Rassegna del 24 Marzo 2005

Cdm istituisce ente Parco Nazionale del Circeo

(ASCA) - Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, Altero Matteoli, un decreto presidenziale che istituisce l'Ente Parco nazionale del Circeo e sancisce la delimitazione definitiva del Parco stesso (istituito nel 1934 e successivamente ampliato), adeguandone la normativa ai principi della legge-quadro sulle aree protette; sul provvedimento, acquisito l'assenso della Regione Lazio e sentiti i comuni interessati, si sono favorevolmente espressi il Consiglio di Stato e la Conferenza Unificata.

WWF, centri visita chiusi nel Parco dei Simbruini

(ASCA) - Centri visita chiusi nel parco dei Simbruini. Lo denuncia il WWF, giudicandolo ''l'ennesimo episodio determinato dai nuovi principi di gestione applicati alle aree protette che rinnova la scelta dell'associazione di stare fuori dagli Enti parco''. Da quando esiste il sistema delle aree protette il ''centro visita'' costituisce un vero e proprio ''biglietto da visita'' - e non e' un gioco di parole - del Parco o della Riserva Naturale. ''La notizia della chiusura dei centri visita del Parco dei Simbruini - dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Lazio - qualunque siano le giustificazioni addotte dai responsabili dell'Ente, non puo' certo far piacere a quanti hanno a cuore le nostre aree naturali protette e che solitamente approfittano dei periodi festivi per meglio conoscerle''. Tuttavia se andiamo a vedere bene il fatto e' purtroppo coerente con la situazione generale attuale della piu' grande area protetta del Lazio. La gestione dei Simbruini, negli ultimi anni, e' infatti spesso salita agli onori della cronaca per fatti quali nullaosta dati contro le normative vigenti, interventi della Magistratura seguiti da sequestri di cantieri lesivi dell'ambiente, iniziative forestali di grave impatto ambientale piu' che per la cura o per iniziative a difesa dell'ambiente. ''La chiusura dei centri visita - conclude Maggini - segna quindi un altro capitolo di una storia caratterizzata da una gestione distratta e pericolosa per l'integrita' ambientale della zona, fatto che rende sempre piu' urgente una drastica inversione di rotta per il Parco, cosi' come per tutto il sistema delle aree naturali protette del Lazio, che inizia a mostrare i limiti di scelte poco inclini alla conservazione: quelle stesse scelte che indussero il WWF Lazio a rinunciare ad esprimere candidature per gli Enti di gestione''.

Vinta dai produttori un’antica battaglia: un’etichetta salvaguarderà l’agnello dei Parchi

SULMONA – Sarà un’etichetta rettangolare bianca e verde con una striscia rossa che reca la scritta ”Agnello dei Parchi d’Abruzzo” a certificare che si tratta di un prodotto tipico delle montagne dei Parchi nazionali abruzzesi, vere oasi di genuinità, oltre che di bellezze naturalistiche. Questa novità, che rappresenta un’importante conquista nel panorama agroalimentare nazionale, è stata fortemente voluta dall'Unione italiana delle associazioni di produttori ovi-caprini dopo anni di battaglie.
Una vicenda iniziata con la denuncia dell’Uiaproc che sosteneva l’impossibilità che "a fronte di un costo di produzione per gli agnelli locali, che si aggira intorno ai 10 euro, la carne non potesse costare al supermercato, quindi come prodotto finito al dettaglio, appena 4 euro". Secondo l'Arpo, l’associazione regionale dei produttori ovi-caprini è dunque lecito avere qualche cosa che va oltre un semplice sospetto. L’etichetta salvaguarderà i consumatori e servirà anche a proteggere le zone di allevamento di questo prodotto pregiato che è l’agnello abruzzese. (Il Messaggero)

"Stirone, una discarica nel parco"

Arriva sui banchi del Consiglio provinciale la denuncia dell'esistenza di una vera e propria discarica all'interno del parco fluviale dello Stirone. A lanciare l'allarme, con un'interrogazione all'assessore provinciale ai Parchi, Gabriella Meo, è stato il consigliere di Forza Italia Manfredo Pedroni. Una scoperta che, come spiega lo stesso Pedroni " ho fatto durante un sopralluogo al Parco, nello specifico al suo Casino. E' proprio nelle sue vicinanze che ho visto copertoni di automobili e di trattori, ruote e cerchioni arrugginiti, macchine agricole non utilizzate e non utilizzabili " . Per lo stesso consigliere, oltre ad un palese " inquinamento visivo, inammissibile per un luogo del genere " , il rischio è anche quello di un " possibile inquinamento del terreno sottostante, derivata dal dilavamento delle acque su questi inquinanti " . Una localizzazione ben collocata da Pedroni: " è una vera e propria discarica: si trova in prossimità della strada vicinale che dalla provinciale Fidenza- Salsomaggiore porta al torrente Stirane, sulla riva sinistra del canale Otto Mulini. Esattamente all'interno del Parco fluviale del Torrente Stirone, cosí come definito dalla legge regionale 11 del 1988 " . L'esponente azzurro, nella sua interrogazione chiede se la discarica è stata autorizzata e " con quali criteri, visto che ci si trova all'interno di un parco. In tal senso quale funzione hanno le guardie ecologiche visto che questa discarica è lí da tanto tempo? Attendo dei provvedimenti che fino ad ora non sono arrivati " . (Gazzetta di parma)

"Il Tar ci ha dato ragione ora vantaggi per il marmo"

L'imprenditore Pasquale Cormio sulle cave fuori dal Parco

Con sentenza n. 1249/2005, la terza sezione del Tar di Bari, presieduta da Amedeo Urbano, ha accolto il ricorso di un gruppo nutrito di industriali del marmo contro la designazione, da parte della Regione Puglia, delle Zone di Protezione Speciale, all'interno delle quali ricadono le cave di marmo (uno dei motivi principali alla base dei problemi giudiziari delle imprese del bacino di Trani). Le cave, secondo la relazione tecnica allegata alle delibere di designazione, dovevano essere estromesse e invece nella perimetrazione questo non è accaduto. Pertanto il tribunale amministrativo, ritenendo fondato il ricorso degli industriali, ha disposto l'annullamento delle delibere in questione della giunta regionale "limitatamente alla perimetrazione della zona Alta Murgia nella parte in cui non esclude dalla perimetrazione della Zps e Sic" le cave dei ricorrenti. I problemi "Ho voluto tenacemente il ricorso contro l'inclusione delle cave nelle Zps, ho convinto i miei colleghi imprenditori a unirsi a me e alla fine abbiamo vinto, risolvendo uno più grandi problemi del settore marmifero". Umberto Cormio, industriale del settore lapideo, commenta così la sentenza del Tar. "E' stata una mia iniziativa - aggiunge - ero certo che avremmo avuto ragione. Il Tar ha sostanzialmente riconosciuto il nostro diritto a continuare attività sulle quali abbiamo investito tantissimo e che hanno una enorme ricaduta sia sui livelli occupazionali, sia sull'economia complessiva del territorio. La cosa che mi preme evidenziare, però, è soprattutto il fatto che ho dimostrato che gli imprenditori del marmo quando sono uniti riescono ad affrontare meglio e anche a superare le difficoltà che minano uno dei settori produttivi più antichi della nostra regione, un caposaldo dell'economia regionale". L'obiettivo Cormio, che è candidato nella lista "La Puglia prima di tutto" nella provincia di Barletta, Andria e Trani, aggiunge che "ci hanno sempre ritenuto una lobby, ma in realtà non lo siamo, proprio perché non siamo mai stati totalmente compatti. Io invece ho sempre lottato per raggiungere questo obiettivo, impegnandomi in prima persona nell'associazionismo di categoria, anche sottraendo tempo alla mia attività e alla mia famiglia. Spero che questa vittoria al Tar faccia comprendere ai miei colleghi l'importanza di essere sempre uniti". Oltre alla sentenza del Tar, Cormio annuncia che "la bozza del Prae, su sollecitazione mia e dell'associazione degli industriali, è stata modificata sulla base delle esigenze manifestate nei giorni scorsi da alcuni imprenditori. Ora credo sia un buon piano, certamente un punto di partenza importante per il rilancio del settore. Il presidente Fitto mi ha assicurato che sarà approvato prima delle elezioni". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Matteoli a Senigallia e Numana "Sull’ambiente voce ai Comuni"

Conero

Doppio incontro del ministro all’Ambiente, Altero Matteoli, a Senigallia e Numana
"Il ministero predisporrà un tavolo tecnico per studiare le soluzioni migliori da adottare sulla questione delle cave di Arcevia ". E’ la promessa fatta ieri da Matteoli, in visita a Senigallia nel suo tour per la campagna elettorale dei candidati di An. Ad accogliere Matteoli è stato Nicola Malerba, candidato a consigliere per le prossime elezioni regionali. "Quando andavo a scuola mi sentivo emarginato per essere di destra – ha scherzato Malerba – ora invece siamo una forza di Governo con i nostri ministri". Matteoli ha annunciato la creazione del tavolo tecnico sulle cave rispondendo alla specifica domanda di Gianfranco Marcellini, portavoce del comitato Monte Sant’Angelo che si sta battendo per la salvaguardia ambientale nell’area arceviese dove il piano provinciale prevede che nascano nuove cave. Si è parlato anche del problema dello smaltimento dei rifiuti. "Bisogna mettersi in testa – ha detto Matteoli – che per risolvere il problema bisogna costruire nuovi inceneritori, anche nelle Marche. Se la regione s'illude del contrario si sbaglia di grosso".
A Numana Matteoli ha rassicurato su erosione e Parco Marino. Il ministro all'Ambiente nell'incontro in Comune si è confrontato con alcune problematiche della Riviera del Conero, espresse da vari esponenti della Cdl. Voluta dai sindaci di Numana Mirko Bilò e da quello di Sirolo Giuseppe Misiti, la riunione ha avuto come argomenti principali l'erosione e il Parco Marino. Creare un tavolo tecnico tra Ministero, Regione e Comuni interessati dalla problematica è stato la proposta di Matteoli che ha anche consigliato di interessare, coinvolgendole, altre infrastrutture, per incrementare i finanziamenti. Alla non condivisione di Misiti sulla costituzione del Parco marino il ministro lo ha così tranquillizzato: "La legge - ha spiegato - prevede la costituzione del Parco, che però può avvenire solo d'accordo con i Comuni". (Il Messaggero)

Una scelta che valorizzerà il territorio

Ricadi. Presentato ieri mattina il progetto del parco marino regionale "Costabella-Oasi degli dei"
Unanimi riconoscimenti all'assessore Mimmo Basile per l'iniziativa


RICADI - Solo nel mese di novembre scorso, presso la biblioteca comunale di Tropea, l'assessore regionale all'Ambiente, Domenico Antonio Basile, aveva comunicato l'iniziativa intrapresa per la realizzazione di un Parco Marino Regionale denominato "Costabella - Oasi degli Dei". In una conferenza stampa, tenutasi ieri presso il centro congressi "G. Berto", lo stesso Basile con enorme soddisfazione ha annunciato che gli studi effettuati hanno dato parere positivo e che, quindi, il progetto potrà essere realizzato nell'area costiera individuata tra Capo Vaticano e Pizzo.
A volere la realizzazione di tale opera, è stata la volontà e determinazione dell'uomo politico vibonese attraverso un impegno fermo che ha fatto sì che il progetto procedesse nel suo iter fino ad approdare a questa ulteriore, definitva fase.
L'idea di realizzare un Parco Marino lungo la costa tirrenica era prevista nel programma del Pis (Rete ecologica regionale) e nel momento in cui la zona di Capo Vaticano veniva indicata tra le cento spiagge più belle del mondo, tra le prime tre in Italia,l'on. Basile ha voluto operare al fine di trasformarla subito in un'occasione per valorizzare ancora di più le bellezze della Calabria facendo nascere un Parco Marino che sarà un'ulteriore spinta, per i già tantissimi turisti, nella scelta della nostra costa.
A tal proposito, l'assessore ha stipulato un rapporto di collaborazione con l'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) una struttura tecnico-scientifica di riferimento del Ministero dell'Ambiente, permettendo così l'inizio degli studi.
"Ecco un modo concreto - ha affermato Basile - di promuovere le straordinarie potenzialità della nostra regione ed in particolare di un'area, quella della costa tirrenica vibonese, universalmente riconosciuta tra le più belle. Un approccio, mentale e culturale, che intende coniugare l'azione di tutela delle bellezze naturali, con l'attività di valorizzazione, attraverso iniziative ecosostenibili in grado di attrarre quel flusso turistico di qualità che deve essere una delle principali fonti di ricchezza per il nostro territorio".
La realizzazione del Parco è un ulteriore tassello che va ad inserirsi nel più ampio progetto dell' Euromediterraneo che partirà nel 2010 tanto che Basile opportunamente ha sottolineato come "la Calabria dovrà essere pronta a saper vendere e offrire servizi per non sciupare questa occasione straordinaria".
Il progetto è stato illustrato dal docente universitario Silvio Greco. L'equipe da lui guidata, composta da sei esperti (biologi marini, cartografi, zoologi, naturalisti) ha avviato la prima fase dell'operazione, portando avanti, attraverso immersioni subacquee, una campagna di monitoraggio, biologico e chimico oceanografico, per l'analisi dei dati scientifici e la loro elaborazione critica, l'analisi delle caratteristiche chimico-fisiche e correntimetriche delle acque, l'individuazione delle eventuali criticità ambientali ed antropiche presenti nella zona. In una seconda fase, una nuova equipe, sempre sotto la guida di Greco, ha effettuato un sondaggio dei fondali e secche e dei relitti presenti sul fondo. E' dunque scaturita la mappa definitiva delle zone più interessanti grazie alla quale si potrà scegliere quella che sarà trasformata nel Parco "Costabella Oasi degli Dei". La ricerca è stata arricchita con la stesura degli indici di biodiversità e con una descrizione delle caratteristiche naturali dei fondali, oltre che di un completo elenco faunistico con tutte le specie animali e vegetali. Sono stati fatti anche incontri con gli operatori specializzati del territorio, albergatori e con la popolazione, attraverso la proposta di un questionario, utile per valutare il livello di sensibilità, per meglio comprendere l'impatto che il Parco avrà sul territorio.
Alla conferenza stampa erano presenti i sindaci del comprensorio tra cui Domenica Cortese di Tropea, Libero Vecchio di Ioppolo, Francesco Laversa di Ricadi il quale, oltre a plaudire alle iniziative intraprese dall'assessore Basile, come quella relativa al Mesima, ha affermato che la realizzazione del Parco contribuirà a valorizzare le nostre zone che ancora possiedono molte risorse.
Presente anche Pino Paolillo il quale ha dichiarato: "Come rappresentante del Wwf sicuramente apprezziamo l'iniziativa. Finalmente in Calabria si parla di aree marine protette, l'unica risposta al massacro delle coste che questa regione ha subito da decenni a questa parte. Credo che sia l'unico modo capace di conciliare le esigenze di una fruizione turistica intelligente o ecosostenibile con la tutela dell'ambiente. Forse si è arrivati un pò tardi ma siamo ancora in tempo per salvare il salvabile. Ci sono delle bellezze che vanno valorizzate badando prima di tutto alla loro conservazione". (Quotidiano di Calabria)

"Va aumentata l'area Parco"

Gargano - "Noi contrari a svincolare le aree che già ricadono nell'area"
Secca replica del circolo di Legambiente all'assessore D'Errico


"Il territorio di Manfredonia incluso nel parco del Gargano deve aumentare, non diminuire". Lo ribadisce in una nota il circolo Legambiente cittadino l'Aquilone, rivolgendosi all'assessore D'Errico in merito alla vicenda della riperimetrazione del parco Nazionale del Gargano. "L'assessore D'Errico non può sentire solo una campana - dice il presidente del circolo, Vincenzo Renato - ma deve tener conto anche della sensibilità ambientalista. Al riguardo Legambiente lamenta di non avere avuto la possibilità di incontrare l'assessore. "Manfredonia ha avuto il privilegio - continua Renato - di essere parte del parco nazionale del Gargano con alcune zone di pregio, come le zone umide. Siamo assolutamente contrari a svincolare quelle aree che rivestono importanza non solo per gli ecosistemi locali, ma sono importanti anche per le rotte migratorie e per un sistema globale di zone umide". E dunque impensabile, a giudizio di Legambiente, ridurre il perimetro del parco a danno di questi ecosistemi. Con rammarico l'associazione nota che "i numerosi impegni elettorali dell'assessore non gli hanno impedito di incontrare altre categorie, a partire da cacciatori e agricoltori, mentre il mondo ambientalista, che rappresenta la sensibilità di una vasta area della cittadinanza manfredoniana, veniva completamente ignorato". Il territorio manfredoniano incluso nel parco nazionale del Gargano non può diminuire, conclude Renato, bensì deve aumentare. E ci? considerando anche i procedimenti di infrazione comunitaria comminati ai danni dell'Italia a causa di alcune scelte operate nel territorio, che ora richiedono "compensazioni" e ripristini. Legambiente fa sapere che subito dopo le elezioni presenterà una proposta di ampliamento del perimetro del parco, "che includa vaste aree del territorio e comprenda anche gli alvei dei fiumi che attraversano il suolo comunale e tutte le zone di interesse archeologico e culturale attualmente non adeguatamente valorizzate". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Abusivismo Gli occhi del ministero su Molentargius

Sui casi di abusivismo edilizio nella zona di Is Arenas-Medau Su Cramu, nel parco di Molentargius, segnalati dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo di INtervento giuridico, interviene adesso il ministero dell'Ambiente. Con una nota inviata il 16 marzo scorso, la Direzione per la protezione della natura ha chiesto all'assessorato regionale all'Ambiente e alle amministrazioni comunali di di Cagliari e Quartu se i casi di edifici e caseggiati abusivi che hanno ottenuto concessioni in sanatoria sono stati preventivamente assoggettati a valutazione di incidenza ambientale. Sono state le due organizzazioni ecologiste, l'8 febbraio scorso, a segnalare segnalato gli abusi. Denunce ed esposti presentati a tutte le autorità competenti e anche alla Procura della Repubblica del tribunale di Cagliari perché venisse affrontato decisamente una volta per tutte il problema abusivismo edilizio dentro il parco naturale regionale "Molentargius Saline", area dove il vigente piano territoriale paesistico non consente l'edificazione. Complessivamente risultano attualmente, secondo le informazioni disponibili 183 casi di abusivismo edilizio, dei quali già 12 dichiarati insanabili. (L'Unione Sarda)

La cultura dei pastori è l'alternativa al Parco

Gennargentu - Il convegno sul progetto della Provincia

Il pastoralismo come alternativa al Parco del Gennargentu. Un'alternativa dinamica, condivisa e partecipata dalle popolazioni, che presto potrebbe ottenere il riconoscimento dell'Unesco come "patrimonio intangibile dell'Umanità". Le tematiche del pastoralismo sono state illustrate a Urzulei, (contestualmente alla presentazione del libro "Cuiles" di Leo Fancello), dalla Mediateca Ogliastrina guidata da Giuseppe Schiavone, in collaborazione con l'amministrazione comunale e l'associazione culturale Roberto Mulas. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Mesina, il presidente della Provincia di Nuoro Francesco Licheri ha illustrato le esperienze mediterranee di valorizzazione del pastoralismo, dalla Francia alla Spagna, dal Portogallo alla Grecia. Con la differenza che il pastoralismo delle zone montane della Sardegna può vantare il valore aggiunto, originale e inimitabile, dei canti a tenore, delle maschere nuragiche, delle launeddas e dei poeti improvvisatori. Accanto ai nuraghi e alle tombe dei giganti la civiltà nuragica è giunta fino a noi tramite gli ovili, i cuiles. "Testimoni muti - ha detto Franco Murgia durante la presentazione del libro - di un mondo arcaico, ormai perduto, ma anche di grande valenza ambientale, storica e culturale". Il giornalista e scrittore Paolo Pillonca ha tratteggiato le caratteristiche economiche e culturali su cui si basa il pastoralismo "Snobbato e umiliato dal presidente Soru anche in occasione del maltempo ? ha accusato ? ma per fortuna valorizzato dall'Unesco". E' stato il presidente della Provincia di Nuoro a tracciare le caratteristiche del pastoralismo. "Diversamente dall'allevatore- produttore di latte - ha spiegato Licheri ? quello del pastore non è un mestiere ma un modo di vivere. Grazie alla presenza dei pastori possiamo andare oltre il modello del Parco per valorizzare il "paesaggio culturale" percorso dall'uomo passo per passo". In conclusione del convegno si sono esibiti i tenores di Urzulei con alcune composizioni originali. Una dedicata al grande tasso del Supramonte, dichiarato di recente monumento naturale. Un esempio di come la tradizione possa sposare l'ecologia, nella sintesi di una cultura antica chiamata pastoralismo. (L'Unione Sarda)

Raccolta funghi nel Parco “Stiamo tornando indietro”

Foreste Casentinesi

La raccolta dei funghi nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, accende la discussione. Tra obiettivi centrati e novità che in futuro potrebbero andare contro i raccoglitori, gli assessori delegati delle due Comunità montane, Pier Luigi Versari (Acquacheta) e Luciano Neri (Appennino Forlivese) hanno sottoscritto una lettera sulla regolamentazione della raccolta. “Quando le Comunità montane romagnole si accordarono con il Parco sottoscrivendo una Convenzione per la raccolta dei funghi, gli obiettivi fondamentali erano: agevolare i cittadini residenti nei comuni che danno territorio al Parco; sburocratizzare la raccolta funghi, in modo che il cittadino interessato potesse in un unico luogo ottenere il titolo per raccogliere funghi; coinvolgere in tutti i modi gli operatori locali. Per quanto riguarda il primo obiettivo l’accordo è stato sostanzialmente confermato, mentre sul secondo punto la situazione futura si prospetta decisamente più complicata: chi vuole andare a funghi nel Bidente deve ottenere l’autorizzazione dal Parco effettuando un versamento postale e acquistare un secondo tesserino autorizzativo dalla Comunità montana, al contrario di quanto accadeva fino ad ora”. Altro tema toccato dai due assessori, il coinvolgimento degli operatori turistico e commerciali. “Erano i primi che davano informazioni relative al servizio e fornivano anche notizie turistiche e sull’attività legate al Parco e alle Comunità montane. “Per quanto riguarda il versante romagnolo - riprendono Versari e Neri - l’organizzazione prevista dal Parco è inutilmente burocratizzata. Gli operatori commerciali e turistici vanno coinvolti in tutti i modi possibili perchè sono i primi operatori che possono aiutarci a divulgare le iniziative: perchè licenziare rappresentanti addetti alla vendita che lavorano solo su percentuale?”. (Corriere di Romagna)

Allarme in Val Gerola: sterminati cervi e camosci

Orobie Valtellinesi
Cala il numero degli ungulati, sotto accusa i bracconieri


Cala drasticamente il numero degli ungulati in Valgerola e l’amministrazione comunale invia una lettera in Provincia per sottolineare "un problema grave che impoverisce l’habitat naturale delle nostre montagne". Cervi, camosci e caprioli, secondo quanto viene denunciato dall’amministrazione, ma anche dai residenti, sono praticamente scomparsi dalla vallata e il sospetto maggiore cade sul proliferare della caccia indiscriminata.
"E’ inutile nasconderlo – spiega il primo cittadino di Gerla, Fabio Acquistapace - gli episodi di bracconaggio, alcuni dei quali venuti poi alla luce, esistono e sono anche piuttosto frequenti. Altrimenti non si capirebbe come, al di là della caccia di selezione giustamente regolamentata, in questi ultimi periodi si stia assistendo a una massiccia dispersione degli ungulati. Quest’anno - prosegue - a differenza degli anni passati, non abbiamo ancora visto un camoscio o un capriolo scendere verso valle".
Per questo motivo il Comune si è fatto interprete del problema e ha inviato all’istituzione competente il proprio grido di allarme "in modo che la situazione si risolva una volta per tutte .- afferma il sindaco che sottolinea come la missiva serva a mettere in evidenza "l’incidenza della drastica diminuzione degli ungulati sia sugli equilibri dell’ecosistema, sia sulla salvaguardia del territorio, gran parte del quale si trova all’interno del parco delle Orobie, ma anche sulla valenza turistica della zona, rinomata per le sue peculiarità faunistiche. In aggiunta esiste anche il problema delle sproporzioni fra vallate vicine: nella nostra, più facilmente raggiungibile con i mezzi anche dai cacciatori, assistiamo alla scomparsa di questa selvaggina, mentre nella confinante Vallesina, più impervia, si nota una forte presenza degli ungulati".

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Riaprono i centri visita

Con l’avvio della stagione primaverile riaprono i Centri Visita del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, ma con grosse novità per quanto riguarda la gestione, affidata alla cooperativa Oros fino al 30 giugno 2005. Nonostante i dati positivi della passata stagione, con un importante incremento di visitatori all’interno del Parco (24.846 visitatori da aprile a dicembre 2005 nei Centri Visita del versante toscano) e di partecipanti alle iniziative realizzate all’interno dell’area protetta, di concerto con le altre Istituzioni e associazioni presenti sul territorio, l’attuale situazione è di grave incertezza. I Centri Visita rimarranno aperti, ma con una riduzione di orari e conseguentemente delle attività. Tutto questo avviene in un momento particolarmente importante per i Centri Visita, e quindi per il Parco stesso, che grazie al lavoro di questi anni avevano assunto il ruolo di centralità, di indirizzo e di riferimento che si erano impegnati a valorizzare e a creare. Con il tempo sono divenuti soggetti attivi capaci di guidare, coordinare tutte le attività divulgative, ricreative, didattiche e educative nel campo ambientale, senza dimenticare il ruolo assunto sul piano occupazionale, impiegando operatori con qualifiche varie che hanno sempre di più professionalizzato i servizi offerti. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna consta di undici Centri Visita che altro non sono che le porte del Parco che hanno il compito di accogliere il turista e guidarlo alla conoscenza del territorio dal punto di vista naturalistico, storico e artistico. I Centri Visita del versante toscano ( Badia Prataglia, Castagno d’Andrea, Londa, Serravalle, Chiusi della Verna) e i due punti informazione del Parco: Camaldoli e Stia sono gestiti dalla cooperativa Oros. Fra le attività della passata stagione ricordiamo il programma escursionistico che ha rappresentato un primo importante momento di integrazione tra e collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella promozione e conoscenza dell’area protetta creando un programma escursionistico ampio, che ha soddisfatto l’interesse di tutti i soggetti coinvolti. Il programma prevedeva 90 escursioni per un totale di 1107 partecipanti. Inoltre è da sottolineare il buon andamento del primo anno di attività con il planetario che ha dato ottimi frutti, oltre che sul versante della partecipazione dei singoli agli eventi proposti, su quello del lavoro con i gruppi scolastici. Dal mese di gennaio il planetario è stato utilizzato per attività didattiche con circa 22 classi per un totale di 317 alunni. Le attività rivolte al pubblico generico hanno visto la partecipazione di 379 utenti. Per quanto riguarda la gestione di quest’anno il servizio di informazioni verrà garantito attraverso la presenza all’interno dei Centri Visite di personale qualificato che oltre ad accogliere il visitatore gli fornirà tutte le informazioni sul territorio del Parco e lo specifico materiale promozionale. Saranno inoltre garantite le visite guidate all’interno dei Centri Visita, le attività con le scuole, i programmi di tipo didattico educativo, le escursioni e altre attività (Arezzo notizie)

Cinque Terre

L’ultima frontiera aperta dall’Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre, guidato dal dinamico Presidente, Franco Bonanini è quella della tutela del territorio e dell’ambiente con la collaborazione delle Amministrazioni Comunali di Riomaggiore,Vernazza e Monterosso al Mare, anche attraverso l’acquisto di forniture e prodotti destinati alle pubbliche amministrazioni a ridotto impatto ambientale.
Tutti gli Enti hanno firmato una lettera di intenti che li impegna a promuovere il “Green Public Procurement”, ossia gli “Acquisti verdi”, uno strumento che intende promuovere lo sviluppo sostenibile orientando i Comuni e gli Enti locali,verso l’acquisto di prodotti ecologici a basso impatto ambientale,che riducano sensibilmente l’uso di risorse naturali,la produzione di rifiuti e le emissioni inquinanti.
Acquistare bene e servizi “verdi” a ridotto impatto ambientale significa scegliere prodotti costituita da materiali,tecniche e tecnologiche che riducano gli effetti negativi sull’ambiente e per i quali si tenga conto oltre al costo d’acquisto, anche delle spese gestionali come acqua,energia,manutenzione ordinaria e di smaltimento a fine uso.
Una esperienza già avviata con successo dalle province di Torino,Bologna e Ferrara che hanno promosso gli “acquisti verdi” riuscendo a coinvolgere un alto numero di soggetti sia pubblici che privati che le Cinque Terre importano con l’obiettivo di raggiungere entro l’anno 2007 l’acquisto di beni rispondenti a requisiti ecologici pari al 30%. (Tutto Spezia)


Il Giornale dei ParchiTorna alla prima pagina del Giornale dei Parchi