Il pasticcio sardo

Raccapezzarsi – specie dal di fuori - nelle intricatissime e roventi polemiche in corso in Sardegna sui parchi non è facile. Certo su alcune cose ormai è difficile sbagliarsi. Che il parco del Gennargentu, così come è stato concepito e soprattutto imbalsamato in vincoli cocciutamente imposti, sia inviso a tutti è fin troppo chiaro. Meno chiaro è capire come uscirne. Per taluno non ci sono dubbi e incertezze al riguardo: va semplicemente abrogato. Non va bene il parco nazionale, ma neppure quello regionale. Non va bene un parco al Gennargentu, ma non vanno bene neppure dei parchi in quelle altre parti della Sardegna dove pure una legge sarda prevedeva e prevede la istituzione di aree protette regionali rimaste ad oggi lettera morta. Di vivo ci sono solo le stucchevoli polemiche e gli scambi di accuse tra forze politiche e istituzioni che non hanno prodotto alcunché. Ma per fortuna non tutti aspettano soltanto una bella e solenne sepoltura, del parco del Gennergentu come degli altri. Sì, perché in Sardegna ci sono altri due parchi nazionali, varie aree protette marine e in lista d’attesa quei parchi regionali da tempo concepiti ma mai nati. E qui le proteste e i tanti e ripetuti ‘fatti più in là’ più o meno gridati servono a poco. E anche le ripetute e per la verità un po’ vecchiotte litanie sul no ai parchi ‘calati dall’alto’ lasciano ormai il tempo che trovano. Esse sono infatti credibili soltanto quando ‘dal basso’ si cerca di fare bene e meglio quello che appunto da Roma e da Cagliari non si riesce a fare. E su questo piano in Sardegna non sono molti oggi ad avere le carte in regola. Di sicuro non le ha lo Stato che, come è stato giustamente detto, ha pensato a parchi ministeriali e burocratici, non a parchi nazionali. Alla Maddalena e all’Asinara il ministero ha fatto quel che ha voluto senza molto riguardo per la legge e per la Regione. Ciò che gli premeva era piazzare propri fedeli rappresentanti. E la Regione è stata silenziosamente al gioco, fino all’avvento di Soru. Zitta sui parchi nazionali e inerte su quelli di sua diretta ed esclusiva competenza. La partita che si sta giocando oggi in Sardegna non ruota perciò solo intorno agli odiati vincoli del Gennargentu. Per qualcuno infatti, una volta sbrogliata la matassa del vecchio e mai nato parco nazionale, si può continuare come prima, magari cancellando alla svelta il provvedimento sulle coste, non a caso impugnato dal governo. Chiarificatrice, a questo proposito, la demagogia dei reiterati appelli al ‘giù le mani dalla Sardegna’.
La gelosia della propria terra, delle proprie tradizioni, del proprio passato riguarda tante altre regioni e terre dove i parchi nazionali, regionali e locali si sono fatti e funzionano. Nel DNA della Sardegna non credo ci sia qualche gene che ne metterà a rischio le difese immunitarie se, finalmente, si vareranno politiche di protezione seria a sostegno delle quali si è impegnato il presidente Soru.


Renzo Moschini



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del Giornale dei Parchi