Rassegna del 28 Gennaio 2004

Parte “Pegaso Verde”, concorso per turismo scolastico

(Dire) - Roma- Valorizzare il turismo scolastico e le risorse naturali della toscana, orientare le scolaresche verso mete significative dal punto di vista ambientale, diversificare i flussi rispetto alle tradizionali ma ormai sovraffollate citta’ d’arte. Questi gli obiettivi del premio pegaso verde che la regione toscana ha presentato stamattina a roma in una conferenza stampa tenuta dall’assessore al turismo susanna cenni insieme a federparchi.
Molte le offerte che i parchi toscani hanno messo a punto per aiutare le scuole nella ricerca di itinerari da proporre ai propri alunni. Il turismo scolastico nella regione vale circa 2 milioni di presenze ogni anno, per un fatturato complessivo di oltre 64 milioni di euro. “il settore e’ strategico- afferma l’assessore cenni- non tanto per le cifre in termini di movimento turistico, quanto per il potenziale che rappresenta. E non solo perche’ i giovani studenti di oggi sono i turisti di domani, che torneranno con maggiore capacita’ di spesa, ma soprattutto perche’ la ‘gita scolastica’ costituisce un momento essenziale per la formazione di una consapevolezza dei valori del rispetto dell’ambiente e del patrimonio culturale senza la quale non possiamo progettare in termini di turismo sostenibile”. E’ cosi’- spiega una nota- che nasce l’idea di promuovere la conoscenza del patrimonio naturalistico e favorirne la conservazione attraverso il concorso nazionale “pegaso verde”, organizzato in collaborazione con federparchi e riservato alle scuole medie superiori. Ad essere premiati saranno i migliori elaborati aventi per oggetto la visita di un parco in toscana, realizzati da scolaresche che abbiano soggiornato in parchi e aree protette della regione per almeno tre giorni. I premi consistono in buoni premio per 14.000 euro, da utilizzare per il soggiorno nei parchi toscani durante l’anno scolastico 2004-2005. Le classi che avranno aderito al concorso dovranno presentare alla segreteria presso il coordinamento regionale di federparchi (via del bersagliere 7/9, alberese) un elaborato realizzato nella forma espressiva preferita, scelta in piena liberta’. Dal prossimo anno il premio pegaso verde si allarghera’ anche ad alcuni paesi europei. Si comincera’ con la germania, paese turisticamente legato alla nostra regione.

Toscana/turismo: regione e federparchi insieme per conquistare scuole

(ASCA) - Valorizzare il turismo scolastico e le risorse naturali della Toscana, orientare le scolaresche verso mete significative dal punto di vista ambientale, diversificare i flussi rispetto alle tradizionali ma ormai sovraffollate citta’ d’arte. Questi gli obiettivi del premio Pegaso Verde che la Regione Toscana, insieme alla Federparchi, ha presentato oggi a Roma. Molte le offerte che i parchi toscani hanno messo a punto per aiutare le scuole nella ricerca di concreti itinerari da proporre ai propri alunni. Si tratta di proposte che gli operatori pubblici e privati della regione hanno studiato appositamente per le esigenze di questo interessante settore turistico che significa, per la regione, circa 2 milioni di presenze ogni anno, per un fatturato complessivo di oltre 64 milioni di euro. “Il settore e’ strategico - ha detto l’assessore Susanna Cenni - non tanto per le cifre in termini di movimento turistico, quanto per il potenziale che rappresenta. E non solo perche’ i giovani studenti di oggi sono i turisti di domani, che torneranno con maggiore capacita’ di spesa, ma soprattutto perche’ la “gita scolastica” costituisce un momento essenziale per la formazione di una consapevolezza dei valori del rispetto dell’ambiente e del patrimonio culturale senza la quale non possiamo progettare in termini di turismo sostenibile”. E’ cosi’ che e’ nata l’idea di promuovere la conoscenza del patrimonio naturalistico e favorirne la conservazione attraverso il concorso nazionale Pegaso Verde, organizzato in collaborazione con Federparchi e riservato alle scuole medie superiori. Ad essere premiati saranno i migliori elaborati aventi per oggetto la visita di un parco in Toscana, realizzati da scolaresche che abbiano soggiornato in parchi e aree protette della regione per almeno tre giorni. I premi consistono in buoni premio per 14.000 euro, da utilizzare per il soggiorno nei parchi toscani durante l’anno scolastico 2004-2005. Le classi che avranno aderito al concorso dovranno presentare alla segreteria presso il coordinamento regionale di Federparchi (via del Bersagliere 7/9, Alberese) un elaborato realizzato nella forma espressiva preferita, scelta in piena liberta’. Dal prossimo anno il premio Pegaso Verde si allarghera’ anche ad alcuni paesi europei.

Parchi. Commissari, presidenti in partenza: nella bufera, 9 su 24

(Dire) - Roma- Nove parchi nazionali su 24 sono nel turbine di un cambiamento istituzionale forte, tra commissariamenti, commissari licenziati dalla corte costituzionale e altri presidenti in partenza per scadenza del mandato. Questo il quadro che emerge da una brevissima rivista della situazione delle aree protette piu’ importanti del paese, nel giorno in cui il presidente di uno dei piu’ giovani parchi, quello dell’appennino tosco-emiliano, si dimette dalla sua carica e in cui si esamina in commissione ambiente alla camera la trasformazione dell’attuale commissario straordinario del gran paradiso in presidente “regolare”. Sono ben sei i parchi nazionali il cui presidente scade tra pochi giorni o poche settimane. Il 2 febbraio rimane “decapitato” il parco delle foreste casentinesi, tra toscana e romagna (presidente attuale, enzo valbonesi); il 25 febbraio devono essere rinnovati i presidenti delle dolomiti bellunesi (walter bonan) e dello stelvio (arturo osio). Il primo marzo viene a scadenza la presidente della val grande, franca olmi; solo un giorno dopo, il 3 marzo, quello del gargano (matteo fusilli, che e’ anche presidente di federparchi) e il 22 marzo quello dei sibillini, carlo alberto graziani. Tutti i sei presidenti sono stati nominati dai governi di centrosinistra, ma non tutti appartengono a quell’area politica.
Il parco nazionale del gran paradiso, la prima area protetta italiana in ordine di tempo, e’ attualmente affidata al commissario giovanni picco, nominato due settimane fa al posto del presidente montacchini (decaduto ad agosto). Nell’arcipelago toscano il commissario straordinario ruggero barbetti e’ stato di fatto destituito dalla corte costituzionale che ha giudicato illegittima la sua nomina, accogliendo le tesi della regione toscana. E da oggi e’ senza presidente anche il parco nazionale dell’appennino tosco-emiliano, il cui presidente raffaele guerrieri ha consegnato le sue dimissioni con un laconico comunicato in cui parla di “attacchi a mezzo stampa”.

Foreste Casentinesi, Tampieri: nomine in ritardo

(Dire) - Bologna- L’assessore regionale Guido Tampieri ha inviato una lettera al ministro dell’ambiente altero matteoli per chiedere quale sia “lo stato della procedura di nomina” del consiglio direttivo dell’ente parco delle foreste casentinesi. Il parco e’ privo del suo principale organo collegiale dal 30 novembre 2003, quando e’ cessato il mandato del precedente consiglio direttivo.
Nella lettera, indirizzata per conoscenza anche al presidente della regione toscana claudio martini, l’assessore tampieri ricorda che la comunita’ del parco, organo dell’ente, ha gia’ provveduto a segnalare al ministero le 5 designazioni di propria competenza. I 12 componenti l’organo collegiale in questione sono espressione di una pluralita’ di interessi e vengono nominati per decreto dal ministero su una rosa di proposte presentate dal parco, dal mondo scientifico e accademico, dalle associazioni naturalistiche. La regione, chiamata ad esprimere il proprio parere sulle designazioni entro 45 giorni dalla comunicazione da parte del ministero, non ha ancora ricevuto “alcuna richiesta di parere”. Di qui l’iniziativa dell’assessore tampieri, che chiede spiegazioni al ministro riguardo alle “eventuali ragioni che hanno finora impedito il rinnovo dello stesso consiglio”. Un ulteriore ritardo nelle nomine comporterebbe il rischio che il parco delle foreste casentinesi si trovi a breve sprovvisto degli organi collegiali che permettono all’ente di operare. Scade infatti il 2 febbraio anche il mandato del presidente del consiglio direttivo, prorogabili per ulteriori 45 giorni.

Tosco-emiliano, Filippi (fi): presidente ci ripensi

(Dire) - Bologna- La notizia delle dimissioni di Raffaele Guerriero dal parco dell’appennino tosco-emiliano lascia “costernato” Fabio Filippi, consigliere regionale di forza italia, che vede nel parco nazionale “un’occasione unica per lo sviluppo del nostro crinale e della bistrattata montagna reggiana”. Percio’ filippi invita guerriero “a ritirare le certamente sofferte dimissioni e a combattere con sindaci che guardano prima alla seggiola che all’interesse della montagna. La ciliegina che spiazzerebbe molti detrattori potrebbe essere una sede operativa entro il territorio del parco nazionale”. “noi montanari- scrive filippi in una nota- che stimiamo il presidente per l’impegno che ha sempre profuso nello svolgimento dell’incarico affidatogli dal governo, e conosciamo la professionalita’ con cui opera, vediamo nella sua figura un caposaldo del nostro appennino. Le sue dimissioni rappresentano una brusca battuta di arresto ad un percorso, con fatica, appena iniziato”. L’esperienza del parco, ammette filippi, “purtroppo ha incontrato qualche difficolta’”, e “sicuramente guerriero e’ stato penalizzato dalla doppiezza di alcuni esponenti diesse- sostiene l’esponente azzurro- e dal fatto che la sede operativa provvisoria dell’ente parco sia stata ubicata seppur temporaneamente a reggio emilia anziche’ nei comuni del crinale come busana, ligonchio o al limite castelnovo monti. D’altro canto, gia’ altre amministrazioni, come la stessa provincia di reggio emilia, hanno sperimentato con successo la disgiunzione tra la funzione politica e di rappresentanza (che nel caso specifico potrebbe continuare ad essere svolta a reggio emilia) e la sede funzionale del parco, dove dovrebbero essere unificate le varie strutture operative, e che potrebbe essere proficuamente insediata di fronte alla pietra di bismantova”.

Caccia/parchi. Arcicaccia: e’ barbarie di bracconieri di voti

(Dire) - Roma- I veri cacciatori “sono contro la barbarie venatoria”. L’arcicaccia ribadisce “l’assoluta contrarieta’” all’ipotesi di caccia nei parchi ventilata attraverso una proposta di legge attualmente in discussione alla camera. “tale proposta- spiega il presidente del consiglio nazionale dell’associazione marco ciarafoni- non e’ supportata da alcuna indicazione tecnico scientifica, appare inquadrabile nella sola logica di aggressione di una buona pratica di gestione compatibile del territorio, produrrebbe situazioni di privilegio tra i cacciatori ed e’, in questa fase, a solo uso e consumo di quei ‘bracconieri dei voti’ che escono allo scoperto prima di ogni competizione elettorale”. Altra cosa, “naturalmente”, e’ la gestione conservativa della fauna selvatica in esubero nelle aree protette che gia’ avviene per legge (“e puo’ essere migliorata con specifiche interpretazioni) attraverso l’utilizzo dei cacciatori nella forma del “selecontrollo”. Peraltro, con questa proposta, “si allarga- aggiunge ciarafoni- lo stato di preoccupazione di quanti nella societa’ civile e tra le forze sociali (agricoltori, ambientalisti e cacciatori responsabili) sono gia’ in allarme per i disegni di legge di smantellamento dell’attuale modello venatorio finalizzati a introdurre forme di caccia deregolata e consumistica, in totale dispregio anche delle indicazioni dell’unione europea”. La caccia, di contro, puo’ essere attivita’ “legittima e utile alla collettivita’ se inserita nel contesto della sostenibilita’ ambientale e faunistica (come dimostrano molte esperienze degli atc e dei ca) e se favorisce l’affermaione del sistema della ruralita’, anche attraverso forme di integrazione economica”.
I veri cacciatori, assicura ciarafoni dell’arcicaccia, sono “contro la barbarie venatoria alla quale tendono queste proposte di legge e continueranno a battersi per la corretta e contestuale applicazione delle leggi sui parchi e sulla caccia e per contrastare l’azione di quei politici e di quelle frange estremiste del mondo venatorio e animalista che vivono le loro ‘fortune’ su uno scontro ideologico di cui il paese non sente proprio il bisogno avendo- conclude- su tali materie raggiunto, a suo tempo, un equilibrio accettabile”.

Toscana/: legambiente e arcicaccia, no a doppiette nei parchi

(ASCA) - “E’ una proposta estremista che mira a distruggere la legge quadro sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica che costituisce un punto d’equilibrio fra ambientalisti, cacciatori ed agricoltori”. E’ quanto dicono Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana e Massimo Logi, presidente regionale Arcicaccia, rispetto alla pdl oggi all’esame della Commissione Ambiente della Camera. “Consentire la libera caccia dentro i parchi equivale alla legalizzazione del bracconaggio e significa favorire un tipo d’attivita’ venatoria distruttiva per l’ambiente e per la fauna. Cosi’ si rischia di riportare indietro di decine e decine di anni la tutela del patrimonio faunistico”, concludono Baronti e Logi. Qualora dovesse essere approvata la proposta di legge, la caccia alle specie di fauna selvatica potrebbe essere riaperta in zone attualmente vietate come la maggior parte del territorio dell’ Isola d’Elba, delle Isole di Capraia, Giannutri e del Giglio, ma anche nelle foreste del Casentino e in ampie zone demaniali dell’Alta Lunigiana e dall’Alta Garfagnana.

Lazio/parchi: Hermanin (margherita), colpo mano regione contro comuni

(ASCA) - - “Con un emendamento approvato al bilancio, la Destra compie l’ennesimo golpe sui parchi”: lo ha detto Giovanni Hermanin, capogruppo della Margherita al consiglio regionale del Lazio. “Da quando e’ stata eletta-ha aggiunto- la Giunta Storace ha avuto due ossessioni: occupare piu’ posti possibile, sistemando una pletora di mezze figure, per lo piu’ di provenienza politica, in ogni ganglo dell’amministrazione e mettere le mani della Regione sulla gestione dei parchi”.
“Dopo aver fatto la riforma della legge 29 che ha riservato al Presidente della Regione la nomina dei presidenti dei parchi, non contenti, - ha ancora detto il rappresentante della Margherita - con l’emendamento odierno si mettono le mani sulla nomina anche dei Direttori dei Parchi.
Al di la’ di ogni commento su questa fame lottizzatoria, sul modo come i Commissari nominati finora hanno mal gestito i parchi, sul modo di intendere la Regione come ente di gestione sopra la testa dei Comuni, sulla violazione di ogni principio di sussidiarieta’, il vero problema - ha aggiunto - e’ che in questo modo si affossa ogni politica di sviluppo dei parchi.
Primo, perche’ escludere i Comuni e le comunita’ locali significa minare alla base il funzionamento dei parchi, secondo - ha concluso Hermanin - perche’ questa centralizzazione nasconde la volonta’ di garantire quegli interessi che allo sviluppo dei parchi si sono sempre opposti”.

Scuola: Toscana, concorso per scoprire il patrimonio naturalistico

(Adnkronos) - Per promuovere la conoscenza del proprio patrimonio naturalistico e favorirne la conservazione, il Servizio Turismo della Regione Toscana, in collaborazione con la Federparchi, ha indetto il concorso nazionale 'Pegaso Verde', riservato alle scuole medie superiori.
Ad essere premiati saranno i migliori elaborati aventi per oggetto la visita di un parco in Toscana, realizzati da scolaresche che abbiano soggiornato in parchi e aree protette della regione per almeno tre giorni. Il concorso scade il 10 giugno 2004. Tutte le informazioni sono indicate nel sito internet www.parks.it. I premi consistono in buoni premio per 14.000 euro, da utilizzare per il soggiorno nei parchi toscani durante l'anno scolastico 2004-2005.
Le classi che avranno aderito al concorso dovranno presentare alla segreteria presso il coordinamento regionale di Federparchi (via del Bersagliere 7/9, Alberese) un elaborato realizzato nella forma espressiva preferita, scelta in piena liberta'. Dal prossimo anno il premio Pegaso Verde si allarghera' anche ad alcuni paesi europei a cominciare dalla Germania.

In Emilia Romagna si è definita anche la soluzione per consentire la caccia

Delta del Po

Parchi del Delta a confronto per capire come crescere. Un momento di dibattito voluto dai Sdi polesani tra i rappresentanti dei parchi naturali del Delta del Po, quello veneto e quello emiliano-romagnolo. Il coordinatore dell'incontro, Attilio Pezzolato ha fatto delle "provocazioni" per capire meglio la situazione e ricordato che con il 2006 sia il Veneto che l'Emilia Romagna usciranno dai finanziamenti europei e dai programmi di sostegno agli investimenti pubblici e privati (patti territoriali, progetti Leader, Interreg). Margaret Crivellari, ex assessore di Taglio di Po, ha espresso le preoccupazioni per il futuro dell'Ente, anche perché nel 2006 entreranno nella Comunità europea altre nazioni e ci saranno meno disponibilità finanziarie. Dimer Manzolli, presidente del Parco veneto, ha parlato della storia dal 1996 (anno in cui è nato) a oggi, evidenziando che la collaborazione tra i due parchi è attiva e sono in atto delle importanti iniziative, per esempio il ricordare i 400 anni del "taglio di Porto Viro", e di aver ottenuto dei significati finanziamenti europei per la realizzazione del Centro visitatori di Porto Viro e l'auditorium di Taglio di Po, per i quali vi sarà l'intervento della Fondazione Cariplo. La direttrice del Parco emiliano-romagnolo, Lucilla Previati, ha detto che la collaborazione sarà intensificata e che il loro Parco gode di maggior disponibilità finanziaria perché è nato prima e ha un consistente sostegno europeo. L'onorevole Franco Grotto ha invitato tutti i partiti del centrosinistra a portare avanti il progetto per la realizzazione di un Parco che possa assecondare le attese dei cittadini, e ha sottolineato come la prospettiva di unire i due parchi, passi anzitutto attraverso un dialogo e un confronto tra gli schieramenti che deve avvenire anche in Polesine."Sul Parco si discute poco e c'è un certo disinteresse anche nel centrosinistra". Grotto si è augurato infine che "con l'entrata di Porto Tolle, non esistano più alibi per nessuno e che Comuni, Provincia e soprattutto Regione, sappiano rilanciare finalmente il Parco interregionale". Rivolgendosi a Manzolli, il rappresentante dei cacciatori William Manzin ha lamentato come il mondo venatorio (che rappresenta il 2 per cento della popolazione attiva) non sia stato coinvolto nella stesura del Piano del Parco e che le varie ipotesi finora stese dalla società inglese incaricata, siano assolutamente inaccettabili e ricche solo di una vincolistica da danneggerà anche le attività economiche. Ha chiesto infine perché non si arriva ad un confronto vero sui contenuti del Piano. Dopo i chiarimenti di Manzolli, è stata illuminante la "storia" raccontata da Previati su come sia stato difficile il rapporto tra Parco e cacciatori. "Dopo i conflitti iniziali che portarono addirittura all'occupazione del municipio di Comacchio, si è raggiunta un'intesa che consente l'attività venatoria nelle zone di pre-parco, con rigorose regole. La conseguenza è che nelle casse del Parco entrano annualmente 350mila da tale attività". Gianni Franchi ha criticato l'ostruzionismo di Porto Tolle. "I cittadini e gli amministratori ci debbono credere di più" e Aldo Crivellari ha sostenuto che si deve continuare con queste iniziative d'incontro. (Il Gazzettino)

Caccia ai cinghiali, solo per residenti e dopo un corso

COLLI EUGANEI Stipulata la convenzione tra l’Ente Parco, la Provincia e il Corpo Forestale dello Stato. Contro il proliferare e i frequenti danneggiamenti alle colture
Chi abita nei 15 Comuni può abbatterli. Andranno però verificati i requisiti per l’ammissione al Gruppo operativo.

Disco verde alla caccia ai cinghiali. Ma ad abbatterli, limitandone così l'ormai incontrollato proliferare ed i frequenti danneggiamenti di colture, potranno essere solo i residenti nel Parco. Muniti, oltretutto, di specifica abilitazione rilasciata al termine di un breve corso.
Lo prevede la convenzione stipulata tra Parco Colli, Provincia e Corpo Forestale dello Stato. In base ad essa tutti i residenti nei 15 Comuni inclusi nel perimetro del Parco, e solo questi, possono partecipare alle operazioni di cosiddetta "eradicazione" dei cinghiali. Qualcuno potrebbe essere già in posessso dell'abilitazione, rilasciata dalle Provincia e riconosciuta dai responsabili del progetto, che però andra "certificata" dai responsdabili del Gruppo di Lavoro Operativo, composto da due membri della Polizia Provinciale, due del Corpo Forestale e dalle Guardie Ecologiche Volontari. Gli interessati, oltre ad essere residenti nei quindici Comuni del Parco, devono, per partecipare ad operazioni e attività del Gruppo Operativo, partecipare al "Corso per operatori volontari qualificati", previa verifica dei requisiti per l'ammissione e superare le prove finali.
Le domande per partecipare al corso sono già disponibili nella sede del Parco, in via Rana Cà Mori 8 ad Este, e il giovedì sera, dalle 21 alle 23, anche nella sede di Monselice delle Guardie Ecologiche Volontarie in via Santo Stefano 38. Ad ogni aspirante volontario verrà consegnato il fascicolo del protocollo operativo. I moduli e il fascicolo possono essere ritirati entro il termine del 16 febbraio e le richieste presentate nella sede del Parco entro e non oltre le ore 12 del primo marzo.
Il corso si terrà a Monselice, a Ca' Emo, la sede del Parco di via Santo Stefano: prevede una serie di nove appuntamenti (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 20,45 alle 23), oltre a due giornate d'uscita per esercitazioni pratiche. Per partecipare al corso è prevista una quota d'iscrizione di 50 euro. (Il Gazzettino)

Parco, in Municipio si litiga per cinque poltrone

Molentargius - Contesa trasversale sulla norma che prevede i consiglieri nell’assemblea

Sembrava che dopo cinque anni di silenzio, la partita sul parco di Molentargius si fosse chiusa con l’approvazione - mercoledì scorso - di un maxi emendamento sostitutivo allo statuto proposto dal commissario prefettizio nel 2001. E infatti ieri il consiglio si sarebbe dovuto occupare della convenzione, altro atto previsto dalla legge, poi dare il definitivo via libera e infine insediare il consorzio.
Invece ora in via Roma pezzi di maggioranza e opposizione hanno trovato il modo per crearsi altri problemi. Picchiandosi trasversalmente sulla norma dello Statuto, approvata all’unanimità dalle commissioni ambiente di Cagliari e Quartu, che prevede che l’assemblea sia composta dai sindaci di Cagliari, Quartu, Quartucciu, Selargius e dal presidente della Provincia e da cinque consiglieri comunali di Cagliari e Quartu. Una norma (l’articolo 6 dello statuto) sulla quale il dirigente della divisione urbanistica del Comune, Paolo Zoccheddu, incaricato dal sindaco, ha dato un parere negativo. Cioè, è legittima la partecipazione dei sindaci (o di loro delegati) ma non dei consiglieri.
Su questo il consiglio s’incarta, litiga, si perde. Gianni Loy (Misto) dice subito che "è chiaro che quell’articolo è illegittimo", ipotizza che si sia perso tanto tempo "per mettersi d’accordo su cinque posti nel consorzio" (un concetto condiviso con Radhouan Ben Amara del Prc) e preannuncia che se quel passaggio non sarà cambiato "farò ricorso al Tar anche se mi additerete come colui che ha rovinato il parco". Tonino Serra e Rita Carboni Boy (Margherita) lo contraddicono. "I cinque consiglieri consentono al consiglio comunale, che altrimenti sarebbe tagliato fuori, di partecipare alle scelte sul parco", dice Serra. Carboni Boy va oltre. Premette che "è interesse di tutti varare il parco" e, sulla norma contestata, cita leggi e giurisprudenza. "La dottrina", spiega, "prescrive che all’assemblea partecipino i sindaci o loro delegati, ma non vieta che ci siano anche i consiglieri comunali". Per la prima volta è d’accordo con il capogruppo di Forza Italia e Anselmo Piras lo conferma. "Abbiamo lavorato a lungo su questo parco, ora si vada avanti, l’articolo è legittimo". Lo è anche per il leader dei Ds Paolo Frau che cita gli statuti di altri parchi che consentono la partecipazione dei consiglieri all’assemblea. E suggerisce: "Si voti e si vari subito il Piano del Parco". Non lo è (legittimo) per Saverio Ferrante (Fi), che è anche direttore generale della Provincia: "La legge è chiara, i consiglieri comunali possono partecipare alle assemblee solo nei consorzi costituiti da enti diversi da quelli locali". Su questo, a fine seduta, sarà confortato dal collega direttore generale del Comune, Pietro Cadau. E così Paolo Carta, numero uno dell’Udc, che in precedenza (come Alessio Mereu dei Riformatori) aveva espresso dubbi e suggerito di chiedere il parere sulla norma all’ufficio legale del Comune, chiude la seduta annunciando: "Se è così, l’Udc voterà contro". Piero Comandini ricorda che "i pareri sono pareri" e invita i colleghi a non perdersi sulla norma ma a concentrarsi sul Parco "perché rischiamo di perdere finanziamenti preziosi". Parlano Giorgio Adamo, Salvatore Mereu, Pierandrea Lippi, Onorio Petrini (Fi), Nanni Floris (Uds), Piergiorgio Meloni (Ds). Chiosa il sindaco che chiede all’aula "un voto politico su un Parco strategico per lo sviluppo della città". Spunta un emendamento alla convenzione. Se ne discuterà oggi. (L'Unione Sarda)

Adamello, il censimento degli animali

Si farà una completa banca dati delle specie presenti nei 51mila ettari del Parco camuno
Aiuterà a salvaguardare i delicati equilibri naturali

Interesserà tutti i 50.996 ettari del Parco dell’Adamello il nuovo "Piano di Settore fauna" che verrà predisposto a breve per fare un "censimento" di tutti gli animali presenti e identificare le strategie per migliorare le potenzialità dell’area. Con il bando emesso il 22 gennaio, la Comunità Montana di Valcamonica, ente gestore del Parco, intende affidare a professionisti esterni la stesura del Piano che interessa sia la parte del Parco naturale sia quello regionale, per un importo presunto di 45.000 euro. Il responsabile del procedimento è il dott. Vittorio Ducoli, direttore del Parco. Per le aree ubicate all’interno del Parco naturale - che assommano a circa 21.000 ettari -, dove vige il divieto di caccia e nel quale il Parco assume la diretta gestione del patrimonio faunistico, il piano di settore farà l’analisi della distribuzione, reale e potenziale, delle specie animali presenti in particolare di galliformi, lagomorfi e ungulati e il conteggio di coppie nidificanti di aquila reale; definirà gli interventi di miglioramento delle potenzialità naturali dell’area protetta; individuerà eventuali operazioni di reintroduzione, ripopolamento e aggiornamento della banca-dati informatizzata del Parco dell’Adamello. Definirà gli strumenti gestionali e operativi per l’incremento delle diverse specie e farà l’analisi delle relazioni habitat-popolazioni, individuando procedure che permettano di valutare la qualità ambientale attuale. Un elemento molto importante sarà la valutazione dell’impatto delle attività dell’uomo sulla fauna, quali l’escursionismo, l’agricoltura, l’allevamento, il transito di mezzi motorizzati e le attività sportive. All’interno del Parco Regionale, invece, i piani provinciali sono approvati dalla Provincia di Brescia in conformità alle disposizioni stabilite dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco dell’Adamello e dal Piano di settore fauna. In tale ambito territoriale, il Piano di settore ha la finalità sia di analizzare la consistenza, densità e distribuzione delle specie faunistiche, con particolare riferimento a quelle cacciabili, sia di fornire indicazioni in merito ai tempi e alle modalità del prelievo venatorio. Il Piano di settore quindi fornirà indicazioni in merito alla pianificazione e organizzazione delle unità di gestione faunistico-venatoria; ai criteri di ammissione all’attività venatoria, criteri che dovranno garantire il mantenimento e la ricostituzione di popolazioni stabili di specie autoctone. Importante sarà anche la previsione della partecipazione del cacciatore alla gestione attiva del patrimonio faunistico. La redazione del Piano di settore fauna verrà completata entro settembre 2005. Sarà uno strumento fondamentale per gestire il Parco e conoscere nei dettagli la "mappa" delle presenze animali e di come comportarsi per non danneggiare i delicati equilibri naturali. (Giornale di Brescia)

Presidenza del Parco Il ministro si confronti”

Foreste Casentinesi

Un invito al confronto con la Regione per il ministro in relazione alla nomina del nuovo presidente del Parco. E’ quello che arriva con la recente sentenza della Corte Costituzionale, che, dando ragione al ricorso presentato dalla Regione Toscana, ha annullato la nomina a commissario del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di Barbetti, già sindaco di un Comune dell’Isola d’Elba ed attuale responsabile politico di Alleanza Nazionale nell’isola stessa. La Corte Costituzionale, in pratica, ha ribadito che per la nomina dei presidenti, e quindi anche in casi estremi per quella dei commissari degli Enti Parco, occorre la preventiva intesa con le Regioni interessate così come prevede la legge quadro nazionale sulle aree naturali protette.“Mi auguro che la bruciante sconfitta subìta dal ministro Matteoli con la bocciatura, subita da parte della Corte Costituzionale, del decreto ministeriale attraverso il quale per settembre del 2002 aveva voluto nominare a tutti i costi, contro il parere della Regione Toscana, il commissario del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscana - commenta l’attuale presidente del Parco delle Foreste Casentinesi, Enzo Valbonesi - lo riporti a comportamenti istituzionale più corretti e serva a convincerlo della necessità di adottare, nel caso della prossima nomina del presidente del Parco delle Foreste Casentinesi, non lo scontro, ma una linea di dialogo e di concertazione con le Regioni Toscana ed Emilia Romagna che, per legge, debbono invece raggiungere l’intesa con il Ministero dell’Ambiente per l’individuazione di colui che dovrà reggere le sorti dell’area protetta nei prossimi cinque anni”. “Il ministro, in sostanza, non può fare quello che vuole nello scegliere i presidenti - aggiunge Valbonesi - ma deve trovare un accordo con le Regioni territorialmente interessate perché i Parco Nazionali debbono ispirare la propria azione, insieme alla conservazione dell’ambiente, soprattutto alla leale cooperazione istituzionale, in quanto si tratta di Enti misti e non già, come invece sembra volere intendere Matteoli, Enti periferici dello stesso Ministero dell’Ambiente. (Corriere di Romagna)

Marina del Cantone, Parco e ambientalisti ricorrono al Tar

Punta Campanella

Ricorso al Tar contro il progetto della Provincia di Napoli che prevede il ripascimento dell’arenile e la realizzazione di una scogliera a Marina del Cantone, nel Comune di Massalubrense. Lo annunciano i vertici del parco marino di Punta Campanella, Wwf, Legambiente e Italia Nostra in un documento dove si evidenzia, tra l’altro, l’esclusione dal tavolo di concertazione proprio dell’ente gestore dell’area marina protetta sotto la cui giurisdizione ricade l’area interessata dai lavori.
A provocare la dura reazione dei responsabili del parco marino e degli ambientalisti, la decisione della Provincia di porre rimedio al fenomeno erosivo della spiaggia di Nerano attraverso l’istallazione di una scogliera soffolta lunga 360 metri e larga dieci, volta a garantire la protezione dell'arenile e delle strutture balneari e turistico-ricettive, e la posa in acqua di circa 5mila e seicento metri cubi di sabbie - con caratteristiche tessiturali, mineralogiche e di colore simili a quelle presenti in loco, prelevate da cave marine o terrestri - per l’ampliamento dell’arenile di venti metri rispetto all’attuale linea di costa.
“Ci sembra sconcertante che in sede di conferenza dei sevizi siamo stati esclusi — dice Giancarlo Russo, presidente della riserva Punta Campanella -. Solo prima delle festività natalizie siamo entrati in possesso del progetto esecutivo della Provincia e, dopo una prima disamina, lo abbiamo trasmesso al ministero delle Risorve ambientali per osservazioni. Non sono un tecnico, ma temo l’impatto che potrebbe avere sull’ambiente”.
Le barriere previste nel progetto ricadono in aree dove insistono concessioni demaniali gestite da cooperative, che potrebbero subìre seri danni dal punto di vista economico. Lo specchio d’acqua antistante è anche compreso nel sito di interesse comunitario “Fondali Marini di Punta Campanella e Capri”. (Il Denaro)

Parco dell’Oglio: Vigilio Bettinsoli primo presidente

Ha ricevuto un mandato a termine

Decolla all’insegna della continuità il Parco regionale Oglio Nord. Finalmente, dopo molti anni l’area protetta si è dotata di organi direzionali e di sedi, mentre il presidente è stato per ora individuato nel commissario straordinario dell’ente, ovvero Vigilio Bettinsoli. La "novità" è uscita dalla riunione svoltasi lunedì sera a Orzinuovi. Una seduta che ha sancito che la sede legale e amministrativa del Consorzio interprovinciale per la gestione del Parco sarà proprio a Orzinuovi, nei locali della Rocca di San Giorgio che il Comune aveva già messo a disposizione dell’ente durante il commissariamento. La scelta è stata fatta dai rappresentanti dei 34 comuni e delle tre province (di Brescia, Bergamo e Cremona) partecipanti alla prima assemblea consortile, che ha finalmente consentito di mettere in moto un organismo atteso dalle numerose comunità che vivono accanto al fiume, istituito dalla Regione per conservare e valorizzare il patrimonio naturale e culturale della civiltà dell’Oglio.
La folta partecipazione all’incontro (oltre l’85 per cento degli aventi diritto) di rappresentanti bresciani, bergamaschi e cremonesi sembrava sottolineare la volontà pressoché unanime di far decollare il Parco, indicando la sede ed eleggendo presidente e consiglio di amministrazione. Era presente anche l’assessore regionale alla Qualità dell’ambiente Franco Nicoli Cristiani, che ha ringraziato il commissario straordinario (e ora presidente) Vigilio Bettinsoli, e il direttore del Parco, Bernardino Farchi, per il lavoro fatto e per i risultati raggiunti; in particolare con la messa a punto del Piano territoriale di coordinamento, praticamente pronto per essere esaminato dai comuni e per approdare poi in Regione prima della fine della legislatura.
Come si diceva, come primo presidente dell’area protetta è stato scelto all’unanimità Vigilio Bettinsoli: gli è stato affidato un mandato a termine fino al 30 settembre 2004; poi, dopo la tornata elettorale sarà convocata la prossima assemblea consortile, alla quale parteciperanno i nuovi eletti nelle province e nei comuni, ai quali spetterà a pieno titolo l’amministrazione dell’ente. A partire proprio dall’elezione del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione.
Secondo l’accordo interprovinciale raggiunto a Orzinuovi, alla scadenza dell’incarico affidato a Bettinsoli il presidente verrà eletto ogni quattro anni, e sarà assegnato, a rotazione, prima alla provincia di Bergamo, poi a Cremona e infine a Brescia. Sulla composizione del Cda, l’assemblea, dopo aver superato le resistenze del presidente della Provincia di Bergamo, Bettoni (contrario a concedere un rappresentante in più ai vicini bresciani), ha raggiunto un accordo in base al quale lo stesso sarà formato da 2 componenti espressi dalla territorialità bergamasca, da 3 espressi da quella bresciana (la zona più estesa, che coinvolge 15 comuni, tutti sulla sponda sinistra) e 2 in rappresentanza del Cremonese. L’ambito che esprimerà la presidenza di turno, poi, avrà un rappresentante in meno.
Nel primo consiglio di amministrazione del Parco dell’Oglio sono stati eletti, insieme al presidente bresciano Bettinsoli, Luigi Ferrari (Roccafranca), Luigi Pietro Patelli (Pontoglio), Santo Cogliati (Cividate al Piano, Bg), Sergio Franza (Palosco, Bg), Giuseppe Colombi (Soncino, Cr), Piergiorgio Elidoro Corte de’ Frati, Cr).
Il consiglio si riunirà all’inizio di febbraio per approvare il bilancio consortile e per assegnare la sede del Centro educativo e culturale a Soncino, e quella del Centro forestale e di vigilanza ecologica a uno dei comuni bergamaschi.
(Brescia Oggi)

L’isola parco respira: sì alla raccolta dei rifiuti

Asinara

Fino a ieri è stato un neo dell’isola parco. Un’oasi in cui i turisti erano costretti a tapparsi il naso per la presenza ingombrante dei rifiuti. Emergenza cessata. Il Consiglio comunale infatti ha approvato all’unanimitàa la modifica dell’articolo 1 del capitolato speciale per il servizio di raccolta, ritiro e trasporto dei rifiuti solidi urbani. In sostanza la raccolta verrà estesa anche all’area dell’isola-parco. "La commissione ambiente Ñ ha detto il relatore Antonio Contini del Ccd Ñ ha fatto una richiesta fondamentale, ovvero che l’onere di questo servizio non debba in alcun modo ricadere sulle spalle dei cittadini di Porto Torres". I costi dello smaltimento infatti devono essere a totale carico degli enti come i ministeri e l’ente parco che operano nel territorio dell’Asinara. L’assessore all’ambiente Ottavio Uras dice che questo è solo un primo passo: "In futuro cercheremo di gettare le basi per avere sull’isola una efficace rete di raccolta differenziata dei rifiuti, in modo da poter creare un’area ecologica". (L'Unione Sarda)


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