I parchi nazionali rischiano il blocco

E’ una fase assai difficile per i parchi italiani e in particolar modo per i parchi nazionali, che rappresentano ormai la parte prevalente, per dimensioni e peso specifico, dell’insieme delle aree protette. Alle note sofferenze conseguenti alla riduzione dei fondi di gestione operata dalle ultime leggi finanziarie, e all’estinzione delle fonti per il sostegno agli investimenti, di cui questo giornale ha già dato conto, si aggiunge, per molti di essi, un lungo ritardo nella ricostituzione degli organi direttivi giunti a scadenza e nella nomina dei rispettivi presidenti.
“Il numero degli Enti Parco interessati da queste condizioni è così elevato e le procedure di nomina degli organismi che li riguardano sono spesso così arretrate, da far intravedere conseguenze critiche per il funzionamento dell’intero sistema per un periodo non breve”. Sono le parole usate dal Presidente di Federparchi, Matteo Fusilli, costretto a chiedere in una lettera inviata a nome dell’associazione al Ministro dell’Ambiente Matteoli e al Presidente della Conferenza delle Regioni Ghigo, un atteggiamento più sollecito e disponibile alla concertazione da parte delle istituzioni titolari della potestà di decisione.
In effetti alla data odierna sono privi di Consiglio il Parco del Gran Paradiso - che pure ha recentemente conosciuto la nomina del nuovo presidente dopo un periodo commissariale – e il Parco delle Foreste Casentinesi; per quest’ultimo Parco, così come per il Parco nazionale dello Stelvio, quello dei Monti Sibillini e quello del Gargano non sono state ancora avviate le procedure per la sostituzione dei presidenti il cui mandato è già spirato da settimane. Per questi Enti è da prevedere dunque la gestione commissariale, che si affianca a quelle, ormai croniche, dei Parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano e dell’Appennino Tosco-Emiliano.
La situazione è difficilmente scusabile se si tiene conto che le date di scadenza non sono frutto di eventi improvvisi o accidentali (solo per il neonato Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano si tratta di far fronte alle dimissioni del presidente Guerriero appena nominato) e che le procedure per le nomine sono ormai ben definite, anche grazie ad interventi giurisprudenziali al massimo livello.
Sembra di cogliere insomma un atteggiamento tra il burocratico e il distratto, un sostanziale disinteresse per lo sviluppo ordinato dell’attività di Enti che invece hanno ancora necessità di essere confortati dal sostegno e dall’iniziativa delle altre istituzioni.
Un sostegno che recentemente è venuto, con esplicite parole di apprezzamento, dal Presidente della Camera Casini, in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine condotta dalla Commissione Ambiente della Camera sul funzionamento amministrativo degli Enti. In quella stessa indagine sono stati riconosciuti i considerevoli passi avanti compiuti dai Parchi nazionali nonostante la breve vita e la difficile congiuntura legata alla necessità di avviare una esperienza del tutto nuova in condizioni di solitudine. Una solitudine che sembra dunque riproporsi, con effetti che potrebbero essere drammatici.

l.b.



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del Giornale dei Parchi