. (Il Giorno)

Il consorzio del Curone vuole comprare le «sorgenti pietrificanti»

Si vuole salvaguardare una particolare varietà di muschio che trattenendo il calcare dell’acqua assume l’aspetto di una pietra

MONTEVECCHIA Il Parco si compra le sorgenti: il Consorzio Valle del Curone sta valutando l’acquisto di alcune aree teatro di uno dei fenomeni più singolari del territorio. Persino l'Unione europea lo ha riconosciuto e più volte ammesso ai finanziamenti sul fondo “Life” per contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione di questa peculiarità, ritenuta di rilevanza internazionale. Si tratta delle “sorgenti pietrificanti”, un nome che evoca fiabeschi misteri ma, in realtà, si può tranquillamente toccare (si fa per dire: in realtà, la cautela è d'obbligo) con mano nel Parco: un muschio particolare si sviluppa in alcuni torrenti ed è in grado di trattenere il calcare presente nell'acqua. Alla lunga, così, si trasforma in roccia... vivente. Finora, sono stati individuati insediamenti in Valle Santa Croce: si tratta dell'unico caso segnalato nel Nord Italia. «La proprietà delle aree - ha comunicato il presidente del Parco, Eugenio Mascheroni, nell’ultima assemblea dei sindaci - ha comunicato la disponibilità a venderle. Sta a noi valutare, ora, costi e benefici dell’operazione e, soprattutto, data per scontata la sua validità, scegliere le zone che più ci interessano». Il Parco ha già affidato in passato un incarico al pool di esperti della società Idrogea per approfondire e tutelare questa peculiarità della riserva. Gli esperti sono partiti per rilevare la presenza di fenomeni analoghi nel resto dell'area e le caratteristiche morfologiche di ciascun “ceppo” di muschio. Hanno effettuato anche prelievi di campioni per analizzarli dal punto di vista idro-chimico, in relazione all'umidità dell'aria e alla temperatura dei siti. Pure le caratteristiche della vegetazione maggiormente coinvolta nella trasformazione sono state opportunamente rilevate. Tutti i dati sono confluiti, in seguito, in una “carta della vulnerabilità” delle sorgenti (fattori di stabilità, di instabilità, condizioni dei corsi d'acqua....) allo scopo, evidentemente, di indagare il fenomeno, ancora poco noto, e di scoprire in quale modo tutelarne l'evoluzione da possibili agenti esterni dannosi. Le sorgenti pietrificanti sono, peraltro, solo uno dei “gioielli” del Parco; ci sono anche i cosiddetti «prati magri», praterie con flora di eccezionale pregio e importanza - sia didattica, sia scientifica - anch'essi ritenuti interessanti dall’Unione europea. Dal punto di vista della fauna, poi, si è già scritto che il Curone è l'habitat ideale della rana di Lataste, censita di recente, specie endemica di grande valore scientifico che è molto diffusa soprattutto nell'Italia settentrionale. (La Provincia di Lecco)

La rinascita di Palazzo Gentile

S. Agata Militello Sarà restaurato grazie all'Ente Parco dei Nebrodi

Grazie all'Ente Parco dei Nebrodi, uno dei palazzi storici del centro sarà recuperato e reso disponibile alla pubblica fruizione. Il 4 agosto prossimo sarà celebrata a cura dell'Ente Parco dei Nebrodi, presieduto dall'avv. Marcello Fecarotti, la gara, a pubblico incanto, per l'appalto dei lavori di consolidamento e restauro del Palazzo Gentile sito in piazza Duomo a Sant'Agata Militello. L'importo complessivo del finanziamento regionale ammonta a 837 mila 544 euro mentre l'importo a base d'asta è di 814.531 euro. I lavori, che prevedono interventi relativa al consolidamento della struttura ed al restauro dell'immobile gentilizio risalente al 1800, dovranno essere consegnati e ultimati entro diciotto mesi dalla consegna.«Il Palazzo Gentile – dichiara il diretto dell'Ente Parco dei Nebrodi, dott. Salvatore Giarratana – è un immobile che fu acquistato da privati dal Comune che non è riuscito negli anni a trovare dei finanziamenti adeguati per il recupero. Qualche anno addietro siamo riusciti a trovare con l'attuale amministrazione un'intesa che ci consentì di poter presentare istanza di finanziamento che è stata accetta. Sono state esperite tutte le procedure, per cui siamo pronti a celebrare la gara. Una volta consegnati i lavori, Palazzo Gentile sarà utilizzato come centro museale-espositivo e come centro visite per turisti e visitatori del Parco». Palazzo Gentile, tre piani fuori terra, allo stato attuale è ridotto ai minimi termini. Sulla facciata sono cresciuti muschio ed erba; le persiane in legno sono divelte e cadenti; i balconi pericolanti. Il secondo piano a causa della caduta del tetto fu coperto nel periodo dell'amministrazione Fabio. Al primo piano sono presenti pregevoli decorazioni e affreschi realizzati da abili decoratori locali che certamente saranno recuperati. (La Gazzetta del Sud)

Turismo estivo, grazie al Parco

La località prima in Trentino nella graduatoria di «Oggi»
Pejo all´ottavo posto in Italia

VAL DI PEJO - Pejo è l´ottava località d´alta quota migliore per quanto riguarda la stagione estiva secondo una classifica realizzata dal settimanale «Oggi».
Dopo le località di mare, la rivista ha voluto stilare un´altra graduatoria sulle migliori zone di montagna per il turismo estivo, con criteri basati su punteggi come l´affollamento, i divertimenti, l´ambiente e gli impianti sportivi. Dai punteggi ottenuti la vincitrice è Bardonecchia (Torino) seguita da Sestrière, sempre in provincia di Torino, mentre l´ultimo scalino del podio è per Dobbiaco (Bolzano). A queste seguono altre sette località che compongono la rosa delle «magnifiche dieci» tra cui si trova appunto Pejo all´ottavo posto, unica zona del Trentino ad ottenere un piazzamento nelle prime dieci posizioni.
Da cosa deriva quest´apprezzamento? Secondo il sindaco di Peio, Alberto Rigo, che ha sottolineato la soddisfazione del comune e degli operatori della valletta, ad un´offerta che comprende diverse componenti, a partire dal Parco nazionale dello Stelvio con le sue caratteristiche e attività, le terme, la presenza di rifugi in alta quota e soprattutto la buona cura del territorio e la tutela dell´ambiente circostante, attenzione che costituisce un punto a favore del turismo, specie quello estivo che contempla la possibilità d´escursioni e passeggiate immersi nel verde.
Di conseguenza, in questo periodo i turisti notano maggiormente se il luogo è salvaguardato o meno.
Infatti, un impegno futuro per l´amministrazione sarà la valorizzazione dell´arredo urbano di Pejo paese e di Cogolo. Le altre località solandre presenti in classifica sono Mezzana, Dimaro e Vermiglio, molto distanti da Pejo, rispettivamente al 49°, 54° e 57° posto. (L'Adige)

Presentata «Parks», da lunedì prossimo sarà anche in Internet

Arriva la rivista sui parchi dell'Alto Adige

«Parchi naturali in Alto Adige - Natura, Cultura e Paesaggio» o più brevemente «Parks» è il nome della nuova rivista pubblicata dall'Ufficio provinciale parchi naturali. La rivista gratuita uscirà tre volte all'anno e si rivolge soprattutto ai residenti nei parchi naturali. «E' necessario un grosso lavoro di informazione perché possa crescere nella popolazione residente il senso di identificazione con i parchi naturali», ha detto Michl Laimer, assessore all'ambiente, nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri a Bolzano per la presentazione della rivista. «Parks» sarà un utile strumento informativo e sarà quindi rivolto alle persone che vivono nell'ambito delle aree protette e che contribuiscono in modo decisivo all'attuazione pratica dell'idea di parco naturale. «Parks» esce da questo mese con una tiratura di 30.000 esemplari in lingua tedesca e 10.000 in lingua italiana. La spedizione avviene tramite abbonamento postale e gratuitamente per il destinatario. Il primo numero è stato inviato a 36.000 indirizzi: oltre ai nuclei familiari dei comuni dei parchi, anche a scuole, biblioteche, amministrazioni comunali ed associazioni protezionistiche. I contenuti della rivista spazieranno dalle informazioni riguardanti progetti e iniziative attuali a interviste, informazioni su flora e fauna, fumetti. Per ricevere la rivista o farsi inserire nell'elenco degli abbonati basta contattare l'Ufficio parchi naturali a Bolzano (tel. 0471- 414300). A partire da lunedì 28 luglio «Parks» sarà pubblicato anche in Internet al sito www.provincia.bz.it/parchi-naturali. (Alto Adige)

Natura e territorio: è proprio un Belpaese

Luoghi, paesaggi, itinerari, gastronomia, energia, biodiversità. Alcuni capitoli sono dedicati alla Sardegna
Una guida ai piccoli e grandi paradisi d’Italia all’ombra dei tralicci dell’Enel

Ci sono tanti piccoli e grandi paradisi all’ombra dei tralicci. Ci sono sentieri nel verde, boschi, laghi, fiumi, vecchi fabbricati, ma anche osterie e trattorie che custodiscono i segreti dell’enogastronomia nazionale. Dalla Garfagnana alla Val Camonica, dal promontorio di Portofino al parco del Ticino, dal Gran Sasso al Pollino, dal delta del Po al Cilento.
Oltre cento itinerari naturalistici, artistici, sportivi e culturali presentati nella guida Natura e territorio curata dall’Enel in collaborazione con Slow Food, il movimento portavoce delle peculiarità agrolimentari e in difesa della biodiversità. Con una particolarità: si tratta di tesori del Bel Paese in aree vicine a impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica (gli itinerari sono disponibili sul sito www.enel.it/natura).
Quasi duecento pagine, fotografie, cartine, preziose indicazioni su ristoranti, enoteche e sull’acquito di prodotti agroalimentari (le rubriche “dove mangiare” e “dove comprare” sono curate da Slow Food), la guida dell’Enel dedica due itinerari alla Sardegna.
Il primo tocca un’area interna. Ai piedi del versante occidentale del massiccio del Gennargentu, tra valli ricche di sorgenti, l’Enel ha individuato, con i Comuni di Gavoi, Ovodda, Ollolai, Olzai, Teti e Tiana, alcuni itinerari di grande valenza naturalistica che si snodano nei pressi degli impianti del Taloro. Il fiume, che nasce dal monte Fumai, forma i bacini artificiali di Gusana, Cucchinadorza e Benzone.
Gli itinerari segnalati, progettati per essere percorsi a piedi, a cavallo o in canoa, si sviluppano attorno al lago Cucchinadorza. Splendido lo scenario naturale all’interno della Barbagia di Ollolai, tra sughere, olivastri, perastri, roverelle, lecci, ontrani.
Suggestivo anche il secondo itinerario proposto dalla guida Natura e territorio, che gira attorno all’impianto idroelettrico di Cucchinadorza entrato in funzione nel 1963. Paesaggi di grande interesse, storia, cultura da Castelsardo a Valledoria: tracce medievali ancora vive, viuzze nei vecchi borghi dal sapore ligure, con l’impronta marcata della famiglia Doria (Castelsardo nasce come Castelgenovese, poi Castellaragonese fino all’attuale toponimo).
I percorsi sono stati studiati per essere percorsi a piedi o in bicicletta. Il punto di partenza è stato individuato in prossimità del castello dei Doria, in una cornice di rocce rosse su una collina di 230 metri. Da lì si raggiungono le terme e si prosegue nel basso corso del Coghinas fino alla foce del fiume. Lungo la riva destra si incontrano le due chiesette romaniche di San Giovanni, ben cosnervata, e di Santa Maria delle Grazie. Tanti tesori tra laghi e fiumi, piccoli paradisi di natura e di energia. (l'Unione Sarda)


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