Rassegna del 06 Gennaio 2005

Altolà al sindaco dalla Federparchi

San Bartolo

Parco San Bartolo, continua il braccio di ferro. Con un telegramma inviato dal presidente Matteo Fusilli al sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, la Federparchi ha espresso "la propria ferma contrarietà nei confronti della immotivata azione diretta alla sostituzione del presidente del parco del monte San Bartolo". Praticamente il messaggio suona come un “altolà” allamanovra di avvicendamento alla presidenza del parco San Bartolo.
Nei giorni scorsi il sindaco, così come ricorda l’Associazione nazionale dei parchi con una procedura, considerata "senza precedenti e senza giustificazioni" ha promosso un iter che vorrebbe portare alla destituzione della presidente Nadia Regnoli "ben prima della ordinaria scadenza del mandato che le viene, peraltro, da una nomina regionale".
La Federparchi ha così reagito duramente prendendo posizione. Ed ha considerato l’intenzione del sindaco una azione "arrogante e di bassa cucina politica" ricordando anche che "i principi di autonomia e autorevolezza degli enti parco non possono essere merce di scambio" e che "la competenza e l'esperienza degli amministratori dei parchi è garanzia di efficacia nell'azione di tutela".
Sottolineando appunto la preparazione e le capacità di Nadia Regnoli, il presidente della Federparchi Matteo Fusilli chiede "l'immediata sospensione dell'irrituale e pericolosa procedura avviata" per la sua rimozione. Rimozione che si configura "come una vera e propria prepotenza". (Il Messaggero)

Matera affida i suoi "tesori" all'ente Parco della Murgia

In tre punti il nuovo protocollo d'intesa che non disperde il lavoro svolto fino a questo momento

Tre boccate d'ossigeno per non disperdere ciò che di buono è stato realizzato fino a questo momento, ma utili anche per continuare a camminare nelle stessa direzione, magari facendo maggiore affidamento sulle fresche forze dei giovani coinvolti nell'iniziativa. È il succo del protocollo d'intesa fra Comune e Parco della Murgia sottoscritto ieri mattina in via Moro dal sindaco, Michele Porcari, e dal presidente dell'Ente Parco, Roberto Cifarelli. Riguarda la soprattutto gestione delle chiese rupestri e degli immobili dei beni patrimoniali ricadenti nell'area protetta, con particolare riferimento a Masseria Radogna e Jazzo Gattini. Con questo protocollo il Comune affida al Parco, in comodato gratuito per 6 le due strutture rurali recuperate alla piena funzionalità nell'area di Murgia Timone Murgia e i complessi rupestri con le relative aree pertinenziali ricadenti nella stessaarea. Inoltre, il Comune affida al Parco in concessione gli immobili di Santa Lucia e Agata alla Civita. In questo caso si è appreso che vanno ultimati i lavori e probabilmente, benchè la cosa non sia ancora ufficiale, con il coinvolgimento della Camera di commercio, sarà possibile aprire al pubblico una parte del complesso monastico già in primavera. Il nuovo punto d'informazione, unitamente a quanto svolgono da tempo le strutture di Murgia Timone e di Montescaglioso, s'inserirà nel più vasto programma del sistema turistico locale. La continuità è quindi il primo traguardo consolidato dall'Ente Parco, perchè il 31 luglio era scaduto il secondo accordo con l'Amministrazione comunale, che è titolare di tutte le proprietà. In questi mesi il lavoro è stato comunque svolto e ora, con il terzo protocollo d'intesa, il Parco potrà contare su altri sei anni di attività. Attività che vedrà agire direttamente le professionalità maturate all'interno di un programma ormai in grado di cambiare pelle rispetto ai primi passi sperimentali compiuti nel paassato. Nello specifico, per valorizzare l'investimento attuato, sia in termini di risorse materiali che di risorse umane, ed assicurare la continuità di funzionamento del Centro di educazione ambientale (Cea) il Parco ed il Comune si sono impegnati a promuovere la costituzione di un soggetto giuridico terzo composto dal personale attualmente impegnato nel centro cui affidare per 6 anni, la gestione delle attività del Cea. Del resto, una parte del bilancio dell'Ente Parco, circa 50mila euro sarà destinata, al gruppo di lavoro che ha messo a punto un vero e proprio piano d'impresa di circa 150mila euro, reperibili oltre che dagli enti pubblici, da attività dirette di servizio, educative, visite guidate, ristorazione, book shop, gadgets e altre iniziative che aprono le porte a strade alternative per quanto riguarda l'autonomia economica, pur prevalendo la finalità pubblica di fondo. In questa ottica rientra anche il comodato delle chiese rupestri che si trovano nell'area di Murgia Timone. Saranno affidate al Parco che potrà tutelarle e favorire le migliori condizioni per una fruizione attiva del patrimonio rupestre. Per quanto riguarda gli altri immobili, proseguiranno le attività già abbondantemente rodate in questi anni e che rappresentano ormai un punto di riferimento per tutto il territorio murgico materano. "Il parco - ha spiegato Cifarelli - provvede, sulla base dell'intesa sottoscritta, a pianificare, predisporre e realizzare attività di animazione culturale, itinerari tematici che comprendono diverse possibilità di fruizione del vasto patrimonio di beni culturali e ambientali compresi quelli di proprietà del Comune ricadente sull'altipiano murgico ed in particolare i complessi rupestri e rurali restaurati e quelli disponibili alla fruizione. Compito del parco è la progettazione di iniziative, la individuazione di collaborazioni e di finanziamento esterni, la definizione di modalità e di procedure utili alla migliore valorizzazione, la promozione e gestione del Centro visita di Murgia Timone e del Centro di educazione ambientale, la collaborazione tra pubblico e privato per supportare le politiche di crescita del sistema socioeconomico del territorio". "Il Comune - ha aggiunto il sindaco - conferma l'affidamento della gestione del Centro di educazione ambientale, allocato in Jazzo Gattini, al Parco della Murgia. L'obiettivo è quello di consolidare l'impegno nel campo della sensibilizzazione ed educazione sulle tematiche ambientali e nella promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso la creazione di una struttura dinamica che si collochi nell'ambito delle imprese culturali". Con questa intesa il Comune si impegna inoltre a provvedere alla raccolta dei rifiuti raccolti in contenitori ricadenti nell'area di Murgia Timone e di concordare con il Parco l'istituzione di una linea di trasporto pubblico urbano di collegamento fra il centro urbano e l'area di Murgia Timone. A sua volta, il Parco si impegna ad attuare una serie di iniziative, fra cui: provvedere alla manutenzione, alla vigilanza e alla custodia, alla pulizia, dei monumenti restaurati e consegnati; assicurare l'accesso al pubblico ai luoghi monumentali; garantire la perfetta funzionalità degli itinerari dipendenti dal centro visita; progettare e realizzare una specifica segnaletica del circuito; evidenziare l'alto patrocinio del Comune in ogni attività ed evento nonchè nella produzione di materiale editoriale o informativo; aderire all'avvio della sperimentazione della carta unica dei musei, circuiti culturali e servizi aggiuntivi. Si è appreso, infine, che in questi giorni sta per essere realizzato il sistema di portali previsto alle principali aree d'ingresso al Parco. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il fiume Oglio protagonista nel calendario del Parco

Sponde e paesaggi in 13 immagini

"Quest’anno i protagonisti indiscussi delle splendide fotografie sono le sponde e i paesaggi del fiume Oglio visti nelle varie stagioni: l’ordinata serie dei campi in primavera, il ponte di barche di Torre d’Oglio, gli argini e le corti, i tramonti, la foce nel grande fiume". Così il presidente Enrico Tavoni illustra il calendario 2005 del Parco Oglio Sud, una iniziativa editoriale che si ripropone ogni anno, seguendo ormai una consolidata tradizione. "La meticolosa ricerca dei luoghi più significativi — afferma — ha consentito di descrivere in 13 immagini l’ampio territorio del Parco che negli ultimi anni ha visto intensificare le opere di ricostruzione del paesaggio: solo dal 1999 al 2004 oltre cinquanta ettari di boschi sono stati ricostruiti mentre ben sei percorsi pedonali e oltre dieci aree attrezzate per la sosta sono state realizzate lungo la rete di percorrenza". Tutto questo, continua il presidente del Parco Oglio Sud, "è stato realizzato anche grazie alla partecipazione degli imprenditori agricoli che collaborano attivamente alla riqualificazione del loro territorio". Le immagini del calendario sono state riprese da Stefano Ronca, fotografo naturalista bresciano, e da Fabrizio Malaggi, il più giovane tra i dipendenti del Parco, assunto nel 2003. (La Provincia di Cremona)

Un nuova segnaletica per il Parco regionale: sì al progetto definitivo

Partenio

Si chiama Sistema Segnaletica, ed è supportato dalla misura 1.9 (azione A) del Por Campania 2000-2006, uno degli interventi programmatici più importanti all’interno Pit del Parco regionale del Partenio. La redazione del progetto definitivo, secondo quanto disposto dal cronogramma, dovrebbe partire proprio con l’inizio del nuovo anno e concludersi poi nel secondo trimestre del 2005. Si tratta di un’iniziativa che ricade in gran parte all’interno dell’area naturale protetta del Parco regionale del Partenio e mira a realizzare un sistema di segnaletica adeguata alla peculiarità dell’area e dei siti. Il territorio come è noto è contrassegnato da episodi ed elementi di notevole interesse paesaggistico, naturale, ambientale e culturale che in primo luogo vanno indicati all’esterno dell’area e ai fruitori dell’area stessa. Il progetto riveste, quindi, un ruolo essenziale per la migliore fruizione delle aree da parte dei fruitori anche lungo le principali direttrici di accesso. In maniera concreta, si prevede di posizionare lungo le direttrici di accesso le indicazioni di tipo generale e le segnalazioni specifiche di indirizzo alle peculiarità specifiche dell’area. Allo stato attuale la segnaletica risulta inadeguata. Le direttici ed i siti non sono adeguatamente indicati e in alcuni casi le indicazioni si presentano in uno stato di totale degrado. Questo , sia per la comunità locale che per il visitatore-fruitore , determina una mancanza di visibilità del territorio e contribuisce ad ingenerare atteggiamenti disinteressati. L’iniziativa individua due tipologie di segnaletica la prima detta di macro-area e di accesso, la seconda di fruizione interna del sistema parco che non interferisce con la segnaletica specifica dei singoli progetti in quanto questa ultima è di terzo livello ovvero di fruizione dei singoli progetti. L’inizio dei lavori, sempre secondo lo schema del cronogramma, è fissato per i primi mesi del 2006. (Il Denaro)

Il Parco dichiara guerra alle discariche abusive

La Maddalena. Si inizierà con un censimento

Il Parco Nazionale ha deciso di dare battaglia sul fronte delle discariche abusive. "Non è ammissibile che un Parco debba essere costellato di discariche", esordisce Vincenzo Satta, direttore dell'Ente. E le discariche abusive non solo ci sono, ma continuano ad aumentare. Sarà battaglia, una battaglia combattuta con metodi scientifici e tecnici per eliminare il problema alla radice. Innanzitutto si procederà, con fondi propri dell'Ente, al rilievo definitivo delle discariche abusive presenti sul territorio "facendo un censimento non solo dei siti interessati dalle discariche, ma specialmente del tipo di materiale che in queste discariche viene depositato, così da renderci conto, ad esempio, quanti frigoriferi vengono gettati via, quanti materassi, quanti copertoni, eccetera, creare una banca dati efficiente ed aggiornata, ed ovviamente trovare il modo più efficace per smaltirli". Questo sarà il primo passo per una misurazione ?scientifica' del fenomeno. Sarà in pratica individuato tutto il materiale di rifiuto che non è asportabile tramite il servizio Rsu del comune. Per fare questo l'Ente si avvarrà della cooperativa di servizi ?Naturalia' che effettuerà un monitoraggio molto approfondito "servendosi anche di strumenti tecnicamente all'avanguardia". Nel servizio di rilievo saranno compresi anche i litorali per individuare tutti i rifiuti presenti sotto il livello acqueo, non meno abbondanti di quali rilevabili a cielo aperto. Più difficile sarà l'eliminazione del materiale. Il direttore Satta ha più di una speranza in merito. "L'ideale, per evitare il dettato del decreto Ronchi, sarebbe quello di raccogliere tutto il materiale abusivamente abbandonato in un'area coperta. Qui si potrebbe attivare la differenziazione dei rifiuti e una diversa strategia di smaltimento, dopo aver selezionato i materiali". Questo progetto discende da fondi per le Isole Minori appositamente stanziati e prevedeva 3,6 milioni di euro di spesa. "Per adesso sono disponibili solo 1,2 milioni di euro ? specifica l'ex assessore all'ambiente Giacomo Grondona ? ma sufficienti per avviare il lavoro di smaltimento". Fra i materiali più ingombranti e più brutti da vedere ci sono gli inerti. L'idea è quella di triturali adeguatamente al coperto e produrre materiale primo per una successiva agglomerazione in blocchetti per edilizia, una tecnica di facile applicazione capace di dare anche qualche posto di lavoro. Per quanto riguarda i materiali ferrosi l'Ente sarebbe dell'avviso di posizionare in punti facilmente raggiungibili da tutti dei contenitori scarrabili che, di giorno in giorno, farebbero da centro di raccolta e successivo trasferimento in un'area ? individuata già a suo tempo dal comune nella zona del ?Vaticano' al quartiere Moneta ? dove entrerebbe in funzione un compattatore capace di ridurre i metalli a blocchi per un facile trasferimento alle discariche autorizzate della Sardegna. Il direttore dell'Ente Parco è stato al ministero dell'Ambiente per recuperare altri fondi e si dice convinto che questo progetto sia "l'unico in grado di garantire la gestione ecologica del territorio". (L'Unione Sarda)

Forza Italia Il commissario dà le dimissioni

Gennargentu

Ha deciso di rimettere il mandato nelle mani di Sandro Bondi, "perché sono convinto che non si può prendere in giro la gente. Noi abbiamo il dovere di mantenere fede agli impegni, e la cancellazione del Parco era un impegno". Angelo Stochino, commissario ogliastrino di Forza Italia e vice sindaco di Arzana, l'altro ieri ha preso la decisione che definisce "dura, importante". E con lui, altri amministratori ogliastrini azzurri minacciano di autosospendersi dal partito se il decreto non verrà revocato. "Noi è anni che stiamo battendo sulla necessità di cancellare questo Parco che non ci appartiene e che ci viene imposto. Più volte ne abbiamo parlato con i referenti di Roma, più volte ci è stato assicurato l'impegno e invece è accaduto quel che è accaduto e la Regione ha potuto fare questa provocazione dell'applicazione dei vincoli. Perché di una mossa provocatoria si tratta...". Adesso, avverte Stochino, c'è in da risolvere una questione di ordine pubblico. "Abbiamo avvisato anche il ministro Pisanu: nei paesi caduti dentro le maglie del Parco la situazione potrebbe degenerare e noi amministratori potremmo essere non in grado di fronteggiarla. Già domenica scorsa non abbiamo saputo rispondere ai cacciatori sull'operato della forestale e sull'applicazione dei vincoli visto che in Comune non è mai arrivata alcuna comunicazione da parte della Regione". Se la questione sta causando malumori e divisioni, sindaci e amministratori sembrano invece tutti d'accordo su quello che potrebbe essere un modello alternativo al Parco del Gennargentu ("inadeguato - è stato scritto del documento comune firmato ieri - alla gestione dello sviluppo del territorio caratterizzato come paesaggio culturale e non solo ambientale") e che riprende il programma avviato dalla Provincia di Nuoro. "Un modello - è scritto nella nota - rappresentato dal Pastoralismo che garantisce il mantenimento dell'identità del territorio e del suo popolo". (L'Unione Sarda)

Ladu (Fortza Paris) "Ridiamo voce alle popolazioni"

Gennargentu

"Se il presidente Palomba, ascoltando quanto sindaci, comunità e lo stesso Consiglio regionale, non esclusi alcuni importanti esponenti della sua maggioranza, non avesse firmato nel 1998 l'intesa Stato-Regione, oggi non saremmo costretti a fare i conti con una realtà che le popolazioni non vogliono e che, malgrado ciò, è nato e produce gravi tensioni nelle 24 comunità interessate". A evidenziarlo, in una lettera aperta sul parco del Gennargentu, è il presidente del gruppo di Fortza Paris in Consiglio regionale. "Nella veste di presidente della quinta commissione, Agricoltura e Ambiente, il sottoscritto, prima della famosa intesa, fece adottare due risoluzioni: la prima nel novembre del 1995 e la seconda nel mese di dicembre. Si chiedeva alla Giunta", ricorda Ladu, "di avviare una campagna di sensibilizzazione per consentire alle amministrazioni locali di acquisire quante più informazioni che fossero da ausilio per le decisioni da adottare ma, anche, di aprire in quanto Regione autonoma, una contrattazione con il Governo nazionale per la revisione dell'articolo 9 della legge 394, che riguarda la rappresentanza dell'ente parco". Il capogruppo di Fortza Paris ricorda ancora che la commissione chiedeva "specificamente alla Giunta di sollecitare e raccogliere preliminarmente, sulla proposta di intesa, atti formali della amministrazioni locali di adesione al parco. Si voleva che tutte le misure di salvaguardia per la creazione del parco diventassero operanti solo dopo gli atti formali di adesione dei Comuni. Perché il presidente Palomba non ha rispettato la volontà del Consiglio regionale? Perché non ha rispettato la volontà di autodeterminazione dei Comuni?". Silvestro Ladu conclude evidenziando che "oggi bisogna correggere gli errori del Governo regionale del 1998, maggioranza e opposizione devono lavorare ripartendo dal coinvolgimento delle popolazioni interessate per individuare soluzioni che siano accettabili e in linea con un vero processo di crescita e di sviluppo". (L'Unione Sarda)


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