Rassegna del 20 Febbraio 2005

Mentana, vertice sul futuro dei parchi naturali

Fra Provincia e Comuni

Una conferenza per illustrare le iniziative per i parchi naturali a gestione provinciale. La organizza per domani la sede di Mentana del Lea (Laboratorio di educazione ambientale) della Provincia di Roma. Si parlerà del futuro delle aree protette di Macchia del Barco, Gattaceca e Nomentum che insistono nei territori tra Mentana, Monterotondo, Fonte Nuova e Sant’Angelo Romano. Aree sempre sotto la minaccia dell’abusivismo edilizio e che invece costituiscono una risorsa per i comuni sempre più urbanizzati: una risorsa spesso troppo sottovalutata e che occorre difendere. Ora qualcosa da parte dei Comuni interessati si sta muovendo.
La conferenza di domani si svolgerà alle 10,30 presso la sede del Lea di Mentana, al chilometro 21 della via Nomentana, dove era una volta il mattatoio comunale. Verranno illustrate le attività di promozione delle riserve naturali di Nomentum, Gattaceca e Barco con iniziative ludico-sportive e altre attività.
«Si tratta di un programma - dicono gli addetti del Lea - che costituisce il primo passo per meglio promuovere la conoscenza del territorio attraverso attività ecocompatibili. E’ una fase sperimentale che preannuncia possibili evoluzioni con interventi che renderanno stabili i servizi per la fruizione di queste aree».
Alla conferenza parteciperanno, oltre agli assessori della Provincia all’Ambiente Filiberto Zaratti e alle Politiche del tempo libero Attilio Bellucci, gli assessori all’Ambiente di Monterotondo Luigi Cavalli, di Mentana Antonio Alesiani, di Sant’Angelo Romano Fabio Scardazza e il delegato ai Parchi e all’Arredo urbano del Comune di Fonte Nuova Marco Mercante. All’iniziativa di domani prenderanno parte anche associazioni e scuole del territorio. (Il Messaggero)

Nasce il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola

Dopo oltre venti anni di discussione animata che ha coinvolto le comunità locali, le Province, il mondo ambientalista, quello agricolo e le associazioni venatorie, il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola è finalmente legge regionale. Il Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, ha, infatti, approvato nella seduta del 14 febbraio 2005 l' istituzione del Parco che si sviluppa su oltre 6.000 ettari nei Comuni di Brisighella, Riolo Terme, Casola Valsenio, Borgo Tossignano, Fontanelice e Casalfiumanese.
Le aree destinate a parco sono circa 2.000 ettari, distribuiti per due terzi nel territorio della provincia di Ravenna e per un terzo nella provincia di Bologna, mentre le zone di pre-parco e le aree contigue saranno circa 4.000 ettari. La legge suddivide questo territorio in 4 zone, con livelli differenti di tutela, dunque di tutela. La zona A, a "protezione integrale" (Ha. 52), riguarda soprattutto il versante Ravennate: la riva di San Biagio, il rio Basino, rupi di Monte Mauro e rio Cavinale. Qui l'accesso sarà consentito solo per scopi scientifici ed educativi con l'ausilio di guide autorizzate dal gestore. Nella zona B, in cui si comprendono "rupi ed emergenze gessose, aree a vegetazione naturale, ingressi delle grotte e doline" (Ha. 738), non si potrà impiantare alcun'attività, costruire, campeggiare, tagliare alberi e siepi se non per manutenzione, cacciare, aprire nuove strade. Ma è concessa la manutenzione e la creazione d'infrastrutture "d'interesse locale", l'apertura di piste forestali. Nella zona C di protezione valorizzazione agroambientale sono inseriti i calanchi e le zone ad uso agricolo (Ha. 1.256). L'agricoltura si potrà portare avanti compatibilmente con la vita del parco, anche le costruzioni sono concesse, solo a uso agricolo e compatibili col parco, come le piste e gli accessi a uso privato devono essere finalizzate alle attività colturali. Vietata anche qui la caccia come nelle due zone precedenti. All'ultima zona, cosiddetta "area contigua o pre-parco" (Ha. 4.046), si applicano le norme urbanistiche e comunali vigenti, ma si vieta la modifica del sistema idraulico sotterraneo, l'eliminazione di siepi, torrenti e fossi, l'alterazione di grotte e doline, la conversione dei prati seminaturali e dei pascoli nelle aree calanchive.

Il testo approvato dall'aula nasce da un progetto di legge d'iniziativa popolare presentato dalle Province interessate - Ravenna e Bologna - dalle Comunità Montane e dai sei Comuni territorialmente coinvolti. Si tratta di un caso unico a livello nazionale perché di solito i Parchi nascono sulla base di istanze che provengono dall' esterno del territorio. Questa volta, invece, il Parco è nato per volontà e responsabilità, diretta e primaria, degli Enti Locali; gli stessi che saranno chiamati a gestirlo attraverso uno specifico Consorzio, consolidando, quindi, un protagonismo diretto dei responsabili principali delle Comunità interessate.
Con il Parco sarà tutelata e valorizzata una delle più importanti emergenze gessose a livello nazionale e saranno protetti anche importanti valori botanici, faunistici e paesaggistici. Si apre ora una fase costituente che dovrà vedere impegnati, allo scopo di tratteggiare il futuro assetto pianificatorio del Parco, innanzitutto gli operatori agricoli, turistici e faunistici presenti nell'area. Grazie al Parco trarrà vantaggio la promozione e la valorizzazione dell'Appennino Faentino e Imolese, un territorio ricco di straordinarie emergenze ambientali e culturali ma anche di prodotti agricoli di qualità e di centri urbani di grande valore storico e monumentale.
L'istituzione del Parco, rappresenta, per l' intero territorio, un'occasione unica per conservare in primo luogo la diversità biologica ed ecologica dell'area, nonché per consentire un utilizzo sostenibile delle risorse naturali e lo sviluppo delle attività compatibili con la tutela dell'ambiente. La missione del Parco, è essere l'elemento centrale, il fulcro, di una strategia di valorizzazione territoriale della collina che, in quanto elemento unificante, di forte visibilità e identità territoriale, tenga assieme l'esigenza di riconoscibilità di questa area e le opportunità di valorizzazione di tutti gli altri elementi e fattori su cui articolare il "Piano territoriale del parco".
Un parco, dunque, che supera la concezione vincolistica dei parchi e promuove una più ampia partecipazione delle categorie economiche e sociali alle scelte fondamentali delle aree protette, valorizza il ruolo delle popolazioni residenti, in particolare dei produttori agricoli, prevedendo che, dove la loro presenza nel tessuto produttivo sia forte, le scelte del parco debbano tener conto dell'attività agricola svolta in armonia con le nuove norme comunitarie, nazionali e regionali. In questo modo viene riconosciuto il ruolo multifunzionale dell'agricoltura e il contributo fondamentale che essa può dare per la conservazione dell'ambiente naturale e per garantire la permanenza dell'uomo sul territorio.
Ed è proprio su questo aspetto fondamentale che lo strumento parco nell' ambito del suo "Piano territoriale" o " Progetti d'area" non potrà non attivare un vero e proprio Progetto "Agricoltura e Parco" che fondi il suo presupposto sulla valutazione delle caratteristiche peculiare del territorio, per favorire le produzioni agricole ecocompatibili e per la loro valorizzazione. Tale valorizzazione si realizza ricorrendo ad un "Marchio" che ne faciliti il riconoscimento e la provenienza sia presso quanti frequentano il Parco, sia presso importanti segmenti della distribuzione organizzata. Il crescente ricorso da parte delle imprese agricole a tecniche di coltivazione che limitano o addirittura evitano l'utilizzo di prodotti chimici di sintesi, le nuove esigenze di mercato, le indicazioni e le opportunità offerte in ambito U.E., le sollecitazioni dei consumatori, rappresentano il presupposto delle molte opportunità che il parco offre.
Salutiamo con favore ed interesse questa nuova legge, che apre nuovi scenari e opportunità per lo sviluppo della nostra collina, anche attraverso strumenti legislativi molto interessanti:per favorire lo sviluppo delle aree destinate a parco e di quelle contigue, tutte le zone sono state inserite nella misura comunitaria "Obiettivo 2", che dà la possibilità agli enti pubblici e privati, di accedere anche ai finanziamenti del "Leader +", "Agenda 2000", il Piano Regionale di Sviluppo Rurale, il "Life Natura" e il "Life Ambiente".
Vi sono, inoltre, finanziamenti diretti di Regione e Stato conseguenti all'istituzione del parco, rivolti agli enti pubblici e ai privati, per la realizzazione di progetti finalizzati al recupero e alla valorizzazione delle risorse ambientali ed allo sviluppo socio-economico del territorio, ivi compresa la ricerca scientifica, l'educazione ambientale, la fruizione turistica, la conoscenza del parco e le acquisizioni immobiliari effettuate per le stesse finalità. (Sesto Potere)

All'Ulivo algherese piace il turista sulla via dei Parchi

Da Porto Conte all'Asinara un grande circuito naturalistico

Dal nostro inviato Giancarlo GhirraAlgheroNon solo vincoli. Al contrario, il centrosinistra di Alghero interpreta la legge salvacoste come un atto urgente e provvisorio che serva a porre fine (entro un anno) al far west e a darsi regole, certe, chiare, valide per tutti. «Il contrario-dice il consigliere comunale dei Ds Claudio Montalto- di ciò che fa l'amministrazione comunale guidata da Marco Tedde. L'assenza di regole favorisce l'assenza di controlli, come si può purtroppo osservare nel porto e nell'ex area Giordo, vera pietra dello scandalo». Ma lo scandalo maggiore- a sentire Vittorio Curedda, dirigente della Margherita, è il fatto che a dieci anni dal momento in cui il sindaco Carlo Sechi diede l'incarico all'architetto Emilio Zoagli, il Puc non sia stato ancora varato. «E senza il Piano urbanistico sarà impossibile-sottolinea- elaborare un progetto di governo del territorio, oltre che un modello di turismo». In una città colpita dalla forte presenza alla manifestazione di venerdì sera al Cinema Miramare e dalla forte (e inedita) unità del centrosinistra intorno alle scelte del presidente della Regione Renato Soru, sono Carlo Sechi (Alghero Viva), il segretario della Cgil Piero Cossu e Luciano Deriu di Legambiente a mettere sul tavolo una serie di proposte che-come dice Curedda- sono in grado si costruire una prospettiva, «oltre a bloccare operazioni immobiliari-speculative» Una delle risposte in positivo è proprio quella della valorizzazione del sistema dei Parchi del Nord ovest dell'Isola, dall'Asinara a Porto Conte, passando per luoghi da sogno quali l'Argentiera, il Lago Baratz, Castelsardo. «È questa una delle strade da battere-insiste Carlo Sechi- passando dalla cultura della quantità di posti letto a quella dell'offerta ai turisti. Noi dobbiamo garantire non soltanto sole e mare, ma proposte per le famiglie, per i bambini, per chi viene qui a godere la bellezza non solo del territorio ma anche della nostra cultura, della nostra identità, della nostra lingua». Insiste su questa prospettiva Gavino Tanchis (Arcobaleno stella nascente) mentre Luciano Deriu si cimenta in un'analisi severa, contestando «chi lancia l'allarme per un blocco di pochi mesi a progetti in ritardo di dieci, se non vent'anni. Si parla di paralisi dell'edilizia, ma non si dice il vero, perché la legge salvacoste non interferisce con le zone urbane. Usiamo semmai l'occasione per ripensare i servizi al turismo, per passare dai predoni del paesaggio alla valorizzazione dei nostri gioielli: diamo gambe al Parco di Porto Conte invece che a master plan dall'impatto volumetrico sconvolgente». È questo l'ennesimo no a uno dei convitati di pietra dell'edilizia algherese: il piano dell'imprenditore libanese Baroudi bocciato 35 anni fa da una giunta Ibba nella quale l'assessore al Turismo era il repubblicano Moreno Cecchini. (L'Unione Sarda)

Ente San Bartolo una nuova sede

L'Ente Parco Naturale del Monte San Bartolo ha una nuova sede. Gli uffici amministrativi si sono trasferiti infatti in via Varsavia, sopra Campo di Marte, a Baia Flaminia. Diversi anche i recapiti telefonici, che ora sono: tel: 0721/400858, fax: 0721/408520. Restano immutati invece gli indirizzi telematici: www.parcosanbartolo.it; e-mail: parcosanbartolo@provincia.ps.it La nuova struttura, più grande ed accogliente, ospita anche un'ampia sala didattica e divulgativa. (Il Messaggero)

Schintu: «La politica non interferisca»

Circeo - Cambio ai vertici della forestale
I Ds ironizzano: «C’è chi vorrebbe la volpe a guardia del pollaio». E la polemica cresce


«C’è chi vorrebbe la volpe a guardia del pollaio». Questo il pungente attacco dei Democratici di sinistra di Sabaudia ad alcuni commercianti e al presidente del comitato elettorale legato alla Lista Storace, Alfredo Scalfati, in merito alle polemiche sollevate in merito avvicendamento dei comandanti delle stazioni del Corpo forestale dello Stato della cittadina pontina. «L’interferenza giunge fino al coinvolgimento di due ministri con la mediazione di una persona che tempo fa stava con la ruspa a lavorare dentro il canale romano di Torre Paola accusano i diesse Cosa hanno da temere i cittadini onesti e rispettosi delle regole dallo spostamento di due ispettori di polizia? Le leggi per il rispetto delle persone e dell’ambiente ci sono e c’è chi è deputato a farle rispettare, nell’interesse della comunità e di tutti i cittadini e non di una parte soltanto». Sulla questione interviene anche Salvatore Schintu in qualità di vice presidente della comunità del parco. «La parte politica non può interferire con la gestione delle forze di polizia esordisce Movimenti di personale nei carabinieri o nella polizia sono stati sempre accompagnati da silenzio. È singolare che ogni cambiamento nel Corpo forestale dello Stato susciti opposti commenti. Auspico che il senso di responsabilità di tutti prevalga e che tra parco e città si consolidino rapporti di collaborazione rispetto ai temi ambientali, fuori da logiche puramente repressive e punitive». Gli annunciati avvicendamenti ai vertici delle strutture del Corpo forestale dello Stato hanno dato vita a reazioni piuttosto forti ed eterogenee. (Il Messaggero)

Dubini: per motivi etici Misiti dovrebbe farsi da parte

Conero

Piano del Parco del Conero: la parola all'opposizione dopo l’escalation dell'inchiesta della magistratura unita al parere del presidente dell'Ente Parco Giancarlo Sagramola che ha ricordato che la variante al Prg che avalla 7 lottizzazioni-concessioni è per il momento bloccata. Parole sante per gli esponenti dell'opposizione sirolese. Già nei giorni scorsi Gianfranco Andreucci (Uniti per Sirolo) auspicava un nuovo prg «diverso dall'impostazione da quello vigente, rispettoso dell'ambiente, completo in servizi e infrastrutture». Secondo il consigliere comunale Ds Diego Dubini, presente anche nel Comitato dei cittadini nato a tutela del Conero che ha avviato la petizione anti-cemento, «occorre rimarcare la nostra battaglia contro un piano che devasterebbe la zona in modo irreparabile». E sulle pratiche di lottizzazione arrivate sul tavolo dell'Ente Parco con i nomi di Amabilia Canuti e Romildo Canuti, moglie e cognato di Misiti? «Lui è un cittadino e costruire rientra nei suoi diritti - ragiona Dubini - anche se l'etica avrebbe preferito che Misiti si fosse fatto da parte». (Il Messaggero)

«Bufera» sul Parco naturale di punta Pizzo

Il consiglio regionale non discute il progetto. Tutto rinviato alla prossima consiliatura ed Antonio Maniglio se la prende con l'Amministrazione
«Fallimento dovuto all'inerzia della Giunta». L'assessore Errico: «L'obiettivo sarà raggiunto»


Parco naturale «Isola Sant'Andrea-Litorale di punta Pizzo»: un'altra occasione persa? Se ne dice convinto il consigliere regionale dei Ds Antonio Maniglio, che non ha dubbi neppure sulle relative responsabilità dell'amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Venneri, da aggiungere a quelle per il mancato ottenimento del finanziamento di 500 milioni per acquisire l'Isola, nel 2002, e per la perdita di 525 milioni, «addirittura già ottenuti dall'amministrazione precedente», sempre destinati all'Isola. «La legislatura regionale è terminata - dice Maniglio - e il Parco non c'è. La responsabilità di quest'ennesima occasione persa, che limita le opportunità di uno sviluppo nuovo, rispettoso dell'ambiente naturale, ricade solo sull'amministrazione comunale. Perché prima si è ritardata la decisione sulla proposta del Parco e dopo, una volta aperta la cartografia, si è lavorato solo per difendere gli interessi di qualcuno e non per creare un grande polmone naturale che avrebbe ulteriormente valorizzato la vocazione turistica della città jonica». Da una simile genesi, aggiunge, «non poteva discendere che l'incredibile pateracchio che Venneri ha etichettato come parco; ecco perché c'è una prima indagine della magistratura che vuole capire perché la perimetrazione del Parco procede a zig zag, consentendo all'interno dell'area protetta attività incompatibili con la tutela dell'ambiente o perchè, a ridosso del parco, potrebbero sorgere mega-insediamenti turistici, ossia il progetto "Oasi". Ed ecco perché, infine, evidentemente anche per rispetto delle indagini in corso, a Bari si sono ben guardati dal mettere mano alla proposta avanzata da Venneri che ha segnato il de profundis per l'istituzione del parco. Tanto è vero che il disegno di legge non è arrivato neppure in commissione». «Adesso - continua Maniglio - il sindaco Venneri, dopo anni di chiacchiere, si abbandonerà a un'altra carnevalata - anche lì, finanziamenti regionali zero - ma la sostanza non cambia: Gallipoli non ha il parco naturale». «Adesso, però, aspettiamo il "fuoco e fiamme" minacciato da An in caso di mancata approvazione del parco naturale», aggiunge, con riferimento a quanto avvenuto in fase di rimpasto dell'esecutivo cittadino, quando An si era detta disposta a rinunciare alla carica di vicesindaco, in cambio di un forte impegno regionale per l'istituzione del Parco. Maniglio assume l'impegno per il centrosinistra, avendone la necessaria forza dagli elettori, a modificare e approvare il Parco nella prossima legislatura. «Oggi però - conclude - non si può non registrare l'ennesimo fallimento di Venneri e il corrispondente danno per Gallipoli. Il sindaco, per non rispondere dei fatti, si attaccherà alle parole chiamando in causa il clima elettorale, ma fatti e dati sono stati denunciati a tempo debito e non in campagna elettorale ed oggi meritano di essere ricordati perché ognuno si assuma le sue responsabilità». «Fuoco e fiamme? Non ne vediamo il motivo», replica Francesco Errico (An), vicesindaco, con specifica delega, tra le altre, al Parco naturale. E continua: «Evidentemente, il consigliere Maniglio non sa che l'assessore regionale all'ambiente, Saccomanno, ha garantito che l'argomento sarà deliberato in una delle prossime giunte regionali, atteso che, per chiudere l'iter istitutivo, sia pure in attesa del successivo passaggio consiliare, manca solo tale atto; dopo che la propedeutica conferenza dei servizi ha concluso l'istruttoria e anche la Provincia, accantonate alcune pretestuose osservazioni, ha dato il placet alla soluzione proposta dalla nostra amministrazione. Se il consigliere Maniglio aveva tanto a cuore il Parco, non si capisce perché non abbia sollecitato la discussione in consiglio, o forse si capisce fin troppo, essendo proprio il suo partito ad opporvisi». «Al contrario - conclude Errico - ringrazio le associazioni ambientaliste vicine all'amministrazione su tale argomento, che non ha colore politico, ma è utile solo per il bene, anche economico, della città. Il centrodestra vincerà le elezioni con Fitto, ma siamo sicuri che, in ogni caso, il Parco si farà, perché conosciamo Vendola come persona sensibile, che ne comprende l'importanza e tiene alla sua realizzazione quanto noi». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Meno «area parco» tutti hanno detto sì

Mattinata Nuova perimetrazione

«Mattinata non ha mai partecipato al movimento antiparco, che specialmente all'inizio della vita dell'area protetta, nei primi anni novanta, coinvolse altri comuni garganici». Così ricordano in piazza numerosi mattinatesi di fronte ai commenti di chi ora vorrebbe farli passare per «avversari» del Parco del Gargano. La richiesta, approvata dal consiglio comunale, di limitare l'area protetta dall'attuale 86,72% del territorio ad un più sostenibile 60,30% ha avuto il consenso di tutte le parti politiche. E adesso, in un pubblico comizio elettorale, il sì alla riperimetrazione, con la conseguente riduzione dell'area protetta, lo ha detto pure Pietro Folena, deputato diessino e candidato a sindaco per la lista di centrosinistra «Primavera di Mattinata». Ma tecnicamente questa proposta di riperimetrazione, pur avendo avuto l' ok sia della coalizione civica «Mattinata viva» che del centrosinistra, ha possibilità concrete di essere accolta. «La nostra - osserva il sindaco Angelo Iannotta - è stata, al di là delle formule tecniche, essenzialmente una volontà di aprire le trattative con l'Ente Parco; a nome dell'intera comunità di Mattinata dico sì al Parco ma con una richiesta di attenzione alle aspettative di sviluppo del territorio». Lo strumento potrebbe essere il «Piano del Parco», in fase di elaborazione. Nel «Piano» Mattinata potrebbe avere più aree di promozione economica, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità del Parco. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Sviluppo, al Parco si fa così

Abruzzo
Si è concluso con successo il seminario sui finanziamenti europei. Bracconaggio: lotta serrata


SI è concluso con successo il seminario di formazione sul tema «Come allestire e portare a buon fine progetti di finanziamento europeo e come attivare progetti di sviluppo locale», che si è tenuto presso la «Scuola di Formazione per la Natura» del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a Villetta Barrea. Alla due giorni hanno preso parte quaranta operatori, provenienti da molte regioni italiane, tra cui quindici dipendenti dell'Ente Parco. Il seminario ha preso il via con una relazione introduttiva del direttore del Pnalm Aldo Di Benedetto. Poi hanno preso la parola docenti ed esperti provenienti dall'Università Bocconi di Milano, dall'Enea di Roma, dall'Università di Roma, dal Miur ed esperti in diritto comunitario. Durante la seconda giornata, invece, è stata organizzata una sezione applicativa delle modalità di esecuzione dei vari progetti europei. «I partecipanti al corso — si legge in una nota del Pnalm — hanno dimostrato grande interesse e coinvolgimento alle diverse tematiche proposte dagli autorevoli relatori, che hanno portato la propria personale esperienza professionale ed hanno testimoniato la cultura di provenienza. Dall'approccio economico, tecnico-scientifico e sociologico ogni contributo, corredato da materiale preparato per i corsisti, ha reso possibile l'acquisizione di strumenti, di metodologie, di competenze da riutilizzare e spendere per i personali bisogni di progettazione». Infine, il direttore del Parco, nel mostrare soddisfazione per la riuscita dell'iniziativa, ha annunciato un nuovo incontro — che si terrà a breve scadenza — come continuazione ed approfondimento delle complesse, oltre che molteplici tematiche affrontate nella due giorni a Villetta Barrea. Soddisfazione è stata espressa sempre dal direttore del Parco Aldo Di Benedetto, per l’operazione antibracconaggio messa a segno nei giorni scorsi che ha portato alla denuncia per caccia abusiva di due persone. «Devo ancora una volta ringraziare — ha sottolineato il direttore dell’Ente — i Carabinieri delle stazioni operative del Parco, i forestali del Cta ed i guardiaparco, che con grande incisività e senso di responsabilità sorvegliano il territorio colpendo malviventi, isolando sempre più il fenomeno del bracconaggio». (Il Tempo)


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