Rassegna del 12 Febbraio 2005

Trasporti: Campania, al via bando per nuova ferrovia del Vesuvio

(Adnkronos)- Lunedi' prossimo, alle 11, presso la sala giunta di Palazzo Santa Lucia a Napoli, l'assessore regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta, il sindaco di Ercolano, Luisa Bossa, il presidente dell'Ente Parco nazionale del Vesuvio, Amilcare Troiano, e il direttore Programma Investimenti Sud Italia di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, gruppo Fs), Michele Del Principe, presenteranno due importanti concorsi internazionali di progettazione.

«La Murgia ora deve riscattarsi»

Amenduni entra nel consiglio di amministrazione dell'istituendo Parco
«Bisogna favorire la nascita di un turismo naturale, rurale e culturale»


«È maturo ormai il tempo di dare alla nostra Murgia la possibilità di riscattarsi. Il mezzo per mitigare uno scempio ambientale che continua da anni, ci è dato dal decreto istitutivo del Parco dell'Alta Murgia, emesso dopo dodici anni dalla legge quadro sui parchi e dopo cinque anni dalla legge che istituiva lo stesso parco». A parlare in questi termini è Nicola Amenduni, eletto dalla comunità del Parco nell'istituendo consiglio di amministrazione che Regione e Ministero, purtroppo, ritardano a costituire. «Tanto tempo è passato - dice Amenduni - necessario per stravolgere i caratteri fisici e naturali conformatisi in milioni di anni e che i nostri avi avevano saputo conservare ed adattare alle esigenze di vita nel corso dei secoli passati». In questo modo sono stati favoriti gli interessi delle varie lobbie come imprese estrattive, ecomafia dei rifiuti, speculazioni di latifondisti mentre i Comuni sono stati lasciati soli a contrastare tali spinte di gruppi di pressione. «La Regione poi - continua Amenduni - doveva assumere un diverso ruolo in difesa dei valori ambientali attraverso la corretta applicazione dei regolamenti CEE sui premi ai seminativi facendo rispettare il divieto di spandere fanghi reflui o facendo rispettare i vincoli idrogeologici, ambientali e storico-culturali». Lo scorso 1 luglio fu pubblicato l'ambito decreto con relativa perimetrazione provvisoria ma si è in attesa della istituzione concreta dell'Ente Parco completo di tutti i suoi organi. «Speriamo di non dover attendere ancora molto, pena la distruzione dei valori dell'Alta Murgia. Il riferimento - aggiunge Amenduni - è alla nomina dei componenti degli organi del Parco nonchè alla indecente perimetrazione della Regione Puglia avanzata nel novembre 2002 in sede ministeriale che riduceva l'area protetta da 90.000 ha a 48.000 ha, frammentando l'omogeneità dell'area territoriale». Tutto questo in aggiunta agli altri fattori di degrado ormai noti a tutti come quello dello spietramento che, in questi anni, ha modificato l'assetto tipico di steppa mediterranea in tutte le sue componenti chimiche, biologiche, paesaggistiche. Infatti - secondo Nicola Amenduni - una delle norme di salvaguardia fondamentale è il divieto di trasformazione dei terreni coperti da vegetazione spontanea e in particolare la frantumazione delle rocce calcaree». «Con tali tardivi emendamenti si è quindi modificata la stessa zonizzazione interna al perimetro con la conseguenza che potranno effettuarsi nuovi interventi edilizi non legati all'attività agricola o il cambio di destinazione d'uso degli edifici esistenti o opere di trasformazione agrarie poco pertinenti. La zonizzazione era quindi necessaria perché doveva tutelare prioritariamente l'area steppica residua tendendo al recupero di quella devastata». Secondo Amenduni «bisogna quindi riconnotare l'alta Murgia quale area steppica tipica da utilizzare prevalentemente per il pascolo senza ingessature o museificazioni, nella chiarezza di favorire unicamente uno sviluppo agricolo moderno, biologico, sostenibile supportato dalla tecnologia. Bisogna favorire la nascita di un turismo naturale, rurale e culturale utile per il benessere sia dei consumatori che degli animali; occorre riportare la zootecnia alla terra per sottrarla alle dipendenze dei processi industriali ad essa estranei». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L’Oglio fiume di storioni Presto il ripopolamento

Calvatone. In atto il censimento della fauna ittica

In futuro il fiume Oglio tornerà ad essere popolato dagli storioni. Questo è l’obbiettivo del progetto ‘Salviamo lo storione Cobice’, per la conservazione dell’‘Acipenser naccarii’, sia nell’Oglio che nel Ticino e nel medio corso del Po. In questi giorni si sta organizzando il censimento della fauna ittica dell’Oglio, un’attività condotta dalla ‘Graia srl’ di Varano Borghi (Varese) su incarico del Parco Oglio Sud. «Si tratta di un progetto ‘Life Natura’ proposto dal Parco lombardo della Valle del Ticino — spiega Cesare Puzzi, veterinario ittiologo della ‘Graia srl’ — insieme al Parco Oglio Sud, finanziato dagli stessi Parchi e soprattutto dalla Regione Lombardia e dall’Ue. La finalità è quella della conservazione dello storione Cobice e il censimento della fauna ittica nei bacini di studio, che comprende anche gli ultimi 40-50 chilometri dell’Oglio». Le operazioni sono iniziate con due giornate di campo: «Siamo partiti dalla confluenza in Po e siamo arrivati sino a Gazzuolo — afferma Puzzi —. Martedì e mercoledì prossimi risaliremo lungo il fiume». Le operazioni di censimento vengono effettuate con un elettrostorditore, un generatore di corrente che crea un campo elettrico in acqua per attirare i pesci vicino alla barca, catturarli, porli in ceste piene d’acqua, riconoscere le diverse specie e misurarle prima del rilascio. «I dati — aggiunge Puzzi — sono utili da un lato come conoscenza della situazione e dall’altro per comprendere se vi siano le condizioni per reintrodurre lo storione. Noi riteniamo, comunque, che tali condizioni vi siano». (La Provincia di Cremona)

Torna il trenino sul Vesuvio, via al concorso

Un bando di concorso internazionale per la progettazione preliminare della ferrovia del parco nazionale del Vesuvio. Sarà firmato lunedì mattina a palazzo Santa Lucia il protocollo d'intesa tra Regione, parco nazionale del Vesuvio e Comune di Ercolano che consentirà ai tre enti di partecipare alla stesura del bando. L’obiettivo: individuare un progetto per il ripristino del vecchio tratto ferroviario che dall’ex stazione Cook di San Vito conduceva alla base del grande cono. Rivalutare il paesaggio urbano e naturalistico del cratere e nello stesso tempo realizzare un sistema di trasporto ecosostenibile: stavolta sembra davvero possibile coniugare le due esigenze. Anche gli ambientalisti sono d’accordo. «Per anni - spiega Luigi Riccardi, presidente dei Verdi Ambiente e Società di Ercolano - abbiamo proposto iniziative per il recupero della stazione Cook e per il ripristino del percorso del trenino. Con una nuova progettazione si darà vita a un sistema di trasporto che ridurrà l'inquinamento prodotto dai bus turistici e dalle auto che raggiungono la base del cratere». Già nel piano del parco nazionale del Vesuvio, luglio 2004, era previsto il recupero dell’area dove sono stati parzialmente effettuati lavori di realizzazione della funicolare del Vesuvio, escludendo le zone soggette a vulnerabilità ambientale. Uno specifico progetto, denominato «La risalita storica lungo il tracciato del treno a cremagliera» ha l’obiettivo di recuperare con modalità ecosostenibili il tracciato dell’ex cremagliera per collegare la base del cono vulcanico alla stazione Cook, in località San Vito a Ercolano. Un tempo, infatti, il trenino congiungeva piazza Pugliano all’area in questione, a poca distanza dalla stazione inferiore della funicolare. Ora invece si progetta il ripristino di parte del vecchio tracciato e in particolare del percorso che da San Vito conduce alla base del cono. Il vincitore del concorso internazionale, scelto da una commissione sulla base dei lavori presentati, riceverà un premio in denaro (150mila euro) e la progettazione sarà a disposizione della Regione. Al secondo e terzo classificato verranno offerti 50 mila euro. Altri 250 mila euro, invece, serviranno per iniziative connesse alla realizzazione del bando internazionale. A finanziare il concorso di progettazione preliminare sarà la Regione con il contributo simbolico (un euro a testa) del Comune di Ercolano e dell’ente parco del Vesuvio. La presentazione dell’iniziativa lunedì nella sala della giunta regionale. Il nuovo sistema di trasporto, che ricade nell’area compresa tra l’ex officina Cook e la base del gran cono a quota 850 metri, si chiamerà la «Ferrovia del parco nazionale del Vesuvio». Nei programmi c’è la volontà di ristrutturare la vecchia stazione Cook, dove già sono in corso interventi di consolidamento statico. Il tutto nell’ottica di trasformare il vulcano da rischio a risorsa. (Il Mattino)

Ustica, braccio di ferro sulla riserva marina

Il ministero propone un consorzio Comune-Provincia. Ma nel pomeriggio il Consiglio frena

Neanche il tempo di presentare la proposta, quella di far gestire la riserva marina di Ustica ad un consorzio costituito dal Comune di Ustica e dalla Provincia di Palermo, che spunta il probabile veto del Consiglio comunale dell'Isola, trasversalmente deciso a tenere duro e a far valere la posizione di sempre, quella cioè che debba essere solo il Comune di Ustica a farsi carico della gestione. La proposta dell'istituzione del consorzio, presentata ieri mattina alla presenza del sottosegretario al ministero dell'Ambiente Roberto Tortolì, ha subito uno stop già nel pomeriggio, quando a riunirsi, ad Ustica, è stato il Consiglio comunale. L'assemblea si è protratta fino a tardi. Ma, stando all'andamento degli interventi, la «bocciatura» sembrava abbastanza scontata, considerato che anche la maggioranza sembrava propendere per il «no».
In mattinata l'illustrazione della proposta di istituire un consorzio congiunto Comune-Provincia (quest'ultima ha già la gestione della riserva terrestre, ndr). «Il ministero – ha detto il sottosegretario Tortoli durante la conferenza stampa – non vuole fare atti di forza e imporre dall'alto alcuna decisione. L'isola è degli usticesi. Ma perché l'amministrazione la possa gestire nella maniera corretta abbiamo pensato alla realizzazione in tempo breve, si parla di tre mesi, di un consorzio fra Comune e Provincia che abbia la potestà sia sulla riserva marina di Ustica sia sul parco terrestre. Si costituirebbe così una sinergia che è fondamentale per trovare risorse, risolvere i problemi che sono sul tappeto».
Favorevole all'ipotesi, in mattinata, anche il sindaco di Ustica, Aldo Messina: «Dopo 25 anni – ha detto il primo cittadino – Ustica sarà collegata a Palermo con un nuovo aliscafo. Cinque Pit approvati porteranno anche una sala congressi, il museo, il nuovo depuratore finanziato dal ministero degli Interni con un costo di due miliardi e mezzo di vecchie lire. Ustica avrà un nuovo depuratore e un pennello a mare. Proprio oggi abbiamo definito la vicenda vigili del fuoco. Ci sarà presto un gruppo di volontari». «Disco verde» al consorzio pure da Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia: «Realizzare un consorzio con una Provincia importante come quella di Palermo finisce per dare una più forte struttura economica e organizzativa all'ente gestore. Penso che sia questa la soluzione migliore». (La Sicilia)

Villasimius Un milione di euro per gli studi sul Parco

Un piano di recupero delle poseidonie spiaggiate (ossia delle alghe), uno di ricerca scientifica sul parco marino, uno studio legato all'impatto economico e sociale della stessa area marina protetta e l'individuazione dei tratti di litorale senza punti demaniali. Un punto, quest'ultimo, di capitale importanza. Sono questi gli obiettivi che il Comune di Villasimius intende portare subito avanti, con un finanziamento di un milione di euro. «Su 36 chilometri di costa - dice il sindaco Tore Sanna - la proprietà privata arriva sino alla spiaggia. A parte qualche eccezione, insomma, non esistono attualmente aree demaniali, ma c'è addirittura proprietà privata sino al mare. In buona sostanza, in caso di emergenza potremmo avere difficoltà ad intervenire, perchè prima dovremmo comunque ottenere il parere favorevole dei privati. Di questo, ci siamo accorti da uno studio delle carte demaniali. Chiediamo alla Capitaneria di effettuare uno studio particolarmente attento per idnividuare i punti a mare sprovvisti di demanio». Con la somma a disposizione, si punta a creare anche forme professionali per la gestione del parco. Si vuole inoltre portare avanti un piano di ricerca scientifica da affidare a diverse Università della Sardegna e della Penisola. (L'Unione Sarda)


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