Vai alla home di Parks.it

Monumento Naturale Cascate dell'Acquafraggia

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 39.58 ha
  • Regioni: Lombardia
  • Province: Sondrio
  • Comuni: Piuro
  • Provv.ti istitutivi: DGR 38947 22/05/1984
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP0720

 

 

L'Area Protetta

Sul finire del 1400 Leonardo da Vinci, ingegnere Ducale di passaggio da Chiavenna, annotò sul "Codice Atlantico" che "su per detto fiume (Mera) si trova chadute di acqua di 400 braccia le quali fanno belvedere", e diversi viaggiatori europei, tra il Sette e l'Ottocento, definirono le cascate dell'Acquafraggia come le più belle fra le Alpi.
Il bacino dell' Acquafraggia è situato all'imbocco ovest della Val Bregaglia. Il torrente omonimo nasce dal pizzo di Lago a 3050 m. s.l.m., in un punto dello spartiacque alpino dal quale scendono fiumi che sfociano nel mare del Nord, nel mar Nero e nel Mediterraneo.
Scendendo verso fondovalle percorre due valli sospese, ambedue di origine glaciale, l'una sui duemila metri e l'altra sui mille metri di altitudine. L' Acquafraggia forma quindi una serie di cascate, di cui quelle più in basso sono le più suggestive, con il loro doppio salto. Si capisce così l'origine del nome Acquafraggia, da "aqua fracta", cioè torrente continuamente interrotto da cascate.

 

Geologia e Vegetazione

Geologicamente la zona è interessata dalla unità del Tambò del pennico medio, con gneiss biotitici, generalmente a grana fine. Nel settore botanico rilevanti sono gli ontani, l'abete bianco e la flora rupicale, tra cui rara Oplimennus undulatifoglia, l'erica arborea, e in un suggestivo castagneto alla base delle cascate, un esteso tappeto di Allium Ursinum. Ma va segnalata anche una felce, la pteris cretica, che qui trova la stazione europea più settentrionale grazie alla costante nebulizzazione dell'acqua della doppia cascata.

Sulle sponde del torrente, circa a quota mille, sorgono i paesi di Savogno e di Dasile permanentemente abitati a partire dal secolo XV allorché l'aumento della popolazione, l'insalubrità e l'insicurezza del piano spinsero ad abitare i nuclei di mezza costa. Essi sono raggiungibili da Borgonuovo percorrendo una mulattiera formata da oltre duemila gradini, che tocca dapprima gli interessanti nuclei delle stalle dei Ronchi e dei crotti di Savogno (nel primo nucleo, di particolare rilievo il mastodontico Torchio da vino).

share-stampashare-mailQR Codeshare-facebookshare-twitter
© 2024 - Comunità Montana della Valchiavenna