Rassegna del 25 Maggio 2004

«Parco Vesuvio come marchio doc dello sviluppo»

Presenti i sindaci delle tredici amministrazioni dell’area coinvolte
Ercolano, visita del sottosegretario del ministero dell’Ambiente: no a discariche e abusi

Ercolano. «Il Parco Nazionale del Vesuvio è uno dei fiori all'occhiello del nostro Paese». Ha esordito così il sottosegretario del ministero dell'Ambiente e tutela del territorio, Roberto Tortoli, in visita ieri mattina nel parco dove ha incontrato il presidente, Amilcare Troiano, il Consiglio direttivo, le associazioni e i sindaci dei tredici Comuni dell'area protetta. Una giornata tra un dibattito nella sala Palmieri dell'Osservatorio e una escursione nei sentieri del vulcano e al castello mediceo di Ottaviano, destinato a diventare sede dell'Ente Parco.
«La natura - ha continuato Tortoli - è una grande opportunità per questo ho proposto di registrare il Vesuvio come marchio: un volano di sviluppo per il territorio. Tuttavia è necessaria un'azione congiunta tra le istituzioni che insistono sull’area perchè i parchi italiani sono gli unici a essere abitati».
D'accordo è anche Troiano: «L'ambiente - spiega - è la più grande infrastruttura che il territorio nazionale possiede».
Ma nell’incontro non sono naturalmente mancate critiche.
«Purtroppo - ha aggiunto Tortoli - qui non esiste senso di appartenenza e orgoglio di vivere in un parco, perciò si spiegano discariche abusive e abusivismi edilizi».
E proprio l’emergenza-rifiuti e mattone selvaggio sono stati i principali argomenti sottolineati dai sindaci.
«Il mercato di Trecase - testimonia Vincenzo Ciriello - è chiuso e fra poco chiuderemo il paese». Vincenzo Cavalieri, sindaco di Boscoreale ha puntato sui termovalorizzatori: «scelte impopolari, ma che si devono fare». Nino De Falco, sindaco di Terzigno, è d'accordo: «L'immondizia dovrebbe essere una risorsa e invece ha messo in crisi l'atteso Maggio dei Monumenti». Chiesta così dai primi cittadini una concertazione permanente tra Parco, Comuni e Ministero.
La risposta del sottosegretario: «Si può costruire un termovalorizzatore anche in centro come a Montecarlo, a pochi passi dalla reggia dei principi monegaschi. La paura deve essere esorcizzata, poiché il recupero evita lo spreco di altre risorse». (Il Mattino)

Terza edizione di «Natura e Turismo» promosso dal Cutgana

giornata europea dei parchi
da oggi all'Orto botanico mostre, visite guidate e concerti

Continuano gli appuntamenti, all'interno dell'Orto botanico, per la terza edizione della «Rassegna Natura e Turismo», promossa dal Cutgana, Centro interfacoltà dell'Università di Catania (ente gestore di ben sei riserve naturali e di un'area marina protetta nelle Province di Catania, Siracusa ed Enna), e organizzata dal Parco dell'Etna, dal Parco Fluviale dell'Alcantara, dall'assessorato regionale Territorio e Ambiente, dalla Provincia Catania e Enna, dall'Area Marina Protetta "Isole Ciclopi", dall'Arpa Sicilia e dal Cea (Centro di Educazione Ambientale). La manifestazione, che concluderà i battenti domenica 30 maggio, mira alla promozione e alla fruizione sostenibile dei valori naturalistici e culturali-antropici di Sicilia e si colloca all'interno della "Giornata europea dei parchi", promosso dalla Federazione europea dei parchi, che ricorda il giorno in cui, nell'anno 1909, venne istituito in Svezia il primo parco europeo. In Italia la data del 24 maggio si dilaterà anche quest'anno con una settimana di appuntamenti che si svolgeranno nello splendido scenario dell'Orto Botanico dell'Università di Catania e nelle diverse riserve naturali e parchi naturali partecipanti. Il calendario prevede relazioni sulla biodiversità e sulla conservazione della natura, concerti di musica tradizionale siciliana e mediterranea, mostre e proiezioni di video sui parchi e sulle riserve naturali della Sicilia orientale, conferenze ed esposizioni di prodotti e lavorazioni tipiche delle aree protette. Anche quest'anno alla rassegna è abbinato "Uomo e Natura", progetto-contenitore che si prefigge di sensibilizzare i cittadini alle problematiche ambientali. Il programma di oggi prevede all'Orto botanico a partire dalle 9 la mostra "Piante e fiori nei francobolli" e visita guidata al laboratorio multimediale del Centro di Educazione Ambientale. Alle 9,30, nella Masseria Bonaiuto a Librino esposizione e proiezioni sulle Aree Protette di Sicilia. Alle 10, nell'aula magna dell'Istituto di istruzione superiore "E.Medi" di Randazzo, la mostra fotografica sulla Valle dell'Alcantara. Nel pomeriggio, a partire dalle 17, la mostra all'Orto botanico sulle aree protette, "Zelkova Baroque Concert", suoni e luci per l'Orto Botanico e "La Natura fa spettacolo: Etna che vive". (La Sicilia)

Piccole guide sui sentieri dei Sibillini

Giornata dei Parchi

MONTEMONACO - Sono stati inaugurati i primi "Sentieri, Natura, Scolastici" e nominate le prime Piccole Guide Ambientali del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
In occasione della Giornata Europea dei Parchi si è tenuto a Montemonaco ed a Montefortino la manifestazione conclusiva del progetto "A Scuola nel Parco" che ha portato alla formazione di 14 Piccole Guide.
La manifestazione a cui hanno partecipato come assoluti protagonisti i bambini della scuola di Montemonaco e Montefortino, a cui si sono uniti in visita anche quelli del comune di Preci, si è sviluppato lungo il Sentiero Natura dei Torrioni di Montemonaco e quindi al Sentiero Natura delle Mura di Montefortino.
Si tratta di due interessanti percorsi che le stesse giovani guide hanno individuato, dopo un progetto formativo che si è sviluppato, grazie all'intenso lavoro, durato ben due anni scolastici, svolto dagli insegnanti delle seconda media e dall'associazione teatrale Peranna di Montemonaco e dalla scuola media di Montefortino, con la collaborazione rispettivamente dei Centri di Educazione Ambientale Sibilla e Fillide.
In particolare il percorso dei Torrioni, lungo il quale i ragazzi della scuola di Montemonaco hanno organizzato un piccolo spettacolo di interpretazione teatrale sugli ambienti ed i valori del territorio, permette una scoperta dei diversi ambienti dei Sibillini che verranno progressivamente ricostruiti utilizzando le specie tipiche del parco. L'itinerario delle mura di Montefortino rivolge invece la sua attenzione ai valori storici e culturali del piccolo centro abitato montano sottolineando la presenza di quelle specie vegetali che hanno trovato, nel corso dei secoli, un rapporto di positiva convivenza con l'uomo e l'ambiente urbanizzato che egli stesso ha creato.
Durante la manifestazione il direttore del Parco, Alfredo Fermanelli, ha consegnato ai giovani delle due classi, gli attestati di riconoscimento di piccole guide che, nei prossimi mesi, avranno anche l'importante compito di illustrare ai giovani di altre scuole in visita nel loro territorio, i valori ed il significato di questi ambienti così interessanti ma anche così fragili e delicati. (Corriere Adriatico)

Un Parco che vuole crescere

Presentato il volume che racconta la storia del Cento Laghi

Sabato scorso, al Centro di educazione ambientale di Monchio delle Corti è stato presentato, davanti ad un pubblico piuttosto numeroso, il libro «Dai ghiacci all'aquila reale. Nascita e futuro del Parco»: essenzialmente un resoconto dei primi sette anni di vita del Parco dei Cento Laghi.
La pubblicazione racconta, puntando soprattutto sulle immagini, alcuni dei maggiori interventi realizzati dall'ente nel territorio, dal '97 ad oggi. Dall'attivazione delle sedi di Monchio e Corniglio al recupero dei pascoli sopra Riana; dalla ristrutturazione dei bivacchi a Casarola e ai Lagoni alla «sistemazione» di Lagdei; dalla realizzazione di un «Percorso delle frazioni» tra Pianadetto, Valditacca e Trefiumi alla creazione di un'area di sosta attrezzata per i turisti al lago Ballano.
La grafica è semplice, vivace, diretta. «Il prodotto - ha spiegato Giuseppe Vignali, direttore dell'area protetta - è frutto di un grande lavoro di sintesi. Abbiamo deciso di procedere su due fronti: raggruppando alcuni progetti per luogo d'intervento ed altri per tipo di attività».
Nelle pagine conclusive del libro è riportata un'intervista parallela ai quattro presidenti che si sono succeduti alla guida del Cento Laghi: Genni Sandei, Claudio Riani, William Vernazza e Agostino Maggiali. Dalle loro risposte emerge, attraverso la testimonianza diretta, la storia del Parco. Storia, che è stata ripercorsa, per l'occasione, da chi con l'area protetta, per un motivo o per l'altro, ha avuto a che fare. Vignali, che il Cento Laghi l'ha tenuto a battesimo, ha ricordato gli inizi, nel '97: la strutturazione, la prima sede, la ricerca di risorse economiche a bordo di una «mitica» panda. Poi la crescita. «Lo sviluppo del Parco - ha detto - è avvenuto in parallelo con quello della Comunità montana est. La presenza, al nostro fianco, dell'ente montano ci ha permesso di raggiungere l'operatività in tempi abbastanza rapidi».
Secondo il direttore, l'area protetta ha attraversato momenti migliori e peggiori: «La spinta è arrivata grazie a quei presidenti che hanno saputo interfacciarsi, lavorando in sinergia con le diverse istituzioni. La chiusura in se stesso è il pericolo maggiore per il Cento Laghi». Pensiero, quest'ultimo, condiviso dal presidente della Comunità montana est Antonio Vicini: «Apprezzo quanto fatto fino ad oggi, ma il Cento Laghi avrà un senso soltanto se sarà patrimonio dell'intera comunità. La montagna necessita del parco regionale, di quello nazionale e del sostegno della Provincia».
L'assessore provinciale ai Parchi William Vernazza ha sottolineato come le aree protette di Parma siano passate «da una funzione necessaria ad una di utilità. Oggi sono sentite e volute dalla popolazione parmense». Il sindaco di Monchio Claudio Riani ha ricordato i suoi due anni di presidenza e il giorno dell'inaugurazione della sede in Val Cedra, quando «è accaduto l'impensabile, con i cacciatori e i pescatori ad offrire i loro prodotti per festeggiare l'evento».
L'attuale presidente Agostino Maggiali ha precisato che col Cento Laghi è nato un nuovo modello di parco. «L'ente - ha detto - non è solo conservazione, ma anche modello di sviluppo. E' attento ma non eccessivamente vincolistico e pone al suo centro l'uomo. Punta sul turismo, l'agricoltura, la pesca. Ha riconosciuto da subito la caccia come valore culturale del territorio. Deve essere stimolo per l'adeguamento dei servizi ed attivarsi sul tema della viabilità».
Nel titolo del libro spicca anche la parola «futuro». Dell'immediato domani ha dato alcune anticipazioni Vignali. «A Corniglio - ha detto - in giugno si inaugurerà il polo operativo del Parco nazionale. Il Parco regionale, recentemente riassettato, comprende ancora Monchio e, a Corniglio, la sola zona pre-parco». (Gazzetta di Parma)

«Parchi, la Lombardia perde terreno»

Presentato un dossier in occasione della giornata europea delle aree protette. Critiche alla normativa in vigore dal 2000

Allarme di Legambiente: delle 21 oasi naturali previste dalla legge ne sono state realizzate solo 4
MILANO -«La Lombardia perde terreno, letteralmente. E’ ora di correre ai ripari, partendo dall’istituzione dei 17 parchi naturali mancanti in Regione». Ieri, giornata europea delle aree protette istituita da Europarc (l’associazione dei parchi europei), per Legambiente è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione delle zone tutelate in Lombardia. E anche per lanciare l’allarme e non poche critiche alla politica della Regione. «Dopo l’approvazione della legge del 2000 - dicono gli ambientalisti - la superficie protetta della nostra regione è passata dal 22 al 5%, contro una media nazionale del 10: è questa, infatti, la percentuale della superficie regionale che rientra a pieno titolo nell’elenco ufficiale del ministero. Il resto del territorio protetto (complessivamente il 25% della Lombardia) è soggetto a norme di tutela che il ministero ritiene insufficienti».
Il dossier curato da Damiano Di Simine e Caterina Galliani ricostruisce la storia delle aree protette: prima in Italia, nel 1983, la Lombardia si è data una legge sulle oasi verdi, ponendosi così all’avanguardia. La legge nazionale in materia, infatti, sarebbe arrivata soltanto nel 1991: «A quell’epoca - sottolinea Di Simine, portavoce di Legambiente - i vincoli interessavano già più di un quinto (il 22%) del territorio regionale, con 21 parchi e decine di riserve, oltre ai parchi di interesse sovraccomunale, ossia le aree proposte per la protezione dai Comuni e riconosciute dalla Regione».
Nel mirino di Legambiente c’è la legge del 2000: perché ha sì mantenuto i parchi regionali, ma li ha «esonerati dall’obbligo di corrispondere alle norme di tutela imposte dalla legge nazionale». In altre parole, il piano dei singoli parchi che, prima, aveva maggior valore di qualsiasi altro strumento di programmazione territoriale potrebbe oggi essere scavalcato da un piano regolatore comunale o da decisioni provinciali: questo il timore degli ambientalisti. «La legge prevedeva anche, entro due anni, l’istituzione all’interno dei parchi regionali di 21 aree di massima naturalità, ossia i parchi naturali: ma fino a oggi ne sono state istituite solo quattro. Dunque, ne mancano ben 17», sottolinea ancora il dossier. Sono le zone superprotette all’interno dei parchi Adamello, Monte Barro, Alto Garda Bresciano e Valle del Ticino.
E, sempre in occasione della giornata dei parchi, anche il Wwf ha una raccomandazione per la Regione: «Che sulle Grigne sia finalmente istituito il Parco atteso da tanti anni, ma entro confini più ampi di quelli ora in discussione. Anche la popolazione locale trarrebbe vantaggi economici da un’area protetta ben gestita», sottolinea Paola Brambilla, presidente del Wwf Lombardia. (Corriere della Sera)

«Entro l’anno pronte altre 6 riserve verdi»

Lombardia

MILANO -Non è la legge regionale a essere troppo permissiva: è quella nazionale del 1991, «di spiccata impronta ambientalista», ad aver messo i pali tra le ruote al sistema delle aree protette lombarde. Replica così alle accuse di Legambiente l’assessore Regionale Franco Nicoli Cristiani. Che cosa significa?
«E’ vero che la Lombardia ha la rete di aree protette più avanzata d’Italia. Pensata mettendo insieme diverse peculiarità della regione, dalla necessità di salvaguardare fauna e flora a quella di recuperare spazi di natura su un territorio industrializzato e renderli fruibili a nove milioni e mezzo di abitanti. Ma le legge del ’91 ci ha obbligato a istituire aree di alta naturalità dentro i parchi, insomma a cambiare tutto un sistema di norme urbanistiche e di comportamento».
Gli ambientalisti dicono che mancano all’appello ben 17 aree naturali.
«Ne esistono 4 e altre 6 sono previste entro quest’anno».
Dicono che la Lombardia perde aree tutelate.
«In regione, la superficie protetta era e resta del 22%. I parchi previsti dalla legge sono 26, quelli istituiti sono 21, quello delle Grigne è in dirittura d’arrivo, su altri 4 si sta studiando».
Critiche infondate, quindi?
«Un attacco continuo, che ha qualcosa di surreale. Piuttosto, ricordo che la Regione dà alle associazioni ambientaliste anche contributi per gestire alcune oasi di loro proprietà. Altro che nemici della natura». (Corriere della Sera)

Il verde e’ anche sviluppo

di FULCO PRATESI

La Regione Lombardia, che porta il vanto di aver istituito il primo Parco regionale d’Italia, quello della Valle del Ticino, sta da tempo segnando il passo in questo settore. Lo stesso Parco del Ticino è sottoposto a gravi minacce (molte delle quali legate all’aeroporto di Malpensa) e ultimamente non si trova in buone acque. Il settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio è stato fatto oggetto di pesanti alterazioni in vista dei campionati di sci e nel resto del territorio da tempo non si creano più aree protette. È quindi necessario riprendere l’opera momentaneamente in fase di stallo e assicurare la difesa di tante altre aree, grandi e piccole, molte delle quali già istituite sulla carta ma ancora carenti di personale, strutture, organizzazione. Come accade, ad esempio, a un vero gioiello della natura lombarda, la riserva del Pian di Spagna (tra le province di Como e Sondrio), purtroppo non gestita come meriterebbe un luogo di tale bellezza e importanza ecologica. Il fatto è che contro la creazione e il funzionamento di nuove aree protette indispensabili in una regione oppressa da un’alta densità di popolazione (oltre 380 abitanti a chilometro quadrato) si muovono gli interessi di sempre: quelli dei cacciatori che, pur rappresentando solo l’1% della popolazione, hanno poteri nella gestione del territorio ignoti ad altre categorie, e gli imprenditori edili, che vedono in ogni vincolo una limitazione alla loro attività. Come se la preservazione dell’ambiente non rappresentasse un concreto e potente incentivo al turismo e quindi alla crescita socio-economica di tante aree oggi rimaste ai margini dello sviluppo. (Corriere della Sera)

I progetti “il bosco di thun” e “salva la linee” per proteggere i tesori della natura

I progetti “Il Bosco di Thun” e “Salva la linee” nascono dalla grande passione che la famiglia Thun ha da sempre per i tesori della natura. L’azienda riconosce che il bosco e i suoi animali rappresentano una risorsa fondamentale come elemento regolatore del clima e per la vita dell’uomo. Thun intende quindi trasmettere questa consapevolezza e tramandare alle generazioni future il valore di un patrimonio incalcolabile. Nel 2001 l’Azienda lancia “gli animali del bosco”, una nuova linea di teneri animaletti in ceramica dipinta a mano, decidendo di devolvere parte dei ricavi delle vendite alla tutela di aree boschive in Italia e Austria e alla tutela degli animali che le abitano. Per questi progetti Thun ha ottenuto il patrocinio della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, che ha supportato l’Azienda nell’individuazione delle aree incontaminate per preservarne lo sviluppo spontaneo, e di Rete Alpina/scalp per la tutela della lince nell’arco alpino. L’iniziativa ha riscosso da subito un grande successo. Nel 2002, grazie agli amanti del Mondo Thun, l’Azienda ha venduto quasi 100.000 animaletti del bosco e ha devoluto più di 42.000 euro. Nel 2003, invece, la collezione si è ulteriormente arricchita e Thun ha raccolto e devoluto altri 60.800 a cui si aggiungeranno i fondi del 2004 per un totale sui tre anni pari a 183.000 euro. Grazie quindi al contributo degli amici di Thun e all’aiuto di Federparchi, l’Azienda ha istituito nel 2001 una riserva forestale sul Monte Sabbionare nel comune di Terres e un percorso didattico autoguidato in Val Algone, entrambi all’interno del Parco Adamello Brenta. Il secondo intervento del progetto “Il Bosco di Thun” ha coinvolto il parco austriaco di Kalkalpen: dal 2002 Thun sostiene, infatti la strutturazione di un percorso informativo per dare la possibilità ai visitatori di ammirare il bosco selvatico e la dinamica della foresta. Infine, nel 2003, è partita la collaborazione con Scalp e Rete Alpina per la tutela e lo studio della lince ricomparsa da poco nell’arco alpino ed in particolare in Italia nella zona di Tarvisio. La cura nella realizzazione delle proprie creazioni e l’amore per l’ambiente che ci circonda fanno di Thun un’Azienda leader nel settore, che opera attingendo dalla tradizione ma rivolta verso il nuovo, che ha trovato la formula e il segreto del successo nel lavorare per arrecare gioia a sé stessi e agli altri. (Marketpress)

Parco dei Magredi, primo passo

I Magredi vanno verso l'istituzione di un Parco naturale e di un Centro di studi internazionale. Vertice tra amministrazioni comunali e associazioni ambientaliste per la tutela dei terreni magredili venerdì a Maniago. Convocato per le 18 nella sede municipale un incontro per andare avanti con i progetti di salvaguardia e tutela dei Magredi. Il meeting, organizzato dal Comune di Maniago, dal Wwf Maniago e dal Comune di Montereale Valcellina, vedrà la partecipazione delle associazioni ambientaliste e degli enti aderenti al Forum ambientale sui Magredi che da anni si battono per quei territori, nonché di soggetti e associazioni interessate, tra le quali il Cai Maniago e il Centro sociale di Maniagolibero. Un incontro che avrà l'obiettivo di portare avanti le proposte dalle quali potrebbero scaturire prospettive concrete di tutela dei quell'area. la Discussione verterà in particolare attorno a due argomenti: il Parco naturale dei Magredi e il Centro internazionale di studi e ricerche sui Magredi. «Quello che bisogna fare - afferma il sindaco di Maniago Emilio Di Bernardo - è definire un percorso, le tappe e le modalità di concretizzazione. E' importante inoltre cercare un canale di dialogo con la Regione e con altri soggetti che in qualche modo hanno a che fare coi magredi».L'idea del Parco era emersai già nei mesi scorsi proprio pensando a una maniera per trasformare l'area in una terra in qualche modo protetta e al contempo valorizzata. Tra gli altri, oltre alle stesse associazioni appartenenti al Forum, ne avevano parlato i sindaci di Maniago e Vivaro. Il parco permetterebbe di disporre di uno spazio delimitato e perimetrato, all'interno del quale poter prevedere magari un servizio di vigilanza. Un modo questo anche per promuovere una migliore e più consona fruizione e conoscenza delle aree magredili, valorizzandole sotto il profilo turistico, culturale e ambientale. Sulla medesima scia si inserisce la questione dell'istituzione di un Centro internazionale di studi e di ricerca sui Magredi, che potrebbe avere sede proprio a Maniago. Sarebbe questo un modo perrivolgere l'attenzione a una una fruizione turistica e culturale dei Magredi. Si potrebbe per esempio pensare a organizzare eventi compatibili con quel particolarissimo ambiente. (Il Gazzettino)

Il monito delle categorie: «No alla bozza del Parco»

Delta del Po - Presentata la proposta di legge di modifica

Cassata dalle associazioni di categoria e del tempo libero, la bozza del Piano del Parco Veneto del Delta del Po.
Dopo aver smontato nel merito (norme di attuazione e cartografia) nonché nel metodo (date, scadenze, adozioni, approvazioni e verbali di delibera), il "Piano di Parco" in adozione è stato respinto in maniera decisa dal fronte Antiparco.
Presenti in sala Eracle, accolti dal consigliere Virginio Mantovan, il presidente degli industriali, il direttore di Veneto Agricoltura, il Presidente del Consorzio di bonifica, il presidente mandamentale Coldiretti, amministratori bassopolesani e non.
Nel dibattito sono intervenuti: Lino Tosini, direttore del Consorzio di Bonifica "Delta Po Adige", con una dissertazione sulle origini del Delta del Po; Cirillo Brenna, presidente degli agricoltori, che ha evidenziato l'assurdità di dover dipendere dall'Ente Parco per gestire i terreni agricoli; Alessandro Faccioli, vicepresidente nazionale di Federcoopesca, che ha elencato le molteplici problematiche della pesca, se si arrivasse ad una adozione del Piano, così com'è stato proposto; Giuseppe Penzo, rappresentante dei vallicoltori, che ha dichiarato che con un Parco così, non sarà possibile l'esistenza dell'uomo e delle sue attività.
Quindi, Lorenzo Carnacina ha letto la proposta di legge di iniziativa popolare, con cui si intende modificare la Legge regionale 36/97, ed ha chiesto ai politici presenti di appoggiare l'iniziativa. Fra le adesioni quella di Isi Coppola, per An, Antonella Bertoli, per il Terzo Polo, Renzo Marangon, per il centrodestra; Franco Secchieri per la Lega Nord. Totale condivisione è stata espressa telefonicamente anche dall'europarlamentare Sergio Berlato. (Il Gazzettino)

Punta Campanella, le nomine non piacciono a Sant’Agnello

Sant’Agnello. Polemica sulla trasparenza di alcune nomine nel Parco Marino. Ieri, in una conferenza stampa, il rappresentante del Comune di Sant'Agnello, Giuseppe De Angelis, ha così espresso la contrarietà alla procedura con la quale è stato nominato il nuovo direttivo dell'area protetta di Punta Campanella, l'ente consortile che vede Massa Lubrense comune capofila.
Venerdì sera il CdA aveva nominato direttore generale della riserva Antonino Miccio, preferendolo al candidato di Sant'Agnello, Arturo De Alteris. Nell’occasione l’assessore non si è limitato a votare contro la designazione ma ha annunciato ricorso e l'invio di una lettera al Ministero. Secondo De Angelis ci sarebbe stata infatti «una forte ingerenza politica». Sottolineata inoltre «l'assoluta assenza di trasparenza nei confronti dei consiglieri» emersa dall’indisponibilità degli atti del Consiglio per la preventiva consultazione. E ancora, «la sconsiderata interpretazione della delibera ministeriale secondo la quale invece i requisiti del direttore di riserva andrebbe verificata e non semplicemente valutata attraverso un curriculum».
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Piergiorgio Sagristani, che ha tenuto a lodare l'operato dell'ex presidente del Parco, Giancarlo Russo. Sullo sfondo della polemica, infine, i non idilliaci rapporti tra consiglieri di Sant'Agnello e alcune componenti del Comune di Massa Lubrense. (Il Mattino)

Parco nazionale del Vesuvio: Tortoli in visita dal presidente Troiano

Il Governo punta sul Parco nazionale del Vesuvio: ieri visita del sottosegretario all’Ambiente Roberto Tortoli all'osservatorio vulcanologico vesuviano, con la partecipazione di tutti gli amministratori dell’area e del presidente del Parco, Amilcare Troiano, oltre che delle associazioni del territorio e dei membri del consiglio direttivo dell'Ente dell'oasi naturalistica vesuviana. “So che il Parco del Vesuvio grazie a una dirigenza di livello, è uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese”, commenta il sottosegretario. “La visita di un esponente del Governo - dichiara il presidente del Parco Troiano - dimostra ancora una volta la grande attenzione che il Palazzo Chigi ha per la nostra area protetta”. Al centro dell’incontro il bilancio dell’attività svolta dall’ente. (Il Denaro)

Il sindaco spazza via i «veleni» sul Parco

Otranto – Santa Maria di Leuca - Non si placano le polemiche sull'istituzione dell'area protetta.
«Nessun esproprio, i contadini possono stare tranquilli: vantaggi anche per loro»

TRICASE Ancora polemiche sul parco «Costa Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco di Tricase». Assemblee e riunioni istituzionali di Agenda 21 non hanno smorzato le richieste di chiarezza. «Condividiamo la scelta della Regione Puglia di istituire il parco - taglia corto il sindaco Antonio Coppola - anzi dico che mi pare che la scelta regionale sia restrittiva rispetto alle potenzialità.
Per Tricase sarebbe opportuno che si potesse inserire tutta l'area che va dal Canale del Rio fino alla storica "Vallonea dei cento cavalieri". Infatti, una volta che sarà istituito l'ente parco, sarà necessario che tutta l'area ne faccia parte, comprese le due marine di Tricase Porto e Marina Serra». Eppure a Tricase c'è chi sostiene che il parco sia un ulteriore vincolo sul territorio; ecco, quindi, la reazione.
«Nell'area individuata - spiega il sindaco - oggi nessuno può costruire. Solo i coltivatori diretti o gli imprenditori agricoli possono realizzare abitazioni rurali: una sola abitazione per azienda, non superiore a 95 metri quadrati, oltre il parcheggio, e su lotti non inferiori a 3000 metri quadrati. Vogliamo fare i conti con il numero dei coltivatori e dei lotti liberi? In questo momento, per alimentare la polemica sul parco, a Tricase sembra che tutti siano coltivatori e tutti posseggano lotti liberi di quelle dimensioni. E non è così». Ai contadini è stato detto che istituire il parco vuol dire che esistono possibilità di esproprio. «Nessun esproprio e nessuna limitazione con il parco - chiarisce Coppola - Ai contadini dico che il parco costituisce una ricchezza soprattutto per loro. La verità è un'altra: qualche tecnico interessato, qualche intermediario senza scrupoli, qualche grosso proprietario che ha paura di non poter fare speculazioni non riusciranno a bloccare Tricase. Il parco è opportuno che si faccia e si farà». Il sindaco poi si difende dall'accusa di aver voluto fare in fretta e senza informare. «Nulla di più falso - sostiene Coppola - La Regione Puglia, l'8 marzo, aveva dato come scadenza il 31 marzo per proporre modifiche al perimetro del parco proposto. Ecco il perchè della fretta. E a metà giugno l'assessore regionale Saccomanno sarà a Tricase per parlare del parco e del perchè la Regione ha deciso di istituirlo così come l'ha proposto. Noi faremo proposte migliorative: chiunque ne avesse le avanzi. Ma non dimentichiamo: il parco potrà aiutare il nostro sviluppo». (La Gazzetta del Mezzogiorno)


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