Rassegna del 21 Aprile 2005

Domani assemblea nazionale

I Parchi regionali puntano ad una Rete Ecologica Nazionale L'esperienza italiana, basata sul lavoro per grandi sistemi geografici e per grandi ambiti regionali, è molto apprezzata e sta positivamente condizionando le scelte di molte aree protette di altri paesi e delle stesse organizzazioni internazionali

I Parchi regionali italiani si incontrano a Castano Primo (Milano), dal 22 al 24 aprile, per la prima assemblea nazionale. Organizzata da Federparchi in collaborazione con il Parco Lombardo della Valle del Ticino, l'assemblea, che affronterà il tema «I Parchi regionali per la Rete Ecologica Nazionale», si tiene a vent'anni dalle prime organiche leggi regionali in materia di aree protette. L'appuntamento, significativo in questa fase di profonda trasformazione degli assetti istituzionali con riflessi anche sulle competenze in materia di tutela e gestione del territorio, vuole fare il punto sulle condizioni dei sistemi regionali delle aree protette, sugli aspetti critici e le difficoltà e sul rilancio del loro ruolo in un sistema nazionale efficiente. «Se si escludono i parchi nazionali storici istituiti agli inizi del secolo scorso (Gran Paradiso, Abruzzo, Circeo e Stelvio), è nelle Regioni che nasce la storia dei parchi italiani - dichiara Matteo Fusilli, presidente di Federparchi - e molto si deve alla loro iniziativa e lungimiranza. Già dagli anni 70, quando ancora non si parlava di federalismo, le Regioni sperimentavano azioni che hanno trasformato positivamente il volto del nostro Paese. Lo stesso concetto di sostenibilità, che è entrato nell'uso comune solo recentemente, era in realtà, già perseguito quando si enunciava esplicitamente che la conservazione delle risorse naturali era parte integrante dello sviluppo e i parchi, uno strumento dalle grandi potenzialità per l'economia e la valorizzazione dell'identità locale. Per questi motivi, le Regioni devono impegnarsi a far valere sul piano nazionale questo loro fondamentale apporto al sistema delle aree protette. Così come le principali istituzioni di governo e nazionali, oltre alle autonomie locali, le Regioni hanno il dovere di contribuire a un'organica politica nazionale di tutela ambientale e del territorio. In un periodo di mutamenti istituzionali rilevanti e in tanta parte anche confusi, specie sui temi ambientali, il concorso delle Regioni alla determinazione degli indirizzi e delle scelte generali in materia di sostenibilità, è fondamentale. All'assemblea dei parchi regionali, è convinto il presidente di Federparchi, si rifletterà sugli strumenti, i progetti e le azioni che possano agevolare l'affermazione di una politica di sistema, di carattere nazionale, attraverso cui, i parchi regionali possano esprimere appieno tutte le proprie potenzialità. Si parlerà dei grandi progetti di sistema, di Ape-Appennino Parco d'Europa, delle Coste italiane protette e dei parchi dell'arco alpino. L'esperienza italiana, basata su questa idea del lavoro per grandi sistemi geografici e per grandi ambiti regionali, è molto apprezzata e sta positivamente condizionando le scelte di molte aree protette di altri paesi e delle stesse organizzazioni internazionali, all'interno delle quali significativo è stato lo specifico contributo della Federparchi. «L'Italia - ricorda Fusilli - è stata per molto tempo completamente assente dagli organismi internazionali e solo negli ultimi anni vi è stato uno sforzo enorme per far conoscere le idee e la nostra esperienza. Proprio quello che stiamo facendo in Italia è contenuto nel documento conclusivo del Congresso mondiale dei Parchi, che si è a Durban, in Sud Africa nel settembre 2003, quando indica come obiettivo prioritario "il collegamento entro il 2015 di tutte le aree protette del mondo nell'ambito di sistemi ecologici ambientali più vasti". Ed è con soddisfazione - ammette Fusilli - che sottolineo come, proprio oggi, 21 aprile, il giorno prima dell'appuntamento di Castano Primo, si tiene il Tavolo tecnico delle aree protette istituito presso il Ministero dell'Ambiente, con la partecipazione delle Regioni, dell'Upi, dell'Anci e di altre istituzioni, mai convocato prima. E questo è il frutto delle nostre rivendicazioni di una sede formale di concertazione». Nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, che festeggia i trent'anni dalla sua costituzione, i Parchi regionali avranno tre giorni di lavori durante i quali affronteranno vari temi scientifico-naturalistici, socio-economici e giuridico-istituzionali e ne parleranno in una tavola rotonda finale con i rappresentanti delle Regioni e di Federparchi. Domenica 24 è prevista un'escursione nel Parco del Ticino. (Villaggio globale)

FI alla resa dei conti, lo scontro è sul Parco

Delta del Po
Galan contro l'ipotesi staffetta


È lotta aperta in casa Forza Italia. Le due anime del partito continuano a duellare per i posti al sole nel panorama politico-economico del Polesine. Dopo la riconferma di Mario Borgatti alla guida dell'Interporto, che ha vinto le resistenze della cordata Iginio Bendin-Giancarlo Galan, si attende il terzo round di quella che continua ad apparire come una resa dei conti in chiave azzurra. Dopo le campagne per il consiglio regionale e per la presidenza dell'Interporto il terzo terreno di scontro sarà quello per la presidenza del Parco del Delta del Po. I protagonisti sono sempre gli stessi, disposti su vari piani di confronto. Da una parte il centrosinistra che si mostra compatto, soprattutto perché intravede la possibilità di dare un ulteriore dispiacere al governatore veneto. Dall'altra il centrodestra, che si presenta lacerato nella sua componente di maggioranza, Forza Italia, al cui interno Marangon e Borgatti devono vedersela con l'asse Galan-Bendin. Fino a qualche giorno fa per la presidenza del Parco sembrava assodata l'ipotesi staffetta con il forzista Geremia Gennari e l'esponente della Margherita, Roberto Zanetti, pronti a passarsi il testimone. L'incognita era rappresentata proprio dalla contrarietà di Galan ad ogni ipotesi di accordo centrodestra-centrosinistra. Le ultime indiscrezioni parlano di un rischio che si sta correndo all'interno della Cdl, ossia quello di una spaccatura su due nomi: Gennari e Bartolomeo Amidei, sindaco di Loreo. Il consiglio del Parco è formato da 12 elementi, se alla votazione (fiissata per il 27 aprile) la Cdl andrà divisa potrebbe spuntarla Zanetti e fare così il pieno dei voti di centrosinistra ed assicurarsi la presidenza senza bisogno di un accordo-staffetta. In questo caso, però, la gestione del Parco sarebbe complicata perché l'esecutivo vede il centrosinistra in vantaggio di un solo rappresentante, quindi con una maggioranza risicata. La pista staffetta, quindi, continua ad essere la più plausibile. Possibile outsider per la successione a Dimer Manzolli è Giuliano Stoppa, di Adria e nominato dal consiglio dalla Regione. La sua carica, però, come quella degli altri tre consiglieri nominati dalla giunta del Veneto scade nell'aprile 2006, cosa che ne riduce drasticamente le chances. Nei corridoi della politica si sussurra di una decisa mobilitazione del presidente Galan per evitare quello che dal centrosinistra verrebbe definito il suo terzo ko consecutivo.Tornando sulla questione Interporto, Mario Borgatti ha rimandato ogni suo commento a sabato prossimo. Il Comune di Rovigo era stato accusato da Iginio Bendin di "tradimento" della linea Galan per aver votato assieme al centrosinistra. «Non ho tempo per queste polemiche da beghe di partito - commenta Paolo Avezzù -. Ribadisco che il Comune non ha votato contro nessuno. È stato il riconoscimento del buon lavoro fatto da Borgatti». «Ha vinto la soluzione Polesine - ripete Gino Spinello, vicepresidente della Provincia - L'esempio da seguire è quello emiliano, dove da anni nonostante divisioni ideologiche si collabora per il bene del territorio. È paradossale che Galan accusi il centrosinistra di essere trasversale. Lui stesso è venuto spesso in Polesine ad esaltare il lavoro di Borgatti. Abbiamo collaborato per il Polesine, non come Galan che ha gestito la Regione facendo arrivare i finanziamenti solo ai Comuni "amici"». (Il Gazzettino)

Nasce il Consorzio per la gestione del Parco di Molentargius

CAGLIARI - Dopo anni di attese il Parco di Molentargius- Saline prende avvio con la firma della convenzione del Consorzio per la Gestione del Parco Naturale Regionale, sottoscritta dai rappresentanti della Provincia di Cagliari e dei Comuni di Cagliari, Quartu Sant'Elena, Quartucciu e Selargius. La Regione oltre ad aver coordinato gli ultimi atti per la costituzione del Consorzio e la redazione dello Statuto è ancora proprietaria di aree e strutture. Per questo la Giunta ha stanziato 750 mila euro per la gestione ordinaria del Parco, 1 milione e 500 mila euro, per la gestione ed il mantenimento del compendio idraulico a cui si aggiungono i soldi che verranno destinati dalla misura 1.5 del POR, riservata agli Enti gestori delle aree protette. Tra circa un mese il Parco potrebbe diventare pienamente operativo dopo che la prima assemblea del Parco eleggerà il suo Presidente ed il Consiglio Direttivo che nominerà il Direttore. Spetterà proprio al Direttore del Parco il compito di redigere il Regolamento del Parco stesso e indirizzare la gestione e la fruizione dell'area con il Piano di tutela ambientale e le linee programmatiche perlo sviluppo delle attività economiche compatibili" quali potrebbero essere la produzione del sale, ma anche quelle tradizionali, agricole, zootecniche, artigianali, turistiche e la riqualificazione ecologica degli insediamenti. Il Sindaco di Cagliari, Emilio Floris, ha auspicato sin da subito risorse per l'eliminazione dei pilastri dell'elettricità che attraversano lo Stagno. Intanto la perimetrazione del Parco fa ancora discutere se si è resa necessaria l'aggiunta, all'ultimo momento, di una postilla "sull'interpretazione comune dei contraenti". Oggi il Parco si presenta diviso in quote spettanti rispettivamente ai Comuni di Cagliari e Quartu per il 45%, al Comune di Quartucciu per il 4% e al Comune di Selargius ed alla Provincia per il 3%. In questi 30 giorni di transizione il Parco continuerà ad essere gestito dal Commissario, Antonio Conti, mentre la vigilanza sarà assicurata, come accaduto finora, dal Corpo Forestale della Regione, dalla Compagnia Barracelli di Selargius e dalle Polizie Municipali dei Comuni interessati. (Sardegna oggi)

Turismo sostenibile per il parco albanese di Butrint

La vicinanza con i porti pugliesi si spera invogli il turismo italiano
Un Educational Tour nell'ambito del programma di Sviluppo «Communication for Cultural and Natural resources» finanziato da Banca Mondiale. Il Parco è patrimonio dell'Umanità Unesco. L'obiettivo principale è stato definire un pacchetto turistico sperimentale incentrato su un progetto di Familiar Hospitality

Sostenere il turismo eco-compatibile in Albania nel parco del Butrint, dichiarato dall'Unesco sito patrimonio dell'umanità. E' con questo scopo che si è svolto ai primi di aprile un Educational Tour nell'ambito del programma di Sviluppo «Communication for Cultural and Natural resources» finanziato da Banca Mondiale e mirato alla promozione del turismo eco-sostenibile nell'area. L'obiettivo principale è stato definire un pacchetto turistico sperimentale incentrato su un progetto di Familiar Hospitality: abitazioni private con servizio di bed & breakfast a disposizione dei turisti nei villaggi di Xarra e Murcia, nella zona Sud del parco a pochi chilometri dalla frontiera con la Grecia. «Credo che l'Albania e in particolare il Parco Nazionale di Butrint abbiano le potenzialità per diventare mete appetibili di turismo sostenibile e responsabile, con il sostegno opportuno di campagne di informazione e comunicazione da parte degli enti turistici competenti» ha commentato Claudia Lezza di CTS Ambiente, favorevolmente colpita dalla disponibilità e dalla cordialità della popolazione locale. L'esito positivo dell'Educational rappresenta il primo significativo successo del progetto di Banca Mondiale per la riqualificazione dell'area ed il suo sviluppo turistico. Grazie alla vicinanza del parco di Butrint alla greca Igoumenitza, stabilmente collegata con porti italiani quali Brindisi, Bari e Ancona, e grazie all'apertura permanente della frontiera greca, sarà molto più agevole raggiungere il parco per un numero sempre maggiore di turisti dell'area del Mediterraneo. Il progetto rientra nel II Communications for Cultural and Natural Resources Management Program, un piano di collaborazione tra il Parco Nazionale di Butrint e la Banca Mondiale, che si avvale dei fondi della Cooperazione Italiana allo Sviluppo: 300mila dollari totali su un arco di due anni sino all'estate 2005. Il programma è finalizzato alla promozione turistica nei territori incontaminati del Sud dell'Albania, attraverso la creazione di una fonte di reddito per il rilancio dell'economia nella regione, e proseguirà con lo sviluppo di ulteriori iniziative. L'investimento della Banca Mondiale si pone sulla scia del trend positivo del turismo albanese nelle ultime stagioni: 213mila turisti stranieri nel 2004 a fronte dei 176mila dell'anno precedente, un picco di 80mila presenze a luglio, con visitatori kossovari, inglesi, francesi, tedeschi ed italiani, come riportano il Ministero del Turismo Albanese e l'INSTAT - Istituto Nazionale di Statistica. «Il Parco è una delle isole felici dell'Albania - ha dichiarato Emanuele Santi, capo-progetto della Banca Mondiale, grazie soprattutto al grande impegno del suo direttore Auron Tare e al sostegno delle organizzazioni internazionali che hanno avuto il coraggio e la forza di preservarlo. Alcune aree circostanti non hanno avuto lo stesso destino». «Siamo partiti dal nulla - continua Santi - lavorando con le comunità fra le più povere del Paese, e siamo finiti con lo sviluppo di una gamma di servizi turistici adeguati al turista internazionale». Il Parco di Butrint - Il Parco Nazionale archeologico e naturalistico di Butrint si trova nel Sud dell'Albania, nella zona di Saranda di fronte all'Isola di Corfù. Il sito è stato proclamato Patrimonio dell'Umanità Unesco nel 1992 per il suo vasto repertorio di paesaggi lagunari, montani, collinari e pianeggianti, esempio di biodiversità con 16 specie rare di piante, 14 specie animali in via di estinzione, 14.000 esemplari di uccelli acquatici. Il Parco custodisce reperti archeologici che coprono 3.000 anni di storia e di dominazioni greche, romane, bizantine e ottomane. Un teatro greco, resti di ville e terme romane, una basilica di epoca bizantina, il battistero paleocristiano e la fortezza ottomana, tesori archeologici sommersi sono alcune fra le attrattive archeologiche dell'area. Dalla scorsa estate è operante inoltre uno showroom all'ingresso del Parco per la vendita di prodotti dell'artigianato locale. (Villaggio globale)


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