Rassegna del 05 Marzo 2005

Mediterraneo: in aumento abitanti

In 25 anni passeranno da 250 a 400 milioni

(ANSA) - Se la popolazione del Nord Europa rimarra' stabile, nel Sud del Mediterraneo passera' a circa 400 milioni nel 2030. E' uno dei dati analizzati nell'ambito di 'Mediterre', la fiera dei parchi in corso a Brindisi. La forte crescita demografica fara' aumentare il divario gia' esistente tra Nord e Sud Europa e intacchera' il gia' delicato equilibrio della regione del Sud Mediterraneo, caratterizzata da una desertificazione imperante e dalla mancanza di risorse idriche.

Un piano antincendio per il Parco dell'Alto Garda

Un programma di lavoro concordato tra Regione e Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e Foreste) finalizzato alla stesura di piani antincendio boschivi nei parchi dell'Alto Garda bresciano e delle Orobie valtellinesi è stato approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell' assessore all'Ambiente, Franco Nicoli Cristiani. La legge quadro 353/2000 dispone che per le aree protette vengano promosse misure di prevenzione e di lotta agli incendi boschivi, definite d'intesa con gli enti gestori, nonché avviate attività di formazione, informazione ed educazione ambientale per la conservazione del patrimonio boschivo. Gli enti gestori dei parchi e delle Riserve naturali, oltre agli impegni derivanti dalla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche della Lombardia, ai fini della salvaguardia della biodiversità, sono coinvolti direttamente nelle attività di previsione, prevenzione e interventi attivi. Al fine di ottimizzare l'azione di prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi, l'Assessorato alla qualità dell'ambiente ha pertanto redatto in collaborazione con l'Ersaf uno studio sulle "Azioni per il settore antincendi boschivi nei territori protette della Regione". Nel 2004 è stata attivata una convenzione finalizzata ad avviare le procedure per la redazione dei primi piani pilota nei Parchi del Ticino, della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, delle Groane, del Campo dei Fiori, oltre a uno studio per il Parco agricolo sud Milano. Sulla base di questa esperienza il Ministero dell' ambiente ha concesso un ulteriore finanziamento per il 2005 di 50.000 euro che, assommato al precedente (per il 2004) di 77.853,55 euro, ha permesso alla Regione di investire la somma di 127.853,55 euro. (Giornale di Brescia)

Incontri e schede per raccogliere proposte sulla variante generale al piano del Parco

Conero

Il Consorzio Parco del Conero ha avviato le procedure per la stesura della variante generale al Piano del Parco e ha organizzato per il 16 marzo alle 9.30 un incontro nella sede del parco per la fase di consultazione preliminare, Una fase, prevista dalla metodologia approvata dalla Giunta del Parco stesso, necessaria per recepire informazioni e istanze dai soggetti interessati al territorio del Parco. La variante al Piano del Parco, ricorda una nota, prende avvio da una fase di consultazione generale, dove chi ha interesse ad intervenire può esprimere valutazioni e proposte sulla funzione svolta dal Parco nel territorio. Chi non può partecipare all'incontro può ugualmente partecipare alla stesura del piano inserendo le proprie riflessioni in alcune schede rilasciate dal Parco. Una scheda, denominata "Comunicazione attiva", propone alcune aree tematiche di discussione per ciascuna delle quali si individuano una serie di elementi di riflessione che puntano ad una più attenta valutazione dei temi. Ognuno è libero di trattare tutti o solo una parte degli argomenti indicati, e di esprimere le proprie libere considerazioni sul passato e/o sul futuro del Parco. (Il Messaggero)

"Troppe violazioni anche in aree protette, necessario porre un argine"

Circeo - In una lettera indirizzata ai sindaci il procuratore capo Mancini sollecita interventi drastici e immediati
La procura: abbattete subito gli abusi


Una lettera di poche righe, ma dal significato pesante. L'ha scritta il procuratore capo della Repubblicia di Latina, Giuseppe Mancini, ai sindaci della provincia pontina e per conoscenza al presidente della giunta regionale, al sovrintendente ai beni archeologici, al perfetto e al commissario del Parco nazionale del Circeo. L'argomento è l'abusivismo edilizio, una piaga che ha creato, sta creando e, se non si pongono efficaci rimedi, continuerà a creare ferite profonde, danni irreparabili ad un ambiente già abbondantemente compromesso. Mancini ribadisce la necessità che i Comuni e le altre amministrazioni interessate "utilizzino effettivamente e tempestivamente i poteri-doveri e gli strumenti messi a loro disposizione dal legislatore e, in particolare la rapida procedura di cui già al citato art. 27 (che recita: il dirigente o il responsabile provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi quando accerti non solo l'inizio ma anche l'esecuzione dell'opera ritenuta abusiva). Dall'esperienza, tra l 'altro, è dato desumere che la tempestiva demolizione è l'unica sanzione veramente idonea a costituire anche valido strumento di effettiva prevenzione". Un monito, un invito, una bacchettata, una minaccia, una...ingerenza? Ognuno può leggere come vuole l'intervento del Procuratore. Sta di fatto che in effetti le amministrazioni pubbliche non sembrano aver sempre usato il pugno di ferro contro gli abusivi. Qualche demolizione è vero, è stata fatta, ma si tratta di una goccia in un vasto mare. E addirittura certi interventi potrebbero risultare iniqui, vista la disparità di trattamento. E, come già fece il suo predecessore Gagliardi, Mancini ha voluto spingere sull'acceleratore soffermandosi, più che sui casi aperti e pendenti, su quelli nuovi che continuano a venire quotidianamente scoperti, sollecitando un intervento rapido di ripristino dello stato dei luoghi. Il non farlo potrebbe assumere il comportamento di una omissione da parte del dirigente o funzionario preposto, con relativa sanzione penale. E se la demolizione può, come dice Mancini, essere un deterrente per eventuali abusivi, anche l'intervento nei confronti dei dirigenti inadempienti potrebbe essere un deterrente per chi non fa bene il suo mestiere. Il procuratore Mancini affida ad una breve nota il suo commento prendendo spunto dalle ormai quotidiani interventi delle forze dell'ordine "In relazione ai numerosi abusi edilizi che stanno emergendo in questi giorni, soprattutto in aree ad alto valore paesaggistico - dice il magistrato - ho ritenuto opportuno richiamare l'attenzione delle amministrazioni interessate sulla particolare valenza preventiva e dissuasiva dello strumento della demolizione tempestivamente eseguita". Ora non resta che vedere come l'invito del procuratore verrà accolto. Le ordinanze di demolizione pendenti sono migliaia in tutto il territorio, ma le case continuano a spunatre dalle cannucciate, dai tendoni e addirittura dalle serre. Abusi di piccolo calibro ma anche costruzioni importanti quasi ultimate che sembra davvero impossibile possano essere sfuggite alla vista di chi avrebbe dovuto vigilare. (Il Messaggero)

Parco, la tensione resta alta

Gargano - Intanto proseguono gli incontri con allevatori, agricoltori e ambientalisti
Presto verranno delineate le proposte di riperimetrazione


"Entro la settimana prossima sarà possibile delineare le proposte di riperimetrazione delle aree dell'agro di Manfredonia ricadenti nell'area protetta del Parco nazionale del Gargano". Lo afferma l'assessore alle attività produttive con delega all'agricoltura, Luca D'Erico che interviene nelle polemiche riespose sempre incandescenti sulla questione riperimetrazione Parco "nell'intento soprattutto di fare chiarezza e dunque procedere razionalmente nella convinzione che non ci sono categorie privilegiate da accontentare o scontentare, ma tutti siamo o dovremmo essere interessati e motivati a salvaguardare le aree di pregio oggettivamente intese". L'assessore fa pertanto sapere che ha inviato una lettera di convocazione di incontri sulla questione alle quattro associazioni venatorie di Manfredonia, alle associazioni Legambiente e Lipu, alle associazioni di categoria degli agricoltori e degli allevatori. "Ho già incontrato - riferisce - i cacciatori. E' stata una riunione alquanto turbolenta in quanto non riuscivano a trovare un accordo fra di loro. La discussione l'hanno poi proseguita nel loro ambito e mi hanno fatto sapere che mi faranno pervenire una proposta circostanziata a breve. Martedì prossimo incontrerò agricoltori e allevatori e giovedì successivo gli ambientalisti. Dopo di che ritengo e spero che si arrivi a delle conclusioni accettabili e condivisibili. La perimetrazione dell'area protetta - ammonisce - non deve essere prerogativa di questa o di quella categoria bensì deve sintetizzare e rispettare l'interesse di tutti e di tutto". Riferendosi ad alcune iniziative di un non meglio autodefinitosi "gruppo di cacciatori sipontini", l'assessore D'Errico rileva "numerose inesattezze evidenziate nel comunicato cui si fa cenno" e respinge l'insinuazione che possa trattarsi di "una manovra politica". Nel rilevare come il problema "non è e non deve essere di natura politica" e che della revisione dei confini del Parco si sta discutendo da oltre un anno su tutto il Gargano, l'assessore D'Errico evidenzia come "nel corso delle numerose riunioni alle quali ho sempre partecipato per conto del Comune di Manfredonia, tenute sia nell'era Fusilli che sotto la presidenza Gatta, tutti i Comuni si son trovati davanti a grosse difficoltà per via delle diverse opinioni espresse dai vari soggetti interessati. Per quel che ci riguarda come Comune di Manfredonia, abbiamo sempre sostenuto con forza il principio che va eliminato il criterio di disegnare i confini a macchia di leopardo nella convinzione che non è possibile considerare area protetta un triangolino, ad esempio, e non tutta l'area della quale fa parte. Occorre tener presente l'area per quella che naturalmente e oggettivamente è, e non per gli interessi particolari che possono essere penalizzati o favoriti". Questa amministrazione ? conclude D'Errico ? non vuole mortificare nessuno, ma considerare tutti alla stessa stregua per ricercare insieme le soluzioni migliori". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Etna e Alcantara, fondi Gal

Progetto di 7 mln e mezzo di euro.
Riguarda 26 Comuni; investimenti finalizzati al settore agricolo


Ha inizio l'attività del Gal (Gruppo di azione locale) "Terre dell'Alcantara e dell'Etna" che comprende 26 Comuni dell'Etna e del messinese, avendo riunito sotto un unico stemma i quattro Gal "Alcantara", "Valle etnea", "Simeto Etna" e "Fiume Alcantara". Tre bandi sono già stati pubblicati per metter su una struttura che dovrà investire sul territorio qualcosa come 7 milioni e mezzo di euro. Finanziato con i fondi "Leader Plus", infatti, il progetto mira a sostenere gli insediamenti produttivi soprattutto nel settore agricolo, senza dimenticare però le caratteristiche del territorio che, comprendendo l'Etna e Taormina, guarda con fiducia allo sviluppo turistico legato alla valorizzazione dei prodotti tipici. "E' il nostro obiettivo principale. - dice il presidente del Gal, l'ing. Cettino Bellia, che è anche presidente del Parco dell'Etna - Abbiamo ottenuto un finanziamento che ci aiuterà a fornire un ulteriore input alla dinamicità imprenditoriale, che ormai è presente in questo territorio. Riserveremo particolare attenzione alla formazione, ma intendiamo pianificare lo sviluppo del turismo e dell'artigianato di un'area che deve venire incontro a chi ha intenzione di ampliare le proprie attività imprenditoriali. Per fare un esempio abbiamo intenzione di stanziare circa un milione e mezzo di euro per un bando riservato alle aziende già esistenti del settore agricolo e dei prodotti tipici che vorranno aumentare o migliorare la propria capacità produttiva". Il territorio di questo Gal spazia da Paternò fino a Taormina. In pratica vi sono buona parte dei Comuni del Parco dell'Etna, (escluse la zona delle Aci, Adrano, Bronte, Ragalna, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, e Maletto), più la Valle Alcantara. Si è ancora nella fase iniziale, ma il coordinatore tecnico, prof. Giovanni La Via ha le idee chiare sul percorso da seguire: "Il Gal - ci dice - ha appena emanato tre bandi. Il primo è finalizzato a realizzare il sito internet e il logo. Il secondo invece mira a redigere uno studio di marketing territoriale, finalizzato a individuare le emergenze del territorio e gli strumenti più idonei per la relativa valorizzazione. Il terzo, invece, tende ad individuare una serie di professionalità chiamate a valorizzare gli altri bandi che dovranno essere pubblicati per mettere per tramutare in iniziative i finanziamenti ottenuti. Stiamo preparando un altro bando che è finalizzato a facilitare l'inserimento nei mercati dei prodotti delle imprese agro alimentari". (La Sicilia)

A Caprera una base per gli incursori?

Allarme per la possibile creazione di una nuova base militare a Caprera. La segnalazione arriva da una interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Difesa e al presidente del Consiglio. È il senatore sardo dei Democratici di sinistra Gianni Nieddu ad averla presentata, e tra l'altro parla di installazioni da costruire "in un'area di massimo rispetto del parco naturale della Maddalena". Un'idea definita un controsenso, visto che in passato lo stesso Governo Berlusconi aveva mostrato segnali verso un maggior rispetto del territorio isolano. Nieddu ricorda che la Sardegna è "la regione italiana che col suo territorio contribuisce maggiormente alle attività militari, sia per quanto riguarda l'area del demanio sia per le servitù, con rilevanti ricadute negative sull'economia delle comunità". La superficie riservata al demanio militare è attualmente "di 23mila 766 ettari, con altri 13mila 608 sottoposti a servitù". Il senatore dice che "tutto il perimetro dell'Isola è investito da questa occupazione". E cita le varie aree militari, da Capo Teulada e Salto di Quirra fino alla Maddalena. "L'installazione di una nuova base della Marina - si legge nell'interrogazione - in località Punta Rossa sarebbe anche una violazione dell'Accordo di programma quadro del 1999 tra Stato e Regione, che avrebbe dovuto rivedere il peso delle servitù sarde, e la cui attuazione è stata chiesta anche di recente dal presidente della regione Soru". Oltre alla riduzione delle strutture, questo accordo prevedeva la "conversione a scopi civili di siti militari, per creare insediamenti produttivi in aree non più necessarie al ministero della difesa". Sembra l'identikit del parco naturale di La Maddalena, e invece ora si parla di una nuova "base logistica permanente, ad uso degli incursori del Comsubin". Un'ipotesi, attacca il parlamentare, che aumenterebbe il peso delle servitù proprio in una "località di alto interesse naturalistico". L'interrogazione invita le istituzioni a considerare anche che "nella stessa Punta Rossa, come nel resto dell'arcipelago, esistono manufatti e banchine ancora in uso alla Marina italiana". Quindi, Nieddu considera "alquanto contraddittorio, appesantire la presenza militare proprio mentre cresce la protesta e la richiesta per un suo alleggerimento". Il senatore diessino ricorda anche che prima di qualsiasi iniziativa unilaterale sarebbe meglio attendere le "conclusioni dell'indagine della commissione ambiente del Senato, i cui esiti potranno risultare dirimenti sulla compatibilità delle strutture vecchie e nuove con la sicurezza della popolazione". In conclusione, quindi, l'interrogante chiede al ministro di "assumere le opportune iniziative per scongiurare l'utilizzo militare di Punta Rossa, e invita ad attuare l'accordo Stato-Regione del 1999. (L'Unione Sarda)


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