Nuove Riserve marineLa situazione in Sardegna si muove |
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Il quadro generale Dalla approvazione della L.Q. N. 394/91 sono trascorsi 12 anni. In Sardegna il processo di istituzione delle aree marine protette, pur tra limiti e contraddizioni, in questi anni è andato avanti. Dopo listituzione di Sinis-Mal di Ventre a Cabras, Tavolara Punta Coda Cavallo a Olbia Loiri Porto S. Paolo e S. Teodoro costituiti in Consorzio per la gestione, Capo Carbonara a Villasimius, Capo Caccia Isola Piana ad Alghero, Isola dellAsinara nella medesima isola, è in fase di conclusione il processo istitutivo della.m.p. di Capo Testa Punta Falcone nel Comune di Santa Teresa di Gallura. Forti ritardi si registrano nel completamento degli studi e nelle decisioni istituzionali per listituzione dellarea marina protetta nellArcipelago della Maddalena. I ritardi più gravi si registrano purtroppo nellistituzione del Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio, dove si continuano a spendere ingenti risorse finanziarie per studi spesso generici e non finalizzati, sottovalutando le emergenze drammatiche legate alla presenza di scorie radioattive. Il Parco Internazionale dovrebbe, tra laltro, regolamentare linterdizione del passaggio delle grandi navi nel canale di Bonifacio. Senza la soluzione di questi due problemi lazione di protezione del mare esercitata dalle aree marine protette, in Sardegna, sarà sempre più marginale e sostanzialmente virtuale. Protezione ambientale, biodiversità e sviluppo turistico non sono in contrasto fra loro. Lo sviluppo del turismo nel Nord Sardegna, sarà sempre più legato al grado di protezione ambientale che anche attraverso le aree protette e la effettiva istituzione del Parco Internazionale si potrà esercitare in modo duraturo ed efficace. Prossima tappa: larea protetta dellIsola di San Pietro Nel sud-ovest della Sardegna si muovono gli enti locali competenti per territorio. La L.Q. n. 394/91 ha individuato, tra laltro, quale area di reperimento, lIsola di S. Pietro, per la possibile istituzione di unarea marina protetta. Il Comune di Carloforte ha avanzato la richiesta al Ministero dellAmbiente per la istituzione di unarea marina protetta nel mare prospiciente lisola. Stessa proposta è stata avanzata dal Comune di S. Antioco che ha formulato anche una 1° ipotesi di perimetrazione e zonazione per larea di pertinenza del Comune. Il Comune di Calasetta, pure interessato al processo, è stato recentemente commissionato. Larea è di grande interesse naturalistico e ambientale. Carloforte, da sempre, ha intrapreso la via della sostenibilità e della qualità, nella gestione del proprio territorio. Si pratica ancora la pesca del tonno con gli attrezzi tradizionali. Le tradizioni locali, il rispetto dellambiente e del territorio, il controllo dellattività edilizia costituiscono, sempre più, i cardini di uno sviluppo durevole nellisola di S. Pietro. Bisogna infine ricordare che larea di Portovesme (i traghetti per Carloforte partono da questarea) è stata interessata da uno sviluppo industriale intensivo è fortemente inquinate, tanto che, negli anni 80 è stata decretata zona a rischio. Per disinquinare larea il Ministero dellAmbiente ha finanziato progetti per oltre 250 milioni di vecchie lire. Unefficiente azione di monitoraggio ambientale organizzato in modo integrato (aria, acqua, terra) e gestito da unautorità indipendente dovrà indicare le direttrici e le azioni necessarie per completare la bonifica. Con la istituzione dellarea marina protetta Isola di S. Pietro la Sardegna compie un consistente passo avanti nella protezione delle sue straordinarie risorse ambientali e nella sperimentazione di modelli di gestione improntati alla sostenibilità. |
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