Rassegna del 21 Febbraio 2005

Parchi: Toscana, inchiesta si conclude con due documenti finali

(Adnkronos) - Sono due i documenti finali che concludono le attivita' della commissione d'inchiesta sui Parchi regionali di Migliarino e delle Alpi Apuane, voluta dal Consiglio regionale toscano ed istituita su richiesta del consigliere Virgilio Luvisotti (An). La relazione preparata dal presidente, Luvisotti, in commissione ha ottenuto il voto favorevole di Franco Banchi, mentre il vicepresidente Alfonso Lippi ed i consiglieri Fabio Roggiolani e Lucia Franchini hanno votato contro ed hanno preparato un documento alternativo. Entrambe le relazioni sono state presentate all'ultima seduta del Consiglio regionale.

Inchiesta Parchi: due relazioni finali

Due i documenti che concludono le attività della commissione d’inchiesta sui Parchi regionali di Migliarino e delle Alpi Apuane, voluta dal Consiglio regionale. Per Luvisotti e Banchi emergono problemi e difficoltà, mentre per Lippi, Franchini e Roggiolani non c’è niente di irregolare
Sono due i documenti finali che concludono le attività della commissione d’inchiesta sui Parchi regionali di Migliarino e delle Alpi Apuane, voluta dal Consiglio regionale toscano ed istituita su richiesta del consigliere Virgilio Luvisotti. La relazione preparata dal presidente, Luvisotti, in commissione ha ottenuto il voto favorevole di Franco Banchi, mentre il vicepresidente Alfonso Lippi ed i consiglieri Fabio Roggiolani e Lucia Franchini hanno votato contro ed hanno preparato un documento alternativo. Entrambe le relazioni sono state presentate all’ultima seduta del Consiglio regionale. Critiche le conclusioni di Luvisotti. Sia il parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli che il parco delle Alpi Apuane sarebbero carenti sul fronte delle attività produttive e turistiche per la valorizzazione economica dell’ente. In particolare, sul parco di Migliarino la relazione solleva alcuni dubbi relativi: alle attività del Comitato di presidenza della tenuta di San Rossore, che risulterebbe “inascoltato e incapace di trasformare i propri progetti in azioni concrete”; agli investimenti per la lotta all’erosione costiera, che non avrebbero prodotto i risultati attesi; agli investimenti per il risanamento del lago Massaciuccoli, inadeguati fino al 2003; alla destinazione del complesso della Sterpaia al progetto di Oliviero Toscani, “in molti aspetti non conforme a quanto previsto dalla legge istitutiva del Parco”. Altri rilievi hanno riguardato l’immobile degli Stalloni ed i contenziosi in corso sulle questioni degli alloggi e delle nomine. Per questi motivi la relazione si conclude con l’auspicio che il prossimo Consiglio regionale possa tornare ad approfondire i problemi sollevati. Opposte le conclusioni della relazione firmata da Lippi, Franchini e Roggiolani, secondo i quali “non sono emerse situazioni particolari, non è stato riscontrato nulla di irregolare o degno di censura o che possa costituire elemento di preoccupazione per il Consiglio regionale”. “Gli enti – prosegue la relazione – sono gestiti secondo gli indirizzi del Consiglio regionale e non sembrano esserci motivazioni per prevedere una futura prosecuzione del lavoro d’inchiesta”. (Parlamento Toscana)

Legambiente accusa: elezioni portano tagli al Gargano

(DIRE) - "Ed alla fine e' arrivata anche Mattinata ed ha fatto peggio di tutti". Cosi' Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, commenta la delibera di consiglio comunale che propone la riduzione di oltre 2.000 ettari del territorio mattinatese nel parco nazionale del Gargano. "Adesso siamo a piu' di 17 mila ettari complessivi che qualcuno vuole sacrificare sull'altare elettorale, alla vigilia di una doppia competizione, visto che oltre che per le regionali si vota anche in alcuni comuni. A Mattinata sono riusciti a fare peggio di Monte S.Angelo, al cui consiglio comunale Legambiente l'anno scorso ha assegnato la bandiera nera proprio sulla vicenda della riperimetrazione". La notizia piu' "allarmante", commenta Franco Salcuni, coordinatore garganico dell'associazione "e' che tra una decina di giorni la Comunita' del parco e' convocata per approvare l'intero pacchetto di esclusioni dal perimetro. Il presidente del Parco, Giandiego Gatta ha il potere di fermare questa insensata mattanza. Perche' non lo fa? Abbiamo detto a chiare lettere che di riperimetrazione non si parla al di fuori di una discussione di merito che puo' avvenire solo con un piano del parco approvato". Nel frattempo, Legambiente promette battaglia: "aremo conoscere all'opinione pubblica nazionale ed internazionale quello che sta accadendo in questo territorio, utilizzando tutti i mezzi che abbiamo a disposizione".

Un Parco che prende quota

I tempi sembrano maturi, è ciò che emerge dall'incontro operativo a più voci a Montalbano
È quello regionale dei calanchi e degli ulivi


I primi a parlarne sono stati gli ambientalisti sulla scorta degli studi di insigni geologi di importanti università, non solo italiane. Poi, sono arrivati i Comuni anticipando la Provincia di Matera e la Regione Basilicata. Ma il Parco regionale dei Calanchi e degli Ulivi pare proprio debba divenire realtà. Questa, almeno, la risultanza della tavola rotonda svoltasi nella sala consiliare del municipio del centro collinare dal titolo "Dal progetto condiviso alla legge istitutiva". Una iniziativa organizzata da Wwf e Legambiente, in collaborazione con Federparchi regionale e Comune di Montalbano. Nel corso dei lavori, coordinati da Roberto Cifarelli, Federparchi, sono stati illustrati gli aspetti scientifici, naturalistici e paesaggistici che rendono meritevole di salvaguardia e valorizzazione quell'area della collina jonica lucana dove maggiormente si concentrano le tipiche formazioni calanchive (territori di Aliano, Craco, Pisticci, Montalbano e di altri comuni compresi tra l'Agri ed il Basento). A parlarne sono stati, in particolare, Angela Girone e Salvatore Gallicchio, del Dipartimento di Geologia e geofisica dell'università di Bari, l'arch. Renato D'Onofrio, gli ambientalisti Mario Musacchio (Wwf) e l'arch. Pio Acito (Legambiente). Oltre alla parte scientifica, però, ha tenuto banco nel dibattito anche quella politica. "Costituiremo", ha detto Arturo Caponero, del locale circolo di Legambiente, "un Comitato promotore chi si faccia carico di ogni iniziativa per la creazione del Parco. La consapevolezza, ormai, dell'importanza dell'area dei calanchi, un tempo visti solo come terreni marginali o sterili e responsabili di dissesti franosi, va infatti consolidandosi nell'opinione pubblica. Occorre passare, perciò, dai buoni propositi ad un progetto condiviso e, in tempi accettabili, alla legge istitutiva. L'area, infatti, a fronte delle sue peculiarità naturalistiche è, purtroppo, interessata da fenomeni di degrado e corre il rischio di diventare contenitore più o meno legale di rifiuti di ogni genere (non ultimi quelli nucleari, visto che nelle argille dei calanchi qualcuno ritiene di aver trovato una valida alternativa al deposito nel salgemma di Scanzano)". Un'impostazione che ha trovato d'accordo gli amministratori locali presenti dal sindaco di Montalbano, Franco Puzzovivo, ai suoi colleghi di Stigliano, Antonio Vasti, ed Aliano, Antonio Colaiacovo. Ovviamente, entusiasta della new entry nei parchi della Regione, Cifarelli. Ma, non siamo all'anno zero. Un primo riscontro a livello regionale, infatti, si trova nel documento di programmazione economico della Regione per il 2004 (riproposto per il 2005) e non nutre riserve la Provincia di Matera. "Abbiamo già dato l'incarico per uno studio di fattibilità - ha detto l'assessore all'ambiente, Francesco Labriola - e saremo presenti ed attivi nel Comitato promotore. Vogliamo cogliere l'obiettivo che il Parco dei Calanchi e degli ulivi diventi realtà". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Parco, la notte dei lunghi coltelli

Circeo
Polemiche e veleni per lo spostamento dei vertici nelle stazioni di controllo


"Troppi e poco opportuni". Così il Commissario straordinario del Parco Nazionale del Circeo, definisce i rilievi critici che alcune associazioni di categoria, ed in particolare l’Ascom e la Confesercenti di Sabaudia, hanno mosso ai recenti trasferimenti di tre comandanti di Stazione che prestano da anni servizio all’interno del Parco nazionale del Circeo. A decidere gli avvicendamenti dell’ispettore capo Ignas Reichegger (da Fogliano a Cerasella); del pari-grado Roberto Petrini (da Sabaudia a Fogliano) e del maresciallo Francesco Carnelutti (da Cerasella a Sabaudia), è stato il Capo del Corpo Forestale dello Stato, ingegner Cesare Patrone nell’ambito, ricorda Bellassai, di semplici esigenze di servizio. Non l’hanno interpretata così invece i rappresentanti dell’Ascom e della Confesercenti che si dicono in particolare preoccupati per l’eventualità che l’ispettore capo Reichegger venga trasferito su una porzione di territorio nel quale la presenza di imprese turistiche ed attività economiche comporta la presenza di migliaia e migliaia di turisti durante l’estate>. Quasi che tra Reichegger ed i turisti, e più in generale tra lui e gli operatori balneari, ci sia una sorta di incompatibilità naturale. Concetto meglio spiegato laddove si dice testualmente che "l’aver trasferito il maresciallo Reichegger da una porzione di territorio, nel quale i rapporti con il Parco, da parte degli operatori economici, sono tutt’al più costituiti dagli allevatori di bufali, ad una porzione di territorio, nella quale la presenza economica è costituita da imprese che operano nel turismo e nei servizi ad esso connesso, è sicuramente rischioso". Sulla vicenda c’è da registrare nelle ultime ore anche la presa di posizione dei Democratici di sinistra di Sabaudia i quali, riferendosi alla raccolta di firma promossa dai commercianti contro gli avvicendamenti dei tre ispettori della Forestale, parlano di "interferenza" nel merito di decisioni prese dall’amministrazione di un corpo militare con il tentativo di coinvolgere in questa storia anche i due ministri di Alleanza Nazionale, Matteoli ed Alemanno, titolari rispettivamente del Dicastero dell’Ambiente e dell’Agricoltura. (Il Tempo)


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