Rassegna del 13 Gennaio 2005

Borsa del turismo a Milano, due progetti della Provincia

Teramo

L’unione fa la forza. Lo dimostra e lo mette in pratica la Provincia, che si sta preparando, insieme a Chieti, Pescara e l’Aquila, a partecipare, dal 12 al 15 febbraio prossimo, alla Bit di Milano, la fiera del turismo. Sarà la prima volta, quest’anno, che Teramo sarà presente all’importante manifestazione, associata con le altre province abruzzesi, in uno stand di 338 metri quadrati, che avrà come filo conduttore il tema de ”L’Abruzzo, territorio dei Parchi”. A ciascuna delle protagoniste sarà dato modo di ritagliarsi, all’interno dello spazio, un piccolo angolo dedicato alle proprie caratteristiche territoriali. Due i progetti che la nostra provincia presenterà nell’importante vetrina internazionale. Il primo, in collaborazione con l’Ente Parco, verterà sul recupero ed il rilancio dei borghi, attraverso l’ottimizzazione della ricettività turistica delle singole realtà territoriali. Il secondo progetto, relativo al turismo di qualità, si occuperà di mettere in risalto le eccellenze delle diverse strutture turistiche. “La finalità della nostra partecipazione - spiega l’assessore al Turismo, Orazio Di Marcello - è quella di promuovere sempre più il nostro territorio, per fare della risorsa turistica un valore aggiunto”. (Il Messaggero)

Parco Oglio, niente vincoli all’edilizia

SONCINO — Nessun condizionamento da parte del parco Oglio Nord per l’edilizia residenziale del centro storico. La città murata è infatti tutta compresa nella zona di tutela territoriale del parco ma non è soggetta a vincoli o a pareri in quanto è già stata tutta mappata e definita. Lo comprova il nuovo piano regolatore generale licenziato dalla regione Lombardia. Il Comune è quindi autosufficiente e libero di decidere nel merito delle questioni legate alle richieste di intervento di consolidamento statico o di revisione da parte dei privati o della stessa pubblica amministrazione locale. Un punto importante a favore del borgo medioevale, sede culturale del Parco Oglio Nord. Inoltre, le osservazioni al piano territoriale di coordinamento presentate dall’amministrazione locale nel corso dell’assemblea del 22 dicembre scorso sono state tutte accolte. Al riguardo, l’assessore regionale ai Parchi Franco Nicoli Cristiani ha assicurato la massima disponibilità ad accogliere altre eventuali osservazioni prodotte dopo le scadenze previste. La parola definitiva sui vincoli del parco Oglio Nord spetterà infatti alla regione Lombardia. Decisioni che verranno prese nelle prossime settimane. (La Provincia di Cremona)

La sfida che lancia un territorio

Matera - Ieri il Consiglio comunale aperto. Ribadita la necessità di potenziare le relazioni interistituzionali e la concertazione

Ieri nell'auditorium di piazza Sedile appuntamento con il “Consiglio comunale aperto”. Una buona occasione per fare il punto sul sistema produttivo materano e in generale sulle difficoltà del territorio, in questi tempi di vacche magre. Per il sindaco Michele Porcari i problemi ci sono ma “non sono troppi rispetto ad altre province. C'è indubbiamente una situazione contingente delicata, - ha sottolineato - la nazione sta vivendo fasi difficili e le zone da sempre più deboli soffrono di più”. Da Matera parte una sollecitazione all'esecutivo nazionale per “una modifica delle politiche sull'occupazione e perchè ci sia più attenzione per il Sud. Il Comune, insieme a Provincia e Regione - secondo Porcari - può diventare un punto di riferimento affinchè si possa compiere questa svolta”. Le associazioni imprenditoriali erano in prima fila all'Assemblea cittadina. Giuseppe Moramarco, presidente dell'Unione Industriali, sostiene che quanto sta accadendo sul fronte economico “è il riflesso di decisioni ed accordi presi altrove, che penalizzano le nostre aziende, soprattutto quelle che esportano. Ai nostri enti locali diciamo di insistere per l'adeguamento infrastrutturale, un impegno che è di tutti, compresi noi. Ed allora attenzione alla questione della 106 Jonica, all'adeguamento della statale 99, alla Matera-Ferrandina, al potenziamento delle ferrovie. A livello nazionale attendiamo che il Governo si muova per sostenere con convinzione l'apparato produttivo”. Al Consiglio aperto c'era il senatore della Casa delle libertà, Corrado Danzi: “La Basilicata ha avuto indici negativi nel 2003 con un tasso di disoccupazione del 16 per cento. Ci sono segnali tiepidi di ripresa dell'economia nei primi mesi del 2004. Sta di fatto che il problema della mancanza di lavoro resta e così quello legato alle esportazioni, dove solo la Fiat è in qualche modo protagonista. La sensazione di una ripresa in Basilicata è purtroppo legata solo al gruppo torinese e al mobile imbottito, e questo non è un dato che può rassicurarci. Credo comunque che le azioni a favore del territorio non devono essere ad ogni costo firmate politicamente. Serve il contributo di tutti, a prescindere dal colore politico”. Il senatore Gianpaolo D'Andrea, della Margherita, fa riferimento al settore dei salotti: “Bisogna raccogliere la sfida e non chiudersi pensando che passi la nottata. Ci sono elementi che gli stessi imprenditori hanno individuato, raccogliendoli in una relazione inviata al ministro delle attività produttive, che potrebbero essere assecondati. Penso ad esempio al ripensamento della strategia complessiva del mobile imbottito, in relazione alle fette di mercato ancora raggiungibili. Si richiede però una grande capacità di governo di questo processo, che possa sperimentare modelli di intervento che possano anticipare una crisi che non è ancora del tutto esplosa”. Per Angelo Cotugno, segretario provinciale Cgil, “deve partire dal Comune di Matera e dagli altri enti locali una proposta per rivendicare la "manutenzione" dell'esistente. Si deve cioè operare perchè quello che c'è non venga in breve tempo depauperato, ma soprattutto per rivendicare una maggiore attenzione a quelli che sono le azioni per l'innovazione, ai percorsi che guardano al futuro dell'assetto produttivo della provincia materana. Perciò innovazione tecnologica e fiducia nei settori che hanno un periodo di ingresso dal punto di vista tecnologico medio-lungo. Un esempio? Le telecomunicazioni avanzate e l' informatica, senza escludere le energie alternative. E per il Materano bisogna puntare con decisione sul turismo, sui parchi e il riassetto del territorio”. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Verso la sospensione dei vincoli” Il ministro: ora ho le idee più chiare

Gennargentu
Matteoli ricuce lo strappo con la Regione dopo il rifiuto di incontrare Soru “Non avrei potuto prendere provvedimenti senza sentire i sindaci”


Dal nostro inviato Stefano Lenza RomaIn attesa di cancellarlo definitivamente, si torna a un Parco del Gennargentu dove si potrà fare tutto o quasi. Un parco dai giorni contati e senza vincoli, promette Altero Matteoli ai sindaci del Nuorese e dell'Ogliastra arrivati di buon mattino al ministero dell'Ambiente. Sono nove, una squadra più che dimezzata rispetto ai titolari dei 24 Comuni compresi nei 73 mila ettari della grande riserva naturale isolana. Deciso a ricucire lo strappo con la Regione, provocato dal rifiuto di incontrare il presidente Soru, Matteoli fa sapere che è pronto a riceverlo “domani o lunedì (l'incontro sarà poi fissato per mercoledì prossimo, ndc). Con lui discuteremo la parte finale di questa procedura. Non potevo studiare o prendere dei provvedimenti in base a ciò che leggevo sui giornali o sentivo dalla televisione. Avevo bisogno di parlare con i sindaci, sentire da loro che cosa sta accadendo. Nella vita si può anche sbagliare, però questo è il percorso che ho inteso portare avanti perché ritengo sia più razionale incontrare prima i sindaci e poi la Regione, che è l'ente col quale alla fine devo trovare l'intesa. Ora ho le idee più chiare e spero di arrivare a un accordo con il presidente Soru cui chiederò di darmi il consenso per poter portare in Consiglio dei ministri lo stesso provvedimento approvato a maggio dello scorso anno per la sospensione dei vincoli e che adesso intendo prolungare a tutto il 2005. Tutto questo per avere il tempo di studiare insieme i desiderata dei sindaci, cioè chiedere al Parlamento di abolire la norma della legge 394 che istituisce il Parco del Gennargentu”. Ironia della sorte, proprio a lui, ministro dell'Ambiente, tocca recitare il de profundis a un Parco nazionale tenacemente voluto dai suoi predecessori. “Questa scelta rientra nella politica che ho sempre portato avanti in materia di aree protette. Credo che i parchi siano un'opportunità ma non è possibile istituirli quando le comunità non ne sono consapevoli e contro la loro volontà. Lo si può anche fare ma non si va da nessuna parte. Restano sulla carta, i cittadini conoscono solo i vincoli e non i vantaggi. Tanto che ho chiesto, e il Parlamento lo ha approvato, di indire conferenze unificate, cioè con la rappresentanza dei Comuni, per decidere l'istituzione di nuove aree protette”. Per il momento, Matteoli sospende il giudizio sulla proposta di un parco di 33 mila ettari ristretto ai terreni dell'Azienda e dell'Ente foreste: “Non ho elementi sufficienti per una valutazione ma mi pare che i sindaci siano nettamente contrari anche a questa ipotesi”. Sarà che ha vissuto per dodici mesi in Sardegna (“Per ragioni di lavoro, a metà degli anni '70 ero amministratore di una piccola azienda di Torregrande”) ma interpreta correttamente il pensiero degli amministratori: “Non vogliamo il parco nazionale e neppure quello regionale. Aboliamo la legge e poi discutiamo a bocce ferme di sviluppo e tutela, senza espropriare i Comuni delle loro competenze sul territorio”, dice Angelo Stocchino, vice sindaco di Arzana. Quasi in coro, i colleghi approvano. Negli uffici ministeriali di viale Cristoforo Colombo si sono presentati gli amministratori di Gairo (Roberto Marceddu), Urzulei (Giuseppe Mesina), Villagrande (Piero Cannas), Arzana (Angelo Stocchino), Dorgali (Angelo Carta e l'assessore all'Ambiente Maurizio Fancello), Belvì (Aurelia Saias), Tonara (l'assessore all'Ambiente Stefano Succu), Talana (Giordano Serra), Orgosolo (il vice sindaco Dionigi Deledda). I presenti giurano che nel gruppo vanno idealmente inseriti anche i primi cittadini di Desulo, Tore Borto, (“è stato operato d'urgenza stanotte”), Aritzo (Paolo Fontana) e Sorgono (Paola Raspizzu): avrebbero voluto esserci ma proprio non hanno potuto lasciare l'isola. Mettendo nel conto anche loro si arriva a dodici, esattamente la metà. Tirate le somme, hanno disertato tutte le Giunte di centrosinistra. Perfettamente rispettato il copione scaturito dallo scontro politico istituzionale dopo il no di Matteoli alla richiesta di incontro avanzata dal governatore Renato Soru. Concluso l'incontro (a porte rigorosamente chiuse) con il ministro, i sindaci diffondono un comunicato in cui sottolineano l'impegno di Matteoli (“previa intesa con la Regione”) di proporre al Consiglio dei ministri (forse il 21) la sospensione dei vincoli sino al 31 dicembre di quest'anno “per porre in essere l'iter parlamentare finalizzato alla revoca definitiva del Parco nazionale del Gennargentu”. L'unanimismo si sfalda, invece, su una seconda versione in cui si esprime “rammarico per l'assenza di alcuni colleghi, per le dichiarazione alla stampa del presidente Soru e per alcuni articoli ritenuti gravemente offensivi nei confronti di chi, semplicemente, ha voluto rappresentare le istanze delle proprie comunità e che proviene da diverse esperienze politiche”. I firmatari (Marceddu, Succu, Saias, Stocchino, Cannas, Serra) della nota bis “si ritengono particolarmente soddisfatti dagli impegni assunti dal ministro”. Si dicono poi “certi che si supereranno equivoci e fraintendimenti” in modo che “le istituzioni autonomistiche sarde, di concerto con il ministro, sapranno utilizzare il 2005 per perseguire lealmente quanto voluto dalle comunità locali e che, raggiunto l'azzeramento del Parco del Gennargentu si potranno serenamente approfondire le proposte alternative (compresa quella del presidente Soru) di sviluppo e tutela del territorio per dare a questo uno strumento adeguato, condiviso e partecipato”. (L'Unione Sarda)

Tutti uniti in Consiglio: azzeriamo quel Parco

Sardegna

Si spacca il fronte dei sindaci, si unisce il fronte politico regionale. E così, dopo lo scontro di due giorni fa, Renato Soru potrà incontrare mercoledì prossimo a Roma il ministro dell'Ambiente forte del sostegno di tutti i gruppi dell'assemblea di via Roma. Misteri della politica. Nel giorno della massima polemica fra il presidente Soru e il ministro Altero Matteoli, con i sindaci divisi fra Roma e l'Isola, il Consiglio regionale fa il miracolo di superare miopi interessi di schieramento e ribadire ciò che tutti, in testa Renato Soru e l'assessore Tonino Dessì, vanno sostenendo da giorni: il Parco nato nel 1998 e mai decollato va azzerato, occorre ripartire con il consenso delle popolazioni, per dar vita a un sistema regionale di are protette. Sul Parco del Gennargentu scoppia dunque la pace in Consiglio. Votano sì tutti i presenti, ben 75, con l'unica eccezione di Peppino Pirisi, Ds, presidente della Provincia di Nuoro quando nacque il Parco della discordia, convinto che “non sarà semplice varare rapidamente una nuova legge sulla quale chiedere la firma del presidente della Repubblica”. Pirisi ha creduto nel Parco mai decollato, per una forma di coerenza preferisce non allinearsi al generale de profundis per un progetto già in difficoltà nel 1998, quando un altro Consiglio regionale a maggioranza di centrosinistra chiese di fermare tutto e ripartire. Dopo il martedì dell'ira, con scambi al vetriolo fra Soru e Matteoli, ecco planare in Regione (con il consenso anche dei cacciatori) la colomba della pace. L'occasione è data dalla discussione di una mozione del centrodestra illustrata da Roberto Capelli (Udc), che sollecita una svolta radicale, con le popolazioni protagoniste delle politiche ambientali. Si comprende immediatamente che il clima è disteso, al di là dei normali toni di contrapposizione. Ma i linguaggi si avvicinano, le tensioni si smussano. Le opposizioni chiedono alla giunta una svolta sincera, l'azzeramento del decreto del '98, vincoli e divieti compresi. L'esecutivo sollecita l'appoggio dei rappresentanti di tutti i gruppi per ottenere dal governo l'azzeramento di quel Parco a anche nuovi poteri statutari per la Regione. “Noi vogliamo aver la gestione del Parco - dice con forza l'assessore al'Ambiente Tonino Dessì - perché abbiamo i terreni dell'Azienda e dell' Ente foreste e abbiamo le idee per creare uno sviluppo sostenibile. Ciò non significa che siamo contrari a parchi di rilevanza nazionale, ma netto è il no a un Parco a valenza ministeriale”. La Sardegna rivendica insomma competenze primarie in materia ambientale e il Consiglio ritrova dimenticati toni apparentemente fuori moda di orgoglio autonomistico sui quali si registra un certo feeling (probabilmente spia di ulteriori movimenti sotterranei in corso) fra il presidente Soru e l'ex presidente Mario Floris che contesta il ministro Matteoli. “È inammissibile - dice il dirigente dell'Uds - che un esponente del governo compia atti tendenti a rompere il fronte autonomistico”. Il capogruppo di An Mario Diana come l'ex presidente di Fi Mauro Pili hanno in verità negato questa interpretazione, sostenendo che Matteoli ha semplicemente voluto sentire i sindaci prima di decidere che fare insieme alla Regione. Ma nel clima di buonismo presente ieri in Consiglio le scorie del giorno prima sono state dimenticate. E lo stesso Soru ha lanciato segnali di pace al ministro dell'Ambiente: “Per me l'incidente è chiuso - ha detto - e tutti dobbiamo lavorare per il bene comune”. E così la proposta di superare il decreto istitutivo del Parco nazionale è passata all'unanimità (Pirisi escluso), e Renato Soru potrà spiegare al governo che i rappresentanti dei sardi chiedono tutti insieme di ripartire da zero per dar vita a un sistema di parchi gestito dalla Regione. Gestito con l'idea di produrre ricchezza, sviluppando nei parchi attività economiche ecocompatibili ma in grado di creare lavoro e sviluppo senza violentare l'ambiente. Nel nome dell'autonomia, la Regione tenta di ripartire con una politica pensata e governata dai sardi, senza più parchi ministeriali. Forte di questo voto, Renato Soru potrà andare a Roma con le spalle coperte da un ampio consenso. Certo, un consenso limitato, che il presidente del gruppo di Forza Italia Giorgio La Spisa ha attribuito soltanto al senso di responsabilità dell'opposizione. “In realtà - sostiene La Spisa - le proposte del presidente sui parchi non mi convincono. Mi preoccupano, perché rischiano di sostituire al centralismo statale un neocentralismo regionale”. C'è una sola strada per evitare equivoci fraintendimenti: coinvolgere nelle scelte le popolazioni, oggi del Gennargentu domani di qualsiasi area nella quale le ricchezze ambientali possano far pensare all'istituzione di un parco. Ma forse ha ragione l'assessore Dessì, quando invita tutti a ricorrere a “una buona dose di creatività, anche per superare rapidamente una situazione di illegalità. Dopo cinque anni di vuoto nella scorsa legislatura - ha sostenuto - non bastano più i pannicelli caldi. Occorre affrontare la questione di petto, coinvolgendo le popolazioni in scelte strategiche per l'intera Sardegna”. Contro il Parco ieri e sempre si dice Piergiorgio Massidda, coordinatore regionale di Forza Italia, che annuncia per i prossimi giorni una mozione in aula dei parlamentari del suo partito, oltre a un disegno di legge volto a ottenere l'abrogazione dei vincoli. (L'Unione Sarda)

Rispunta il trenino nel futuro del Vesuvio

Da generico slogan a programma di sviluppo turistico. E il rischio Vesuvio diventa risorsa. Acquisito il gran cono e l’intero compendio che circonda il cratere (dopo una vertenza con la Forestale durata vent’anni) l’ente parco si appresta a realizzare le prime opere di un piano che dovrebbe rilanciare i sentieri naturali al top degli itinerari turistici, con l’impiego delle guide vulcanologiche appena reclutate dalla Regione. Trasformando l’ambiente vesuviano in un comprensorio di eccezionale suggestione, unico al mondo per i motivi di richiamo paesaggistico, storico, culturale. Pronti 60 milioni di euro, per snellire le vie di accesso da Ercolano, Pompei e potenziare le strutture esistenti senza violare l’ambiente. Cominciando dalla promozione dei nove sentieri già scolpiti fra le pareti laviche (un dedalo di 54 chilometri, paradiso di studiosi e appassionati), dalla sistemazione dei due percorsi che portano dal museo dell’osservatorio borbonico al supremo lembo del cratere, dalla creazione di due panoramiche che il presidente del parco, Amilcare Troiano, non esita a definire “le terrazze più belle del Mediterraneo”. Sullo sfondo il sogno di rimettere sui binari la vecchia cremagliera, il trenino (non la celebre funicolì-funicolà) che collegava Pugliano con la base del cratere. Nella speranza di ricevere anche mezzo milione di visitatori all’anno. Con meno auto, però, e meno pullman extra-lusso. (Il Mattino)

Ept e il piano-riorganizzazione la città chiede un ente turistico

Ercolano

Il dibattito aperto in questi giorni dal disegno di legge regionale che manda in pensione gli Ept (Enti provinciali per il turismo) e istituisce l’Art (Agenzia regionale per il turismo) con lo scopo di promuovere in modo più razionale il “Pacchetto Campania”, coinvolge anche Ercolano. La città, che finora ha fatto capo all’Ept di Napoli, secondo il nuovo disegno di legge sarà di competenza dell’Azienda locale Napoli e area vesuviana. Ancora una volta, dunque, non è previsto per Ercolano una sede locale per la promozione turistica. Anzi, proprio l’assessore al Turismo, Aniello Iardino, denuncia: “un paese importante come il nostro, con un vasto patrimonio storico-culturale, tra scavi archeologici, ville settecentesche e Vesuvio con questo sistema rischia di finire di nuovo dimenticata, come è già accaduto”. Ciro Iengo, presidente della Commissione Cultura della giunta Bossa, racconta: “Il tentativo più vicino alla realizzazione di un ente per la promozione turistica a Ercolano fu fatto negli anni Settanta dall'allora assessore al Turismo Alfonso Negro, quando era in carica il sindaco Francesco Scognamiglio. Ora siamo sotto l’egida dell’Ept Napoli; ma ci adopereremo per far diventare Ercolano fiore all'occhiello delle città turistiche, anche senza l’Ept”. D’accordo pure il vicepresidente dell'Associazione albergatori e ristoratori di Ercolano, Aniello Sorrentino. “Ogni Comune - afferma - dovrebbe avere un ente di promozione locale che conosce il territorio e quindi indirizza al meglio l’offerta turistica. Per noi è già uno svantaggio, dipendere, per l’area archeologica, dalla Soprintendenza di Pompei”. Tuttavia Iardino allarga il quadro. “Ercolano - osserva - fa parte del Miglio d’Oro con Portici, Torre del Greco, San Giorgio a Cremano; quindi potrebbe nascere un Ept del territorio, visto che i tre paesi hanno caratteristiche comuni”. Toni più pacati invece dal presidente dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio, Amilcare Troiano. “Auspico che la questione venga definita al più presto dal Consiglio regionale; altrimenti potrebbero verificarsi momenti di "vacatio" che risulterebbero negativi per tutto il turismo campano”. Poi lancia l’appello: “Mi auguro che i Parchi regionali vengano coinvolti, perché anche noi facciamo e promuoviamo il turismo”. (Il Mattino)

Troiano: Grandi progetti per rilanciare il Vesuvio

Napoli - Miglio d’oro

Dall'inizio dell'anno la gestione dell'intera area protetta del Vesuvio, compreso il cratere, passa all'ente Parco guidato da Amilcare Troiano. Inoltre il Parco Nazionale e le guide alpine vulcanologiche del Vesuvio siglano uno storico accordo per il futuro del vulcano più famoso del mondo. La stipula della convenzione segna un nuovo inizio ed il Parco diventa un unicum: il cratere, i sentieri, la riserva Tirone-Alto Vesuvio divengono finalmente parte di una grande ed omogenea area protetta gestita dall’Ente ambientalista.

Il presidente Troiano non nasconde la sua soddisfazione: "finalmente - dice - potranno ora essere realizzati, sotto l'egida dell'Ente, tutti quei progetti di riqualificazione e rilancio del territorio, visitato quotidianamente da migliaia di turisti". Fino al 31 dicembre scorso, infatti, solo alcune zone dell'area protetta, erano gestite direttamente dal Parco, mentre il cono, ed alcuni sentieri che portano fino al cratere del Vesuvio, erano gestiti dal corpo forestale dello Stato. "Quello che era uno slogan, da rischio vulcanico a risorsa turistica ed economica - sottolinea Troiano - diventerà finalmente realtà. Tutto ciò grazie ai ministri Altero Matteoli e Gianni Alemanno, che hanno consegnato all'Ente parco la gestione dei beni demaniali dell'area protetta, che prima era gestita dall'azienda del corpo forestale dello Stato. Abbiamo già i progetti ed i relativi finanziamenti per valorizzare sentieri e infrastrutture. E con la Regione Campania, c'è già un’intesa per il rilancio definitivo del Vesuvio”.
Fondamentale, nel progetto di rilancio del Vesuvio, la sigla dell’intesa con le guide vulcanologiche: l’accordo è stato raggiunto dopo settimane di intenso ma sereno confronto. D’ora in avanti si apre un percorso di proficua collaborazione con il Parco che gestirà la biglietteria dei turisti che quotidianamente si recano in visita al cratere del Vesuvio.
La convenzione si è resa necessaria dopo la consegna, avvenuta il 31 dicembre 2004, dei beni e delle aree della Riserva Tirone-Alto Vesuvio nel quale rientra il gran Cono. L’accordo è stato possibile grazie all’impegno del capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, dell’amministratore dell’Azienda Statale Foreste Demaniali Nicola Costantino e del presidente Troiano. All'Ente dell’oasi naturalistica alle falde del vulcano viene affidata la gestione del servizio di visite guidate e, in seguito alla firma dell’accordo, l'Ente si avvarrà della collaborazione del collegio regionale delle guide vulcanologiche presieduto da Gennaro Pompilio, memoria storica del Vesuvio.
Il parco avrà il compito di gestire l'area anche sotto l'aspetto della manutenzione. Tra i progetti in essere ve ne sono alcuni che rilanceranno il turismo e tutte quelle attività economiche di tipo ecocompatibile quali, ad esempio, la realizzazione di due terrazze a quota mille, una sul lato di Ercolano, e l'altra su quello di Pompei (vedere box qui in basso - Ndr).
“Ogni anno - dice Troiano - sono centinaia di migliaia i turisti, sopratutto tedeschi, inglesi, americani, giapponesi, francesi, che visitano il vulcano tra i più famosi del mondo. Non offriremo solo la visita veloce - aggiunge Troiano - ma anche 54 chilometri di sentieri, che si snodano fino nella ‘Valle dell'inferno’, da percorrere in bicicletta, a cavallo, nel rispetto dell'ambiente. Inoltre ci sono ben due sentieri attrezzati per i non vedenti ed i disabili, sui territori di Ercolano e Terzigno. Insieme col governatore Antonio Bassolino e gli assessori Teresa Armato (Turismo) ed Ennio Cascetta (Trasporti), stiamo ragionando su come far partire la progettualità del 'trenino a cremagliera' a San Vito di Ercolano. Per due anni - conclude il presidente - abbiamo lavorato sui progetti, questo, invece, è l'anno della concretezza, dell'apertura dei cantieri”. (Il Denaro)

Sul vulcano una terrazza panoramica

Vesuvio

Sarà realizzata sul Vesuvio, a quota mille, la terrazza più grande del Mediterraneo tanto da non temere confronti con altre piazze e terrazze, compresa quella di Capri. E' quanto prevede il presidente del parco nazionale del Vesuvio, Amilcare Troiano, che ha già pronto un progetto preliminare. L'ente parco, infatti, realizzerà, a quota mille, una terrazza attrezzata, dalla quale le migliaia di turisti che quotidianamente si recano sul Vesuvio, potranno ammirare uno dei più belli ed armoniosi panorami che la natura offre al mondo intero: la magnificenza del golfo di Napoli, e la maestosità del Mediterraneo faranno, infatti, della terrazza uno dei luoghi più 'ricercati' dai turisti.
La terrazza si estenderà su quattromila metri quadrati, attrezzati per ospitare i turisti, dotati di centri visita, degustazione, accoglienza, nel pieno rispetto dell'ambiente. "L'intento è che diventi il terrazzo più bello del Mediterraneo - aggiunge Troiano - perché affaccia sul golfo di Napoli, e sul tratto di mare tra i più suggestivi del mondo. I turisti potranno godersi un panorama meraviglioso, organizzeremo nel corso dell'anno, una tantum, eventi importanti. Ma il Parco ha anche un'altra terrazza, sempre a quota mille, che affaccia su Pompei, uno dei siti archeologici più visitati al mondo. Anche qui, come per la terrazza di Ercolano, saranno realizzati servizi per i turisti, come, tanto per fare un esempio, i servizi igienici che non ci sono mai stati: una lacuna che ora verrà colmata”. (Il Denaro)

Due milioni di euro per il parco del Sulcis

Santadi. Saranno predisposti itinerari guidati e realizzati un ristorante, una sala convegni e un piccolo ostello
Un finanziamento per il recupero dei vecchi edifici nel bosco di Pantaleo


Quasi due milioni di euro per aprire una porta sul parco del Sulcis. La Comunità montana del Basso Sulcis infatti ha ottenuto dalla Regione, attraverso i Piani integrati territoriali, un finanziamento per il recupero di alcuni vecchi edifici situati nel bosco di Pantaleo, nei monti di Santadi. L'intervento previsto dalla Comunità montana per far rinascere Pantaleo consiste nel recupero di alcuni edifici realizzati nell'800 dalla "Compagnie des forges e aciaries de la Marine d'Homecourt", una società francese impegnata nello sfruttamento dei boschi di Santadi. Erano i tempi in cui la legna di lecci di Pantaleo venivano sfruttati per diversi usi. Tagliati e poi bruciati in enormi cataste regalavano quintali di carbone poi imbarcati sulle navi in rada nella baia di Porto Botte. Il trasporto avveniva tramite una piccola linea ferroviaria di cui oggi resta solo l'antico tracciato. Ma il legname di Pantaleo non serviva solo per produrre carbone. A Santadi, infatti, la società francese mise in piedi uno dei primi impianti per la distillazione del legno. Da alambicchi e spirali veniva ottenuto l'acetone, un liquido altamente infiammabile utilizzato come solvente (e come componente di alcuni ordigni esplosivi usati nella prima e seconda guerra mondiale). Dopo decenni di abbandono gli edifici sono entrati a far parte del patrimonio della Comunità montana del Basso Sulcis che “ha intenzione di realizzare un centro destinato all'informazione e all'organizzazione turistica ? spiega Antonio Esu, il presidente della Comunità montana ? una struttura, insomma, in grado di accompagnare i visitatori lungo un ideale viaggio nel passato e nelle ricchezze naturali di Pantaleo”. Un primo intervento la Comunità in verità lo ha già praticamente portato a termine. Una delle strutture (grazie a un finanziamento di 250 mila euro) verrà trasformata in un punto di ristoro. “Il resto degli edifici invece ? aggiunge Esu ? verrà recuperato per fare posto a una biblioteca (completa di sala espositiva), uno spazio adatto a ospitare convegni e seminari didattici, un altro da adibire a mostre, esposizioni e in grado di costituire una base d'appoggio per ogni futura iniziativa culturale”. Ma anche uffici di rappresentanza e una piccola foresteria adatta a ospitare studiosi in visita a Pantaleo. “Il nostro intento ? continua Esu ? è quello di valorizzare l'immenso patrimonio naturalistico di Pantaleo e di migliorare la fruizione del parco del Sulcis”. Lo scopo è quello di riuscire a creare un circuito in grado poi di garantire anche qualche posto di lavoro. “L'unico problema ? ammette il presidente della Comunità montana ? sarà poi quello di individuare i soggetti idonei alla gestione dell'intero complesso di Pantaleo”. I primi passi comunque sono già stati fatti, ora non resta che attendere l'avvio dei lavori. Intanto la Comunità montana è già pronta a nuove alleanza per il futuro di Pantaleo. “Con l'Ente foreste demaniali, per esempio, - conferma Esu ? che gestisce un enorme patrimonio boschivo”. A Pantaleo potrebbe presto aprirsi una porta sul parco del Sulcis: un paradiso naturalistico che attende solo di essere conosciuto e valorizzato. (L'Unione Sarda)

Tecniche innovative per recuperare le dune

Castelvetrano: a gaggera

Castelvetrano. Saranno sperimentate tecniche innovative di ingegneria naturalistica per il recupero dell'area delle dune di contrada Gaggera, a Triscina, che ricade nella zona del parco archeologico di Selinunte. Lo dispone l'accordo di partenariato “Life per la gestione dei processi di urbanizzazione costiera”, cofinanziato dall'Unione europea e di cui è ente capofila l'assessorato regionale al Territorio nella cui sede ieri mattina ieri mattina è stato firmato. “Ciò che ci prefiggiamo - ha affermato l'assessore Francesco Cascio - è di raccordare le azioni volte alla riforma urbanistica e al riordino delle coste. Attraverso il progetto "Life" puntiamo alla rielaborazione di un modello di pianificazione e gestione integrata e ad affrontare i problemi tipici degli insediamenti costieri ad urbanizzazione diffusa e con dequalificazione ambientale”.
I Comuni oggetto del programma sono Carini, Scicli e Castelvetrano su cui la spesa prevista per Triscina, su 2 milioni e 400 mila euro, è di 260 mila euro. Saranno rinaturalizzate le dune della spiaggia di Gaggera per una larghezza di un chilometro. “I lavori alla Gaggera - ha detto il sindaco Pompeo - saranno ultimati entro quest'anno. Inoltre, sono previsti la realizzazione di un percorso di accesso dal mare e la sua piantumazione con flora mediterranea. E' il primo passo per giungere alla riqualificazione di Triscina”. Alla firma dell'accordo, oltre all'assessore Cascio e al sindaco Pompeo c'erano rappresentanti delle Province di Trapani e Ragusa, dell'Aapit di Palermo, dei Comuni di Carini e Scicli, dell'Università di Palermo, di Legambiente, dell'Associazione italiana per l'ingegneria naturalistica, dei Dipartimenti regionali della Programmazione e dei beni culturali. (La Sicilia)


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