Accelera l'azione per un'organizzazione dei parchi del Mediterraneo


Incontri bilaterali degli italiani con i francesi e gli spagnoli, via libera da autorità regionali e ministeriali, sostegno dell’UICN, protocolli d’intesa, promozione di Goletta Verde, riunioni fondative in vista. L’idea di una Federazione dei Parchi del Mediterraneo, lanciata nel maggio scorso da Federparchi, avanza velocemente e potrebbe già avere, a fine settembre, in occasione del Congresso di Europarc che sarà ospitato dalla Generalitat della Catalogna, i primi atti formali. In effetti c’è chi sta lavorando a stendere motivazioni e procedure da sottoporre ai partner, per rispettare una scadenza, la primavera del 2005, ipotizzata come data limite entro la quale passare alla fase operativa.

Fino ad oggi tutti i soggetti contattati hanno ampiamente condiviso la proposta di lavorare alla costruzione di un soggetto che - per l’intero sistema di aree protette del Bacino del Mediterraneo e con riferimento alle scelte dei singoli Stati e delle istituzioni internazionali - possa avere un peso e un ruolo assai più rilevanti rispetto a quelli espressi fino ad oggi dai parchi. Un ruolo da affermare concretamente, attraverso una collaborazione più stretta e permanente tra le aree protette e da esprimere con elaborazioni, piattaforme, programmi e azioni comuni.

L’ipotesi che sta prendendo piede, in considerazione delle caratteristiche eminentemente politiche, di indirizzo e promozione che avrebbe, è quella di una organizzazione costituita dai soggetti che, nei diversi Paesi e nelle Regioni, detengano la rappresentanza di sistemi di parchi e di altre aree protette, derivata o dalla competenza legislativa o amministrativa o dal mandato associativo. Non una associazione di soli Enti gestori dunque (in molti Paesi del Mediterraneo l’autonomia di tali Enti è molto limitata e la loro capacità di iniziativa politica esigua) ma comunque una associazione che lavori su base volontaria e abbia scopi originali, non espressi attualmente da alcuna altra associazione e tali da costituire un valore aggiunto per ciascun soggetto aderente e per la comunità delle aree protette nel suo insieme.
I suoi compiti dovrebbero essere rivolti alla pressione e all’influenza sulle scelte dei soggetti internazionali competenti perché nell’elaborazione degli indirizzi e dei programmi riguardanti l’area mediterranea vengano considerate le esigenze delle aree protette. Ma essa dovrebbe anche studiare, elaborare e proporre alla comunità internazionale e agli organismi competenti specifiche politiche di sostegno dei parchi dell’area mediterranea e sostenere tutte le attività, connesse al funzionamento delle aree protette, che possano aiutare al miglioramento e al rafforzamento delle relazioni tra i Paesi e le comunità del Mediterraneo.

In questo quadro uno dei problemi più delicati è posto dalla necessità di ottenere comunque il massimo coinvolgimento dei parchi nella definizione degli obiettivi e delle scelte dell’associazione, anche allo scopo di favorire lo sviluppo della soggettività e dell’autonomia degli Enti gestori dove esse sono carenti e non hanno tradizionalmente espressione. Ma proprio per questo il lavoro è ancor più affascinante e si lega agli sviluppi che l’elaborazione in merito sta conoscendo anche all’interno di storiche organizzazioni come l’UICN, dove l’esigenza dell’allargamento della democrazia e della partecipazione è ormai argomento di discussione costante.

l.b.



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del Giornale dei Parchi