Una pessima pensata estiva: Portofino parco nazionale


Dunque, come scrivono i giornali, “tutti in campo per promuovere Portofino e il suo Monte parco nazionale”. Dopo le (non nuove) dichiarazioni si è passati all’azione, alle proposte di legge, di cui sono firmatari da una parte nientemeno che due presidenti di Commissione del Senato, dall’altra Ermete Realacci, con la benedizione del presidente della Regione Liguria. I proponenti, presi dall’entusiasmo, si sono dichiarati sicuri tanto del buon esito dell’operazione che della sua rapidità, nonostante la burrascosa ripresa dei lavori parlamentari che già si preannuncia.
Diciamo subito che della proposta colpisce innanzitutto la disinvolta e sconcertante motivazione. Si conta infatti, principalmente, di ottenere maggiori risorse finanziarie. Evidentemente i proponenti, e specialmente il presidente della Commissione ambiente del Senato, dimenticano che ai parchi nazionali proprio quest’anno sono stati notevolmente ridotti i finanziamenti. I parchi nazionali sono aumentati e le risorse no. La parte della torta disponibile è perciò diminuita per tutti. A meno che non si speri che per gli ‘amici’ si chiuda un occhio, anziché la borsa. Questo è però il momento meno felice per contare sulle casse dello Stato. Senza considerare poi che, sotto questo profilo, le esigenze di Portofino non sono diverse da quelle di tanti altri parchi, non solo liguri, che di soldi ne hanno avuti meno.
L’onorevole Realacci, che ha inopinatamente aderito a questa proposta, l’ha giustificata con il fatto che il parco regionale di Portofino finora ha prodotto soprattutto polemiche, per cui meglio passare la mano allo Stato.
Anche qui colpisce lo sconcertante ‘tempismo’ della scelta. Se c’è stato un momento in cui i parchi nazionali hanno prodotto soprattutto polemiche paralizzanti e avvilenti è quello che stiamo attraversando. Il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano è commissariato da ben due anni, come pure quello dell’Appennino Tosco-Emiliano e quello finora ben funzionate delle Foreste Casentinesi. Ma l’elenco, come ben sa Realacci (e dovrebbe sapere il senatore Novi) è assai più lungo. Ecco perché sorprende l’appoggio ad una proposta con la quale sembra si voglia semplicemente sfuggire ad alcune precise responsabilità istituzionali e politiche ‘regionali’.
Il Parco di Portofino presenta, e non da ora, alcuni delicati problemi che non riguardano peraltro principalmente la cassa, ma la perimetrazione e la gestione. Ciò emerse con grande chiarezza anche in occasione della recente Conferenza regionale delle aree protette della Liguria, tenutasi a Sarzana alla presenza dell’Assessore regionale Orsi. Quando da parte di autorevoli funzionari della Regione si dice che a Portofino il Parco non dovrebbe esprimere pareri (nulla osta) su tutta una serie di interventi - cosa che naturalmente fanno da anni tutti i parchi regionali, da prima e meglio di quelli nazionali - si capisce dove nascano le difficoltà e le turbolenze di un parco che non può fare fino in fondo il proprio mestiere. Ma quei problemi - ecco il punto vero - si riproporrebbero nello stesso identico modo anche con il parco nazionale. Insomma: ciò che ci si illude con questa proposta di fare uscire dalla finestra, rientrerebbe immediatamente dalla porta. Forse però qualcuno spera che così il cerino passerebbe almeno di mano. Ma in ogni caso quei nodi andrebbero sciolti e non appare serio accampare scuse, o inventare giustificazioni per prendere tempo e illudersi di poter passare la palla ad altri. Ciò che è grave è che questa proposta sta già producendo i suoi danni, dal momento che delegittima l’attuale Ente di gestione del Parco, invitato in pratica a fare le valigie. Non solo: la Regione può lavarsene le mani in attesa che arrivino i ‘nostri’ i quali per altro, con l’aria che tira a Roma, hanno ben altre gatte da pelare (da quanto tempo Camera e Senato si stanno rimpallando la legge delega sull’ambiente? A chi si vorrebbe far credere che la legge potrebbe essere approvata a ottobre?)
Tra le motivazioni addotte per questa infelice proposta ve ne è però una condivisile: l’unificazione del parco terrestre con l’area marina. E’ una esigenza sacrosanta, ma cosa ha impedito sino ad ora di soddisfarla, se non la mancanza di volontà politica? In Francia esistono parchi regionali che gestiscono migliaia di ettari a terra e a mare. Non sarà certo difficile realizzarlo in Italia per aree protette tutto sommato lillipuziane.
Di ciò dovrebbero occuparsi e preoccuparsi la Regione e i parlamentari che stanno invece mortificando la gestione del Parco di Portofino e quella degli altri parchi liguri che, dopo questa sortita, non potranno che considerarsi meno meritevoli di attenzione e sostegno, non potendo aspirare alla serie A.

Renzo Moschini



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del Giornale dei Parchi