Asinara: ritorno al 1885


Per l’ennesima volta dal Ministero di Giustizia parte quella che, fino a ieri, poteva essere considerata solamente una provocazione, un ballon d’essai tanto per vedere l’effetto che fa…
“Rivogliamo indietro l’Asinara” è il grido partito dal Ministero e sparato in prima pagina sui quotidiani nazionali.
Anche questa volta avrebbe potuto essere liquidata come la solita uscita di chi crede di potersi permettere tutto. Ad esempio, per dire, se l’avesse detta il Ministro Castelli ci saremmo fatti una risata e l’avremmo, ancora una volta, lasciata cadere lì. Ma questa volta no: a parlare è il dottor Tinebra, già Procuratore della Repubblica, ed ora Presidente del DAP, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
Il dottor Tinebra, che è persona seria - ancorché di potere e di grandi ed importanti alleanze nel mondo politico-istituzionale - che ha un mare di problemi da affrontare ogni giorno nella gestione dei penitenziari italiani, che è sempre in prima linea in una vera e propria trincea dove si combatte giorno dopo giorno, già altre volte aveva avanzato questa proposta, ricevendone una risposta decisamente pepata dal mondo dei parchi, dalle associazioni ambientaliste, dai partiti del centro sinistra, dalla stampa sarda in genere e anche qualche reazione negativa dal centro destra e dall’allora governo regionale di destra. Ora ci riprova e con termini piuttosto ultimativi: “Rivogliamo indietro l’Asinara.”
Rivogliamo… chi? Chi è a rivolere? Chi ha deciso di rivolere? Chi ha provocato questa voglia di rivolere?
In ultima analisi: chi appoggia il dottor Tinebra in questa ultima uscita? Chi lo ha spinto a tentarci ancora, eventualmente con la garanzia, questa volta, di una positiva riuscita? Un magistrato dell’esperienza di Tinebra non si espone di sua volontà, e una volta di più, al rigetto di una proposta. E allora: da chi ha avuto garanzie circa il buon esito della vicenda?
C’è da ricordare che l’Asinara, tutta l’Asinara, non solo è Parco Nazionale dal 1997 ma è, attualmente, di proprietà della Regione Sardegna. Sono cioè di proprietà regionale i suoli - tutti i suoli - tutte le strutture dell’isola incluse le ex diramazioni carcerarie ed escluse le strutture nel compendio di Cala Reale riservate ad alcuni ministeri, compreso il Ministero di Giustizia, per i cosiddetti “usi governativi” che devono, comunque, essere dichiarati e riconosciuti. Fino ad ora nessuno ha detto quali siano questi “usi governativi”. Qualcuno insinua che ospitare rappresentanti politici, dirigenti e funzionari di ministeri potrebbe essere un “uso governativo”. I cittadini “normali” pensano che non sia così e pretendono un definitivo chiarimento anche per gli edifici di Cala Reale.
Se il Ministero di Giustizia vuole dunque riaprire il carcere, o dare inizio ad una nuova impresa sull’isola, delle due l’una: o chiede le strutture alla Regione Sardegna, proprietaria, oppure fa in modo che il Governo, con atto d’imperio, requisisca l’isola o quanto ritiene necessario. Ma questo era già stato fatto nel 1885, regnante Umberto I.
Occorre ancora ricordare, innanzitutto al Ministro Castelli (al dottor Tinebra no, perché lo si sa informato) che Umberto I è da tempo impossibilitato a firmare nuove requisizioni e che, nel frattempo, è stato varato un Atto che si chiama Statuto Regionale Sardo che è Atto Costituzionale.
Ecco, questa è la garanzia che non passerà il progetto del Ministero di Giustizia: la Regione Autonoma della Sardegna è la proprietaria dell’isola e non ci pare che il governo regionale, né l’opinione pubblica sarda, siano disponibili a cedere alcunché a chicchessia.
Tutta l’isola dell’Asinara è un parco è tale deve rimanere. In alcune ex diramazioni carcerarie sono stati eseguiti lavori importanti per trasformale in centri di educazione ambientale; per altre già esistono i progetti di trasformazione in centri velici, in strutture ricettive, in ostelli; altre ancora dovranno diventare museo delle carceri, perché non vi è alcuna intenzione di cancellare quella memoria dell’isola, anzi…
Ma riaprire il carcere, no! Significherebbe tornare indietro, rinnegare tutte le battaglie che Porto Torres, la Sardegna, i cittadini italiani più sensibili, assieme ai politici più avveduti, hanno condotto a partire dal 1966, per vincere poi nel 1997. Nessuno lo capirebbe, nessuno lo accetterebbe.
Risulta che il Ministro Castelli ami trascorrere le vacanze con i suoi cari nelle strutture penitenziarie. Da anni frequenta la colonia penale di Is Arenas, sempre in Sardegna. Si è forse stancato? Vuole cambiare zona e vuole forse villeggiare all’Asinara? Se è questo il fine si risparmi il viaggio e da buon “lumbard” valorizzi il suo territorio: le vacanze le passi a San Vittore.

Eugenio Cossu
ex Presidente del Parco nazionale dell’Asinara.



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del Giornale dei Parchi