Avviato il progetto "carnaio" per l'aquila reale nel Parco regionale del Matese


Come era stato più volte annunciato, puntuale, è partito il progetto “carnaio” per l’aquila reale nel Parco regionale del Matese. Il progetto consiste nell’apposizione in località frequentate dalla coppia di aquila reale (l’unica del Parco e una delle quattro coppie della Campania) di due carogne di pecore al mese, a distanza di quindici giorni l’una dall’altra, e di osservare mediante l’utilizzo di capanni mimetici gli animali selvatici che consumeranno la carne messa a disposizione.
Il progetto durerà tre mesi e terminerà alla fine di febbraio.
Le finalità sono molteplici. In primo luogo si intende alimentare la coppia di aquile nel periodo più difficile dell’anno, quando la forte carenza di alimentazione può pregiudicare la riproduzione per la primavera successiva. Una discreta alimentazione invernale, al contrario, può garantire il successo riproduttivo della coppia al termine della brutta stagione. Censire eventuali altre specie predatrici, siano essi uccelli (corvi imperiali, nibbi, gracchi corallini, ecc.), o mammiferi (lupi, volpi, ecc.).
La presenza di una fonte alimentare all’interno del Parco potrebbe garantire, inoltre, la presenza di tali specie entro i confini dell’area protetta evitando che si spostino troppo rischiando di uscire dai confini del Parco ed essere abbattute dal fuoco dei bracconieri. Non solo, la presenza di cibo potrebbe evitare anche attacchi indesiderati ad animali domestici da parte del lupo in momenti di fortissima carenza alimentare.
Il progetto si avvale della collaborazione dell’ASL e di alcuni allevatori di ovini locali. Viene condotto per conto del Parco da un dottore veterinario della Provincia di Caserta e da un dottore in Scienze Naturali della Federico II, esperto di rapaci.
L’iniziativa nasce da un’idea del Commissario del Parco, il prof. Maurizio Fraissinet, ornitologo, che ha dichiarato: “Sono contento che in un giovane parco regionale campano si inizi a fare operazioni concrete di conservazione della natura, iniziando quindi a operare anche in ossequio a quella che è la missione principale di un Parco Naturale. La sicurezza dal bracconaggio garantita dalle Guardie Forestali e dalle Guardie provinciali, la disponibilità alimentare garantita dal Parco, potrebbero far si che in un futuro molto prossimo sarà più facile osservare sul Matese l’aquila, come già avviene oggi nei parchi naturali alpini di vecchia data”



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del Giornale dei Parchi