Allarme: l'INFS sta morendo

L’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica a rischio sopravvivenza.
Un appello dei ricercatori.


Nubi nerissime sul futuro dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Commissariato da due anni poiché il Governo non ha mai provveduto alle nuove nomine ordinarie, da quasi un anno privo del direttore generale, con un finanziamento statale che assicura appena le spese del personale e solo parzialmente quelle generali di gestione, l’INFS è sempre più vicino alla paralisi. Di progetti di ricerca non è nemmeno il caso di parlare, dal momento che quelli avviati con le pochissime risorse degli ultimi tempi stanno faticosamente esaurendosi. In realtà è in causa la stessa sopravvivenza dell’Istituto, trascinato nel gorgo dall’incomprensibile desiderio di dissoluzione che sembra caratterizzare le scelte dei responsabili della ricerca scientifica in Italia. Eppure, in appena dieci anni di vita, e nonostante abbia potuto contare su un numero esiguo di ricercatori (una quindicina) l’INFS ha saputo acquisire fama ed autorevolezza non solo nazionali, costituendo un riferimento indispensabile e mettendo a disposizione della comunità una considerevole mole di documentazione, di pareri, di pubblicazioni, di linee guida e di programmi d’azione. Ci si chiede come sarà possibile continuare il lavoro proprio dell’Istituto per il censimento di un patrimonio ambientale fondamentale come quello costituito dalla fauna selvatica; come sarà possibile studiarne lo stato ed elaborare progetti per la sua gestione e il controllo; a chi potranno rivolgersi altri organismi scientifici, amministrazioni e parchi, per essere sostenuti nelle rispettive attività.
Se lo chiedono i numerosi sottoscrittori di un appello al Governo perché provveda celermente “alla nomina di un direttore ed un presidente scelti tra le massime autorità scientifiche Italiane, alla ricostituzione degli organi direttivi e di controllo, all'incremento della dotazione di personale e all' attribuzione di adeguate risorse finanziarie.” Tra i firmatari alcuni dei più importanti nomi della nostra ricerca scientifica, da Luigi Boitani a Danilo Mainardi, da Bruno Massa a Silvio Spanò i quali sottolineano la delicatezza del momento, in cui la presenza di un Istituto vivo e funzionante e' “particolarmente necessaria per fornire indispensabili basi tecnico-scientifiche alla revisione delle politiche di conservazione dell'Italia, in discussione negli organismi parlamentari, ed all'applicazione delle Direttive comunitarie.”
Il “Giornale dei parchi”, nel fare proprio l’appello, invita i lettori a far pervenire alla redazione la loro adesione.

l.b.



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del Giornale dei Parchi