Rassegna del 18 Febbraio 2005

Caccia. Federparchi: ha vinto il buon senso

(dire) - "i gruppi parlamentari, raccogliendo la preoccupazione di tanti, fra cui la nostra associazione, hanno dimostrato molto buon senso". E' il commento di matteo fusilli, presidente di federparchi, alla notizia dello stop alla camera delle proposte di modifica alla legge 157 sulla caccia. "le proposte giunte in parlamento attraverso un'inspiegabile corsia d'urgenza e che hanno ricevuto questa battuta d'arresto dopo la bocciatura in commissione, sono gravemente dannose- continua fusilli- ingiustificate sul piano tecnico e scientifico, invise alla maggior parte dei cittadini e dannose per l'ambiente naturale". Nel prossimo futuro, si augura il presidente di federparchi, sara' "necessario continuare sulla strada della ragionevolezza, abbandonando l'idea di forzature su una buona legge che ha prodotto un equilibrio tra tutela e aspirazioni ad una pratica venatoria non invasiva e sostenibile".

Caccia: guardiaparco contrari a nuova riforma legge

(ASCA) - L'Associazione Italiana Guardie dei Parchi e delle Aree Protette chiede al Ministro Matteoli e ai Deputati e Senatori della Repubblica di valutare con attenzione la possibilita' di depenalizzare i reati in materia venatoria in particolare la legge 157/92 e la legge 394/91 in materia inerente al divieto di caccia all'interno delle aree protette. Una scelta in tal senso da parte del Governo - si legge in una nota diffusa oggi - potrebbe aggravare la situazione della fauna selvatica italiana e di fatto depotenziare l'attivita' di vigilanza della del personale di vigilanza delle aree protette italiane. Sono molti i reati in materia venatoria e di tutela delle aree protette che vengono comunicati alle Procure annualmente dai Guardiaparco delle Aree Protette italiane, trasformare il bracconaggio all'interno di un Parco in una semplice infrazione amministrativa significhera' attenuare ulteriormente il potere dissuasivo della normativa ed allargare ancor piu' il triste fenomeno del bracconaggio nei parchi che arreca un danno enorme alla fauna selvatica, alla possibilita' concreta di poterla avvistare da parte dei turisti e quindi in generale un danno economico e di immagine per il nostro Paese. Purtroppo - scrivono ancora i Guardiaparco - sono ancora moltissime le aree protette prive di personale proprio di vigilanza soprattutto nel meridione, quindi l'assenza di Guardiaparco favorisce il fenomeno del bracconaggio, ma depenalizzare i reati in materia di fauna selvatica significherebbe depontenziare il personale di vigilanza anche in quelle aree protette dove e' presente. Un parco senza Guardiaparco non puo' essere considerato un parco e un parco con Guardiaparco senza poteri sarebbe altrettanto un parco senza custodi.

Ostia, l'area marina ' Secche di Tor Paterno' diventa la piu' grande d'Italia

(Adnkronos) - Oggi ad Ostia,Massimo Bugli, presidente di Romanatura, ha dichiarato: ''Ad Ostia l'area marina 'secche di tor paterno' diventerà la più grande d'italia.L'area marina che interessa le realtà di Ostia e Pomezia , allargherà i propri confini fino alla tenuta di Castelporziano di fronte alla Riserva Presidenziale''. La notizia, è stata confermata dal dott. Franco Benaglia dirigente del Ministero dell'Ambiente e resa nota questa mattina ad Ostia da Bugli nel corso del convegno, tenutosi presso lo Yachting club del porto, ''Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull'ambiente: esperienze mediterranee a confronto''. Hanno partecipato al convegno Presidenti, direttori di parchi, biologi marini e rappresentanti delle associazioni subacquei italiani, francesi, spagnoli. ''Il settore della subacquea -sottolinea Roberta Ucci presidente della Commissione di Controllo della Riserva di Tor Paterno- è in espansione, polo di attrazione turistica. Attività,quella subacquea, che se non ben regolamentata provoca danni alla flora marina esistente e nelle Aree Marine Protette italiane non si è ancora provveduto ad effettuare valutazioni dettagliate ed interventi sui territori interessati.

Marche, progetto salva starne nel parco Sasso Simone e Simoncello

(Adnkronos) - L'Ente Parco del Sasso Simone e Simoncello si mobilita per salvare le starne. Le abbondanti precipitazioni delle settimane scorse e il ritorno della neve in questi ultimi giorni hanno fatto scattare il piano 'salva starne' all'interno dell'area protetta situata nel cuore del Montefeltro. ''Le guardie del parco -spiega in una nota il presidente dell'Ente, Mauro Baldacci- sono intervenute per nutrire la specie animale con mangiatoie e granaglie. La distribuzione e' avvenuta in zone precise all'interno dell'area protetta, dove sappiamo dell'esistenza delle starne''.

Quattro giorni in cui si parlerà di ambiente, parchi e strategie di salvaguardia

L'obiettivo è chiaro: ottimizzare in uno spazio unico l'importante vetrina dei parchi del Mediterraneo e il forte richiamo della conferenza delle Arpa, per coinvolgere pubblico esterno ed addetti ai lavori in uno spazio unico dominato dalle strategie di sviluppo sostenibile
Per il terzo anno consecutivo la Puglia ospiterà «Mediterre» e per la prima volta in assoluto la regione accoglierà il sistema agenziale delle Arpa che si riuniranno tra Matera e Brindisi per la loro conferenza annuale. L'obiettivo è chiaro: ottimizzare in uno spazio unico l'importante vetrina di Mediterre e il forte richiamo della conferenza delle Arpa, per coinvolgere pubblico esterno ed addetti ai lavori in uno spazio in cui per oltre 4 giorni si parlerà di ambiente, parchi e strategie di salvaguardia.
Mediterre è una manifestazione dedicata ai parchi e alle aree naturali protette del Mediterraneo e ha lo scopo di favorire rapporti di scambio e collaborazione tra i diversi soggetti interessati, non solo i 23 Paesi sul Mediterraneo (da Gibilterra alla Siria passando per Spagna, Francia, Italia, Grecia, Turchia, Algeria, Egitto e Israele), ma anche gli altri (Portogallo, Andorra, Macedonia, Serbia e Giordania) che, pur non possedendo uno sbocco su di esso, ne condividono da sempre le vicende naturali, culturali e storiche.
Il tema individuato per la terza edizione della fiera è «Mutamenti ambientali e flussi migratori», nel quadro del ruolo strategico della conservazione nei processi non solo ecologici ma anche socio economici del pianeta.
Per la 9^ Conferenza Nazionale delle Agenzie Ambientali l'argomento di discussione sarà incentrata su «Educazione Ambientale, Energia e Ambiente, Turismo Sostenibile, Aree Protette, Gestione e Organizzazione», punti nevralgici per una crescita condivisa che vuole essere realmente sostenibile.
Il confronto 2 al 6 marzo si svolgerà inizialmente a Matera, dove verranno incominciati i lavori e da 3 si sposterà a Brindisi.
In particolare a Matera si svolge una prima esperienza formativa di laboratori interattivi per la realizzazione di strumenti di comunicazione multimediale per l'educazione ambientale, rivolti agli studenti delle scuole superiori. (Villaggio Globale)

Velino-Sirente, i vertici sprizzano gioia

Diffuso un documento che di fatto sancisce una profonda frattura con l’assessore Sciarretta di An
Presidente e direttore soddisfatti per la bocciatura della riperimetrazione del Parco


Il presidente del Parco regionale Velino Sirente, Giulio De Collibus, ed il direttore Di Nino hanno diffuso ieri un trionfalistico documento nel quale non nascondono (anzi la palesano orgogliosamente) la loro soddisfazione per la bocciatura della riperimetrazione del Parco stesso in Regione. E assieme ai due anche tutto il Consiglio di amministrazione sottoscrive il documento sancendo in questo modo una frattura notevolissima con la posizione di An e del suo rappresentante nell’esecutivo regionale. Pare, tra l’altro, che De Collibus non nasconda le sue simpatie per il centrodestra ma in tal senso era posizionato su situazioni del tutto opposte.
Ma procediamo con ordine cercando di rielilogare i termini della vicenda. Dal documento si evince, comunque, che il Parco non è aprioristicamente contario alla riperimetrazione. Scrive De Collibus: «Noi, insieme all’intero Cda dell’Ente, non rifiutiamo aprioristicamente un possibile progetto di riperimetrazione purché questo venga redatto in maniera scientificamente corretta e condivisa da tutti i soggetti coinvolti. Ciò di cui occorre tener conto - aggiunge il presidente - è della volontà dei singoli Comuni interessati, ivi compresi quelli che hanno chiesto di entrare a far parte dell’area protetta». Tra i motivi che hanno spinto il ”management” del Parco a manifestarsi contrario alla nuova proposta regionale sarebbe stata anche la triplicazione dei rappresentati dei vari Comuni. Il Parco sarebbe stato governato da almeno 100 consiglieri rappresentanti di 27 Comuni. Qualcuno ha commentato sorridendo come «già sia impossibile oggi tenere a bada tutti i consiglieri e cercare di metterli d’accordo, figuriamoci ove vi fosse stata la possibilità di farne crescere il numero».
E dire che proprio qualche giorno fa l’assessore Francesco Sciarretta aveva diffuso un documento nel quale tra le altre cose affermava: «La Commissione ha riascoltato in più occasioni i Comuni interessati e l’assessore proponente. Si tratta di un progetto - ha aggiunto Sciarretta - teso a liberare dai vincoli ambientali solo quei territori che non hanno alcuna valenza scientifica e naturalistica, mentre include tratte di territorio di rilevante interesse naturalistico quali ad esempio le Grotte di Stiffe. Non si vede quindi quali siano le ulteriori necessità di approfondimento lamentate dall’opposizione, a meno che non si voglia fare di questa legge una gomma americana che viene masticata e rimasticata e mai deglutita». Sempre secondo Sciarretta, «la sinistra si oppone strumentalmente a questa proposta dimenticando fra l’altro che l’allora assessore ai Parchi, Stefania Pezzopane, proprio a fine legislatura (marzo 2000), fece approvare dal Consiglio una riduzione del perimetro del Parco Velino-Sirente».
Insomma, una bella rissa trasversale in atto se sono esatte le considerazioni di Sciarretta rese alla stampa qualche giorno fa prima che in Regione l’atto proposto venisse sonoramente bocciato. (Il Messaggero)

Parco: Vassallo nuovo direttore

Monti Lucretili

Il presidente della Regione, Francesco Storace, ha nominato Giovanni Vassallo, cinquant’ anni, giurista, nuovo direttore generale del parco naturale dei Monti Lucretili, in sostituzione di Giuseppe Valeriani.
Lo hanno reso noto i presidenti del consiglio direttivo e della comunità dell’ente, Graziano Di Buò e Antonio Giubilei, con una comunicazione inviata ai sindaci dei tredcii comuni inclusi nel comprensorio protetto, dieci dei quali in provincia di Roma e tre in provincia di Rieti. Si tratta di uno dei parchi più vasti del Lazio, con una estensione complessiva di circa 18 mila ettari. La presentazione ufficiale del nuovo direttore avverrà martedì. (Il Messaggero)

Le meraviglie del Parco

Boschi di Carrega

« Un anno in compagnia del Parco » è il titolo del ricco programma che i Boschi di Carrega hanno predisposto per il 2005. « Lo scopo del ricco carnet di appuntamenti - ha precisato il presidente Carlo Maria Canali - è quello di dare modo ai visitatori di apprezzare la diversità di forme e colori, la diversità delle nostre proposte e la diversità di ambienti e atmosfere che l'area protetta è in grado di offrire » . I Boschi di Carrega costituiscono il regno della bio- diversità che in senso lato non è solo ascrivibile alle diverse specie che lo popolano, ma anche ai diversi ambienti naturali come i laghi, i boschi e le praterie; oltre alla possibilità di fruire di ricchi e variegati riferimenti storico culturali, che si intrecciano con le offerte e le opportunità per conoscere e scoprire il territorio. Molte sono le iniziative per la valorizzazione delle nuove aree pubbliche nel giardino del Casino dei Boschi: visite guidate lungo nuovi sentieri, come quello che porta al lago di monte Tinto, suggestivo specchio d'acqua situato nel cuore del giardino. Il giardino è sempre aperto al pubblico ( con accesso pedonale) nelle nuove aree recentemente acquisite dal Parco, mentre restano aperte nelle domeniche pomeriggio, due volte al mese, le parti di proprietà della famiglia Carrega, come il suggestivo viale degli inglesi. Periodicamente, il giardino è visitabile anche in carrozza, un mezzo che ripropone le atmosfere storiche dei luoghi. Ancora il giardino del Casino progettato dall'architetto Barvitius nel 1800 sarà luogo di incontri con la presentazione di itinerari animati per giovani ed adulti, in orari pomeridiani e serali. Animazioni per bambini al Centro visite Levati con ludoteche, lettura di fiabe e spettacoli teatrali, oltre ad un nuovo percorso a indovinelli creato per i pi ù piccoli e volto a scoprire le tracce degli animali. Verranno riproposti anche gli itinerari enogastronomici con visite alle aziende del Parco, oltre a percorsi trekking che abbinano alla visita aziendale, la degustazione dei prodotti tipici e percorsi naturalistici o di interesse storico- culturale. Continua inoltre la collaborazione con il Parco del Taro e il museo Guatelli, con itinerari in cui la visita ai Parchi e alle aziende agricole si conclude con una tappa al museo della civiltà e della cultura contadina di Ozzano Taro. Da quest'anno inoltre, con l'iniziativa « Fattorie Aperte tutto l'anno » , alcune aziende saranno aperte in date prestabilite nel pomeriggio con animazioni, laboratori e visite aziendali. Numerose anche le proposte per visite naturalistiche sulla vegetazione e la fauna del Parco, in cui i visitatori avranno modo di partecipare ad attività di gestione ( riconoscimento delle specie, censimenti degli animali) coadiuvati da materiale didattico ad hoc e con l'aiuto di esperti del Parco. Fra queste, sono da ricordare le visite notturne, per ascoltare in silenzio le voci del bosco ed associare le immagini di animali notturni. Saranno riproposti anche i grandi eventi: a partire da « Vivicittà » , il 10 aprile, e la « Marciaverde » , il 4 settembre, ovvero manifestazioni sportive ma di forte richiamo anche per famiglie e amanti del verde e della natura. « Un calendario ricco di proposte - ha concluso Canali - frutto della collaborazione fra il Parco e altri enti ed associazioni che operano sul territorio. Molte proposte nascono dall'elaborazione dei suggerimenti maturati nell'ambito delle tematiche contemplate da Agenda 21 locale su turismo e fruizione trattate in occasione di incontri, svoltosi al Parco, nella primavera estate del 2004 cui hanno partecipato rappresentanti di associazioni, gruppi ed enti locali » . I punti di riferimento per tutte le attività sono il Centro visite Levati, punto di accoglienza per scuole e fruizione familiare, il Casinetto sede di mostre d'arte, il vivaio forestale Scodogna per le attività pratiche e i corsi sulla gestione del verde ed il Centro recupero animali selvatici, con un punto informativo aperto al pubblico tutte le domeniche pomeriggio. Il calendario costituisce un'occasione per visitare il Parco e cogliere nove opportunità. Tutte le visite guidate possono essere svolte in lingua inglese. (Gazzetta di Parma)

«Antenne per cellulari sul San Bartolo? Ci opponiamo»

La presidente Regnoli

Niente antenne sul San Bartolo. Non lo dice esplicitamente il presidente dell’Ente Parco Nadia Regnoli, ma il suo messaggio è chiaro. L’Agenzia regionale per l’Ambiente ha elaborato una mappa del territorio comunale pesarese, dove sono stati delineati quattro siti idonei ad ospitare i ripetitori della telefonia mobile. Uno di questi siti è proprio il colle San Bartolo. Nulla è certo sull’effettiva sistemazione delle antenne proprio nelle aree prospettate, ma la Regnoli fa capire fin d’ora il suo pensiero. «Seguiremo attentamente gli sviluppi - commenta - ma certo è che se tutto seguisse la strada delineata dall’Arpam, non sarei per niente contenta. Non è semplice trovare un punto per sistemare queste antenne, che al tempo stesso tuteli la salute pubblica e riduca al minimo l’impatto ambientale». Un altro aspetto non secondario della vicenda sono proprio i vincoli ambientali che tutelano il Parco. «I vincoli ci sono - spiega ancora la Regnoli - ma non sono comunque determinanti. L’ultima parola infatti spetta in questi casi al Ministero dell’Ambiente. Per cui, secondo le direttive della legge Gasparri, da parte nostra potremmo anche opporci all’eventuale sistemazione dei ripetitori nell’area protetta del San Bartolo, ma se dal Governo valutano il nostro veto non significativo, possono decidere in ultima istanza di piazzare l’antenna. Vedremo, ancora è difficile fare previsioni». (Il Messaggero)

Parco del Circeo, è polemica sui vertici della Forestale

I trasferimenti dei comandanti provocano dure reazioni. Bellassai: «Troppi commenti»

Gli annunciati avvicendamenti ai vertici delle strutture del corpo forestale dello Stato che operano all’interno del parco nazionale del Circeo hanno dato vita a reazioni eterogenee e per lo più contrastanti. Da un lato la fazione dei contrari è rappresentata dalla locale associazione dei commercianti e dal presidente del comitato che sostiene la lista Storace, Alfredo Scalfati. La loro posizione e netta: no deciso ai trasferimenti incrociati dei comandanti delle stazioni di Fogliano, Cesarella e Sabaudia. Anche il commissario straordinario del parco, Salvatore Bellassai, ha deciso di scendere in campo e difendere le sue posizioni. Troppi e poco opportuni: così giudica i commenti emersi in merito alla vicenda. «Sono stato informato ed ho preso atto delle scelte dei vertici del corpo che hanno motivazioni di servizio che rispetto ed accetto e sono pronto a condividere la gestione e la sorveglianza del parco con gli uomini messi a disposizione dal Ministero delle politiche agricole e forestali - spiega - La definitiva approvazione del Dpr istitutivo dell’ente, il cui ritardo appare ormai difficilmente comprensibile e giustificabile, dovrebbe portare con se chiarezza nei rapporti tra i vertici del parco e le strutture del corpo che operano per la tutela dell’area protetta». Duro il suo attacco alle sigle associative che avversano il cambio ai vertici delle stazioni. «La capacità di applicare le norme prescinde dal contesto territoriale in cui si opera e non serve una specializzazione in “rispetto delle attività produttive” per poter svolgere il proprio servizio con competenza - aggiunge - Non vorrei che queste posizioni finissero con l’apparire come una reazione poco composta alla prospettiva di utilizzi del territorio difformi dalle attuali regole di tutela vigenti nell’area protetta. Il nuovo corso del parco ha già dimostrato aperture e interesse per la risoluzione di annose vicende come quella dei condoni edilizi, degli allevamenti bufalini, del porto canale di Rio Martino, cercando regole e soluzioni condivise». (Il Messaggero)

Parco del Gargano: Nasce l'infosportello

Sarà inaugurato il prossimo 21 febbraio a Monte Sant’Angelo presso la sede dell’Ente, il primo infosportello del Parco Nazionale del Gargano. Uno strumento informativo che ha il compito, tra l’altro, di illustrare e proporre le opportunità di finanza agevolata previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria evidenziandone le peculiarità.
“Il Parco con questa iniziativa – ha affermato il Presidente Giandiego Gatta - si avvicina ulteriormente alle comunità locali che finalmente non devono percorrere tanti chilometri di strada tortuosa per venire a chiedere informazioni o per ritirare un modulo o un regolamento. Con l’istituzione degli infosportelli in tutti i comuni del Parco si accorceranno notevolmente le distanze tra le popolazioni e la sede centrale”.
All’iniziativa plaudono tutte le associazioni imprenditoriali le quali hanno manifestato vivo apprezzamento per questa scelta che fa del Parco Nazionale del Gargano uno strumento di sviluppo socio economico.
Lunedì 21 febbraio alle ore 10,30 conferenza stampa a Monte Sant’Angelo e inaugurazione del primo infosportello a cui farà capo anche la città di Manfredonia. Venerdì 25 febbraio sempre alle 10,30, inaugurazione dell’infosportello di Peschici. Prossimamente sono previste le aperture degli sportelli di Carpino, San Nicandro Garganico e Mattinata. (Manfredonia Net)

Fuori dal Parco, chiede il Comune

Gargano - Mattinata Il consiglio propone riperimetrazione escludendo vasti territori

Sì al Parco in quanto risorsa per lo sviluppo. Questa è stata la base di discussione, al termine della quale il consiglio comunale si è ritrovato unito a chiedere la riperimetrazione dell'area protetta. Il territorio mattinatese, che dalla costa sale fino agli 850 metri del convento di Monte Sacro, è quasi tutto incluso nel Parco. Con l'86,72 % di territorio incluso, Mattinata è al primo posto tra tutti i comuni della comunità del Parco del Gargano. «Quando da fuori si decise la perimetrazione del Parco - dice Angelo Iannotta, sindaco del centro garganico - non si tenne conto appieno delle esigenze di sviluppo obiettivo finale di questa operazione è di procedere ad una tutela del nostro territorio in maniera più ragionevole e sostenibile anche dalla comunità mattinatese che vi abita». Insomma, se a Mattinata non sembra esserci spazio per manifestazioni di antiambientalismo, si vuole in ogni caso che il Parco, alla luce anche dell'esperienza di questi anni, non impedisca le occasioni di sviluppo, che una zona ad alta vocazione turistica richiede. La proposta portata in consiglio già nel 2004 dalla coalizione di maggioranza «Mattinata viva» fu rinviata per un approfondimento ed ora ha trovato il consenso di tutto il consiglio (ha detto sì anche lo Sdi). Il principio approvato è di non far rientrare nell'area particolarmente vincolata la zona agricola pura formata da uliveti, mandorleti e pascoli bassi, mentre è sembrato giusto che del Parco facciano parte le aree boscate ed i pascoli alti. Come si afferma nella relazione che accompagna la delibera, «quello del Parco è l'ennesimo vincolo: infatti la fascia costiera e parte dell'entroterra risultano già gravati da vincolo paesaggistico, idrogeologico, sismico e dalle norme contenute nel Piano urbanistico territoriale tematico della Regione Puglia». Su richiesta dei cacciatori, un buon numero dei quali era presente in consiglio con Angelo Vaira il consiglio ha pure pensato di escludere dal territorio del Parco l'area a monte della fascia costiera, adiacente a quella già esterna al perimetro attuale. Si è precisato che l'area in questione non presenta significativi valori ambientali e naturalistici, come risulta dagli stessi strumenti urbanistici. La proposta di riperimetrazione prevede poi che una parte di «zona 1» del Parco sia convertita in «zona 2» in quanto si tratta sì di zona a più basso grado di antropizzazione ma essa è pur sempre ricca di zone coltivate e di attività zootecniche, «di cui è doveroso - dice l'assessore Pasquale Bisceglia - permettere lo sviluppo per mezzo di incentivazione e valorizzazione». Il comune di Mattinata, a seguito della proposta di questa riperimetrazione (che attende ora l'ok del Ministero), passerebbe dall'86,72% di territorio incluso nel Parco ad una superficie del 60,30%, «comunque ampia, considerando che la media totale delle percentuali di territorio inclusa nell'area Parco dei vari comuni è pari al 51,67%». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Messaggio per il parco delle Gravine

"Aiutaci a sollecitare la Regione". Lo chiedono ai cittadini, i rappresentanti del comitato "Salviamo il Parco delle gravine", i quali hanno avviato una campagna di fax, e-mail "da inviare al Presidente Fitto e all'assessore Saccomanno" rammenta Marinella Marescotti, del comitato. "Abbiamo pochi giorni per far scattare le misure di salvaguardia prima della nuova legislatura regionale". Insomma si vuole evitare di perder tempo. Fax da inviare allo 0805406260 per Fitto; allo 0805406844 per Saccomanno. E-mail: presidentefitto@regione.puglia.it oppure m.saccomanno@regione.puglia.it e, per conoscenza, a comitatoparcogravine@libero.it. Inviare a tutti e due gli amministratori i messaggi, è meglio, fanno intuire quelli del comitato. Testo diffuso dal comitato: "Da anni attendiamo l'istituzione del Parco delle Gravine e, ancora una volta, dobbiamo denunciare, oltre al pesante ridimensionamento dell'area da destinare a Parco, i gravissimi ritardi che pesano sull'iter istitutivo. Ogni giorno che passa rischia di vanificare il lavoro svolto finora, rimandando tutto alla prossima legislatura. Siamo stanchi di aspettare: è inaccettabile la colpevole inerzia da parte della Regione, che impedisce l'applicazione delle norme provvisorie di salvaguardia. Chiediamo quindi alla Giunta Regionale l'immediata adozione del disegno di legge che istituisce il Parco delle Gravine, nel rispetto della stessa legge regionale 19/97." (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Dal Comitato del Pollino ancora un «no» alla centrale

Dalla Basilicata alla Calabria continua l'opera informativa e di sensibilizzazione sulla riconversione della centrale del Mercure. Dopo l'incontro di ieri sera a Laino Borgo questa sera il Comitato Salute e Ambiente Pollino (sodalizio di lotta contro la Centrale a biomasse) incontrerà i cittadini che abitano nelle frazioni più alte di Rotonda. Con tale tipo di manifestazione «vagante» il comitato intende mettere a conoscenza tutta la popolazione del Mercure su che cosa sta succedendo nella loro valle. Il comitato dice no alla Centrale a Biomasse della Valle del Mercure per diversi motivi, in primis per il Contesto geografico. «Il bacino del Mercure è inserito nel Parco Nazionale del Pollino. Si producono prodotti tipici di qualità ed è un bacino strategico per l'approvvigionamento idrico. Il Progetto prevede la produzione di energia utilizzando come combustibile cippato di legname vergine, sansa esausta di oliva e segatura, il materiale dovrebbe provenire prevalentemente da paesi extraeuropei questo comporterà un notevole dispendio di combustibili fossili per trasporto e nessuna garanzia sulla qualità del materiale vegetale destinato alla combustione». L'Enel ha rassicurato le biomasse saranno reperite per la maggior parte in loco, ma il comitato afferma «l'approvvigionamento della biomassa non può avvenire in loco, bisognerebbe bruciare il parco». E poi « utilizzando biomasse definite «vergini» rendono il progetto avulso dal contesto territoriale e sostanzialmente antieconomico per la Comunità Le strade riusciranno a sostenere il notevole aumento di traffico per il funzionamento del processo industriale? Si chiedono . I cittadini lamentano poi la mancanza di «valutazioni di impatto ambientale , Inquinamento atmosferico, delle acque, falde acquifere e del sottosuolo e poi la cenere. La combustione della biomassa produce una notevole quantità di cenere che in base alla attuale normativa è considerata rifiuto e quindi dovrà essere destinata alla discarica. Pur volendo riutilizzare le ceneri come fertilizzante in particolari terreni poveri di potassio o nell'edilizia o altro, non è presente nell'area del Pollino e limitrofe una filiera che ne permette l'utilizzo» Oltre agli incontri informativi il comitato ha indetto anche una petizione popolare inviata ad amministrazioni lucane e calabresi in cui chiedono «Di prendere visione di tutta la documentazione relativa ai lavori di conversione a «biomassa» della centrale, nonché della documentazione comunque connessa alla ripresa del funzionamento della centrale; La promozione, da parte delle istituzioni di opportune ed esaurienti informazioni sull'argomento e sulle conseguenze per l'ambiente e la salute dell'eventuale rimessa in funzione della centrale; La verifica ed il controllo della presenza di tutte le condizioni di legge per l'eventuale ripresa del funzionamento dell'attività della centrale. E infine una pubblica assemblea, anche in forma disgiunta, in presenza di esperti, non solo di parte Enel, sui vantaggi e sui rischi per l'ambiente e per la salute della centrale a biomassa in argomento». E l'opera di sensibilizzazione del comitato continua, probabilmente l'incontro chiesto potrebbe servire a chiarire le diverse posizioni e a far luce sul tanto discusso argomento. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Parco Oglio Sud, Cremona e Mantova unite Si studia la nuova definizione dell’area naturale

Provincie di Cremona e Mantova unite sul Parco Oglio Sud. I due enti, infatti, hanno scritto al presidente Enrico Tavoni e ai sindaci per individuare una nuova proposta di definizione delle aree da destinare a parco naturale. «L’intendimento — spiega il presidente Giuseppe Torchio — è coinvolgere tutte le istanze territoriali interessate, a partire dai sindaci, e da coloro che sulle aree del Parco ci vivono, ci lavorano e ne utilizzano le risorse naturali ed economiche. Il lavoro vedrà coinvolti in prima persona tutti gli organi istituzionali e dirigenziali del Parco Oglio Sud al quale è affidato per legge il compito amministrativo». In questi giorni gli uffici tecnici delle due Province stanno prendendo contatto con i soggetti direttamente interessati alla definizione del lavoro. (La Provincia di Cremona)

Basilio Monaci vicepresidente

Parco del Serio. Telenovela finita
Nominato ieri da Gafforelli


Gianfranco Gafforelli, presidente neo eletto del Parco del Serio, ha scelto il suo vice. E’ il cremasco Basilio Monaci, politicamente collocato nel centro, consigliere comunale a Crema e già rappresentante del Comune nella scorsa amministrazione dell’ente, quando presidente era Ferruccio Rozza. Monaci ha quindi avuto la meglio sull’altro candidato cremasco che era in pole position: l’architetto Beppe Ermentini. La scelta di Basilio Monaci, che tra altre cose è anche docente all’istituto tecnico di agraria Stanga, va un po’ nella direzione dell’equilibrio politico. Il centro, nella fattispecie la Margherita, era uscito dalla votazione senza un rappresentante nel consiglio di amministrazione rinnovato a metà gennaio a Romano di Lombardia. E a favore del consigliere comunale di Crema si era apertamente schierata la Lista Torchio, il cui capogruppo in consiglio provinciale Giovanni Scotti non aveva avuto esitazione nel rilasciare una dichiarazione quanto mai diretta: «O si nomina Monaci o noi chiediamo la verifica». Va anche ricordato che la polemica nata attorno alla nomina del vicepresidente non trova riscontro tecnico. In altre parole: lo stesso presidente del Parco ha più volte sottolineato che la figura del vice è essenzialmente dettata dal regolamento e che non ha particolari poteri se non quello di sostituire il presidente quando questi è assente. Sempre ieri sono state distribuite anche altre responsabilità ad ognuno dei membri del consiglio di amministrazione. (La Provincia di Cremona)

La Grigna è diventata un parco

Si è concluso il lungo iter che ha vissuto il penultimo passaggio settimana scorsa in commissione Ufficiale
Un risultato carico di potenzialità per lo sviluppo economico-turistico e per la tutela ambientale


ESINO Con voto unanime del Consiglio regionale è stato istituito il Parco della Grigna settentrionale: è il ventiduesimo parco lombardo e coinvolge i comuni di Esino, Perledo, Varenna, Pasturo, Primaluna, Cortenova, Parlasco e Taceno oltre ad interessare Provincia e Comunità montana. L'area coperta è di 5.548 ettari. Le finalità perseguite sono la conservazione e valorizzazione dei beni paesaggistici e delle specie animali, la tutela ed equilibrio ecologico complessivo del territorio, la promozione delle attività tradizionali e dell'artigianato tipico, la fruizione turistica, culturale, didattica e ricreativa del territorio. Tutti soddisfatti per la conclusione positiva della vicenda, ad iniziare dal sindaco di Esino, Costante Grassi, che già si era espresso all'indomani del sì in commissione. «Questo progetto – rileva il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Giulio Boscagli – permette un'ulteriore valorizzazione di un'area già nota per le sue qualità paesaggistiche e importante per la nostra provincia e costituisce una rilevante occasione di sviluppo e di promozione. Sono certo che, come per le altre aree protette istituite in questi anni dalla Regione, la nascita del Parco rappresenterà un'opportunità di crescita e di valorizzazione per gli enti coinvolti e, per chi lo verrà a visitare, per vivere e godere di più di questo territorio». Per la gestione dovrà essere costituito un consorzio. In attesa se ne occuperà la Comunità montana. «Siamo contenti tutti – afferma il presidente Carlo Molteni – perché reputiamo che l'iniziativa sia altamente positiva per il territorio, sia dal punto di vista ambientale che economico perché permetterà l'arrivo di finanziamenti per la sua tutela. La Comunità montana sarà il polo centrale poiché, comunque, il Parco è un'istituzione sovraccomunale». L'area geografica racchiusa nel perimetro del Parco è molto importante per la particolari formazioni vegetali e rocciose presenti. Infatti è stata riconosciuta pure dalla Comunità europea che ha inserito alcune sue zone tra i Sic (Siti di interesse comunitario). Ne sono stati istituiti dalla Cee 176 in Lombardia, su un'area di 230 mila ettari e due sono proprio sulla Grigna. Nei Sic qualsiasi intervento prevede la «valutazione di incidenza» che dovrà essere fatta da chi gestisce. In aggiunta ci sono ancora le Zps (Zone di protezione speciale) per la riproduzione degli uccelli (altri 360 mila ettari, in Lombardia). Per il Parco dovrà essere fatto ora il Piano territoriale che detterà le regole, compresi i piani di fruizione, dei sentieri e dei boschi. (La Provincia di Lecco)

Parchi, legge innovativa”

Emilia Romagna
(Lino Zanichelli, consigliere regionale)


Giovedì scorso abbiamo approvato una nuova disciplina dei parchi e delle aree protette della nostra regione. Sta crescendo l'interesse delle persone per il nostro patrimonio naturale, sia perché ne fruiscono direttamente sia perché l'inquinamento e lo smog delle città accresce la consapevolezza dell'importanza della sua tutela.
Per questo abbiamo varato una legge che riforma il sistema delle aree naturali protette e della “Rete natura 2000”, che trae origine da una direttiva dell'Unione Europea del '92 denominata “habitat” finalizzata alla conservazione della diversità biologica presente in Europa. Parliamo di oltre 278.000 ettari, una superficie pari al 12,6% dell'intero territorio regionale. Nel dettaglio, 2 parchi nazionali, 13 regionali, 13 riserve naturali, 48 aree di riequilibrio ecologico, 113 pSIC (proposti siti di importanza comunitaria) ed infine 61 ZPS (zone di protezione speciale).
Noi siamo partiti da questo ricco e variegato mosaico e ci siamo chiesti quale fosse il modo migliore per difenderlo e valorizzarlo.
Con la legge 11 del 1988, Disciplina dei Parchi e delle Riserve naturali, la Regione aveva definito in termini allora innovativi finalità, principi e regole, istituendo un primo ed importante gruppo di Parchi regionali. Lo scorso anno con le Disposizioni in materia ambientale abbiamo recepito le disposizioni comunitarie più recenti organizzando le funzioni regionali e quelle degli altri soggetti pubblici per la gestione, conservazione e monitoraggio dei siti della Rete natura 2000. In quella fase abbiamo previsto anche il riordino territoriale del Parco regionale di Val Parma e Cedra in seguito alla nascita nel 2001 del Parco nazionale dell'Appennino tosco emiliano. Ora la legge 6 del 2005 avvia il superamento del consorzio di gestione del Parco del Gigante definendo le modalità del subentro dell'Ente nazionale: oggi il ministro non ha più alcun alibi alla nomina del nuovo Presidente ed allo sviluppo di una iniziativa che è una chiave essenziale per il futuro del nostro Appennino.
La nuova legge è importante per diversi aspetti, ma soprattutto perché opera per l'alleanza tra interessi da sempre conflittuali o almeno separati. Pensate agli abitanti dei territori limitrofi ai parchi ed in particolare agli agricoltori, sui cui terreni prendono corpo, giorno dopo giorno, le condizioni concrete che sorreggono i nuovi equilibri ecologici. Pensate alle associazioni ambientaliste e a quelle venatorie, agli enti di gestione, ai Comuni e agli imprenditori. Riguardo a questi ultimi faccio un esempio concreto: prevediamo forme di promozione, agevolazioni ed incentivi a favore dei cittadini e delle imprese operanti all'interno delle aree protette, nonché la possibilità della concessione del logo dell'area protetta a servizi o prodotti locali che rispettino i requisiti di tutela.
Abbiamo trovato il modo di alleare tutti questi soggetti su una base di reciproca opportunità, rafforzando l'autorevolezza degli enti di gestione e dell'intero sistema delle Autonomie, la partecipazione delle comunità locali alla vita dei Parchi, il ruolo sia delle organizzazioni professionali agricole che delle associazioni ambientali. L'interesse generale a preservare la natura, quello più specifico del turismo, l'interesse dei consumatori ad avere alimenti sicuri, l'interesse degli agricoltori a vedersi riconosciuto un reddito adeguato possono ora trovare, proprio a partire dai parchi, una ricomposizione di rilievo storico.
Tra l'altro si tratta di una vera novità nel panorama nazionale, segnato dai continui attacchi rivolti dal Governo all'autonomia, alla tutela e alla valorizzazione dei parchi naturali.
Da un punto di vista più scientifico, l'ampliamento delle tipologie, con l'introduzione della categoria dei Paesaggi naturali e seminaturali protetti, consentirà poi di promuovere in numerose parti del territorio regionale una nuova fase di politiche di sostenibilità ambientale. Questo significherà migliore tutela della biodiversità, del paesaggio e delle attività agricole tipiche e tradizionali di qualità.
Sottolineo infine la scelta di ampliare gli strumenti e le modalità operative per favorire la partecipazione attiva e responsabile delle popolazioni residenti alle principali scelte di governo. Siamo infatti convinti che il successo e lo sviluppo futuro delle stesse aree protette, concepite come i luoghi nei quali sperimentare un rapporto più avanzato tra tutela dell'ambiente naturale e sviluppo delle comunità locali, è intimamente legato al consenso di chi le abita. (Reporter)

Workshop internazionale alle Cinque Terre

Nei giorni 24 febbraio 4 marzo 2005 si terrà a Riomaggiore un Workshop internazionale organizzato dal Parco Nazionale delle Cinque Terre sul turismo sostenibile e le problematiche del territorio.
Il seminario vedrà la partecipazione delle università Europee quali Kiev, Odessa, Anversa, Belgrado, Bratislava e Firenze coordinati dal prof. Bonnett Michel, maitre dell'Unesco, della Ville du Quebec in qualita di supervisore scientifico del progetto.
"Il progetto denominato "Smart Histor", finanziato dalla Comunità Europea, vuole sviluppare un modello per la tutela delle aree protette che soffrono per un eccessivo afflusso turistico - dice il prof Bonnette- Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è stato scelto come sito rappresentativo per la creazione di un modello che permetterà di trovare soluzioni adeguate alla salvaguardia del patrimnio naturale e culturale anche per altri parchi europei".
L'equipe interdisciplinare vedrà coinvolti docenti e ricercatori universitari con i loro studenti provenienti dalle facoltà di Architettura, agraria , economia turistica e ingegneria naturalistica; gli studiosi si divideranno il gruppi per poter affrontare al meglio le tematiche oggetto dello studio.
"Essere al centro della comunità scientifica internazionale non può non essere una gratificazione per il lavoro svolto- afferma impegnato nell'organizzazione Doriano Franceschetti - e uno stimolo per quanto ancora c'è da fare".
I partecipanti al seminario, circa 70 persone,verranno accompagnati da esperti locali che li condurranno alla scoperta del territorio con escursioni via terra e via mare.
"Lo scambio di conoscenze e esperienze con i residenti favorirà l'ottima riuscita del progetto "- conclude il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Franco Bonanini. (Tuttospezia)


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