Rassegna del 19 Marzo 2005

Rifondazione: "Sulla Riserva la destra crea solo confusione"

Cervia e Navegna

"La destra prima promuove una raccolta di firme per manifestare il dissenso sull’ampliamento della Riserva naturale Monti Navegna e Cervia, poi si rende disponibile a interessare il governo regionale e nazionale per cancellare l’iniziativa dell’ampliamento". Va dritto come una spada Giovanni Mario Pompei, capogruppo in Provincia del Partito della Rinfondazione comunista che ha presentato un ordine del giorno perchè il Consiglio lo approvi entro breve. Pompei parte da una serie di considerazioni per arrivare a chiedere il parere negativo sull’iniziativa da parte del Consiglio provinciale. ”L’istituzione dell’area protetta regionale ha garantito e promosso la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale. Di recente è stato presentato alla Regione il Piano preliminare di assetto della Riesrva Monti Navegna e Cervia. La perimetrazione dell’area, alla luce della legge regionale 29/97, può ritenersi definitiva. Considerato che un ulteriore ampliamento della Riserva potrebbe comunque essere preso in considerazione. Tenuto conto che l’ampliamento porterebbe la perimetrazione della Riserva dai 3.563 ai 7.556 ettari con conseguente trasformazione da Riserva a Parco regionale. Si chiede pertanto alla Regione di ridiscutere di ridiscutere in maniera corretta la zonizzazione del piano d’area”. (Il Messaggero)

Due elettrodotti sulle risorgive

Codeoipo - Il consigliere regionale Giancarlo Tonutti chiede che siano rimossi dal parco naturalistico

Il Parco delle risorgive di Codroipo, per le sue peculiarità ambientali che favoriscono l'esistenza di un ecosistema floro-faunistico particolare, è oggetto di tutela da parte della Regione. Come mai, però, nessuno si è ancora mosso per eliminare una presenza di forte impatto, che da tempo "inquina" dal punto di vista paesaggistico e ambientale il parco?
Se lo chiede il consigliere regionale della Margherita, il codroipese Giancarlo Tonutti, che al proposito ha indirizzato una interrogazione al presidente della Regione, Riccardo Illy. "La Regione tutela con sue norme gli ambiti di particolare pregio naturalistico, attacca Tonutti, aggiungendo poi che "il Parco delle risorgive di Codroipo è attraversato in direzione nord-sud da due linee elettriche aeree di media tensione (20 kv), di competenza di Enel distribuzione spa, costruite a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta".
"Considerato che l'impatto ambientale e visivo delle suddette linee, già segnalato a più riprese dall'ente locale e dalle associazioni ecologiste operanti sul territorio, è alquanto pesante - osserva il consigliere regionale della Margherita - e visto che la manutenzione ordinaria dell'invadente opera implica interventi stagionali di sfalcio e di pulizia del sottobosco, si chiede al presidente della Regione e all'assessore competente se ritengono compatibile la presenza delle due linee elettriche in un'area sottoposta a parco e dunque a rigorosa tutela ambientale".
Tonutti vuole anche sapere "quali iniziative la Regione intenda intraprendere per giungere a una dismissione delle ormai obsolete linee elettriche o quanto meno ad una loro possibile "delocalizzazione"". (Il Gazzettino)

"Parco delle Dolomiti abbandonato dalla Regione"

Incontro ieri sulla gestione dell_Ente tra i consiglieri regionali di Centrodestra. Dito puntato contro Marsilio e Moretton

I consiglieri regionali pordenonesi di Centrodestra erano ieri a Cimolais per verificare cosa sta accadendo al Parco delle Dolomiti Friulane, dove è in corso una sorta di guerra per la gestione dell'ente. Dal vertice tra il presidente uscente Sturam (non si ricandiderà dopo il 22 maggio) i sindaci di Barcis, Claut, Forni di Sotto, un assessore di Montereale, e i consiglieri regionali Ciriani, Fasan, Gottardo e Salvador (Follegot non ha partecipato ma "condivide appieno le strategie che saranno adottate") sono uscite accuse contro l'esecutivo regionale e dell'assessore Marsilio, reo "di aver abbandonato la montagna pordenonese al suo destino, pensando forse che l'unico territorio montano sia quello che va da Sutrio in su. Ce n'è abbastanza per presentare una mozione di sfiducia". Critiche sono state indirizzate anche nei confronti del vice presidente della Regione. "A Claut si sarebbero verificati episodi poco chiari. Mi riferisco alla correttezza e opportunità di alcuni interventi di protezione civile, per i quali ci saranno delle interrogazioni parlamentari - ha fatto sapere Isidoro Gottardo -. Siamo senza parole di fronte all'atteggiamento di occupazione delle poltrone che "Intesa Democratica" sta perseguendo. Non capisco il motivo di tanto accanimento contro l'attuale presidente del Parco: abbiamo verificato che la gestione dei fondi regionali e comunitari è stata ottima. Peccato che alcuni sindaci, obbedendo a ordini di scuderia, lo abbiano sfiduciato: sembrano i "polli di Renzo", perché si sono scordati che se la Regione, che ha erogato loro fondi a ruota libera, per ottenerne la completa assoggettazione, è di Centro Sinistra, la Provincia e, sopratutto, il governo centrale, sono di Centro Destra". Sulla stessa lunghezza d'onda Luca Ciriani: "Siamo di fronte ad un atteggiamento grave della Regione che discrimina una porzione molto consistente della montagna. Due anni di attesa per ottenere l'incontro con un assessore (Marsilio sarà in vallata il 31 marzo, ndr) sono un affronto alla sensibilità e al lavoro degli amministratori del Parco". Se Gina Fasan si è meravigliata per la richiesta di dimissioni di Sturam a un solo mese dalla scadenza naturale del mandato, Salvador ha concluso affermando che "siamo qui oggi per evitare che lo spirito di acquiescenza trasformi l'ingiustizia in sfortuna e il sopruso in abitudine". (Il Gazzettino)

"A Molentargius nessun prigioniero"

Contestate le posizioni di Ghigo Solinas

Parlare adesso di alberghi, parcheggi, strutture ricettive nel parco di Molentargius è prematuro. Così come definire gli abitanti di Medau su Cramu "prigionieri" è esagerato. Le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale, Ghigo Solinas, hanno riacceso il dibattito sul parco di Molentargius, anche fuori dalle pareti dell'aula di via Roma. Un dibattito che proseguirà. Oggi, al teatro delle Saline, ci sarà un convegno su questo tema, mentre lunedì dovrebbe arrivare anche l'adesione e il voto favorevole allo statuto da parte del Consiglio provinciale, in una riunione che dovrebbe sancire una delle scelte più importanti di questa legislatura. LA MAGGIORANZA "Pensare di violentare un'area naturale come il parco di Molentargius è sbagliato. Si tratta di un patrimonio per l'intera Sardegna, e per questo va tutelato". Paolo Carta dell'Udc è convinto delle potenzialità turistiche del parco, ma senza arrivare a soluzioni insensate. "Si sta lavorando per esempio sul progetto di recupero dell'ex ospedale marino, per trasformarlo in albergo, ma non dobbiamo dimenticare il fallimento dell'hotel dell'Esit, che ospita ora il nuovo ospedale". Sui mille abitanti "prigionieri", Carta è sereno: "La soluzione si troverà, anche se chi costruisce abusivamente non può tirare fuori diritti che non esistono". "Non ho condiviso il voto negativo, ma alcune posizioni sono notoriamente del nostro gruppo ? spiega Anselmo Piras, capogruppo di Forza Italia ? Prima di tutto la tutela degli abitanti, che devono essere messi davanti alla flora e alla fauna". Sull'aspetto turistico del parco, Piras ricorda che possono esistere, ed esisteranno, delle strutture ricettive, "ma senza arrivare a parlare di alberghi o addirittura di costruire palazzi". "La situazione deve rimanere così come è adesso ? sottolinea Giandomenico Sabiu di Alleanza Nazionale ?. I residenti attuali sono da inserire in quel concetto di abusivismo di necessità, e non certo di speculazione. Vanno sanate le vertenze, e creati i servizi. Dando coscienza ai residenti di essere inseriti in un contesto che li vedrà primi protagonisti". Un no secco arriva a ipotesi di nuove edificazioni: "No ad alberghi e parcheggi". L'OPPOSIZIONE "Aver approvato lo statuto non significa aver deciso le norme del parco. Questo lo farà il consorzio, con la stesura del piano". Giampietro Comandino, gruppo Khora, ricorda inoltre che nella legge istitutiva del parco è prevista la possibilità di creare strutture ricettive e per ospitare attività artigianali: "Tutto sarà regolato dal piano del parco, dove troveranno le risposte anche gli abitanti di Medau su Cramu e il come utilizzare le saline". Più duro Paolo Frau dei Ds: "Ho un dubbio sulle dichiarazioni di Solinas e altri consiglieri, che poi hanno votato a favore: in campagna elettorale avevano promesso di sanare le situazioni dei residenti. Inoltre le possibilità economiche e occupazionali del parco saranno gestite dal consorzio. Questo senza alberghi e parcheggi". Ironico Radhouan Ben Amara: "Ho la triste speranza che il parco funzioni". LA PROVINCIA "Lunedì discuteremo l'adesione dell'amministrazione provinciale al parco e lo statuto", tranquillizza il presidente della Provincia, Sandro Balletto. "Un passo importante, anche se tardivo, che arriva a conclusione della legislatura ? commenta Remigio Cabras del Gruppo Misto ? E' fondamentale che la Provincia sia presente, anche se in quota minima, per intervenire nella programmazione territoriale". (L'Unione Sarda)

"Il Parco è anche nostro"

Molentargius - Protestano gli abitanti di Medau su Cramu: non siamo abusivi

"Non siamo abusivi. Il parco di Molentargius è anche nostro. Se non riconosceranno i nostri diritti ricorreremo alle vie legali". Gli abitanti di Medau su Cramu si sentono esclusi dal nuovo progetto regionale per il Consorzio di gestione della laguna che prenderà il via entro breve tempo. "Chiediamo - dice Quinto Serra, residente dal '57 - che vengano riviste le linee di confine dei nostri terreni con quelli del parco. Anche noi siamo proprietari di queste terre". A Medau su Cramu vivono più di 700 persone: da anni curano la salute del parco senza ricevere nessun finanziamento. "Abbiamo incontrato il commissario Antonio Conti - continua Serra -. Chiede collaborazione: noi siamo d'accordo a patto che prima sanino la nostra situazione. Spendiamo 5 mila euro l'anno per risolvere disagi quotidiani". Tra i cittadini qualcuno sussurra che "i finanziamenti dell'Ue, circa 60 milioni di euro, sono stati destinati alla bonifica degli stagni e l'abbellimento delle zone. Ai noi proprietari non è stato dato un centesimo". Altri confidano che forse "questa terra sarà data ai ricchi come quella all'ingresso di Sant'Elia". Difficile raggiungere il Parco senza un fuoristrada. Le sue 50 stradine sono dissestate e piene di voragini. "La mia Panda - spiega Elena Pisu - ormai è distrutta". È d'accordo il marito Maurizio Farris: "Abitiamo qui da 25 anni, siamo proprietari di terreni da 35. Abbiamo pagato e ottenuto una sanatoria. Non si può parlare di espropri perché l'area è anche nostra. Chi verrà a trovarci, inoltre, dovrà esibire documenti personali per passare. Come i detenuti". A Medau su Cramu ci sono già le recinzioni dei lavori in corso. Marcella Corda abita qui da quasi tre anni. La sua villa si affaccia sull'asse mediano: "Le zone degli Enti sono discariche. I nuovi laghi artificiali saranno ricettacoli di insetti e zanzare. Il ponte, costruito due mesi fa in via della Fauna, è pieno di melma. Infine i vigilantes: è come se non ci fossero. Vengono solo una o due volte la settimana". (L'Unione Sarda)


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