Rassegna del 14 Gennaio 2005

Riunito oggi nuovo consiglio del gran paradiso

(dire) - roma- si e' riunito oggi il nuovo consiglio direttivo del parco nazionale gran paradiso, nominato dal ministro dell'ambiente con decreto del 14 dicembre scorso. Il nuovo vice presidente e' il valdostano giuseppe dupont, che aveva ricoperto questo incarico gia' nel precedente mandato. Eletta anche la nuova giunta esecutiva composta da giovanni picco (presidente), giuseppe dupont (vice), pietro blanchetti, rolando jeantet e filippo polito.
Dupont, blanchetti e jeantet rappresentano la comunita' locale, essendo rispettivamente consigliere comunale a valsavarenche, vice sindaco di ceresole reale e vice sindaco di cogne, mentre polito e' uno dei due rappresentanti del ministero dell'ambiente all'interno del consiglio.

Toscana/consiglio: via a lavori commissione d'inchiesta su parchi

(ASCA) - A partire dal primo febbraio la commissione d'inchiesta sugli enti parco regionali di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli e delle Alpi Apuane avvieranno le audizioni dei rappresentanti degli enti locali che ricadono nel perimetro dei parchi e degli organi amministrativi e tecnici degli enti parco. Lo comunica una nota del Consiglio regionale della Toscana. Saranno ascoltati anche singoli che ne facciano richiesta motivata alla commissione. La commissione d'inchiesta, spiega la nota, e' stata costituita su richiesta dei gruppi di centro destra e ha il compito di verificare la gestione degli enti parco in relazione alle indicazioni del Consiglio regionale, la gestione degli alloggi, del personale e dei fondi vincolati della tenuta di San Rossore, la gestione ambientale del lago di Massaciuccoli e il funzionamento della societa' Antro del Corchia nelle Apuane.

Abruzzo: via libera consiglio regionale a piano parco majella

(ASCA) - Il Consiglio regionale abruzzese ha adottato il Piano del Parco della Maiella. Ne ha dato notizia l'assessore ai Parchi, Massimo Desiati, secondo il quale si tratta ''di un fatto storico perche' il provvedimento va, in primo luogo, a regolare le attivita' di trasformazione del territorio e a delineare, di conseguenza, le linee di sviluppo dei comuni interessati, anche in termini di nuova occupazione. Inoltre'', ha aggiunto Desiati, ''e' stato proprio questo Governo regionale a dar seguito all'iter dopo anni trascorsi inutilmente dalla presentazione del documento dall'Ente parco''. Il Piano del Parco, che ha visto una lunga e laboriosa opera di concertazione con le amministrazioni locali ricadenti nel perimetro salvaguardato, e' uno strumento di pianificazione previsto dalla legge quadro sulle aree protette e definisce gli interventi di tutela e valorizzazione compatibili con l'ambiente, sulla base di una divisione in zone riferibili al diverso grado di protezione. Il piano prevede opere di trasformazione del territorio, come la realizzazione di infrastrutture eco-sostenibili, l'utilizzazione produttiva tradizionale in armonia con la conservazione delle risorse naturali, azioni di impulso alle attivita' agro silvo pastorali e turistiche. L'Assessore conclude: ''Vengono cosi' colti gli aspetti relativi alla coniugazione dei principi di tutela e valorizzazione all'interno delle aree protette''.

Il futuro è l'ambiente: ecco i nuovi manager dei parchi marini

Hanno messo a punto quattro progetti per la realizzazione di oasi faunistiche e parchi e tra poco più di un mese, dopo un intero anno di lezioni teoriche e stage, gli allievi avranno la qualifica di gestori di parchi ambientali, marini e archeologici. Sono quindici gli studenti del corso organizzato a Tortolì dal Cnos-Fap dei Salesiani con la collaborazione dell'Università di Sassari, dell'Istituto Tecnico "Gramsci" e del Consorzio Ogliastra-Turismo. Un corso che, con 800 ore di lezioni teorico-pratiche e 400 di stage, sta formando i manager per la gestione di un'area protetta. Si tratta della prima iniziativa del genere in Ogliastra (anche per questo le domande di ammissione sono state ben 64, il triplo rispetto ai posti disponibili) dove si parla da tempo di aree marine protette, mentre si contesta il Parco del Gennargentu. «Gli allievi sosterranno l'esame a marzo, dopo un convegno conclusivo in cui presenteremo il lavoro svolto durante il corso», spiega il tutor Giovanni Idili. Un corso molto duro, partito col numero chiuso di 22 allievi, (20 posti per disoccupati diplomati o laureati e 2 soltanto per lavoratori) e che ora conta 15 allievi. Giovani che arrivano da tutta l'Ogliastra, con la passione per l'ambiente e tutte le tematiche che vi sono legate: argomenti comunque importanti in un territorio dove il tema non è certo legato al Parco del Gennargentu. Questo è un territorio dove negli ultimi anni si è registrato un incremento del numero delle attività legate al turismo e alla valorizzazione delle bellezze paesaggistiche. Un territorio dove, l'estate dello scorso anno, il numero delle presenze dei visitatori nei paesi dell'interno non ha sfigurato rispetto ai dati registrati nei centri della costa. Nell'ambito di Ulassai, Osini, Jerzu arrivano gli appassionati di arrampicata e di trekking: una potenzialità tutta da sfruttare per gli operatori locali. Bellezze paesaggistiche ma anche grandi siti archeologici che, a parte qualche rara eccezione, ancora non vengono valorizzati al meglio con lo studio di percorsi. Insomma, straordinarie opportunità tutte da sfruttare, occasioni per la valorizzazione e la promozione dell'ambiente e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il lavoro svolto dagli studenti del corso organizzato a Tortolì si sta concludendo con la realizzazione di quattro progetti: uno per la realizzazione di un'oasi faunistica a Ulassai (in collaborazione col Comune), uno per la valorizzazione dell'area di Teccu a Barisardo, gli altri dedicati a Baunei e Tortolì. Veri e propri piani, studi realizzati partendo da un duro lavoro di raccolta dati fatto dagli allievi durante le settimane di stage svolte la scorsa estate presso la Comunità montana dell'Ogliastra. Gli studenti, sotto la guida degli esperti, hanno poi curato la stesura dei piani per la valorizzazione delle aree prese in considerazione, preparando prospetti e relazioni su oasi faunistiche, riserve, siti archeologici da realizzare e promuovere. «Un lavoro importante - spiega Idili - che permette ai ragazzi di avere la preparazione pratica necessaria per chi deve operare sul territorio portando idee nuove». I futuri professionisti dell'ambiente formati in Ogliastra per la maggior parte sono donne, per un anno intero (si è cominciato nel gennaio del 2004) hanno seguito le lezioni nei locali del Tecnico Gramsci (il vice preside Giambattista Usai è direttore del Comitato tecnico scientifico), mentre le ore di pratica si sono svolte con visite ed escursioni nei parchi e con gli stage nella Comunità montana. «Questo è un corso parauniversitario - sottolinea il tutor - l'esame si svolgerà davanti a un commissario esterno». La qualifica («di settimo livello», spiega Giovanni Idili) è quella di tecnico superiore per la gestione e la valorizzazione dei parchi naturali, marini e archeologici. I nuovi tecnici dell'ambiente si affacceranno sul mercato del lavoro in un momento in cui si sta discutendo ferocemente sui vincoli del Parco del Gennargentu, vincoli nient'affatto graditi dai comuni coinvolti. Ma le forme di tutela del territorio sono diverse e in Ogliastra sono diversi gli esempi: dalle aree protette, come quella sul Supramonte di Urzulei (gestita da una cooperativa giovanile) dove è tornato il cervo sardo e dove da qualche mese c'è anche un nuovo nato, ai siti archeologici gestiti e proposti con itinerari interessanti. Senza contare l'area marina di cui da tempo si discute, quella dell'Isolotto di Lotzorai, un angolo di paradiso nel meraviglioso mare dell'Ogliastra. (L'Unione Sarda)

Soru a Matteoli: "azzera" tutti i parchi

La Regione sollecita le dimissioni di Cualbu, Deidda e Pani

Il piatto forte sarà il Gennargentu, ma Renato Soru intende giocare sul tavolo dell'incontro con il ministro dell'Ambiente l'intera partita dei parchi nazionali. Mercoledì chiederà ad Altero Mattioli di "azzerare" non soltanto i vincoli sulla montagna dei sardi ma di ripartire a bocce ferme sulla Maddalena, sull'Asinara e sul Parco geominerario. E per evitare equivoci ha sollecitato (anche ai diretti interessati) le dimissioni dei presidenti nominati dal governo nazionale. L'ultimo, ma soltanto in ordine di tempo, è nei giorni scorsi stato il cagliaritano Emilio Pani, responsabile del Geominerario, al quale il presidente ha chiesto di lasciare l'incarico insieme al direttore generale Mario Palomba, passato con lui dall'assessorato alla Difesa dell'Ambiente al Parco non senza polemiche. Ma analoga istanza era stata rivolta da Renato Soru all'avvocato nuorese Gianfranco Cualbu, presidente del Parco della Maddalena, esponente di An come Emilio Pani, e al professore di Coltivazioni arboree dell'Università di Sassari Pietro Deidda, presidente del Parco dell'Asinara. Proprio nel mese di ottobre del 2004, all'interno dell'isola degli asinelli bianchi, il presidente della Giunta aveva aperto il fuoco della polemica contro i parchi ministeriali, paragonati alle servitù militari. E in questi giorni di tensione sul Gennargentu ripete: «Non è accettabile che un ministro delimiti un territorio, scelga chi lo deve gestire, scelga il direttore generale, imponga i vincoli, e tutto ciò senza che la Regione sia messa in condizione di esercitare il potere nella gestione di un pezzo del suo territorio». Ecco perché anche davanti a un Consiglio regionale imprevedibilmente unanime sulla vicenda Gennargentu Soru ha ribadito. «Mi batto perché la tutela e la gestione del territorio della Sardegna, parchi compresi, sia garantita dalla Regione. E su questa strategia non mi fermerò sino a quando non avremo ottenuto competenze statutarie primarie». La linea scelta sul Gennargentu non è dunque figlia dell'improvvisazione. Al contrario, porta ad arricchire fortemente l'agenda dell'incontro di mercoedì prossimo. Ai tre presidenti, tutti nominati prima della sua elezione, Renato Soru ha chiesto di lasciare l'incarico «tenendo conto che la situazione politica è mutata, e che dunque le dimissioni sarebbero un gesto di sensibilità istituzionale rispetto a una Regione che rivendica un ruolo di governo sul suo territorio». Ma, almeno nel caso dell'Asinara e della Maddalena (diverso il caso di Pani, che era assessore della giunta Masala quando venne nominato presidente) ci sarebbe anche una violazione della legge istitutiva dei parchi, la ormai notissima 394 del '91. Cualbu e Deidda sarebbero stati insediati senza il previsto assenso della Regione: un assenso che -secondo gli esperti della presidenza - in materia ambientale deve essere esplicito, non può scattare per scadenza dei termini. Al di là degli aspetti più squisitamente giuridici, il presidente della Giunta intende chiedere al ministro Matteoli una svolta, con la nomina di nuovi dirigenti espressi dalla Regione. L'incontro con il ministro dell'Ambiente si annuncia insomma potenzialmente ad alta tensione, perché in mancanza di dimissioni volontarie dei presidenti o di un intervento del ministro, la Sardegna è pronta a ricorrere alla Corte costituzionale denunciando l'assenza delle intese previste dalla 394. La Consulta ha recentemente dato ragione alla Toscana rendendo «inefficace» la nomina del presidente del Parco dell'Appennino toscano, decisa da Altero Matteoli in mancanza dell'assenso del presidente della Regione. Analoga decisione i giudici costituzionali hanno assunto per quanto riguarda il parco dell'Arcipelago toscano. «Mi auguro che siano sufficienti le ragioni della politica, senza dover ricorrere alla Corte costituzionale per ottenere il rispetto dei nostri sacrosanti diritti», dice Renato Soru, che ha raccontato ieri l'evolversi della situazione nel corso di un incontro con una delegazione di sindacalisti del Geoparco. Non va dimenticato che contro la nomina dell'avvocato Cualbu alla guida del Parco dell'Arcipelago il Comune della Maddalena aveva in un primo tempo presentato ricorso ai giudici del Tar, ma la giunta di centro destra eletta subito dopo, guidata dal da sindaco Rosanna Giudice, esponente di An, aveva ritirato il ricorso ai giudici del Tribunale amministrativo regionale. Ora la questione rischia di tornare a galla, a meno che Regione e Governo non trovino un'intesa politica per "azzerare" tutti i Parchi nazionali, e non più solo quello del Gennargentu. (L'Unione Sarda)

Parco, 10 ettari in fumo

ALTA MURGIA Operazione del personale del Corpo forestale dello Stato. Denunciati i proprietari
Altamura: sequestrato terreno spietrato in area protetta


Ancora una volta nell'area perimetrata del parco nazionale dell'Alta Murgia. Ancora una volta un operazione di spietramento e riconversione dell'habitat naturale del territorio, tutelato dalla legge proprio per le sue caratteristiche. Gli uomini del comando della stazione di Altamura del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato ieri mattina un'area di dieci ettari (100mila metri quadri) in località Monte Chiancaro. Uno scempio, l'ennesimo, perpetrato a danno del patrimonio naturale che, compreso nel parco, è anche patrimonio futuro di un'economia nascente. Il problema serio, contro il quale si trovano a combattere proprio gli uomini del Corpo forestale, riguarda il lungo, lunghissimo tempo trascorso ormai dal momento in cui (1 luglio) è stato pubblicato il decreto del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che istituisce ufficialmente il parco (secondo in Puglia) nazionale nel territorio di tredici Comuni dell'altopiano murgiano. In questo frangente temporale non si è ancora provveduto alla nomina del presidente dell'ente di gestione nonostante sia ormai risaputo che il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, abbia inviato alla Regione l'indicazione con il nome. Serve la ratifica in giunta. ma sono almeno due mesi che la si attende invano. Il fatto che non ci sia ancora l'ente di gestione non implica, però, che nell'area perimetrata (67mila ettari nell'estensione finale) non vigano vincoli di tutela che riguardano specialmente la pseudosteppa, ovvero il terreno a pascolo caratteristico della zona e a volte identificabile con una specie di immenso, altopiano lunare. I divieti, tanto per essere chiari, impediscono a chiunque di effettuare opere di trasformazione dei suoli come invece si era ormai fatto in località Monte Chiancaro. Tanto più se tale trasformazione passa attraverso la frantumazione delle pietre. Operazione, questa, che arreca un danno incalcolabile in quanto modifica il sottosuolo carsico e influisce su un ampio bacino di territorio nel quale le acque, non più regimate a dovere, provocano danni sotto forma di allagamenti o, peggio, di alluvioni. La zona di Monte Chiancaro sequestrata dal personale del Corpo forestale, peraltro, ricade in zone sottoposte anche ad altri vincoli. I suoli spietrati ricadono infatti in area Zps (Zona di protezione speciale) e Sic (Sito di interesse comunitario). Soprattutto la prima classificazione è specifica per la tutela di habitat nei quali sono presenti specie di uccelli ritenute meritevoli di attenzione da parte della comunità scientifica e delle istituzioni europee. Gli agenti del Corpo forestale hanno denunciato i proprietari dell'azienda agricola colpevoli del grave danno al patrimonio ambientale e geologico.
(La Gazzetta del Mezzogiorno)

Parco dei Sibillini da riperimetrare, pronta una proposta per Matteoli

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ad oggi commissariato per mancata nomina del Presidente, si trova da sempre al centro di una spinosa questione: coniugare uomo e natura, ovvero bilanciare vivibilità e conservazione dei luoghi. Con un estensione di 70 mila ettari circa, i 18 comuni che ne sono compresi, le 225 specie di vertebrati (come il lupo e l'aquila reale) e le 2106 di invertebrati (come il chirocefalo che vive nelle acque del Lago di Pilato), il Parco costituisce sicuramente una imponente ricchezza naturale che a volte però rischia di soffocare le possibilità di sviluppo delle popolazioni che ci vivono. Evitare che il Parco porti solo vincoli, come spesso osservato dai residenti, è quindi un imperativo per evitare un eccessivo rallentamento della vita delle popolazioni. Le proposte migliorative per i residenti nel Parco verranno trattate nell'incontro che si terrà questa sera alle ore 20.30 preso il ristorante "da Peppinè" all'Ambro di Montefortino, organizzato dal circolo di Alleanza Nazionale di Amandola. Prenderanno parte alla discussione i Consiglieri Regionali di An, Guido Castelli e Franca Romagnoli, il Presidente dell'ATO Lando Siliquini, i Presidenti del Circolo di AN di Amandola e Montefortino, Massimo Santilli Vermigli e Vincenzo Pacetti. Il dibattito è finalizzato alla stesura di un Documento di osservazioni e richieste da sottoporre al Ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, in un incontro programmato a Roma entro il prossimo mese. «Già in passato - commenta Massimo Santilli Vermigli - il Ministro si è dimostrato molto disponibile ad affrontare la problematica e in due incontri recenti abbiamo illustrato la situazione del Parco. Ora è tempo di concretizzare». Tra le principali tematiche la riperimetrazione del Parco.
(Il Messaggero)

Al centro visita del Parco le immagini dei “paesi perduti”

Nei giorni scorsi si è svolta una presentazione ed una visita guidata, al Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna, della mostra fotodocumentaria relativa a tradizione e cultura dei paesi della nostra montagna denominata “La società delle Terre Alte nelle Valli del Bidente. Il popolo di Santa Maria delle Grazie alle Celle”. I pannelli illustrano, con note storiche, riproduzioni di vecchie piante catastali, materiali e registri della vecchia parrocchia, foto messe gentilmente a disposizione dalle famiglie dei vecchi residenti, la storia dei primi insediamenti nella Valle delle Celle (tra Corniolo e Campigna), la storia e le vicende legate alla parrocchia ed alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Celle (nella foto in una vecchia immagine ed oggi completamente rovinata e ricoperta di vegetazione).L’Associazione temporanea di impresa tra la Coop. Arcobaleno e la piccola cooperativa Gap ha promosso la realizzazione di questa ricerca e di questo lavoro nell’ambito delle iniziative di animazione legate alla gestione dei Centri visita del Parco, in collaborazione con la Associazione delle Guide Esclusive del Parco, l’Amministrazione Provinciale Forlì-Cesena, il Comune di Santa Sofia, l’Ente Parco Nazionale ed altri.Graziano Maggi e William Rossi Vannini, tra gli autori della mostra, hanno condotto i presenti ad una visione “ragionata” del materiale esposto che comprende alcune sezioni relative alla organizzazione del territorio ed alle case sparse, alla attività dell'Opera di Santa Maria del Fiore, al periodo dell'esodo, alle immagini di vita e lavoro della piccola comunità di Pian del Grado.Suggestiva inoltre la visione di una videoproiezione di vecchie foto ed immagini delle famiglie del luogo; immagini che da sole, quasi senza bisogno di commenti, esprimono appieno la realtà di un mondo, di vita, di lavoro, di allegria e di tristezza, la cui memoria rischia di andare irrimediabilmente perduta. La prima realizzazione della mostra, nell’estate 2003, con i pannelli predisposti dalla ditta Creare di Paolo Ricchi, ha anche coinciso con la ripresa della tradizionale Festa di Santa Maria delle Grazie alle Celle, presso il borgo di Pian del Grado e con un processo di recupero delle radici e di riaggregazione che ha visto come convinti protagonisti diversi discendenti delle vecchie famiglie del luogo, tra cui Primetto Ringressi, presente alla visita guidata della mostra, e divenuto, nella sua foto da bambino magro e coi calzoncini, quasi un marchio del progetto di approfondimento e conoscenza della vita e della cultura delle genti di montagna. Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato maresciallo Mancini e Bendoni, l’assessore comunale Bassetti, il vicepresidente della Comunità montana Giona Simoni, la dirigente dell’istituto comprensivo scolastico Tatiana Locatelli, il capogruppo di “Gente in Comune” Cesaqre Portolani. (Corriere di Romagna)

Parco del Serio, i giochi di potere

Ambiente e politica. E per il consiglio di amministrazione tre membri al centrosinistra, tre al centrodestra e due ‘liberi’
Presidente sarà Gafforelli, discussione sul vice Domani assemblea dei sindaci e voto a Romano


Il nodo da sciogliere resta il nome del vicepresidente del Parco regionale del Serio, carica che sarà in ogni caso assegnata ad un esponente cremasco. Per il resto l’accordo è stato trovato: presidente sarà Gianfranco Gafforelli, vicesindaco di Calcinate (Bergamo) e i membri del consiglio di amministrazione saranno divisi — con patto tra galantuomini — fra centrodestra (3) e centrosinistra (3). I restanti due posti verranno assegnati senza nessuna ‘interferenza’: semplicemte con i voti. L’accordo è stato raggiunto al termine della cena-vertice consumatasi mercoledì sera nel ristorante ‘La Cantina’ di Soncino, confermando le indiscrezioni riportate su queste stesse colonne. Domani mattina alle 9,30, a Romano di Lombardia, assemblea dei sindaci per la votazione.
Verranno scelti il presidente e gli otto membri del consiglio di amministrazione, che a sua volta, in un secondo tempo, esprimerà il vicepresidente. Sul nome non c’è ancora la piena convergenza. Dato per scontato che si tratterà di un cremasco, da settimane circola il nome di Basilio Monaci. Di sicuro sarà nel consiglio di amministrazione, ma scommettere sulla sua nomina sembra ancora un poco azzardato. Equilibri insomma, di cui tener conto. E va spiegato che non tutti i Comuni hanno la stessa importanza o se si vuole lo stesso peso politico. In base al numero di residenti in ognuno dei ventisei Comuni a questi viene assegnata una frazione in percentuale. Alle amministrazioni comunali vanno aggiunte anche le due provinciali. Le combinazioni possibili sono più d’una. Per quanto riguarda Bergamo oltre alla stessa amministrazione provinciale, targati centrodestra ci sono cinque Comuni, mentre quattro sono del centrosinistra, tre della Lega e tre governati da liste civiche. In provincia di Cremona si contano quattro Comuni del centrodestra, due con liste civiche al comando e cinque con il centrosinistra che amministra. Anche la Provincia è ad appannaggio del centrosinistra. Gli scenari possibili tratteggiati sono sostanzialmente tre. Ma il patto tra galantuomini siglato a tavola mercoledì sera mette al riparo da scossoni almeno per quanto riguarda il consiglio di amministrazione. Sorpresa, se non altro per la mancanza di indicazioni, invece per gli altri due posti lasciati liberi e per i quali l’accordo non vale. Tra i possibili candidati ad entrare a far parte del governo del Parco c’è anche l’architetto cremasco Marco Ermentini. Sabato mattina, al termine dell’assemblea dei sindaci, il nuovo organigramma dell’ente sarà completo.
(La Provincia di Cremona)

Una procedura giuridicamente errata

Serra. La Comunità montana sulla realizzazione di un Centro visita e di divulgazione ambientale nel Parco
Le autorità competenti sono state sollecitate a intervenire


SERRA SAN BRUNO - La Comunità Montana delle Serre Calabre da anni si attiva con intelligenza politica e competenza tecnica nel proporre e realizzare misure concrete e fattibili di salvaguardia e tutela ambientale sul comprensorio interno del vibonese.
Un uso razionale e oculato delle risorse paesaggistico-ambientali che, non solo mira alla tutela dell'ingente patrimonio naturale esistente, ma ne promuove insieme l'immagine attraverso la presenza nei grandi percorsi e itinerari naturalistici, culturali e turistici d'Italia. Opera di promozione e divulgazione riconosciuta e apprezzata a più livelli come risulta anche dai rapporti e dalle statistiche nazionali dell'Unicem (Unione nazionale comunità montane d'Italia).
Alla luce di alcune notizie relative alla realizzazione di un "Centro visita e di divulgazione ambientale nel Parco delle Serre" senza che l'Ente Montano delle Serre e quello dell'Alto Mesima ne fossero messi dettagliatamente a conoscenza e ne potessero, come previsto, esprimere una loro propria valutazione conseguente al vaglio del progetto, la Comunità Montana delle Serre, in una lettera circostanziata e piuttosto risentita a firma del presidente Marchese e indirizzata a diversi organismi istituzionali preposti sottolinea una serie di evidenti incongruenze procedurali e formali. Nella nota indirizzata alla presidenza regionale, all'assessore all'ambiente, al presidente dell'amministrazione provinciale di Vibo Valentia, all'assessore provinciale ai Parchi, al sindaco di Serra San Bruno, al presidente del Parco regionale delle Serre, al presidente della comunità del Parco e per conoscenza al presidente del Cogal si rileva con chiarezza come, né la Comunità montana delle Serre, né dell'Alto Mesima siano state finora "coinvolte" a pieno titolo nell'idea progettuale.
«Si ha notizia che il progetto inerente al centro visita e di divulgazione ambientale nel Parco Regionale delle Serre, finanziato con le risorse della Rete ecologica regionale, per l'importo di 300.000 euro a: «Partenierato locale Comunità Montane, sindacati, parti sociali, soggetto referente Cogal Monte Poro" sia in fase di avvio - ravvisa il documento dell'ente - questa iniziativa, basandosi sul partenierato della Comunità Montana Alto Mesima e delle Serre - si puntualizza ancora - ha necessità di essere valutata ed approvata dai due enti che, viceversa, non sono stati interpellati né nella fase progettuale né nella fase operativa».
Un requisito che la Comunità Montana delle Serre ritiene invece indispensabile quando nella lettera precisa che: "pertanto ogni attività connessa è da ritenersi, ai sensi della normativa europea che regolamenta e gestisce la gestione del Por Calabria ed in particolare le Partnership, allo stato non proseguibile in assenza di tale fondamentale requisito". La posizione assunta dalla Comunità Montana delle Serre sul problema, tende quindi a sollecitare le autorità in indirizzo ad attivarsi perché si blocchi una procedura giuridicamente errata.
«Le autorità in indirizzo sono, di conseguenza, invitate ad attivare ogni prevista forma di verifica e successivo intervento per impedire che tale attività antigiuridica possa proseguire. In particolare, è appena il caso di sottolineare, in presenza della descritta situazione, come non possa e non debba darsi corso ad attribuzioni finanziarie e/o altre utilità pubbliche miranti alla realizzazione del progetto di che trattasi. La scrivente Comunità Montana - conclude il comunicato stampa - si riserva, comunque, la tutela dei propri diritti e degli interessi collettivi in ogni sede». (Quotidiano di Calabria)


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