A che punto siamo per l’Area Marina Protetta dell’Elba


Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano si compone di una piccola area protetta terrestre (18.000 ettari) e di un grande “parco marino”, circa 60.000 ettari che circondano interamente le isole di Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri.
Da questa perimetrazione provvisoria a mare, frutto delle vecchie misure di salvaguardia, sono fino ad oggi escluse le due isole maggiori, Elba e Giglio.
Questa situazione ha portato ad una forma di protezione “passiva” del mare che ha certamente contribuito a salvaguardare l’ambiente, ma non ha prodotto che poche sporadiche iniziative di valorizzazione e conoscenza.
Il mare protetto dal Parco interessa infatti isole “deserte” (Montecristo e Pianosa), colonie penali (Gorgona) e due isole abitate: Capraia, il Comune con minor numero di abitanti dell’intera Toscana, e Giannutri, che in inverno ospita una decina di persone.
E’ chiaro che non è qui che possono dispiegarsi tutte le potenzialità di un’Area Marina Protetta e che il nodo della questione è soprattutto l’Elba.
Legambiente, in accordo con Lega Pesca e con altre centrali cooperative, ha accettato negli anni passati un approccio gradualistico, per far accettare le norme di salvaguardia sulle isole minori e poi estendere l’Area Protetta anche al mare elbano e del Giglio.
Oggi i tempi sembrano maturi: la piccola pesca artigianale costiera elbana è messa in gravi difficoltà dalla pesca a strascico abusiva sotto costa proveniente dal continente, il pescato è in diminuzione ed i Diving Centers, che rappresentano una bella fetta di turismo elbano e gigliese, chiedono con forza aree protette per poter esercitare la loro attività.
La fortissima avversità all’area marina protetta che, negli anni passati, ha contraddistinto la quasi totalità delle forze politiche e dei comuni elbani, sembra essere superata. E’ proprio anzi da un Comune, Capoliveri, retto da un Sindaco di Alleanza Nazionale, il Partito che più si è impegnato nella battaglia anti-parco, che è venuta la prima proposta di realizzazione di un’area marina protetta all’Elba.
La clamorosa proposta del Sindaco Barbetti, poi nominato dal Ministro Matteoli Commissario del Parco Nazionale, ha scompigliato le carte ed ha costretto tutti a confrontarsi con l’istituzione dell’Area Marina Protetta.
Nelle riunioni convocate dal Ministero dell’Ambiente ben 6 comuni su 8 si sono dichiarati disposti ad intraprendere il cammino che porterà finalmente all’istituzione della grande Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano che costituirà il cuore del Santuario Internazionale dei Cetacei.
Legambiente chiede che l’iter istitutivo sia l’occasione per rivedere l’attuale perimetrazione provvisoria riguardante le isole minori, modificando situazioni assurde come quelle di Giannutri ed accettando la proposta del Comune di Capraia che chiede uno slittamento a sud dell’attuale zona 1, verso l’area di nidificazione del rarissimo Gabbiano Corso.
Per Giannutri, attualmente assalita da un turismo mordi e fuggi, selvaggio e distruttivo sia a terra che a mare, noi crediamo debba essere esteso il “modello Pianosa”, dove il Parco già permette escursioni controllate e contingentate in canoa ed a piedi, percorsi subacquei e sta realizzando boe dedicate ai diving center e ad accosti per il diporto.
Per l’Elba, realtà complessa, con uno sviluppo costiero di 140 chilometri, 8 Comuni e 28.000 abitanti, un ricco turismo balneare con milioni di presenze, una piccola flotta peschereccia ancora attiva in diversi porti, la realizzazione dell’Area Marina Protetta si presenta più complicata.
Noi pensiamo che si debba andare ad una estesa fascia di protezione contro la pesca a strascico sotto-costa, alla realizzazione di zone B dedicate alle attività subacquee, a misure di salvaguardia della piccola pesca artigianale ed all’incentivazione del pescaturismo, alla regolamentazione del turismo nautico ed al miglioramento dei servizi ad esso dedicati.
E’ chiaro che un’Area così vasta, per funzionare e crescere, non potrà farsi senza la condivisione della popolazione ed efficaci misure di controllo. Per questo occorre fantasia e coraggio nel rendere, con le zonizzazioni ed i regolamenti l’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano una cosa vera, efficace nella protezione ed efficiente nella realizzazione dell’economia sostenibile del mare.

Umberto Mazzantini
Legambiente Arcipelago Toscano



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del Giornale dei Parchi