Rassegna del 18 Marzo 2005

Aree protette. Alle cinque terre osservatorio parchi europei

Ieri si e' insediato il comitato direttivo

(DIRE) - Da ieri, a Riomaggiore, nel parco delle Cinque Terre, e' attivo il comitato direttivo dell'Osservatorio parchi europei. Promosso da Federparchi insieme al parco nazionale delle Cinque Terre, serve "a costruire una rete di costante confronto e collaborazione fra le tante e diversissime aree protette presenti in Europa". L'osservatorio "e' un primo straordinario risultato delle tante attività di relazione internazionale che stiamo sviluppando in rappresentanza del sistema nazionale dei parchi-dichiara Matteo Fusilli, presidente di Federparchi- e sta suscitando un vivo interesse in tutti i nostri partner dei Paesi europei". Avrà "l'indispensabile funzione di orientare le nostre politiche- continua Fusilli- e ci fornirà le indicazioni utili per accrescere l'influenza delle aree protette sulle scelte delle autorità sovranazionali, in particolare dell'Unione europea". Franco Bonanini, presidente del parco nazionale delle Cinque Terre e dell'Ope, raccogliendo "con entusiasmo la missione" spiega che "se e' scontato ritenere le aree protette luoghi privilegiati per l'innestarsi ed il consolidarsi dello sviluppo sostenibile socio ambientale, e' altrettanto vero che per garantire risultati duraturi e davvero significativi ad ampia scala, e' necessario inserire le aree protette in una politica di sistema". L'Ope, in questo senso, "muove alla costituzione di un autentico network dei parchi- aggiunge Bonanini- in modo da attivare fra essi una sorta di virtuosa e preziosissima circolazione del bene".

Osservatorio parchi europei: primo incontro alle Cinque Terre

Era nato nel maggio 2004, ma si e' insediato solamente ieri a Riomaggiore, nel Parco delle Cinque Terre, il Comitato Direttivo dell'Osservatorio Parchi Europei.
Promosso da Federparchi congiuntamente al Parco Nazionale delle Cinque Terre, l'Osservatorio Parchi Europei vuole essere una rete di confronto e collaborazione fra le tante e diversissime aree protette presenti in Europa. "L'Osservatorio - dichiara Matteo Fusilli, presidente di Federparchi - e' un primo risultato delle tante attivita' di relazione internazionale che stiamo sviluppando in rappresentanza del sistema nazionale dei parchi e sta suscitando un vivo interesse in tutti i nostri partner dei Paesi europei. Esso avrà l'indispensabile funzione di orientare le nostre politiche e ci fornira' le indicazioni utili per accrescere l'influenza delle aree protette sulle scelte delle autorita' sovranazionali, in particolare dell'Unione Europea''.
Franco Bonanini, Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, nonche' Presidente dell'Osservatorio, ha raccolto con entusiasmo la nuova missione. ''Se e' scontato ritenere le aree protette luoghi privilegiati per l'innestarsi ed il consolidarsi dello sviluppo sostenibile socio ambientale - sostiene Bonanini - e' altrettanto vero che per garantire risultati duraturi e davvero significativi ad ampia scala, e' necessario inserire le aree protette in una politica di sistema; l'OPE, in questo senso, muove alla costituzione di un autentico network dei parchi in modo da attivare fra essi una sorta di virtuosa e preziosissima circolazione del bene''.
Gia' nella seduta di ieri, l'OPE ha individuato una iniziativa internazionale sulle Alpi, una sul Santuario dei cetacei e un workshop europeo finalizzato alla redazione del Libro Verde sulle aree protette. (Vita)

"Tradisce chi lascia" L'Ulivo con Finotti

PORTO TOLLE Il centrosinistra difende l’adesione al Parco
Respinta al mittente qualsiasi richiesta di dimissioni


Parco o "non" Parco? Dopo i veleni degli ultimi giorni, ora anche i partiti del centrosinistra prendono posizione sui fatti accaduti nell'ultimo consiglio comunale che ha portato alle dimissioni di ben 5 consiglieri su 7 del gruppo di minoranza di centrodestra.
"Nel rispetto del programma amministrativo - affermano, in un comunicato ufficiale, i partiti che si ritrovano sotto il simbolo dell'Ulivo - il sindaco ha nominato i rappresentanti del Comune nell'Ente Parco, informandone il consiglio comunale ai sensi di legge. I consiglieri di Forza Italia e di An hanno gridato al tradimento della volontà popolare e con una decisione irresponsabile, si sono dimessi".
Ma è stato o non un "tradimento"? "Quando si è ottenuto il consenso dei cittadini per rappresentarli, si dovrebbe sapere che amministrare vuol dire assumersi la responsabilità di confrontarsi su tutti i problemi della comunità e del territorio - sostiene il centrosinistra -, onorando l'impegno di partecipare alla vita amministrativa, cosa che non si può dire dei dimissionari, che spesso preferivano abbandonare le sedute consiliari. Le loro dimissioni sono perciò la dimostrazione che stavano in consiglio non per rappresentare i propri elettori, ma solo per vigilare che il Comune rimanesse ancora fuori dalla gestione del Parco".
La scelta di entrare nel Parco resta comunque una decisione "storica" per Porto Tolle. "Agli ex consiglieri e ai loro ispiratori del Comitato antiparco diciamo che il centrosinistra non ha mai nascosto la volontà di aderire all'Ente Parco. Questa volta è scritta chiaramente nel programma di legislatura ed è stata pubblicamente dichiarata dal sindaco e dalla giunta in diverse occasioni - prosegue la coalizione di centrosinistra -. Fa decisamente ridere l'accusa di "tradimento" che ci viene rivolta: ad imbrogliare i cittadini sono stati Galan e Marangon che non hanno mantenuto la promessa di modificare la legge istitutiva del Parco".
Per la coalizione di maggioranza è poi "falso, demagogico e strumentale dire che le difficoltà che esistono nei settori produttivi dipendono dall'esistenza del Parco". "Per tutte queste ragioni - conclude il comunicato - i partiti del centrosinistra respingono l'insensato appello alle dimissioni di massa ed il palese tentativo del Comitato antiparco di imporre a tutti la sua volontà anche a costo di una crisi amministrativa, ed esprimono massimo sostegno al sindaco Finotti e alla sua giunta". (Il Gazzettino)

ENEA: firmata convenzione con Area Marina Protetta delle Isole Pelagie per la protezione dell’ambiente marino

Al centro del Mediterraneo, l'Osservatorio Climatico dell'ENEA "Roberto Sarao"domina dall'alto la brulla isola di Lampedusa, ed è diventato oggi il fulcro delle attività di studio per la comprensione del clima e dei cambiamenti climatici, con una particolare attenzione all'area sud-europea e mediterranea. Eproprio qui che oggi è stata firmata la Convenzione tra l'ENEA e l'Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, per la protezione dell'ambiente marino, avvenuta a margine del convegno "La Scienza intorno al Faro" (18 e 19 marzo), che si tiene nell'ambito della manifestazioni organizzate dall'ENEA per la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR.
La collaborazione con l'Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, consolida ed amplia l'esperienza e le conoscenze dell'ENEA in attività di studio nell'area Mediterranea, già acquisite con la convenzione con il Parco delle Cinque Terre. Le attività previste dalla convenzione riguarderanno studi congiunti per la caratterizzazione dell'ambiente marino interessato dall'Area Protetta, il monitoraggio della qualità delle acque e tutte le attività inerenti la protezione e lo studio dell'ambiente marino, il potenziamento delle ricerche sull'evoluzione del clima e del mare nell'area mediterranea, nonché attività di formazione, informazione e divulgazione ambientale su queste tematiche.
L'Osservatorio Climatico di Lampedusa è una stazione permanente di osservazioni climatiche che costituisce la base di rilevamento più attrezzata e importante per le ricerche sperimentali sul clima nell'area del Mediterraneo. Il Mediterraneo rappresenta un eco-sistema di significativa importanza per la comprensione dei fenomeni climatici, essendo un grande bacino chiuso, caratterizzato da scarsi scambi con acque oceaniche e da una complessa circolazione marina ed atmosferica. Concepito in un'area geografica unica, situato nel punto più a sud del Mediterraneo, lontano da qualsiasi costa e da agglomerati urbani, proprio per le sue caratteristiche di isolamento, l'Osservatorio costituisce un laboratorio esclusivo per le osservazioni e il monitoraggio del sistema climatico, con particolare attenzione ai gas ad effetto serra, alla radiazione solare, all'ozono ed al particolato atmosferico.
Lampedusa è stata scelta per la sua mancanza di vegetazione che consente di monitorare le emissioni senza le interferenze costituite da assorbitori di CO2. L'Osservatorio, le cui attività sono condotte dal Progetto Speciale Clima Globale dell'ENEA, è stato dotato delle più moderne tecnologie ed è inserito nella rete internazionale di sorveglianza climatica della Organizzazione Meteorologica Mondiale (ONU). (Mdc)

Parco associazioni di cacciatori "contro"

Gargano

La riperimetrazione del Parco del Gargano continua a far discutere e "ancora una volta ci si trova di fronte ad una questione che, con il passare del tempo, diventa sempre più scottante", commenta Saverio Trotta, segretario provinciale di Caccia Pesca Ambiente Sports. "Un supporto morale è offerto da quella gente che a Manfredonia, nel bene e nel male, tenta di reagire alla situazione assurda di un parco che all'epoca della sua istituzione è stato imposto dall'alto senza tener conto della volontà popolare garganica", spiega Trotta, che seguendo le orme del padre, il consigliere uscente Matteo Trotta, è un amante della caccia sin dall'infanzia. "Noi cacciatori vogliamo il Parco, ma con i dovuti criteri, senza vincolare territori con scarsa valenza naturalista. Mi riferisco, ad esempio, alle distese estensive a cereali. Lì il parco cosa centra?". Saverio Trotta contesta le accuse rivolte da altre associazioni venatorie e parla a nome del CpaSports che presiede a livello provinciale: "Noi in questi anni abbiamo fatto qualcosa, ma loro, a parte offenderci che tipo d'iniziative hanno intrapreso in questi anni?". Per Trotta la questione più importante, diradate le ostilità tra i vari cacciatori, è "la volontà di reagire per rivendicare un nostro diritto: quello di essere ?cittadino cacciatore'". Dunque una riperimetrazione che va fatta, ma tenendo conto di vari fattori, tra cui le richieste dei cacciatori e la necessità di svincolare aree che nulla hanno a che vedere con territori da proteggere. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Mercure, nominati altri due periti per far luce sull'impatto ambientale

Pollino - Dalla Procura di Castrovillari. Intanto proseguono le indagini

Mentre si chiede la nomina urgente di una commissione tecnico scientifica per far luce sull'impatto ambientale della Centrale del Mercure, proseguono le indagini della Procura di Castrovillari. Dopo l'avviso di garanzia al sindaco di Laino Borgo per omissione della valutazione di impatto ambientale il procuratore della cittadina calabra ha nominato altri due periti chiamati a pronunciarsi sulla delicata vicenda della centrale nel cuore del Parco del Pollino. Ancora in atto il sequestro del piazzale dove dovrà essere depositato il materiale legnoso per alimentare la centrale a biomasse. Sequestro scattato, come è noto, una settimana fa, sulla base anche di un esposto presentato dal Comitato Salute e Ambiente del Pollino che ha raccolto i dubbi e le perplessità da sempre espressi sull'avvio della centrale. Secondo i rappresentanti del Comitato, ricordiamo, l'Enel farebbe cose diverse sulle biomasse da quelle presentate nel progetto. La gran parte delle biomasse le farebbe provenire da paesi extracomunitari. Questo, sempre secondo il comitato, modificherebbe gli standard di valutazione del progetto incidendo negativamente sulla prevista ricaduta occupazionale per le comunità locali e sui livelli di inquinamento. Inoltre il Comitato getta ombre anche sulla legittimità delle autorizzazioni concesse. L'Enel dal canto suo sostiene di aver agito sempre nel rispetto delle normative. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Sette gru nel Parco

Taro

Da metà gennaio sono presenti nel Parco del Taro sette esemplari di gru. L'oasi fluviale si conferma sempre di pi ù come luogo privilegiato per accogliere specie in " transito " . Questi maestosi uccelli, ad esempio, nidificano nel nordest europeo e passano dall'Italia durante la migrazione verso i luoghi di svernamento situati nella parte meridionale del bacino del Mediterraneo, in particolare Spagna e nord Africa. Già in novembre 32 esemplari erano stati avvistati, dai guardiaparco e dai volontari della Lipu, mentre sorvolavano la sede del Parco a Giarola. Ora, la prolungata sosta di questi sette esemplari è particolarmente significativa in quanto si tratta del primo caso di svernamento di gru nel Parco del Taro e uno dei primi in Provincia di Parma. A breve l'istinto riproduttivo avrà il sopravvento e lo stormo ripartirà per le zone di nidificazione. (Gazzetta di Parma)

Molentargius Dessì: ora possiamo costituire il Consorzio

Sull'approvazione dello Statuto del Parco di Molentargius da parte del Consiglio Comunale di Cagliari ha espresso il plauso, ieri, l'assessore regionale dell'Ambiente, Tonino Dessì. "Il Consiglio ha approvato praticamente all'unanimità i testi - ha detto Dessì - i testi che hanno costituito l'oggetto dell'Intesa istituzionale sottoscritta in questo Assessorato il 21 gennaio scorso dai rappresentanti delle amministrazioni locali interessate. Nell'esprimere la mia soddisfazione per questa manifestazione di sensibilità e di responsabilità dell'assemblea civica del capoluogo, rivolgo un sincero ringraziamento al sindacoed a tutti i Consiglieri dei Gruppi di maggioranza e di minoranza". Il prossimo appuntamento è ora quello della costituzione effettiva del Consorzio ha spiegato Dessì - cui occorrerà procedere, nelle forme da concordare, insieme ai Rappresentanti dei Comuni di Quartu, Quartucciu e Selargius (che hanno già assunto deliberazioni di adesione analoghe a quella adottata dal Comune di Cagliari) e, auspicabilmente, al Presidente della Provincia. "A tale proposito ho scritto al presidente Balletto - ha aggiunto Dessì - rivolgendogli un appello affinchè nei tempi più brevi possibili la questione possa essere sottoposta all'esame del Consiglio provinciale, nell'auspicio di un esito favorevole che consenta la costituzione del Consorzio del Parco con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali previsti dalla legge regionale". (L'Unione Sarda)

"No ai troppi vincoli A Molentargius meglio alberghi e parcheggi"

Parla Ghigo Solinas (Forza Italia)

Trentuno sì, un no: il suo. E non è una sorpresa, visto che la sua posizione è nota da otto anni. Oggi Ghigo Solinas, presidente del consiglio comunale, spiega perché ha votato contro lo statuto del parco di Molentargius. Presidente, perché no? "Intanto perché sono stati fatti mille prigionieri?" Prigionieri? "Gli abitanti di Medau su cramu quando inviteranno un ospite a cena dovranno chiedere il permesso alla guardia giurata" Ma sono abusivi. "Ci sono anche persone che abitano lì legittimamente". E gli abusivi? "E' un problema urbanistico che la città dovrebbe poter affrontare". Lei che cosa ci avrebbe fatto a Molentargius? "Un parco a vocazione cittadina, di ausilio al Poetto. Al posto delle saline, di cui avrei salvato solo pochi ettari perché ormai non sono più produttive da nessuna parte, avrei fatto un grande lago e avrei collegato via acqua da una parte Monserrato e dall'altra il porto navigando i canali". E anche qualche albergo? "Certo, di supporto al Poetto per il suo sviluppo futuro. E anche parcheggi che consentirebbero di far diventare il Poetto finalmente pedonale". Parcheggi in mezzo alla laguna? "Sì". E magari qualche casa. "Sì, palazzine popolari, visto che in città non ci sono terreni. Ci saremmo potuti permettere di contenere i prezzi visto che la terra è del Comune". Vuol dire che a Cagliari non ci sono case popolari perché Medau su Cramu è vincolato? "No. Però, per dire, a San Lorenzo le aree sono private, è tutto più complesso". Quindi il rettore Mistretta sbaglia quando ricorda che se l'area non fosse stata protetta 40 anni fa il baricentro di Cagliari si sarebbe spostato all'ippodromo? "La mia formula è: tutela ambientale 60% e 40% sviluppo turistico e abitativo". Ormai il parco c'è, come lo renderebbe produttivo? "Sulla produttività sono scettico. Vorrei sapere che cosa andranno a vedere i visitatori, forse il depuratore più grande della Sardegna che non emana certo un odore piacevole?". Niente alberghi all'ippodromo, niente alberghi a Medau su Cramu: una sconfitta per Forza Italia? "Su Medau su Cramu ha vinto la Regione e mi chiedo quanti consiglieri cagliaritani votarono la legge istitutiva, un furto del nostro territorio. E l'ippodromo? "Avrei fatto un grande centro ippico dove l'equitazione sarebbe stata l'attrazione del Poetto. Ma ha vinto la lobby dei consiglieri che voleva così, e Cagliari sarà sempre un ippodromo di serie C". (L'Unione Sarda)

"Macché atomiche Sono soltanto veleni mediatici"

La Maddalena

Dura requisitoria del presidente del Parco nazionale per dire "basta all'assalto mediatico cui è sottoposta La Maddalena". Gianfranco Cualbu ieri mattina non ha usato eufemismi per qualificare come "sconcertante e di basso profilo" l'assedio cui è stata fatta oggetto l'isola negli ultimi giorni dopo le sorprendenti dichiarazioni di Paolo Guzzanti sulle bombe atomiche russe disseminate nei fondali di fronte alla base Usa. Il presidente del parco è stato chiaro: "In caso di inquinamento da fonti nucleari, lo certificano scienziati di chiara fama, le analisi debbono verificare non l'esistenza di alcuni elementi, ma tutta una serie di elementi concatenati, e questi debbono essere trovati tutti insieme in una apposita combinazione che nessuno sinora è riuscito a dimostrare. La gente comune si preoccupa quando sente dire che certi tipi di malattie sono causate dalla presenza dei sommergibili, che certe malattie sono in notevole incremento, ma occorre provare che esiste questo inquinamento in maniera scientifica. Solo allora si potrà stabilire se gli americani debbano andarsene o no". Cualbu ha ricordato di aver detto "ciò che io so su questo presunto inquinamento" anche di fronte alla Commissione del Senato. Poi ha continuato: "È purtroppo vero che in Italia tutte le risposte che vengono dagli uffici pubblici sono ritenute non veritiere, ma io credo invece nella serietà delle istituzioni certamente più di chi approfitta della situazione per fare i propri interessi, che usa questa cassa di risonanza per mettersi in mostra magari avallando senza scrupoli il luogo comune che La Maddalena sia un posto soggetto ad inquinamento nucleare". Per Cualbu occorre "dire categoricamente basta a chi viene qui per ingannare, per spiegarci come salvaguardare La Maddalena, e dare gratuitamente consigli non richiesti. I consigli buoni costano e si pagano. Gli altri sono inutili". Passando alle dichiarazioni di Guzzanti, il presidente ha detto di essere restato "infastidito e indignato. L'ente Parco e io personalmente ci impegneremo in futuro per eliminare i veleni mediatici che ci assalgono ormai da ogni parte. Va fatta la più ampia chiarezza possibile sull'attività dei sommergibili, ma d'altra parte occorre finirla con gli allarmismi. Dobbiamo far capire alla gente che è scientificamente scorretto attribuire tutti i casi di malattia a un'identica fonte". Il presidente ha promesso che l'ente Parco stanzierà appositi fondi. "Specifiche somme per ricostruire la verità su questo problema, per indagare a fondo". Ma Cualbu ha anche aggiunto che tutto questo sforzo impegnerà fondi e risorse umane che l'Ente avrebbe voluto destinare alla crescita sociale della popolazione. Come dire che tutto questo frastuono mediatico, oltre che penalizzare l'immagine turistica dell'isola, costa soldi, perché esige la necessità di smentire la sparata di turno. "Uno spreco di risorse che questo territorio non si può permettere e che non merita". (L'Unione Sarda)

Intervento dei Verdi sulle grandi pale eoliche del Giglio

"E' decisamente apprezzabile il sostegno del sindaco Brothel alla causa ambientale - scrive Sandro Tassoni della Federazione Provinciale dei Verdi di Grosseto - , in particolare nel voler mostrare la necessaria attenzione al protocollo di Kioto, tuttavia un impianto eolico sull'Isola del Giglio, in pieno parco dell'arcipelago Toscano, ci pare, come ci è parsa al momento in cui abbiamo presentato le osservazioni contrarie alla sua istallazione, del tutto inappropriato. Anzi - continua Sandro Tassoni - secondo il nostro punto di vista che è decisamente favorevole allo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, deleterio, tanto più che, al massimo, servirebbe come immagine pubblicitaria di coloro che lo hanno progettato e lo vorrebbero istallare. Cioè come mero simbolo di una tendenza innovativa in campo energetico ed ambientale, che però, allo stato dei fatti, non sembra assolutamente essere tale.
Basterebbe infatti che, per le esigenze del Giglio, venissero adottati carburanti bio-derivati al posto dei diesel tradizionali con cui attualmente si produce energia elettrica sull'isola, ad esempio il “biodiesel”, per ottenere un “risultato Kioto” ampiamente più consistente.
E che dire poi di una politica più attenta per l'adozione di sistemi di sfruttamento dell'energia più efficienti e più efficaci di quelli attuali? Ci sarebbero rispondenze immediate e certe, direttamente proporzionali rispetto agli indicatori individuati dalle direttive di Kioto.
Con tutto ciò - continuano i Verdi di Grosseto - , ci preme rammentare al sindaco Brothel, che stimiamo particolarmente sensibile non solo per le questioni ambientali, ma anche per quelle culturali, storiche, naturalistiche e di sviluppo dell'isola, che fino ad ora, 3 delle 5 isole europee che erano accomunate al medesimo progetto ENEL, di rinnovata immagine dell'ENEL in campo energetico e ambientale, l'attuale ENEL's way, hanno già ritirato il loro impegno, sia in ragione della possibile inadeguatezza delle istallazioni eoliche loro proposte, sia in ragione dell'incompatibilità degli impianti in progetto con i sistemi ambientali di quelle stesse isole, e più in generale con quelli delle piccole isole particolarmente sensibili.
Cogliamo nel frattempo l'occasione perché, prendendo spunto da una pala eolica apparsa su un quotidiano locale dei giorni scorsi la cui immagine veniva affiancata all'annunciato progetto del Sindaco del Giglio, quest'ultimo possa fare proprie le riflessioni dei Verdi del Giglio e non soltanto di questi, su che cosa significherebbe una pala eolica del tutto simile a quella fotografata, qualora venisse effettivamente collocata in località Le Porte, vicino a Giglio Castello. Ed approfittiamo di tale circostanza per chiedergli come mai non abbia ancora dato seguito alle nostre circostanziate segnalazioni, che avanzammo mesi fa in occasione della presentazione al pubblico del progetto eolico dell'ENEL Green Power , disponendo la rimozione forzata di un analogo impianto eolico, seppure di più piccole dimensioni, che oramai giace da anni in completo stato di abbandono nei pressi dell'Allume. Quell'impianto, sia chiaro, realizzato qualche decina di anni fa, era di natura strettamente sperimentale, e dunque temporaneo ed amovibile, tuttavia, dopo anni di completa inutilizzazione, è ancora lì, al suo posto, inutilizzato come si è detto, ed inutilizzabile, in uno stato peraltro di totale e per alcuni versi di pericolosa trascuratezza.
Non vorremmo quindi - conclude Sandro Tassoni - che le grandi pale eoliche dell'ENEL che il Sindaco Brothel si dice pronto ad accogliere al Giglio, laddove non dovessero funzionare come i Verdi ragionevolmente temono, o come potrebbe purtroppo accadere in ragione di possibili difetti in tema di previsioni progettuali (ovvero di più semplici limiti di utilizzabilità effettiva dell'impianto), rimanessero, come spesso accaduto per le grandi realizzazioni, cattedrali nel deserto o monumenti a scelte momentaneamente distratte". (Maremma news)


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