Rassegna del 10 Giugno 2005

Calabria - Oliverio (dl), regione potra' avviare nuovo precorso

(Adnkronos) - ''Il processo di rivalutazione della Calabria in ambito nazionale, avviato con la vittoria dell'Unione e di Loiero alle recenti regionali, sta cominciando a dispiegare i propri effetti''. E' il commento di Nicodemo Oliverio alla notizia che le Regioni italiane hanno affidato alla Calabria il coordinamento delle competenze nei settori dell'ambiente e della protezione civile.
''Questo significa - ha proseguito Oliverio - che sara' Loiero e la Calabria, a guidare e sostenere le politiche istituzionali, legislative di tutte le Regioni sulle questioni legate allo sviluppo sostenibile, la valorizzazione dei beni ambientali, la difesa del paesaggio, i parchi e le riserve naturali, l'inquinamento, lo smaltimento dei rifiuti. Su questi temi - ha concluso Oliverio -, cosi' cruciali per lo sviluppo del nostro territorio, la Calabria potra' finalmente avviare un nuovo percorso legislativo con serie e incisive politiche di sviluppo''.

La Calabria capofila per l'ambiente

La conferenza Stato-Regioni ha affidato all'ente guidato da Loiero il coordinamento nazionale
Il presidente è soddisfatto: «Una responsabilità da serie A»


CALABRIA e ambiente non sono due parole inconciliabili. Dopo mesi di dibattiti, proteste, inchieste giudiziarie, e annunci di imminenti catastrofi ecologiche, finalmente arriva una buona notizia. Direttamente da Roma, che ieri ha ospitato la conferenza Stato-Regioni. Dai palazzi del potere, in cui è stato deciso che alla Calabria venga affidato il coordinamento delle competenze nei settori dell'ambiente e della protezione civile. Una "buona novella", dopo le bufere dei mesi scorsi, che il presidente Agazio Loiero si è affrettato a divulgare, sottolineando la responsabilità che l'ente ha deciso di assumersi al cospetto dell'Italia intera. «Una responsabilità da serie A», l'ha definita il governatore, «la scommessa di risolvere una situazione di crisi vissuta, in particolare dai cittadini del Mezzogiorno».
E, a ben guardare, l'impegno non è da poco. Proprio l'estrema propaggine dello Stivale, quella che nei decenni è salita alla ribalta delle cronache come esempio negativo di abusivismo, sprechi, scarsa programmazione, oggi è chiamata a diventare esempio. A dare impulso alle politiche di tutte le Regioni su questioni cruciali per lo sviluppo sostenibile del paese, come la valorizzazione dei beni ambientali, la difesa del paesaggio, i parchi e le riserve naturali, l'inquinamento, lo smaltimento dei rifiuti. Ovvero su tutti i settori che convergono nell'area Ambiente, e che chiamano l'esecutivo guidato da Loiero ad uno sforzo ben più consistente anche rispetto al passato prossimo, quando, sotto l'egida di Giuseppe Chiaravalloti, la Calabria seguiva solo i settori della montagna, delle aree depresse e della formazione-lavoro, rispondendo alla Liguria che svolgeva il compito di capofila dell'area delle attività produttive.
Un compito gravoso, che, a quanto pare, non spaventa ma esalta il leader calabrese dell'Unione, cosciente del fatto che le emergenze ereditate dalla passata gestione hanno costretto la sua giunta a misurarsi subito con la realtà e a dover costruire, in quattro e quattr'otto, «una squadra di qualità». «Adesso, piloteremo il nuovo corso delle politiche ambientali delle venti Regioni italiane, iniziando a dare il buon esempio. Questo è il senso della sfida che ho accettato ben consapevole della criticità accumulata in anni di assenza di governo del territorio in Calabria. L'obiettivo è quello di invertire la tendenza al degrado, all'inquinamento, all'abusivismo edilizio, alla perdita di bellezze paesaggistiche che impediscono una crescita economica e civile di ampie zone calabresi e dell'Italia». «In questo programma di rilancio della tutela del territorio sono certo - ha concluso Loiero - che andremo perfettamente d'accordo con il Friuli Venezia Giulia che ha ottenuto il coordinamento vicario sulla materia».
A sostenere tale entusiasmo è arrivato, in serata, il commento del presidente del "Sole che ride", Alfonso Pecoraro Scanio, il quale ha definito importante il fatto che la Regione Calabria abbia assunto oggi la responsabilità di coordinare le politiche ambientali della Conferenza delle regioni. «Le regioni giocano oggi un ruolo fondamentale nella tutela del territorio - ha aggiunto Pecoraro -. E la battaglia condotta da molte regioni contro lo scellerato condono edilizio voluto da Berlusconi è un esempio recente di come le regioni siano state più attente all'ambiente rispetto al governo centrale. I Verdi sapranno anche nella Conferenza delle regioni offrire un contributo importante, in termini di stimolo e di proposta, affinché le politiche ambientali assumano sempre più un ruolo centrale nell'azione amministrativa delle nostre regioni».
Soddisfazione è stata espressa anche da Franco Bruno, coordinatore della Margherita, il quale ha affermato che in tal modo «la Calabria riconquista credibilità e considerazione». Il presidente Loiero e l'assessore Tommasi - aggiunge Bruno - hanno un compito decisivo che stanno esercitando con decisione, come dimostrano i primi atti della Giunta, a partire dal piano per l'emergenza mare e dal decreto Calabria sui rifiuti». (Quotidiano di Calabria)

Cambio alla Federparchi

La cerimonia nel parco della Majella al convegno minisindaci
La baby presidente è Antonella Tavaglione di Peschici


Baby garganici ai vertici degli enti ambientalisti. Il cambio della guardia alla presidenza della Federparchi è una staffetta tutta interna al promontorio garganico. Infatti, per una Donatella Rosa, 14 anni di Ischitella, che lascia, è arrivata una Antonella Tavaglione di Peschici. L'alunna dell'Istituto comprensivo del centro garganico è stata nominata la baby presidente Federparchi 2005. Il Gargano, oltre alle suggestive bellezze paesaggistiche, può vantare anche brave amministratrici. E così sono due ragazze della Montagna del Sole a passarsi il testimone alla presidenza di Federparchi, superando una concorrenza agguerita, tra maschietti e femminucce, da 58 minisindaci di tutte le regioni, nella corsa alla poltroncina di mini presidente dei Parchi d'Italia. La neo minipresidente ha letto il programma ricevendo anche le congratulazioni del presidente dell'ente Parco del Gargano, Giandiego Gatta. L'elezione, in Abruzzo, nel Parco della Maiella, in occasione del convegno nazionale dei minisindaci dei Parchi d'Italia. Dopo Pejo, nel Parco nazionale dello Stelvio, il progetto didattico «Coloriamo il nostro futuro» è approdato in Abruzzo. La «Settimana pedagogica», organizzata dall'Istituto comprensivo di Palena (Ch), ha avuto un programma articolato, distinto per alunni, docenti, dirigenti scolastici ed amministratori. Del Parco nazionale del Gargano erano presenti, il baby presidente uscente e i minisindaci di nove paesi tra i più suggestivi dello sperone d'Italia: Monte, Ischitella, Vico, Peschici, Mattinata, Rodi, Lesina, San Nicandro, Carpino. Finalizzati all'interazione tra la scuola e la realtà del parco, i temi discussi sono stati di rilevante attualità: ambiente e sviluppo della civiltà; dalle tracce e dai segni alla lettura dei luoghi; culture passate e presenti. Incastonato nelle varie attività di studio ed escursioni anche un interessante seminario, dal titolo «Educazione alla cittadinanza sulle orme di un testimone: padre Puglisi- relatori Diliberti, Bachelet, Scalia.(La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il Parco dovrebbe finanziarsi Risolvere il problema-guardie”

Foreste Casentinesi

Luca Bartolini, consigliere regionale di Alleanza nazionale, attacca il sindaco Flavio Foietta e l’ex presidente del Parco Enzo Valbonesi. Motivo del contendere sempre il Parco. Valbonesi viene definito “pro sindaco” di Santa Sofia. “Per rispondere alla mancata riconoscenza nei confronti di chi piaccia o non piaccia, ha consentito il mantenimento dell’apertura dei centri visita, rispondo che nei bilanci non è importante tanto il quanto, ma il come - attacca Bartolini -. Foietta e Valbonesi, hanno sciorinato i numeri del bilancio del Parco dai quali risulterebbero in maniera inequivocabile i tagli operati dal Ministero all’ente di casa nostra. Certo che i tagli ci sono stati. Così come ci sono stati in ogni settore della spesa pubblica in un momento di grave crisi economica congiunturale. In un difficile momento di tagli, contrariamente al passato, i Parchi, anziché beneficiare del solito vecchio assistenzialismo con investimenti senza ritorno utile per le popolazioni, sono stati invece invitati ad autofinanziarsi come altre esperienze oltre confine ci insegnano. Nonostante questo nuovo indirizzo non sia stato ancora recepito e nonostante le continue critiche al Ministro, l’Ente Parco ha comunque garantito la continuità di apertura dei centri visita. Questo è l’unico dato di fatto così come un altro dato inconfutabile è offerto dal fatto che ben 7 progetti su 9 sono stati approvati, contrariamente al passato, in tempi rapidi. Abbiamo ancora tutti in mente i bilanci della passata amministrazione con il suo presidente Enzo Valbonesi che si vantava di avere speso 60 miliardi delle vecchie lire di contributi pubblici (soldi di tutti tanto per intenderci), senza quasi nessun ritorno per il cittadino. Non è un caso che per poter vedere avviati i progetti di rilancio della Campigna si è dovuto attendere questo commissario. Foietta e Valbonesi inizino a trovare una soluzione al problema delle guardie del Parco costrette a lavorare in 5 in una piccola stanza, in condizioni igienico-ambientali probabilmente fuori norma”. (Corriere di Romagna)

«La Regione tace troppe nubi sul Parco»

Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo - Vendola non risponde, Giuseppe Barba lancia l'allarme

Nei giorni scorsi, il capogruppo di Alleanza nazionale in consiglio comunale, Giuseppe Barba, ha indirizzato, a nome del suo partito, un appello al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, perché sia accelerato il varo definitivo del parco naturale «Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo», mancante del «sigillo definitivo» delle approvazioni della giunta e del consiglio regionali. Ora Barba segnala che fino ad oggi non è successo nulla, anzi, rettifica, al di là dello negativa lettura del silenzio del Governatore, sono intervenuti segnali che non lasciano spazio all'ottimismo. Ed elenca, sia il fatto che, nei giorni scorsi, «l'assessore regionale Michele Losappio abbia lanciato pubblicamente, a Nardò, le zone naturali di Porto Selvaggio e di Porto Cesareo senza far cenno, guarda caso, al Parco Naturale di Gallipoli; sia le resistenze e i dubbi di qualche amministratore, anche al massimo livello, della Provincia di Lecce, che trovano eco presso qualche amministratore regionale, il tutto teso a rivedere (leggi: affossare) il Parco di Gallipoli». Barba ritiene che fra qualche giorno vi sarà la prova definitiva delle intenzioni della Regione, in occasione della prossima riunione del Comitato tecnico regionale. «Se anche lì - sostiene - non si parlerà di Gallipoli, ma saranno invece promosse per il passo conclusivo altre realtà, ugualmente meritevoli e finora alla pari, quanto a iter burocratico percorso, con Gallipoli, come ad esempio il Parco naturale di Otranto-Leuca, ciò sarà il segnale d'allarme che qualcosa non funziona». «Mi auguro - conclude - che anche i partiti del centrosinistra gallipolino, e in particolare Rifondazione comunista che è il partito del Presidente e che si è dimostrato sensibile al problema, spingano per approvare il Parco subito, tralasciando i fuscelli (corridoi e zonette non incluse nel Parco) che rischiano di nascondere la trave della bocciatura del Parco. Ci sarà tempo e modo, poi, per qualunque modifica. Prima approviamolo». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L’orsa Gemma riappare: ha partorito due cuccioli

Pnalm - Sorpresa e gioia nel parco nazionale. Nessuna traccia, invece, dell’altro plantigrade scomparso: inutili anche le ricerche con gli elicotteri
L’animale, seguito con il collare elettronico, era stato a lungo nascosto dentro una tana


Sorpresa al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: l'orsa Gemma, munita di collare elettronico, ha messo alla luce due bellissimi orsacchiotti e presto insieme a loro tornerà a vivere le verdi estese dell'area protetta. Il parto è avvenuto in una tana che si trova nell'area abruzzese immediatamente a ridosso di quella laziale. Si tratta di un importante avvenimento, accolto con gioia, in quanto l'orso bruno che popola le montagne dell'area protetta è a rischio estinzione. Sono state le due ricercatrici che seguono gli orsi muniti dello speciale collare a dare la notizia del parto: Gemma, infatti, è stata avvistata insieme ai suoi due cuccioli per la prima volta pochi giorni fa. Ora, dunque, sono chiari i motivi che hanno indotto il plantigrade a restare a lungo nella sua tana: ha dovuto accudire i due orsacchiotti, evitare che potessero incorrere in qualche disavventura. "Questo parto ci riempie di gioia e di fiducia - commenta il direttore del Parco Nazionale, Ado Di Benedetto -. In questo delicato momento, infatti, le nascite degli orsi, in alcuni periodi anche troppo rare, sono estremamente importanti ai fini del ripopolamento della specie nel territorio dell'area protetta. A quanto pare - prosegue - sul fronte delle nascite sembrano esserci segali positivi. Pochi giorni fa, infatti, nel versante laziale (Valcomino) del Parco sono state avvistate tre femmine di orso, ciascuna con due cuccioli al seguito". A breve, intanto, gli esperti applicheranno i collari elettronici ad altri cinque orsi per poter meglio studiare i loro comportamenti durante le stagioni dell'anno. La speciale apparecchiatura memorizza tutti i dati rilevati, i quali possono essere poi scaricati tramite tecnologia Gsm. Intanto dell'orsa Ura, anch'essa in passato munita di collare elettronico, non ci sono ancora tracce: il suo segnale è sparito dal monitor diverse settimane fa. E nei giorni scorsi, sulle montagne del Parco, è stata effettuata anche una ricognizione con gli elicotteri. (Il Messaggero)

Apre il primo museo del fiore a Barisciano

Monti della Laga

Sarà inaugurato oggi nel Comune di Barisciano (Aq), il primo Museo del Fiore dell’Ente Parco Gran Sasso Laga. Un centro floristico di primaria importanza, quello già ospitato dal piccolo centro abruzzese che col Museo, andrà ad arricchirsi di una nuova sezione dedicata alle bio-diversità costituite dalle migliaia di specie vegetali autoctone, catalogate e selezionate, appartenenti al territorio appenninico che comprende le tre Province de L’Aquila, Teramo e Rieti. Il nuovo Museo del Fiore è stato concepito al fine di illustrare, in maniera semplice ma rigorosa, l’immensa ricchezza e le diversità di piante che crescono all’interno del territorio protetto del nostro Parco». (Il Messaggero)

Nel Parco presto arrivano gli stambecchi

Dolomiti Bellunesi
L’introduzione è stata stabilita nel corso del consiglio direttivo che si è riunito ieri a villa Binotto


Lo stambecco potrebbe ritornare a vivere nelle crode bellunesi. Un progetto del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, come ha illustrato ieri il direttore Nino Martino a Villa Binotto nel corso del consiglio direttivo, «che prevede la reintroduzione dello stambecco, una delle specie simbolo delle Alpi, salvata dall'istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso e da qui tornata a vivere su tutte le più belle cime alpine, tranne le crode bellunesi. Potrebbe essere uno straordinario progetto scientifico, magari in collaborazione con aree protette limitrofe, ma anche un bellissimo progetto di educazione ambientale. Ogni azione utile a conservare le specie, i paesaggi, gli habitat, la biodiversità anche indotta dalle antiche trasformazioni del territorio, infatti, sono la "mission" di un Parco. Soprattutto quando sia classificato in II categoria IUCN, come il nostro. Le attività di ricerca scientifica e di monitoraggio dovrebbero pertanto continuare per garantire sempre maggiore efficacia al ruolo dell'Ente Parco. Da tempo è inoltre disponibile presso gli Uffici dell'Ente un Piano di ricerche e di monitoraggi. L'attivazione di contatti con istituti universitari e con enti di ricerca ha posto le basi per l'attivazione di 13 progetti di ricerca e di monitoraggio, alcuni dei quali individuabili come continuazione delle attività di censimento già effettuate negli anni passati e altri come nuove ricerche». «Sono passati pochi mesi dall'inizio delle nuove attività dell'Ente Parco - ha aggiunto Martino - ed è ovvio che ci si dovesse prefigurare un periodo di intenso lavoro. Da una parte le esigenze di riavviare tutto quanto fosse fermo o rallentato, dall'altra le esigenze di capire le necessità della struttura e degli organi di governo dell'Ente, quindi i primi correttivi per dare maggiore efficacia e semplificare l'operato dello staff del Parco. Sono stati affrontati molti problemi, di alcuni è stata trovata una soluzione, molti altri sono in "cantiere". Credo sia doveroso ringraziare il presidente Guido De Zordo, il Consiglio, il personale. I prossimi mesi saranno molto importanti per l'Ente Parco». (Il Gazzettino)

«Giusta la riperimetrazione»

Aspromonte

«Condivido pienamente la posizione dell'assessore Pirillo sulla necessità di procedere alla riperimetrazione del Parco Nazionale d'Aspromonte e di riqualificare i lavoratori forestali. Due questioni da affrontare con la massima urgenza ».
E' quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, che interviene sulla recente proposta dell'assessore Mario Pirillo relativa alla revisione dei limiti del Parco nazionale dell'Aspromonte.
«L'assessore all'Agricoltura - aggiunge Fortugno - ha riproposto le problematiche relative alla riperimetrazione del Parco ed al riassetto del comparto della forestazione che, nel recente passato, sono stati oggetto di una politica discriminatoria da parte del Governo e di scarsa attenzione da parte della Regione, che non hanno saputo valorizzare le risorse umane, razionalizzandone l'impiego, in modo da consentire, in particolare, al settore della forestazione di costituire un importante volano per lo sviluppo dell'intera regione».
«Il segnale forte e chiaro dato da Pirillo - afferma infine il vicepresidente del Consiglio regionale - è la testimonianza di un modo nuovo di concepire il governo della Regione, per superare i provincialismi che hanno impedito al precedente Governo di centrodestra una chiara visione d'insieme delle attività produttive e del territorio della Calabria". (Quotidiano di Calabria)

Parco Boe per l'ormeggio all'Asinara

Dopo 6 anni di attesa dal momento della costituzione del Parco Nazionale dell'Asinara, il nuovo Presidente dello stesso ha realizzato un campo boe per poter ormeggiare, rigorosamente solo barche a vela, 24 imbarcazioni
in altrettante boe. In questi giorni, dopo una gara per l'aggiudicazione, la Cormorano Marina di Porto Torres inizierà il servizio di ormeggio e di assistenza per una corretta e intelligente gestione. Ciò rende finalmente fruibile, nel rispetto dell'ambiente, un'isola negli anni passati inaviccinabile per la presenza del carcere di massima sicurezza. (Fare Vela)

Idee per il futuro dei Parchi naturali

Lo sviluppo futuro dei Parchi naturali dell'Alto Adige è stato al centro di un approfondito incontro tra l'assessore all'ambiente Michl Laimer, i responsabili dei Parchi naturali e i presidenti dei comitati di gestione per i Parchi naturali. “Questo incontro è stato molto importante perché nel campo della tutela ambientale si punta sempre più sulla collaborazione con i gruppi di interesse locale. Inoltre sono emersi nuovi spunti che serviranno per lo sviluppo regionale e per tradurre in pratica le richieste di tutela ambientale”, ha detto l'assessore Laimer.
Nel centro visite di Trodena l'assessore Michl Laimer, il direttore di ripartizione Roland Dellagiacoma, i responsabili dei Parchi naturali e i sette presidenti dei Comitati di gestione per i Parchi naturali hanno analizzato i principali aspetti dello sviluppo dei Parchi.
In apertura dell'incontro, l'assistente alle aree protette Ivan Plasinger ha presentato il centro visite di Trodena e il Parco naturale del Monte Corno. Il direttore dell'Ufficio Parchi Artur Kammerer ha informato sulle attività svolte negli ultimi anni dall'amministrazione del Parco naturale. Secondo Kammerer, negli ultimi anni il territorio protetto viene accettato sempre di più dalla popolazione locale, grazie anche agli interventi annuali di manutenzione dei sentieri, ai sei centri visite, alle guide naturalistiche, agli assistenti alle aree protette, all'informazione garantita dai mezzi di comunicazione e alle numerose iniziative in campo ambientale e del management della tutela del territorio. Inoltre – sempre secondo Kammerer – molto importanti sono state le incentivazioni del paesaggio rurale che hanno contribuito a garantire un positivo effetto di cambiamento tra natura e e uomo all'interno del parco naturale. Tutti i partecipanti si sono detti d'accordo sul fatto che in futuro sarà importante porre molta attenzione a questo aspetto. I paesaggi rurali come pascoli, prati montani, prati magri e prati alberati con larici sono minacciati due volte: da un lato dall'abbandono, dall'altro dall'utilizzo intensivo. Un ruolo importante viene svolto in questo senso dalla chiusura delle strade: ogni singolo caso deve essere esaminato attentamente, valutandone l'impatto ambientale, i diritti e le esigenze di tutti gli interessati e le tutte le conseguenze che un simile provvedimento comporta.
Secondo la Rete Europea Natura 2000 è necessaria una sempre maggiore (e migliore) informazione. Per realizzare con successo questo importante progetto e per poterne sfruttare e godere appieno le opportunità, è fondamentale un maggiore coinvolgimento dei fruitori del paesaggio, tenendo conto delle loro esperienze e delle loro necessità. I responsabili dei Parchi naturali danno poi molta importanza anche uno sfruttamento turistico “dolce” di questi ambienti protetti, ribadendo che l'organizzazione di grandi eventi e manifestazioni non può essere compatibile con gli obiettivi dei Parchi naturali, che puntano invece alla tutela dell'ambiente e a consentire ai visitatori di godere la naturale bellezza di questi luoghi. Il lavoro di sensibilizzazione deve quindi essere rivolto verso le popolazioni locali e per questo motivo viene auspicata una sempre maggiore collaborazione con le scuole, gli asili, le associazioni e le altre istituzioni. Per lo sviluppo futuro è quindi fondamentale continuare a concordare tutte le attività e gli interventi con chi vive all'interno del parco: è l'unico modo per non far mettere in discussione l'esistenza dell'area protetta e per non affibbiarle un'etichetta negativa.
Per non rendere isolato questo proficuo scambio di opinioni, l'assessore Laimer ha proposto di “istituzionalizzare” l'appuntamento, ritrovandosi due volte all'anno. Il prossimo incontro si terrà in autunno a Funes, dove è prevista l'apertura del settimo centro visite dell'Alto Adige. (Provincia di Bolzano)

Comunicazione. Tante proposte dal workshop di Federparchi

Una partecipazione qualificata e molte proposte operative hanno caratterizzato il workshop sulla comunicazione promosso a Roma da Federparchi, al Casale del Dio Redicolo nel Parco regionale dell'Appia Antica. Dal Parco regionale Adamello Brenta, passando per il Parco regionale del Ticino Piemontese, l'Area Marina Protetta di Ventotene, i Monti Lucretili, i Monti Simbruini, il Matese, fino ad arrivare al Parco regionale dell'Alcantara, i comunicatori dei parchi hanno mostrato un forte interesse ed hanno contribuito a fare il punto su quali sono oggi le problematiche e le possibilità di intervento nei settori della comunicazione e informazione delle aree protette. "Dobbiamo costruire una comunità - ha detto Matteo Fusilli, presidente di Federparchi - una redazione diffusa sul territorio che lavori per obiettivi comuni. Per i parchi oggi, un nuovo, ambizioso traguardo dovrebbe essere - secondo Fusilli - un vero e proprio piano di marketing per avere un monitoraggio della crescita del consenso intorno alle aree protette, impegnando professionalità qualificate. Questo piano è un obiettivo prioritario per permettere una comunicazione orientata a far percepire il parco come un bene comune per tutti i cittadini". Un ulteriore contributo del presidente di Federparchi è stato quello di proporre nuove riflessioni sui parchi e sulle loro finalità che accolgano le moderne stimolazioni che vengono dal mondo scientifico, intellettuale e accademico. Lo strumento per fare ciò può essere la rivista Parchi che è stata presentata da Mariano Guzzini, direttore della stessa, nella sua nuova veste grafica e di contenuti.
Fare sistema e come, è stato il concetto su cui buona parte dei partecipanti è intervenuto. Ma il fatto importante di questo primo appuntamento sulla comunicazione, "se ne prevedono altri - come ha annunciato Rossi - direttore di Federparchi - a scadenza regolare", è stata la serie di proposte operative. Ha iniziato Luigi Bertone, responsabile Comunicazione di Federparchi, che ha sottolineato le grandi possibilità di una comunicazione partecipata ed ha proposto l'utilizzo di qualsiasi strumento, compreso un database, per permettere di attingere informazioni, notizie, documenti e materiali. Inoltre Bertone, si è interrogato ed ha interrogato i partecipanti sulla possibilità di riproporre il Giornale dei Parchi on line, da lui ideato e curato. Anche Giulio Ielardi, il quale ha presentato il nuovo mensile ParchiItalia, ha appoggiato il ripristino del Giornale on line ed ha lanciato l'idea che gli incontri sulla comunicazione prevedano anche uno spazio di formazione su biodiversità e strategie per la conservazione. Delle possibilità grandissime di internet e delle potenzialità di Parks.it, il portale dei parchi, ha parlato Massimo Piraccini. Emanuela Celona, redattrice di Piemonte Parchi, ha raccontato di come funziona o meno una comunicazione che è già in sistema come quella delle aree protette del Piemonte. Sulle difficoltà di lavorare con pochi mezzi e poche risorse umane hanno parlato la responsabile URP del Parco nazionale del Gran Sasso Laga e quella della Comunicazione di Romanatura. Il Delta del Po Emilia Romagna ha presentato i propri strumenti informativi così come il Parco nazionale d'Abruzzo che ha comunicato di come stia lavorando alla realizzazione di una newsletter. Infine, tutti d'accordo sulla costruzione di una mailing list dei comunicatori dei parchi e sulla possibilità di programmare dei Press Tour, secondo una idea di Enza Plotino, addetta stampa della Federparchi. (News Google)

I parchi naturali tornano in parlamento

Dalla Svizzera

Il governo non vuole partecipare al finanziamento di nuovi parchi naturali. Ma il parlamento potrebbe non essere d'accordo. Dopo che il Consiglio federale l'aveva stralciata dal piano di legislatura 2003-2007, la revisione della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio torna sui banchi del Consiglio degli Stati.
Nel 1914 la Svizzera creò, con spirito pionieristico, il primo parco nazionale dell'arco alpino e dell'Europa centrale, nella regione di Zernez, all'estremità sud-orientale del cantone dei Grigioni.
Da allora però lo slancio innovatore elvetico in questo settore è andato scemando. In Svizzera il parco nazionale di Zernez è rimasto unico nel suo genere. Nel frattempo, gli altri paesi europei hanno ampiamente recuperato il ritardo, realizzando un gran numero di aree protette riconosciute e sostenute dallo Stato.
«Certo, in Svizzera ci sono oltre 2000 aree protette a vario titolo. Ma sono piccole, quasi nessuno ne conosce l'esistenza», fa notare Otto Sieber, segretario centrale dell'organizzazione ambientalista Pro Natura. «Un riconoscimento da parte dello Stato contribuirebbe a far aumentare nella popolazione la consapevolezza dell'importanza di proteggere la natura».
La questione non è tuttavia rilevante solo dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. L'esperienza europea dimostra infatti che i parchi naturali possono dare un impulso importante allo sviluppo economico sostenibile di regioni periferiche e strutturalmente deboli.
«La visibilità dei parchi può essere utilizzata ai fini del marketing di una regione», osserva ancora Sieber. «Per questo oggi si guarda alla creazione di nuovi parchi come a uno strumento di politica regionale. Il Parco nazionale genera un valore aggiunto annuo pari a 17 milioni di franchi».
Verso una legge sui parchi
L'argomento economico ha finito per far breccia anche fra le autorità cantonali e regionali elvetiche, in genere poco propense ad un approccio puramente «ambientalista» nei confronti del patrimonio naturale.
Negli scorsi anni si è formata un'ampia coalizione intenzionata a fornire una base legislativa federale alla creazione di nuovi parchi naturali. Un impulso importante in tal senso è venuto anche dalla campagna per un secondo parco nazionale, lanciata da Pro Natura nel 2000.
Inizialmente, il governo ha sostenuto l'idea. Nell'autunno del 2002 un progetto di revisione della Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio è stato sottoposto alle parti interessate, nel quadro di una cosiddetta procedura di consultazione, ottenendo un'eco complessivamente positiva.
Il progetto definiva tre tipi di area protetta d'importanza nazionale: dai parchi nazionali veri e propri, caratterizzati da un nucleo a protezione assoluta, alle zone protette in aree urbane, passando per i parchi regionali, orientati ad uno sviluppo ecologicamente sostenibile del territorio.
Una parte dei finanziamenti per la realizzazione e la gestione delle aree protette doveva essere assunta dalla Confederazione. I servizi e i prodotti dei nuovi parchi dovevano potersi avvalere di un marchio di qualità.
Il governo cambia idea
La questione dei parchi naturali sembrava destinata con ciò a giungere rapidamente ad una conclusione. Ma nel febbraio del 2004, a sorpresa, il governo ha deciso di cancellare la revisione dal programma di legislatura 2003-2007, ritenendo che in un'epoca di tagli di bilancio la Confederazione non dovesse assumersi nuovi oneri finanziari.
Per molti osservatori, la svolta non era che uno dei primi segnali del nuovo corso di destra imboccato dal governo dopo la conquista di un secondo seggio da parte dell'Unione democratica di centro (UDC) e l'ingresso in governo del suo leader, Christoph Blocher.
La decisione ha suscitato molte reazioni. Oltre 300 comuni si sono rivolti al Consiglio federale per chiedere di rivedere la decisione. E numerosi parlamentari si sono attivati per imporre all'esecutivo di tornare sui suoi passi.
«I profitti generati da un parco vanno a vantaggio dell'economia regionale, non direttamente di chi ne assume i costi di gestione», ricorda Otto Sieber. «Inoltre buona parte dei parchi sorgerebbe in cantoni finanziariamente deboli, che non possono assumersi da soli i costi».
L'opposizione alla decisione governativa ha dato i suoi frutti. La maggioranza dei deputati delle due camere ha dato il proprio appoggio ad una mozione del consigliere agli Stati radicale Dick Marty, che chiedeva al governo di trasmettere al parlamento il disegno di legge sui parchi naturali.
Parchi sì, finanziamento no
Il Consiglio federale ha parzialmente ceduto, presentando nel febbraio 2005 un nuovo progetto, che riprende a grandi linee quello precedente. Con una differenza sostanziale però: il finanziamento dei parchi da parte della Confederazione rimane escluso.
Della legge si occuperà, nel corso della sessione di giugno delle camere, il Consiglio degli Stati (camera dei cantoni). E di nuovo i segnali che giungono dal parlamento indicano la volontà di tornare al progetto originario. La commissione dell'ambiente del Consiglio degli Stati, che ha preparato il dibattito, ha reinserito nella legge il finanziamento federale.
Secondo la commissione, le sovvenzioni della Confederazione potrebbero ammontare a circa 10 milioni di franchi l'anno. Grazie ad una riorganizzazione dei fondi destinati all'Ufficio federale per l'ambiente, le foreste e il paesaggio (UFAFP), la misura non dovrebbe tuttavia comportare maggiori uscite per le casse dello Stato.
Intanto, numerose regioni che hanno già da tempo avviato dei progetti per la realizzazione di aree protette di importanza nazionale sono in attesa. Se le due camere, com'è probabile, approveranno la revisione – il Consiglio nazionale ne dovrebbe discutere in autunno – i primi parchi potrebbero ottenere un riconoscimento federale nel 2007. (Swissinfo)


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