Rassegna del 01 Marzo 2005

'Mediterre': Matteoli concludera' Fiera Parchi a Brindisi

(AGI) - Sara' il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli a concludere i lavori della terza edizione di Mediterre in programma a Brindisi da giovedi' a domenica prossimi. "La Fiera dei Parchi del Mediterraneo - scrive in una nota Matteoli - e' un evento in sintonia con l'indirizzo sostenuto dal Ministero in questi anni nei confronti delle aree protette. Sin dal mio insediamento, infatti, accanto alla missione di protezione e tutela del patrimonio naturale ho cercato di promuovere lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio, diffondendo un modello in grado di costituire una reale opportunità per gli abitanti e valorizzare le realtà locali".
"Questo modello di gestione italiano delle aree naturali protette, in cui la protezione si coniuga con lo sviluppo - aggiunge il ministro - stato esportato anche all'estero ed e' gia' stato accolto con favore da diverse realtà che, seppur differenti dalla nostra, hanno la nostra stessa missione di tutela e allo stesso tempo di promozione del proprio patrimonio naturale". Nel frattempo fervono i preparativi per la cerimonia di inaugurazione organizzata nel teatro Impero di Brindisi, con inizio alle 11.00.

Brindisi - Matteoli a "Mediterre"

In contemporanea la Conferenza delle Arpa. Le aree protette luoghi dove si sperimentano nuovi modelli di sviluppo sostenibile

Sulla scorta del successo della prime due edizioni, che hanno visto la partecipazione di oltre 90 espositori e l’afflusso di migliaia di visitatori, per il terzo anno consecutivo la Puglia ospiterà "Mediterre", la fiera dei parchi del Mediterraneo, importante appuntamento annuale per il mondo dei parchi sui temi della conservazione della natura e dello sviluppo sostenibile. La manifestazione si svolgerà dal 3 al 6 marzo 2005 a Brindisi, nei pressi dell’antico porto romano. Mediterre, promossa dalla Regione Puglia, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dalla Federparchi, è una manifestazione dedicata ai parchi e alle aree naturali protette del Mediterraneo, nata per favorire rapporti di scambio e collaborazione tra i diversi soggetti interessati a vario titolo alla loro gestione.
Le aree naturali protette sono i luoghi nei quali si conserva una porzione significativa dei paesaggi dell’ecoregione mediterranea e si sperimentano nuovi modelli di sviluppo sostenibile. In questi lembi di terra, pertanto, si gioca una significativa scommessa per un futuro migliore, dentro e fuori i loro confini.
Mediterre è l’occasione per conoscere e condividere risultati raggiunti ed esperienze realizzate. la sede nella quale far maturare progetti comuni e promuovere prodotti ed iniziative. il luogo nel quale incontrare operatori del settore e conoscere lo stato dell’arte dei diversi settori della conservazione della natura e dello sviluppo sostenibile.
Sarà Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio a concludere i lavori della terza edizione di "Mediterre" in programma a Brindisi da giovedì a domenica prossimi. Il ministro ha espresso giudizi fortemente positivi su questo evento internazionale. "La Fiera dei Parchi del Mediterraneo, scrive Matteoli in una nota affidata all’ufficio stampa di Mediterre, è un evento in sintonia con l’indirizzo sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio in questi anni nei confronti delle aree protette. Sin dal mio insediamento, infatti, accanto alla missione di protezione e tutela del patrimonio naturale ho cercato di promuovere lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio, diffondendo un modello in grado di costituire una reale opportunità per gli abitanti e valorizzare le realtà locali. Questo modello di gestione italiano delle aree naturali protette, in cui la protezione si coniuga con lo sviluppo, è stato esportato anche all’estero ed è già stato accolto con favore da diverse realtà che, seppur differenti dalla nostra, hanno la nostra stessa missione di tutela e allo stesso tempo di promozione del proprio patrimonio naturale. Questa nuova visione ha già favorito il successo di tante iniziative di carattere anche internazionale di cui proprio Mediterre è un esempio significativo e costituisce il criterio che il Ministero intende applicare con sempre maggiore determinazione". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

"Mediterre" in città

Grande fermento nel capoluogo per i preparativi dell'importante evento
Gli ambientalisti battaglieri: "Ci saremo"


I cambiamenti climatici e i flussi migratori. Il tema sarà al centro del più grande evento dell'anno: "Mediterre", la fiera dei parchi e delle aree naturali, che si terrà nel capoluogo dal 3 al 6 marzo. Quattro giorni, nei quali Brindisi accoglierà delegati di 23 nazioni, oltre ad altri numerosi ospiti. Si prevede l'arrivo di oltre centomila visitatori. Migliaia anche gli studenti delle scuole pugliesi che nelle prossime ore saranno presenti nel capoluogo salentino. Ad attenderli un ricco programma di attività culturali: eventi scientifici, momenti di informazione, attività didattiche, dibattiti, convegni, tavole rotonde, seminari, forum, spettacoli e degustazioni. In città fervono i preparativi: in particolare l'allestimento di piazzale Lenio Flacco e piazza S. Teresa. "La tutela dell'ambiente suscita sensibilità accentuate - ha dichiarato il sindaco Mennitti - perché la percezione della pubblica opinione è che in anni recenti l'attenzione alla salute del cittadino sia stata posta in seconda fila rispetto all'esigenza dello sviluppo, soprattutto industriale, che si avvale del sostegno, in qualche caso strumentale, di una disperata domanda di lavoro. Essenziale, pertanto, la ricerca di un punto di sintesi tra le due esigenze rappresentate. A questo potrà, senz'altro, contribuire il confronto con personalità del mondo politico, imprenditoriale e scientifico di altri paesi". La manifestazione si aprirà giovedì mattina alle 11 al cinema Impero con il saluto del sindaco Domenico Mennitti, del presidente della Regione Puglia, Raffale Fitto, dell'assessore all'Ambiente, Michele Saccomanno e di molti altri illustri ospiti. Nella serata, dopo la presentazione di due progetti Com.es.e e Ciaco, nella sala delle Scuole Pie, in via Tarantini, alle 16, il programma prevede a Palazzo Guerrieri, degustazioni di vini, a cura di Slow food e alle 21 uno spettacolo teatrale "A Sud dell'Alma" all'Impero. Immersione totale venerdì, sabato e domenica, nelle numerose ed interessanti iniziative culturali previste per l'occasione. Domenica, alla cerimonia conclusiva, sarà presente l'on. Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio. "Mediterre farà di Brindisi la capitale del Mediterraneo", ha affermato Michele Saccomanno, assessore regionale all'Ambiente che appare, però, molto preoccupato da quanto annunciato dalle associazioni ambientaliste che intenderebbero cogliere l'occasione per diffondere, al di fuori dell'ambito locale, la propria proposta di un modello economico di sviluppo economico per il territorio di Brindisi che segni una svolta rispetto al passato. L'assessore ritiene un errore vanificare gli effetti benefici della manifestazione ed assicura che si prodigherà in ogni modo affinché abbiano l'attenzione del governo, chiedendo al ministro Matteoli di incontrare una delegazione di ambientalisti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Brindisi si prepara ad accogliere "Mediterre", la fiera dei parchi

È considerato il più grande evento dell'anno. Da settimane nel capoluogo ci si prepara ad accogliere: "Mediterre", la Fiera dei parchi e delle aree naturali, che si svolgerà da giovedì a domenica prossima. "L'edizione 2005 si può ritenere il più importante appuntamento dedicato ai parchi e alle aree protette del Mediterraneo - ha affermato l'assessore regionale all'Ambiente Michele Saccomanno - farà di Brindisi la capitale del Mediterraneo". Una quattro giorni alla quale parteciperanno ospiti e delegati di 23 nazioni. Si prevede l'arrivo in città di oltre centomila visitatori. Settemila gli studenti delle scuole pugliesi che visiteranno mostre, gallerie ed anche le aree protette della zona. In programma molte manifestazioni: eventi scientifici, momenti di informazione, attività didattiche, dibattiti, convegni, tavole rotonde, seminari, forum, spettacoli e degustazioni. Tema che permeerà questa nuova edizione di Mediterre sono i cambiamenti climatici e i flussi migratori, argomento che interessa l'uomo e i suoi habitat naturali. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Fusilli: "I parchi hanno bisogno di risorse"

"La sostenibilità ambientale è il sogno degli ecologisti, ma oggi è la necessità per garantire il futuro al nostro Paese", Matteo Fusilli presidente di Federparchi alla vigilia dell’inaugurazione della terza edizione di ‘Mediterre’, traccia lo scenario di riferimento all’interno del quale si muovono le strategie ambientali italiane ed internazionali, con un occhio di riguardo a quanto succede in Puglia e Basilicata.
"La valorizzazione del turismo italiano, la salvaguardia della nostra cultura come volano per la crescita economica nazionale e locale devono necessariamente passare attraverso il sostegno delle aree naturali protette – sottolinea Fusilli –. Il concetto di Parco sta cambiando in questa direzione ed è arrivato il momento di porre le politiche ambientali in prima fila nelle strategie di gestione, come stanno facendo altri paesi europei. In quest’ottica è importante il momento di confronto che si avvia con Mediterre, ma è ancora più importante che si stenda una rete mediterranea dei parchi perché questo confronto continui anche oltre la chiusura della fiera, dal 7 marzo in poi".
Solo l’area mediterranea conta 37 milioni di ettari di aree protette, il 4,3% del territorio complessivo dell’ecoregione, un settore fortemente inurbato e per questo soggetto a rischi ambientali tra i più devastanti, non ultimo l’essere obiettivo primario del turismo internazionale, risorsa e nello stesso tempo elemento di potenziale disturbo per la biodiversità. "Il Mediterraneo è un mare chiuso – spiega Fusilli – soffre per processi di ricambio più lenti rispetto gli oceani ed è chiaro che necessiti di politiche di conservazione condivise e lungimiranti a difesa della biodiversità".
Il Mediterraneo, culla di civiltà, con la Puglia protesa al centro del sistema si propone come momento di riflessione per la più corretta gestione delle aree protette, una sfida per proporre ed attuare azioni di cooperazione internazionali, senza le quali si rischia di mettere in ginocchio l’ambiente mediterraneo e la nostra stessa economia.
"La nuova funzione dei parchi è di laboratorio per sperimentare prassi di sviluppo sostenibile da esportare anche oltre i loro confini – mette in risalto il presidente di Federpachi – non è più pensabile immaginare le aree protette come recinti chiusi. Bisogna uscire dall’ottica di ‘insularizzazione’ ed aprirsi all’impresa, alla popolazione, al turismo. Però c’è bisogno di programmare gli interventi più idonei per sostenere lo sviluppo".
L’istituzione delle aree protette ha spesso dovuto subire le barricate alzate dai residenti in contrasto con la volontà degli ambientalisti. Un iter "storico" che ha coinvolto anche in Puglia la recente storia del Parco della Murgia o dieci anni fa quella del Parco del Gargano, in un conflitto che continua tutt’ora tra tira e molla per i confini: tra comunità che ne vogliono uscire ed altre entrare. "Bisognerebbe avere la capacità e possibilità di spiegare come un’area protetta può essere una risorsa economica per il territorio – spiega Fusilli – ma per farlo servono risorse, proprio quelle che mancano. Il Governo nel 2004 ha tagliato del 20% i finanziamenti ai parchi nazionali, le Regioni non hanno risorse sufficienti, come si fa a lavorare in questa situazione? Gli inglesi hanno un motto che recita: ‘la conservazione senza soldi è conversazione’, in pratica rischiamo che le nostre risorse verdi diventino chiacchiere da salotto".
C’è bisogno di risorse per avviare una seria politica di sviluppo sostenibile, scelte che trasformino il Paese in un’industria consapevole delle proprie potenzialità. "In questi anni la Basilicata ha lavorato molto bene come scelte ambientali, grazie anche a fondi comunitari – evidenzia Fusilli – la Puglia è più indietro, ma può recuperare, magari partendo dal progetto del Parco delle Gravine che a cavallo tra le due regioni può diventare un obiettivo concreto di crescita per il turismo locale. E’ necessario lo sforzo concentrato di tutti per lavorare in coerenza e collaborazione".
"Mediterre" può essere il punto di partenza, tanto più che quest’anno la vetrina fieristica ha un partner in più con la contemporanea "Conferenza nazionale delle agenzie ambientali" che si svolge itinerante tra Basilicata e Puglia, un momento di confronto in più, si spera proficuo. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Fusilli: I parchi sono una risorsa economica e culturale imprescindibile

"La nuova funzione delle aree protette è di laboratorio per sperimentare prassi di sviluppo sostenibile da esportare"
Il presidente di Federparchi alla vigilia dell'inaugurazione della terza edizione di ‘Mediterre' a Brindisi, traccia lo scenario di riferimento all'interno del quale si muovono le strategie ambientali italiane ed internazionali


"La valorizzazione del turismo italiano, la salvaguardia della nostra cultura come volano per la crescita economica nazionale e locale devono necessariamente passare attraverso il sostegno delle aree naturali protette, solo che per pianificare strategie c'è bisogno di risorse". Matteo Fusilli presidente di Federparchi alla vigilia dell'inaugurazione della terza edizione di "Mediterre" a Brindisi, traccia lo scenario di riferimento all'interno del quale si muovono le strategie ambientali italiane ed internazionali, con un occhio di riguardo a quanto succede in Puglia e Basilicata.
"La sostenibilità ambientale è il sogno degli ecologisti, ma oggi è la necessità per garantire il futuro al nostro Paese - sottolinea Fusilli –. Il concetto di Parco sta cambiando ed è arrivato il momento di porre le politiche ambientali in prima fila nelle strategie di gestione, come stanno facendo altri paesi europei. In quest'ottica è importante il momento di confronto che si avvia con Mediterre, ma è ancora più importante che si stenda una rete mediterranea dei parchi perché questo confronto continui anche oltre la chiusura della fiera, dal 7 marzo in poi".
"La nuova funzione dei parchi è di laboratorio per sperimentare prassi di sviluppo sostenibile da esportare anche oltre i loro confini – mette in risalto il presidente di Federpachi – non è più pensabile immaginare le aree protette come recinti chiusi. Bisogna uscire dall'ottica di ‘insularizzazione' ed aprirsi all'impresa, alla popolazione, al turismo. Però c'è bisogno di programmare gli interventi più idonei per sostenere lo sviluppo".
Solo l'area mediterranea conta 37 milioni di ettari di aree protette, il 4,3% del territorio complessivo dell'ecoregione, un settore fortemente inurbato e per questo soggetto a rischi ambientali tra i più devastanti, non ultimo l'essere obiettivo primario del turismo internazionale, risorsa e nello stesso tempo elemento di potenziale disturbo per la biodiversità. "Il Mediterraneo è un mare chiuso – spiega Fusilli – soffre per processi di ricambio più lenti rispetto gli oceani ed è chiaro che necessiti di politiche di conservazione condivise e lungimiranti a difesa della biodiversità".
Il Mediterraneo, culla di civiltà, con la Puglia protesa al centro del sistema si propone come momento di riflessione per la più corretta gestione delle aree protette, una sfida per proporre ed attuare azioni di cooperazione internazionali, senza le quali si rischia di mettere in ginocchio l'ambiente mediterraneo e la nostra stessa economia.
L'istituzione delle aree protette ha spesso dovuto subire le barricate alzate dai residenti in contrasto con la volontà degli ambientalisti. Un iter "storico" che ha coinvolto anche in Puglia la recente storia del Parco della Murgia o dieci anni fa quella del Parco del Gargano, in un conflitto che continua tutt'ora tra tira e molla per i confini: tra comunità che ne vogliono uscire ed altre entrare. "Bisognerebbe avere la capacità e possibilità di spiegare come un'area protetta può essere una risorsa economica per il territorio – spiega Fusilli – ma per farlo servono risorse, proprio quelle che mancano. Il Governo nel 2004 ha tagliato del 20% i finanziamenti ai parchi nazionali, le Regioni non hanno risorse sufficienti, come si fa a lavorare in questa situazione? Gli inglesi hanno un motto che recita: ‘la conservazione senza soldi è conversazione', in pratica rischiamo che le nostre risorse verdi diventino chiacchiere da salotto".
C'è bisogno di risorse per avviare una seria politica di sviluppo sostenibile, scelte che trasformino il Paese in un'industria consapevole delle proprie potenzialità. "In questi anni la Basilicata ha lavorato molto bene come scelte ambientali, grazie anche a fondi comunitari – evidenzia Fusilli – la Puglia è più indietro, ma può recuperare, magari partendo dal progetto del Parco delle Gravine che a cavallo tra le due regioni può diventare un obiettivo concreto di crescita per il turismo locale. E' necessario lo sforzo concentrato di tutti per lavorare in coerenza e collaborazione".
"Mediterre" può essere il punto di partenza, tanto più che quest'anno la vetrina fieristica ha un partner ulteriore con la contemporanea "Conferenza nazionale delle agenzie ambientali" che si svolge itinerante tra Basilicata e Puglia, un momento di confronto in più, si spera proficuo. (Villaggio Globale)

Parco, scontro tra ambientalisti

Isola Sant'Andrea-Litorale di Punta Pizzo -- Il presidente provinciale di Italia Nostra, Marcello Seclì, critica duramente le posizioni di Legambiente
"Colpevole appoggiare l'assurda perimetrazione adottata"


"Nel Parco del Pizzo sono arrivati i coccodrilli". Non è una verità "scientifica", ma il commento della sezione Sud Salento di Italia Nostra sulla vicenda della mancata adozione della legge istitutiva del Parco "Isola Sant'Andrea-Litorale di Punta Pizzo", da parte del consiglio regionale; dove "di coccodrillo" sono valutate le lagrime di Legambiente. La notizia che lo scioglimento del Consiglio ha rinviato alla nuova legislatura regionale il varo del Parco, commentata dal consigliere regionale Antonio Maniglio, è stata seguita, nei giorni scorsi, dalla presa di posizione del coordinatore provinciale di Legambiente Maurizio Manna, che ha accusato la Regione di "incapacità e mancanza di coraggio". Valutazione "quantomeno impropria ed irrispettosa", sostiene ora il presidente di Italia Nostra Marcello Seclì, che ricorda l'evoluzione dell'attività del suo sodalizio: venti anni or sono, quando ancora non esisteva la legge regionale sui parchi, formulò una proposta, motivata e perimetrata, d'istituzione di una riserva naturale che abbracciasse la baia del Pizzo; più di recente, "per difendere il territorio di Gallipoli e tale area in particolare, non poteva rimanere indifferente di fronte alla perimetrazione del Parco come determinata ed ha ritenuto opportuno denunciare sulla stampa e nelle sedi istituzionali tali fatti, con l'intento di far valere la ragioni che dovrebbero sottendere decisioni di tale portata". "A seguito di ciò, la Procura della Repubblica ha sequestrato tutti gli atti e, di conseguenza, la Regione, che fin troppo si era resa "disponibile" alle "sollecitazioni locali", ha dovuto necessariamente sospendere ogni procedura d'approvazione definitiva per evitare di avallare evidenti ed illegittimi interessi particolari", chiarisce Seclì; per il quale, se una colpa ha la Regione, "è quella di avere "subìto" l'imposizione di chi ha voluto escludere dalla perimetrazione del Parco alcune aree Sic, ove il rappresentante di Legambiente ha svolto un efficiente ruolo di supporter". Per Seclì, Legambiente ha ben poco da essere soddisfatta per la situazione di stallo che si è venuta a creare, atteso che "il suo rappresentante si è fatto impropriamente paladino dell'iniziativa concordando con gli amministratori gallipolini, in camera caritatis, l'assurda perimetrazione non supportata dalla benché minima motivazione tecnico-scientifica, mentre le aree interessate si vanno depauperando". Italia Nostra allarga il tiro, tanto all'avallo che le scelte locali hanno ricevuto da parte dei responsabili nazionali di Legambiente, quanto a "opportunità personali dell'intraprendente ambientalista", che scorge anche nelle realtà di Porto Cesareo ed Ugento, "il quale non ha fatto quadrato con le altre forze ambientaliste, culturali e politiche, contro chi cercava di mettere le mani sul Parco, ed ora si mette a fare il coccodrillo, per tentare di riaccreditarsi". Il conclusivo auspicio di Seclì, è che "il nuovo consiglio regionale faccia ritornare il Parco ad essere un unicum, che a ridosso non vi siano colate di cemento di nuovi villaggi turistici che magari facciano del Parco stesso un uso privato e che le attività di gestione e fruizione non siano affidate sulla base di rapporti particolari". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Bartolini difende il Ministro

Foreste Casentinesi

Il Parco delle Foreste Casentinesi versa in uno stato pietoso? Solo “bugie” e “propaganda elettorale” di Flavio Foietta e Ferruccio Ferri, rispettivamente presidente e vice della Comunità del Parco. Meglio il commissariamento rispetto alla passata gestione, caratterizzata solo da “limitazioni, vincoli e involuzione”. Ad alzare la polemica dai toni forti è Luca Bartolini, consigliere provinciale nonché capolista di Alleanza nazionale alle elezioni regionali. “Foietta e Ferri continuano imperterriti nelle loro denunce politiche infondate al Ministro per l’ambiente Altero Matteoli - aggiunge Bartolini -. Sono due i casi: o sono sordi o è evidente che fanno propaganda. Ho risposto punto su punto alle sciocchezze scritte sul loro manifesto ma continuano con la storia della passata gestione e su quanto ora l’ente Parco sarebbe penalizzato dal commissariamento”. E ancora: Bartolini ricorda anche il rapporto tra il Ministero e le Regioni, e insorge: “sono loro - Ferri e Foietta, appunto - che dovrebbero spiegare ai cittadini il perché dell’incontro tra i Presidenti delle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna, e Matteoli, nato per nominare un nuovo presidente”.“Io colgo l’occasione - continua - per ricordare loro che, se si è potuto muovere qualcosa, è stato grazie all’interessamento diretto del Ministro che, attraverso l’opera del suo commissario, ha dato il via alla realizzazione di sette dei nove progetti che languivano nei cassetti della passata Amministrazione che, a voler essere sinceri, si potrebbe sintetizzare in tre parole: limitazioni, vincoli, involuzione”. (Corriere di Romagna)

Agricoltori: ‘Non saranno penalizzati dal Parco’

Vena del Gesso Romagnolo

Non sono piaciute all’assessore provinciale all’Agricoltura Andrea Corsini le affermazioni del candidato di Forza Italia alle regionali Rodolfo Ridolfi a proposito dei temi dell’agricoltura e della caccia legati all’istituzione del parco della Vena del Gesso.“Innanzitutto - spiega Corsini - la legge che istituisce il parco della Vena dei gessi è immediatamente successiva alla legge quadro regionale e tiene conto di una delle più grandi innovazioni contenute in questa legge. Si tratta - prosegue l’assessore all’Agricoltura - di uno strumento che si chiama accordo agroalimentare che prevede il coinvolgimento degli agricoltori da parte dell’ente gestore che, praticamente, non potrà intraprendere nessuna iniziativa senza, appunto, il loro coinvolgimento. In più - aggiunge - non verranno penalizzate le loro attività, se verranno rispettate le buone prassi ambientali come prevede, in questo caso, la legislazione europea. Non solo gli agricoltori inseriti all’interno del parco non saranno penalizzati, ma godranno della priorità dei finanziamenti”.Non solo. L’assessore Corsini contesta anche le affermazioni di Ridolfi sulla caccia in collina. “Che esiste già - si affretta a precisare -. Quando entrerà in vigore il regolamento del parco vedremo come conciliare l’attività venatoria”. (Corriere di Romagna)

Un Comitato per il Parco dei Calanchi

Comuni e associazioni uniti

Parco dei calanchi e degli ulivi, si fa sul serio. È stato insediato il Comitato promotore con presidente Roberto Cifarelli, coordinatore regionale di Federparchi, e referente istituzionale la Provincia di Matera, assessore all'Ambiente Franco Labriola. All'organismo, al momento, hanno dato l'adesione i sindaci di Aliano, Montalbano, Pisticci e Stigliano, oltre a Wwf, Legambiente, Movimento Azzurro e Università degli studi di Bari. L'insediamento del comitato è il risultato di un convegno organizzato nei giorni scorsi da Wwf e Legambiente in collaborazione con Federparchi e Comune. Convegno al quale ha partecipato il presidente della Regione, Filippo Bubbico. "Il Parco dei calanchi e degli Ulivi - si legge nel primo comunicato stampa diffuso dal nuovo organismo - si configura come un grande parco geomorfologico-archeologico-letterario in cui i calanchi occupano gran parte del territorio e rappresentano l'elemento caratteristico del paesaggio. Luoghi con resti fossili e paleontologici di grande interesse, oggetto di studio da parte di numerose università. Ed al paesaggio si associa l'archeologia con i resti lasciati dalla colonizzazione dei greci che, partendo dalla costa ionica e seguendo il corso dell'Agri e del Sauro, crearono fiorenti insediamenti plasmando la vita e la cultura degli indigeni Lucani, Enotri e Bruzi". Di grande originalità, inoltre, sono anche flora (con macchia mediterranea, piante officinali, alberi) e fauna (riccio, volpe, lepre, rettili, rapaci). Numerose anche le masserie, gli iazzi (ricoveri all'aperto per animali da pascolo), le grandi distese di oliveti. Interessante, infine, l'architettura dei centri storici dei paesi del parco da valorizzare, conservare, recuperare. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

"Sci di massa, un modello senza futuro"

Giorgio Daidola, economista: "Sciovie, non megaimpianti"

Pinzolo-Campiglio, lo sviluppo del Brocon, il grande carosello di Folgaria-Lastebasse e il collegamento San Martino-passo Rolle, nel parco delle Pale.
Ancora piloni, seggiovie, piste e cannoni da neve da realizzare in fretta, perché ogni anno la lancetta dei contributi pubblici segna cinque punti in meno. Il 17,5% a chi fa domanda quest´anno per il 2006, il 12,5 l´anno prossimo. Ecco l´urgenza di progettare, di staccare licenze.
"Ma è un modello che fa male alla montagna e allo sci", obietta Giorgio Daidola, docente universitario di economia e gestione delle imprese turistiche a Trento. "Investono il denaro di tutti in un settore maturo, in crisi e senza futuro". Negli Usa - rammenta - in 20 anni le stazioni di sci sono scese da oltre 800 a 490. Se il fatturato delle stazioni alpine non cresce, i costi gestionali salgono alimentando la corsa al contributo pubblico. "Continuare a investire in modo massiccio nel settore dello sci di massa - avverte il professore - è oltremodo rischioso"
Ma Daidola, torinese con maso in Val dei Mocheni (abita a Frassilongo e sul prato di casa scia con una vecchia manovia) non è solo un economista. Del pianeta bianco è protagonista: maestro di sci dal ´71, presidente dell´Associazione telemark international, a "talloni liberi" ha sceso per primo un ottomila in Tibet, lo Shisha Pangma. Ha disegnato serpentine sui vulcani del Sudamerica e attraversato grandi ghiacciai in Canada e Antartide. Il suo invito a non usare gli impianti in Val Jumela, risalendola con le pelli di foca, gli ha allontanato più di un amico e la distanza della politica provinciale.
Lo sci sta diventando monotono e noioso, dicono a "The White Planet" chiedendo meno piste battute e meno pressione sulla natura.
"Sono d´accordo, meglio gli impianti leggeri che danno minori impatti sull´ambiente, richiedono minori investimenti, consentono più veloce recupero del capitale e sono più flessibili: gli imprenditori non sono costretti a tenerli aperti".
Lo sci è in crisi?
"I dati dicono che dal 1997 al 2004 il numero di sciatori è sceso del 24%. Prudenzialmente - sono aumentati gli snowboarder - valutiamo un calo del 10% contro l´aumento del 35% dell´escursionismo estivo. Le vendite di sci sono diminuite del 30% dal ´93 al ´98, da 6,2 a 4,3 milioni di paia. Dagli anni ´70 ad oggi si è scesi da 390 a 110 centimetri di neve caduta: il 60%; a 1.200 metri abbiamo 124 giorni di neve al suolo con una riduzione del 20% della superficie nevosa. La neve artificiale, inizialmente usata per piccole zone, ha innescato una spirale: per pagare gli investimenti necessari a produrla bisogna aumentare i passaggi, quindi le portate orarie degli impianti. L´industria dello sci, da flessibile, è diventata rigida".
E i costi?
"Mantenere 70 milioni di passaggi all´anno richiede grandi spese di promozione per attirare mercati distanti, che spesso poi pagano poco. Il costo della neve artificiale è stimato in 136 mila euro ad ettaro, compresi gli ammortamenti degli impianti e il costo d´esercizio. E il 60% delle stazioni sulle Alpi è in deficit".
È anche cambiato lo sci.
"La neve artificiale è fatta di palline di ghiaccio che pesano quattro volte di più e richiedono continue lavorazioni per non diventare una superficie durissima. I francesi correttamente la chiamano neige de culture, neve di coltura, e ha fatto nascere attrezzi e tecnica diversi: lo sci corto e molto sciancrato per mordere. Pensi che all´ultimo corso di aggiornamento per maestri, Colturi si scusava con noi. Aveva nevicato e non poteva mostrarci la deformazione degli attrezzi. Lo sci industriale ha tolto libertà d´espressione e portato maggiori velocità, più incidenti e l´ossessione per la sicurezza. Servono più piste-autostrade per smaltire il traffico".
Le alternative?
"Stazioni sciistiche più leggere con sciovie, manovie, slittoni. Malghe e agritur che sono stati ristrutturati con milioni di euro, anziché restare chiusi potrebbero funzionare anche d´inverno. C´è un nuovo oro delle Alpi là sotto: una manovia sul prato sotto la malga è meglio dei Luna Park di plastica delle stazioni di sci. Per i bambini, ad esempio, sui quali dobbiamo investire. Una settimana bianca in una malga, quella sì segnerebbe uno stacco dalla città. E basterebbero investimenti irrilevanti. Il modello alternativo, se lo si vuole, esiste e può reggere. Non dà facili arricchimenti, ma permette alla gente di restare in montagna. Sa cosa sta succedendo in Francia? La Compagnie des Alpes, che investe in impianti solo sopra i 1.800 metri e con ottica espansionistica, vede gli utili in calo. E cosa fa? Investe in pianura, nei grandi Luna Park. Lo sci viene considerato un prodotto
maturo da tutti gli analisti, che parlano di riposizionamento: après ski, dalle cene al rifugio alle discese con la slitta". (L'Adige)

Allevamenti nel Parco verso un censimento

Circeo

Percorso pedonabile sul lido di Sabaudia, problematiche degli allevamenti bufalini e piano socio economico del Parco. Questi i punti all’ordine del giorno della riunione della comunità del parco nazionale del Circeo. Si è discusso della richiesta del comune di Sabaudia di ottenere indicazioni preliminari in merito alla realizzazione di una pista pedonabile, sulla base di un’idea del consigliere Franco Natale, che consenta di raggiungere il lungomare, a piedi, anche di notte, in sicurezza. I presenti hanno affrontato le questioni relative alle dimensioni della pista, al suo posizionamento sul lato mare o lato lago, alle caratteristiche dell’illuminazione. Sarà il parco a fornire indicazioni ai progettisti entro una decina di giorni. Si è passati poi all’annosa questione degli allevamenti bufalini all’interno del parco. L’ingegner Maglitto del Corpo Forestale dello Stato, che collabora con un gruppo di esperti ad hoc, ha auspicato la possibilità di giungere ad una progettazione puntuale, azienda per azienda, entro la primavera, che consenta interventi necessari per la soluzione dei problemi di natura ambientale, igienica, sanitaria e paesaggistica. Il vicepresidente della comunità, Schintu ed il commissario straordinario Bellassai hanno sollecitato una risposta definitiva a problematiche ultra decennali. Infine l’assise ha deciso di convocare il gruppo di lavoro e procedere con decisione verso la redazione del progetto definitivo del piano socio economico del parco. (Il Messaggero)

Sì al parco sui monti 7 Fratelli

Si riparla del parco dei 7 fratelli ed è già polemica. Il Comune di Sinnai è deciso a portare avanti il progetto. Il Comitato antiparco in un comunicato firmato dal coordinatore regionale Alessio Pasella e dal responsabile dell'area Sette fratelli-Serpeddì dello stesso movimento, dicono di essere contrari e ricordano che "le popolazioni di Burcei e Maracalagonis hanno già detto no al parco attraverso un referendum". Nel doumento si legge "che ogni parco regionale è fonte di vincoli, divieti e parassitismo per cui anche se istituito solo all'interno di un'area comunale o della Regione, causerebbe sempre una ricaduta di vincoli con un'area pre-parco nelle proprietà private confinanti". Non la pensa così il sindaco di Sinnai, Sandro Serreli. "Il Comune di Sinnai non intende in alcun modo costringere nessuno a far parte del parco. Ogni Comune è quindi libero di aderire o di farsi da parte. Nessuna imposizione, insomma. Ma non vogliamo neppure che altri decidano per noi. Sinnai punta ad un parco fatto con le aree comunali e con quelli dell'Ente foreste. Nulla di più. La Comunità europea garantisce grossi finanziamenti specifici sulla materia. Il nostro obiettivo è quello di rilanciare la montagna e di favorire lo sviluppo. Con la creazione di aziende modello e di posti di lavoro. Come dire che non vogliamo una montagna imbalsamata ma una montagna che produce". Due posizioni diametralmente opposte. Di certo nei prossimi giorni il sindaco Sandro Serreli incontrerà l'assessore regionale all'ambiente Dessì, ugualmente favorevole all'intervento. Si dovrebbe insomma partire con un parco anche a macchia di leopardo con i soli terreni del Comune e dell'Ente Foreste. Chi intende poi aggregarsi a questo progetto deve solo farsi avanti. (L'Unione Sarda)

Dessì e il Gennargentu "I Comuni non si parlano, ecco cosa blocca il parco"

È la mancanza di dialogo tra le amministrazione comunali ad aver affossato la nascita del parco del Gennargentu. Lo ha detto ieri pomeriggio l'assessore regionale all'Ambiente Tonino Dessì, intervenendo al convegno "Aliga Day" sulla raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti organizzato a Cagliari da Legambiente. Dessì ha citato il caso del parco fantasma come esempio di cattiva comunicazione - e collaborazione - tra municipi, un modello da non prendere a esempio per la gestione delle discariche e dei sistemi di smaltimento visto che i consorzi tra diversi centri saranno indispensabili. Sul Gennargentu Dessì ha detto che "in questo caso il parco non c'è non perché ci sia uno Stato malvagio o una Regione insensibile, ma perché i Comuni non si sono messi d'accordo. Vedo il presidente della Comunità montana dell'Ogliastra che scuote il capo e non è d'accordo - ha aggiunto dopo aver notato l'amministratore in platea che faceva un cenno di dissenso - ma questa è stata la mia impressione. Lo dico da nuorese, che conosce bene i problemi della vostra zona e delle altre zone interne". E se in fatto di parco è mancata la collaborazione, questo non può e non deve avvenire in materia di rifiuti. Dialogo tra Comuni, ma anche tra Comuni e Regione: "Stiamo costituendo una task force per aiutare le amministrazioni ad avviarsi verso quella "raccolta spinta" che resta il nostro obiettivo". Si tratta della raccolta porta a porta dei rifiuti da selezionare prima del conferimento in discarica. Dessì ha aggiunto che 3 milioni di euro verranno destinati dalla finanziaria a sostenere i Comuni virtuosi, cioè quelli che si metteranno al passo con la normativa europea "alla quale la Regione non ha intenzione di chiedere deroghe". Sugli altri invece pioveranno tasse ecologiche nella logica - "dalla quale non ci sposteremo" - del meccanismo premialità-penalizzazione. (L'Unione Sarda)

Parco naturale, gli ambientalisti chiedono modifiche

Pineta di Appiano Gentile

Parco Naturale tutto da rifare, almeno per quanto riguarda le osservazioni. Dopo che la Regione Lombardia, per motivi procedurali, ha deciso di rimandare all'ente parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate tutta la documentazione inerente la trasformazione del parco agro forestale in parco naturale, le associazioni ambientaliste invitano a sottoporre nuove osservazioni affinché i confini del parco vengano modificati ed allargati. "La decisione della Regione Lombardia - spiega Silvio Colaone della lega anti-caccia - è stata motivata dal mancato rispetto delle tempistiche di esposizione del "progetto parco naturale" agli albi di alcuni comuni interessati. A termine di legge si potranno presentare osservazioni al progetto durante i sessanta giorni successivi alla pubblicazione. Da parte nostra, utilizzeremo questa possibilità, per sottolineare nuovamente come i futuri confini del parco naturale debbano essere modificati ed allargati fino a comprendere l'intera superficie dell'attuale parco agro-forestale. In particolare - continua Colaone - chiediamo che l'azienda faunistica "I ronchi" di Carbonate venga inclusa nel parco naturale visto che la legge non prevede la possibilità che aziende destinate alla caccia siano insediate ai confini di un parco naturale". Ora l'ente parco dovrà ripercorrere tutto l'iter procedurale che aveva avuto inizio il tre giugno 2005 con la presentazione della variante al piano territoriale che sanciva i confini del parco naturale. "Il dieci marzo - spiega Colaone - verrà riunita l'assemblea dei sindaci per la revoca della precedente proposta di variante del tre giugno scorso. Fatto questo, l'assemblea, dovrà nuovamente riunirsi per riapprovare il tracciato dei confini. Scatterà allora la riesposizione, per sessanta giorni, del piano presso gli albi pretori dei comuni coinvolti dal parco naturale. Durante questo periodo sarà possibile presentare delle osservazioni, cosa che noi faremo, e che dovranno essere riesaminate in una successiva assemblea dei sindaci. Il piano definitivo dovrà infine essere rimandato in Regione per l'approvazione finale. Si tratta, per la nascita del parco, di un preoccupante allungamento dei tempi". (La Provincia di Como)

La rinascita del Giglio

Dopo quasi dieci anni di isolamento, storico incontro tra Legambiente e la nuova amministrazione comunale dell'isola. Gentili, Legambiente: “Il nuovo sindaco ha spezzato il decennale isolamento del Giglio ora si apre una nuova fase di collaborazione con il mondo ambientalista e il Parco dell'Arcipelago Toscano”

Sono stati dieci anni di rapporti tesi, di dissensi e contrasti, che hanno visto la precedente amministrazione comunale dell'Isola del Giglio contrapposta al mondo ambientalista ed a Legambiente in particolare, soprattutto in merito all'istituzione, nel 1996, del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Oggi però il vento é cambiato, e la nuova fase di collaborazione tra Giglio e mondo ambientalista si é aperta proprio nei giorni scorsi, mercoledì 23 febbraio per la precisione, quando una delegazione di Legambiente, composta da Angelo Gentili (Segreteria Nazionale di Legambiente), Umberto Mazzantini (Responsabile Isole Minori) e Antonio Nicoletti (Responsabile Aree Protette) per l'Associazione del Cigno, è sbarcata nell'isola per incontrare il Sindaco Attilio Brothel e l'assessore all'ambiente del comune Stefano Feri.
“Un 'occasione importante, che segna la fine di un 'epoca, e l'apertura di una nuova fase per l'isola - spiega Angelo Gentili di Legambiente. Ora possiamo finalmente riprendere un dialogo serio e costruttivo, a partire dai buoni risultati già raggiunti dalla nuova amministrazione in soli otto mesi di governo del territorio
Tra i tanti punti di convergenza individuati da Legambiente e dall'Amministrazione Brothel, la necessità di impostare un piano di lavoro volto a migliorare la sostenibilità dell'isola, soprattutto per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, gli impianti di dissalazione, la viabilità durante i mesi estivi, la promozione dei prodotti tipici isolani. Il dialogo inoltre ha portato in luce la necessità di intensificare i contatti con le altre Amministrazioni e con l'ente Parco dell'Arcipelago Toscano, da sempre osteggiato dalla precedente Giunta. Molto discusso infine il tema “Isola di Giannutri”, che necessita di interventi urgenti, tra i quali il ripristino dell'area su cui insiste l”'Ecomostro”, misure urgenti per porre limitazioni ad un incontrollato assalto turistico che crea solo degrado e un uso corretto e sostenibile del mare, ancora troppo affollato da natanti che provocano un ancoraggio selvaggio fin dentro l'area protetta. “Il nostro obiettivo - ha spiegato il Responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente Umberto Mazzantini - é quello di fare dell'Isola del Giglio un modello di sostenibilità ambientale. In questo senso ci confortano e condividiamo pienamente le scelte effettuate in questi pochi mesi dal Sindaco Brothel, come nel caso del faraonico progetto di un nuovo porto, che l'amministrazione ha deciso di annullare.” (Maremma news)

Cts: Precisazioni su progetto "NIPP" dell'Ente Parco del Pollino

Il CTS presa visione dell'articolo da voi pubblicato in data 25/02/2005, dal titolo: "Ancora una volta l'Ente Parco del Pollino", recante numerose inesattezze a riguardo dello svolgimento delle parti del Progetto NIPP di sua competenza, ha valutato di dover fornire talune doverose precisazioni.
-Sviluppo Italia ha affidato la programmazione tecnica e la distribuzione dei servizi turistici, nonché la creazione e la distribuzione dei cataloghi "Pollino da Vivere" e "A Scuola nel Parco" " realizzati e presentati a febbraio alla BIT2005 di Milano - a CTS Viaggi, TO che opera da 30 anni nel settore turistico ed ambientale.
Il CTS con 200 sedi in tutta Italia "di cui 2 in Basilicata (Potenza e Matera)" 4 in Calabria (Gioia Tauro, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro)" è stato identificato da Sviluppo Italia, dopo attenta ed accurata indagine di mercato, come partner ideale per garantire una adeguata visibilità e capillarità alle pubblicazioni ed alle proposte turistiche contenutevi.
Forse parlare di "società del Lazio (?)" per il CTS, che può contare anche su 6 sedi all'estero (Parigi, Barcellona, Madrid, Londra, Tripoli e New York), ci sembra un po' limitativo.
CTS Inoltre è da sempre fortemente impegnato sul fronte dell'ecoturismo e del turismo nei parchi. Testimonianza ne sono le numerose pubblicazioni ed i numerosi progetti che CTS realizza ed ha realizzato, con Istituzioni ed associazioni.
Nella presentazione dell'offerta turistica dei cataloghi, è dato corretto risalto alle associazioni ed alle cooperative che operano sul territorio "pag. 8 del catalogo "Pollino da Vivere" e pag. 8 di : "A scuola nel Parco" "con una amplia presentazione anche delle aziende agroalimentari specializzate.
Da sottolineare come l'offerta di turismo scolastico è illustrata in maniera esauriente, non all'interno del catalogo Vivi il Pollino, ma da una specifica pubblicazione "A scuola nel Parco".
Forse chi ha compilato l'articolo da voi proposto non ha, in precedenza, fatto le giuste ricerche e preso le adeguate informazioni.
Mettendomi a vostra completa disposizione per qualunque ulteriore informazione, vi invio i più cordiali saluti.
P.S. Se gentilmente voleste indicarmi il vostro indirizzo postale, sarà mia cura inviarvi una copia dei cataloghi su,menzionati. Emiliano D'Andrea (Basilicata news)


Il Giornale dei ParchiTorna alla prima pagina del Giornale dei Parchi