Rassegna del 21 Maggio 2005

Parco senza guida Si alza la protesta

Foreste Casentinesi

Altro che settimana europea dei parchi. La Provincia di Forlì-Cesena ha preso la “palla al balzo” della ricorrenza della festa della Federazione europea dei Parchi per riproporre, questa volta con il pieno coinvolgimento delle civiche istituzioni, una critica severa rivolta al Governo, colpevole - secondo l’accusa dell’Amministrazione guidata da Massimo Bulbi - di “disattendere impegni di gestione che finiscono per nuocere alle popolazioni che vivono nei Comuni della montagna”. La critica più accorata e, forse, inedita è venuta però da Alberto Manni, assessore provinciali al welfare e ai beni naturali ed ambientali. “Abbiamo fatto i conti - ha affermato Manni (un lungo passato come amministratore comunale a Portico di Romagna) - e non tornano. I tagli per il biennio 2005-2006 riguardano il 25% del bilancio del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, più di 350mila euro, e investono sia il versante toscano, sia il versante romagnolo”. Enzo Valbonesi, dirigente della Regione Emilia-Romagna, nel settore ambientale, è intervenuto su mandato del neo assessore regionale Lino Zanichelli.“Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna non ha presidente e Consiglio dell’ente dal novembre del 2003 - ha ricordato Valbonesi (ex-presidente del Parco stesso) - e da oltre un anno è commissariato, ma non è così che si dà continuità alle innumerevoli attività che in questi anni hanno fatto crescere l’occupazione soprattutto giovanile, l’educazione ambientale, il ruolo degli enti locali”.Proprio rivolgendosi agli enti locali che partecipano alla “comunità del Parco” lo stesso Valbonesi ha sottolineato che non si deve “congelare” il territorio ma prepararsi ad un confronto con il Governo, al quale oltre alle Regioni interessate dovranno partecipare anche le amministrazioni locali. L’incontro, però, non è stato improntato solo alla semplice protesta. Erano presenti, infatti, anche Ivo Marcelli, presidente della Comunità Montana Forlivese; Oscar Graziani, presidente della Comunità Montana Cesenate; Pierluigi Versari, sindaco di Tredozio; Mirco Betti, sindaco di Portico di Romagna. Contro il rischio di “degrado” e di “arretratezza” tutte le amministrazioni locali guidate dal Centrosinistra, nel territorio di Forlì-Cesena, hanno alzato la “bandiera di guerra”. (Corriere di Romagna)

Nasce il laboratorio Lapiss

Nasce in Abruzzo "Lapiss" il laboratorio per le aree protette italiane e lo sviluppo sostenibile: un centro per le professioni del futuro in campo ambientale. Questo centro di alta formazione sulle tematiche dell’ambiente è stato fortemente voluto dal Wwf Italia che ha individuato nell’Oasi Wwf del Lago di Penne il luogo ideale per la sua collocazione e ha trovato una fattiva collaborazione per la realizzazione del progetto dalla Regione Abruzzo, la provincia di Pescara, il Comune di Penne e la Cooperativa Cogecstre. L’Oasi è un vero e proprio modello di gestione come area protetta e per il territorio limitrofo e sta raggiungendo un ciclo economico e ambientale chiuso: partendo dalla tutela ambientale si è attivata la Masseria dell’Oasi per la produzione biologica di farro che viene trasformato e valorizzato sul posto; i prodotti vengono consumati dalle decine di migliaia di visitatori che frequentano ogni anno le strutture ricettive dell’area che vengono alimentate da energia rinnovabile. Tutto questo ha portato alla nascita di ben 5 cooperative di giovani che oggi possono lavorare per garantire il proprio futuro, aiutando quello dell’ambiente. Il Lapiss avrà una sede con 80 posti letto e sale didattiche in uno stabile rurale posto all’interno dell’area protetta. Il progetto, presentato dal Comune di Penne è stato considerato innovativo da risultare primo tra quelli presentati in Abruzzo. Nella conferenza stampa di presentazione di ieri sono intervenuti tra gli altri l’assessore regionale ai Parchi, Franco Caramanico che afferma di «essere lieto di iniziare il suo mandato con questa iniziativa», il presidente della provincia di Pescara Pino de Dominicis che spiega di «aver appoggiato sin dall’inizio questo progetto» e il presidente del Wwf Italia Antonio Canu che auspica che «questa oasi diventi di importanza nazionale». (Il Tempo)

Un presidente per il parco

Monti Sibillini - Interrogazione in Parlamento

VISSO - Quali sono le ragioni che hanno portato al commissariamento del Parco dei Sibillini che da un anno è senza presidente e Consiglio direttivo. A chiederlo sono, in un’interrogazione, il senatore Pierluigi Castellani e la deputata. Marina Sereni. I quali domandano anche se “l' attuale commissario si trovi in un palese conflitto di interessi per la sua duplice veste di controllore e controllato, e se risulta a verità che sono stati concessi contributi direttamente a comuni ricadenti nel parco senza una reale visione d'insieme dei problemi del Parco stesso e con quali criteri e per quali finalità”. Infine, i parlamentari chiedono se si “intende provvedere quanto prima a porre fine alla gestione commissariale con la nomina del presidente e del Consiglio direttivo nel rispetto dell’intesa con le Regioni e delle indicazioni delle istituzioni interessate”. La situazione di commissariamento dal giugno 2004, secondo i parlamentari, pregiudica l'attività del Parco, la sua capacità di progettazione e di gestione”. (Corriere Adriatico)

L'Ente parco blocca i lavori a Porto Palma

La Maddalena. La costruzione di pontili galleggianti dello Yacht club a Caprera

Il direttore generale del Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, Vincenzo Satta, ha emesso un'ordinanza con la quale ha disposto la sospensione dei lavori per la realizzazione di un pontile galleggiante nello specchio acqueo prospiciente Porto Palma nell'isola di Caprera. L'ordinanza è stata notificata allo Yacht club Arcipelago della Maddalena (Ycam), il cui presidente è Cino Ricci, e inviata ai Ministeri dell'Ambiente, della Difesa, delle Infrastrutture e Trasporti, all'Agenzia del demanio, al Soprintendente dei Beni ambientali di Sassari, alla Guardia Costiera, all'Ufficio tutela del paesaggio, alla Procura della Repubblica di Tempio, al Corpo forestale della Regione e alla Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Caprera. L'ordinanza del Parco è stata emessa al termine degli accertamenti sui lavori condotti da incaricati dello Ycam. In particolare nell'ordinanza si terrebbe anche conto dell'offerta sul sito Internet dello Yacht club Arcipelago della Maddalena (www.ycam.org) di «ormeggi ed ancoraggi per soste prolungate in aree protette sorvegliate». All'origine del blocco dei lavori, secondo quanto è stato possibile apprendere, vi sarebbe il fatto che i lavori a terra vengono eseguiti su immobili in corso di trasferimento dal Demanio militare, stabili che non possono godere, secondo l'ordinanza del direttore generale dell'Ente Parco, della particolare condizione riservata la legge numero 10/96 alle installazioni militari, essendo dette opere di carattere squisitamente civile. L'Ente Parco aveva già segnalato l'apertura del cantiere alla Procura della Repubblica che ha aperto un'inchiesta. Del caso Porto Palma, rimbalzato a livello nazionale, si erano occupate anche diverse associazioni ambientaliste. (L'Unione Sarda)

«Sulle coste decida l'ente parco»

Proposta di Sanna per le concessioni a Villasimius

«Troppe le concessioni sulle nostre spiagge. Vogliamo mettere ordine e chiediamo alla Regione che ogni decisione in merito venga d'ora in avanti concertata col Comune». Il sindaco di Villasimius Tore Sanna, esce allo scoperto, parla di «occupazione quasi selvaggia del litorale, gravato da 25 concessioni, alcune delle quali addirittura si sovrappongono. Insomma doppie concessioni sulle stesse aree. Ciò dimostra la confusione in merito. Evidentemente - aggiunge il sindaco di Villasimius - chi le ha concesse, cioé la Regione, si è ben guardato non solo di effettuare controlli in loco, saltando anche le più semplici verifiche cartografiche. Risultato? Le nostre spiaggie oggi sono pesantemente gravate da queste concessioni, rilasciate a privati, alberghi e residence a danno della collettività. Non vogliamo assolutamente snaturare le nostre spiagge». L'ideaDopo le polemiche scoppiate sul decreto Soru in materia di utilizzo delle spiagge, il sindaco di Villasimius fa anche una sua proposta. «Queste concessioni dovrebbero essere rilasciate non dalla Regione, ma dall'Area marina protetta, presente sul territorio. Sarebbe una ulteriore garanzia per tutti». Il programma«Il Comune sta predisponendo il Piano di utilizzo del litorale. Finora siamo stati ignorati. Sollecitiamo - dice Tore Sanna - più concertazione. Il Comune o l'Area marina protetta devono anzi avere un ruolo determinante su queste scelte. Deve essere la base a dire cosa si deve fare. Non gli altri. Abbiamo anche dei casi limiti. Sono state date concessioni persino nelle dune di Porto Giunco dove si sta preparando addirittura un intervento a protezione delle stesse dune. Altre concessioni in punti strategici. Come a Porto Sa ruxi e Riu Trottu. Ma anche a Simius. In tutto, lo ripeto, 25 concessioni. Alcune pure dimenticate. Di certo quelle operative pesano sulla sabbia a danno delle collettività. Bene, quindi fa la Regione a dare concessioni brevi in attesa appunto di un Piano di utilizzo dei litorali». Gli interventiIntanto scatta la pulizia di tutte le spiagge. I primi turisti sono già arrivati. Per il 4 giugno è addirittura in programma una grande festa per l'apertura di una stagione turistica attesissima dopo la defaillance dello scorso anno. A Villasimius, nessuno vuole farsi trovare impreparato. Intanto hanno già aperto alberghi, residence, i grandi complessi come il Tanka. Aperti pure i ristoranti. E in giro, come al mare, si notano i primi ospiti. «Dovrebbe andare meglio di un anno fa - dice Pablito, agente turistico -. A mio parere ci sono le condizioni e le prerogative per fare meglio a dispetto della crisi economica del momento. Il 4 giugno, ci sarà l'apertura ufficiale della stagione. Un appuntamento che stiamo preparando con grande attenzione e con la necessaria pubblicità». Il sogno? Un milione di presenze. Numero già toccato alcuni anni fa, prima della crisi che ha lasciato a casa tantissimi habituè di Villasimius. Giugno sarà sicuramente il primo banco di prova. Con la speranza che il tutto esaurito vada oltre i primi venti giorni di agosto. (L'Unione Sarda)

«La biodiversità è scrigno della natura»

Con queste parole il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli saluta la «Giornata Mondiale per la Biodiversità» in programma domenica. La rete di aree protette italiane contiene nella sua «cassaforte» circa 57.000 specie di animali e 6.000 specie di piante

«Le aree protette rappresentano uno degli strumenti fondamentali per la salvaguardia della biodiversità e sono uno dei laboratori privilegiati per impostare una politica di sviluppo sostenibile». Con queste parole il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli saluta la «Giornata Mondiale per la Biodiversità» in programma domani.
«L’iniziativa - sottolinea Matteoli - rappresenta l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela della Biodiversità, lo scrigno dei tesori della natura».

«L’attività di conservazione nelle aree protette - ha proseguito il ministro - è anche uno degli strumenti per conseguire l’«Obiettivo 2010» sancito nel 2002 a Johannesburg durante il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, che prevede una significativa riduzione del tasso di perdita della biodiversità entro il 2010. L’Europa ha coraggiosamente rilanciato tale obiettivo con l’impegno di arrestare la perdita di biodiversità entro quella data e l’Italia altrettanto».
Fra le attività italiane per il raggiungimento di tale obiettivo il ministero segnala da un lato la tutela di quasi il 20% del territorio attraverso il sistema delle aree protette nazionali e la Rete Natura 2000, dall’altro un forte sostegno dell’obiettivo del 2010.
La Convenzione per la Biodiversità (CBD), siglata a Rio de Janeiro nel 1992, costituisce a livello internazionale lo strumento principale per la salvaguardia della biodiversità e vede l’Italia pienamente coinvolta nella consapevolezza del ruolo irrinunciabile di tali attività.
Con questa convinzione l’Italia ospiterà a Montecatini, dal 13 al 17 giugno 2005, la prima riunione del gruppo di lavoro sulle aree protette cui parteciperanno rappresentanti di tutte le parti contraenti della Convenzione.
La rete di aree protette italiane (24 parchi nazionali 23 aree marine protette, più di 700 tra riserve, parchi regionali e riserve statali) contiene nella sua «cassaforte» circa 57.000 specie di animali, 6.000 specie di piante e una grandissima varietà di habitat.
Ecco alcuni dei tesori all’interno della natura protetta.
- GRAN PARADISO: Lo stambecco è il vero simbolo del parco, ma tra le tante specie troviamo anche l’ermellino e tra gli uccelli l’aquila reale (presente con una dozzina di coppie).
Sempre più numerosi, grazie al progetto per la sua reintroduzione, sono gli avvistamenti del gipeto, scomparso nel 1912. Val Grande: La più importante wilderness area d’Italia, un vero regno della natura selvaggia. Nei prati sono presenti numerose erbe medicinali, tra cui la borragine. Qui è presente l’upupa, un uccello insettivoro, migratore, di doppio passo in Italia.
In alta quota, tra i 1600 e i 2600 metri l’Aquilegia delle Alpi, una pianta abbastanza rara.
- DOLOMITI BELLUNESI: Qui si trova l’alisso di Obir, uno dei fiori più vivaci e rari delle Dolomiti Bellunesi, specifico delle pietraie calcaree attorno ai 2000 metri.
- FORESTE CASENTINESI: La presenza del lupo e del cervo basterebbe a soddisfare la curiosità dei naturalisti. Della presenza del cervo si stima l’entità con «il metodo del bramito», che aiuta a contare i maschi sessualmente maturi con la rilevazione delle loro manifestazioni vocali (si sono censiti circa un migliaio di individui). Del lupo si contano circa 40 esemplari.
- ARCIPELAGO TOSCANO: L’isola d’Elba, una delle sette isole dell’Arcipelago, è uno scrigno di ricchezze mineralogiche, con oltre 150 specie individuate, e possiede una storia mineraria che risale agli Etruschi. All’Elba e Capraia nidifica il falco pellegrino, ma la vera rarità è il gabbiano corso, assurto a simbolo del parco. In questi mari si incontra anche la Stenella striata, una vistosa banda nera sui fianchi lo distinguono dal noto, ma oggi ben più raro, delfino comune.
- ABRUZZO, LAZIO, MOLISE: Uno dei meriti della grande area protetta è di aver salvato appena in tempo dalla totale estinzione il camoscio appenninico, un interessante specie endemica dell’Appennino centrale, ormai considerato una sottospecie dei camosci dei Pirenei. Gargano: Intensa l’attività per evitare l’estinzione del patrimonio di agrumi, in particolare l’arancia bionda del Gargano e la duretta del Gargano, che entro l’estate riceverà il riconoscimento Igp (indicazione geografica protetta). Questo è anche il «posto» delle orchidee, oltre 56 specie censite, 5 sottospecie. Si è reintrodotto il capriolo garganico e il Cisto di Clusio (un tipo di fiore autoctono che vive solo nel Bosco Isola della Laguna di Lesina.
- TORRE GUACETO: Nelle acque di questa area marina protetta c’è un’importante presenza della tartaruga marina caretta caretta.
Capo Gallo- Isola delle Femmine: Nelle acque del mare si trovano più di 100 specie di alghe tra cui la rosa di mare e la coda di pavone.
- ISOLE PELAGIE: Per chi si avventura nelle acque di lampione ci può essere il brivido di un incontro con lo squalo grigio.
Lampedusa è rimasta uno dei pochi siti certi di ovodeposizione della tartaruga marina comune; mentre a Linosa non è difficile imbattersi in esemplari di barracuda o tritone spinoso.
- ASINARA: vi nidificano il marangone dal ciuffo, il gabbiano corso, il gheppio e il falco pellegrino. Tra i mammiferi vi è una colonia di 300 mufloni e il famoso asinello bianco. Sui fondali marini è possibile trovare la rara pinna un bivalve ormai in forte regressione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)


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