Parchi della Polonia. Un patrimonio per il futuro dell’Europa

Quest’anno il viaggio di studio, previsto dai corsi attivati dall’Università di Camerino., si è svolto in Polonia e vi hanno partecipato 19 studenti, iscritti al Corso di Laurea specialistica in gestione delle aree protette e al Master in pianificazione delle aree protette, il cui direttore è il Prof. Franco Pedrotti.
La visita ha permesso agli studenti di conoscere le realtà del Parco nazionale di Bialowieza e del Parco nazionale di Biebrza nel Nord-Est della Polonia.
Il Parco nazionale di Bialowieza, per chi si occupa di conservazione della natura, rappresenta un vero e proprio simbolo della natura in Europa: dal 1921 tutela una parte importante della Foresta di Bialowieza, dove ancora si trovano gli ultimi bisonti europei.
La valle del Fiume Bierbza, un parco che si estende per oltre cento chilometri di lunghezza, seguendo il corso del fiume lungo territori incontaminati, con una scarsa presenza dell’uomo e un grande susseguirsi di spazi, paludi, praterie e foreste.
Attraversare la Polonia ha significato osservare paesaggi e realtà territoriali profondamente diverse da quelle italiane: spazi ampi, grandi superfici forestali e una presenza delle attività umane molto ristretta e limitata a poche aree urbane. In generale si incontrano nuclei rurali, caratterizzati da un’agricoltura in fase di transizione dove la piccola azienda a conduzione diretta è la forma più diffusa e l’apporto in termini di meccanizzazione e industrializzazione è scarso.
Un’agricoltura incentrata su produzioni legate al consumo locale, con una presenza prevalente di attività economicamente rilevanti nel settore del legname e dell’allevamento, ma, ed è questo il punto da osservare con attenzione, che non ha determinato, fino a oggi, un fattore di consumo del territorio e di restringimento delle aree sottoposte a tutela. Indubbiamente una presenza più scarsa di popolazione e quindi di minore pressione ha contribuito a conservare intatte ampie zone tra cui la foresta di Bialowieza che rappresenta un valore inestimabile per la biodiversità in Europa.
Oggi la transizione verso l’economia di mercato e l’ingresso nell’Unione europea, sia della Polonia sia degli altri stati che dal 1° maggio 2004 sono diventati stati membro, pone altri obiettivi e disegna scenari importanti anche per l’evoluzione del settore agricolo e del ruolo dell’agricoltura per le politiche di conservazione della natura.
Non a caso alcuni fenomeni di trasformazione del paesaggio osservati durante il viaggio, con l’evidente abbandono di zone precedentemente coltivate e la rinaturalizzazione di queste aree, sono il frutto del processo di modificazione sociale ed economica in atto.
Il rapporto tra uomo e ambiente, soprattutto la presenza e l’attività dei nuclei rurali, ha per lungo tempo caratterizzato alcune di queste zone e oggi, il graduale abbandono rappresenta un rischio per la stessa conservazione della biodiversità, laddove forme tipiche di conduzione dei campi, come lo sfalcio, hanno rappresentato un equilibrio ecologico in grado di offrire rifugio alle specie.
La realtà economica di questi paesi è destinata a cambiare, significa far diventare la Polonia il confine dell’Unione verso la Bielorussia, la Russia e l’Ucraina, ma, soprattutto, significa introdurre politiche e strategie comunitarie, dove le scelte in termini di protezione della natura e di sostegno all’agricoltura rappresentano elementi fondanti e condivisi.
Sta qui la sfida: riuscire a cogliere la valenza di un’agricoltura non più orientata alla sola produzione ma con un ruolo crescente e riconosciuto in termini di creazione di servizi ambientali per la collettività e legata alla gestione e alla manutenzione del territorio.
In questo senso coniugare il modello di multifunzionalità dell’agricoltura, cardine delle politiche di sviluppo rurale inserite nella PAC, con la gestione dell’ambiente rurale, valorizzando il senso della Direttiva Habitat, orientata a proteggere la biodiversità nelle aree naturali e seminaturali, fa sì che il declino dell’agricoltura non sia un rischio ma che possa rappresentare un’opportunità per rivitalizzare queste zone.
La riforma della PAC, in vigore dal 2005, con il rafforzamento del II° pilastro, dedicato alle azioni di sviluppo rurale, in termini di miglioramento dell’ambiente e di opportunità per l’agricoltura, costituisce un’importante base di partenza. È necessario un cambiamento, un modo di affrontare le politiche di sviluppo locale riconoscendo un ruolo e un valore al mantenimento degli insediamenti rurali e delle attività tradizionali: un tale cambiamento trova il presupposto essenziale nell’attuazione di modelli di sviluppo basati sul coinvolgimento e la partecipazione delle comunità locali, attraverso azioni di tipo bottom up, delle quali i progetti LEADER costituiscono un patrimonio di esperienza inestimabile.
Gli alberi secolari di Bialowieza, conservati per 83 anni nella loro secolare integrità assoluta, grazie a una gestione oculata che ha riconosciuto il ruolo strategico delle riserve integrali, potranno continuare a rappresentare un bene da tramandare alle future generazioni se si sapranno cogliere queste sfide.

Andrea Ferraretto - Università di Camerino



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